Oggi abbiamo scelto per voi due canzoni particolari: Play with Fire, e Factory Girl; entrambe parlano di donne, ma di due donne molto diverse.
Anche musicalmente, sono due canzoni diametralmente opposte: una è oscura, crepuscolare, semiorientale.
L'altra invece è una canzone solare, popolare, che fa emergere le origini folk e il loro amore per la musica country.
Play With Fire, è del 1965, il suo testo è uno standard per i Rolling, imperniato sul contrasto tra la donna ricca e superficiale e il teppista pericoloso che si sente rifiutato e minaccia: "Attenta! Non giocare con me, perché tu scherzi col fuoco".
Possiamo interpretare lo scazzo, se vogliamo sciovinista, di un adolescente che ha paura delle donne, o la donna ricca è la borghesia e Jagger interpreta il proletario incazzato.
Gli Stones, non si lasceranno scappare certe ricche e profumate prede, queste ragazze della "Londra bene" diventeranno un facile bersaglio, e spunto per la loro immaginazione creativa, giocando con l'immagine da band figlia del proletariato inglese, che lancia sberleffi contro l'alta borghesia.
Play with Fire è un testo, che piu' che rivendicare un'ideologia proletaria, parla di una storia, probabilmente molto breve tra due soggetti appartenenti a classi sociali diverse, vi lascio alle parole di Mick:
"L'abbiamo scritta io e Keith. Io suono il tamburello. Parla di famiglie di ragazze ricche. Non so se era sfacciato scrivere in modo così diretto. So solo che prima non lo aveva fatto nessuno".
Il personaggio femminile di Factory Girl uscita su Beggars Banquet nel 1968, è di tutt'altra specie. Qui, nel fervore della contestazione, l'emblema femminile rollingstoniano sembra diventare la ragazza operaia. Trovo molto bello questo inneggio alla ragazza semplice, normale e dal testo sembra anche alquanto bruttina, ma dubito molto della credibilita' di questa canzone.
Non ho mai visto una ragazza a fianco di nessuno degli Stones di questo genere, tanto meno con Mick, ma apprezzo questa sua dedica all'universo femminile.
All'epoca comunque la "factory girl" di cui si parlava era Elie Sedgwick, che si era trasferita a New York per fare l'attrice ed era entrata nel giro della Factory di Andy Warhol dopo aver avuto una relazione con Brian Jones.
Forse, i Rolling Stones, hanno voluto mettere ambienti sociali e culturali così diversi in contrasto, giocando un po' sulla parola “factory”, quasi come a dire “hey, la vera factory girl è questa, che si spezza la schiena in fabbrica".
E' una canzone sulla povertà. Keith Richards ha detto che è una canzone un po' alla Molly Malone, una ballata folk irlandese su una ragazza della working class di Dublino.
Come al solito un grande ringraziamento va a Ruby Tuesday per la preziosa collaborazione, ecco quello che mi ha scritto nelle nostre corrispondenze:
"Che bella questa canzone, Andrea, la ragazza ha le ginocchia grosse, è brutta, grassa e dà pure l‘idea di puzzare un po'….però lui è li che l'aspetta, con i piedi bagnati…."
E poi non dite che le donne non sono romantiche ahhhhhh …. ciao alla prossima puntata
Andrea Pagano
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