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Indice  ~  Concerti  ~  Napoli, 17 luglio 1982

MessaggioInviato: 28 settembre 2009, 13:46
Avatar utenteMessaggi: 235Località: RomaIscritto il: 20 gennaio 2006, 17:12
io mi ricordo un grandissimo show della J.Geils Band, una grandissima Centerfold, ove Peter W saltava in aria in modo incredibile


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MessaggioInviato: 28 settembre 2009, 13:48
Avatar utenteMessaggi: 3179Iscritto il: 12 gennaio 2006, 1:44
Vero Fabio ricordo la stessa identica cosa a Torino e poi a Lione....Centerfold era stata galattica!!!


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MessaggioInviato: 28 settembre 2009, 14:56
Messaggi: 3297Iscritto il: 29 giugno 2007, 9:18
Io ho assistito a quello di Torino, grandioso anche quello. Un casino di gente e Torino rivoltata come un calzino. Gli Stones allora facevano paura ed era un evento immenso. Bravo Totore, topic azzeccatissimo e fatto bene. Mi piacciono questi topic.


ROSSO57


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MessaggioInviato: 22 marzo 2010, 14:24
Avatar utenteMessaggi: 3012Località: TORINOIscritto il: 26 luglio 2006, 0:15
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=DjW-xyypAss&feature=related[/youtube]

:roll:


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MessaggioInviato: 26 marzo 2010, 19:38
Messaggi: 851Località: CagliariIscritto il: 14 novembre 2006, 21:20
Che bei ricordi :D
Baci Daniela <)


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MessaggioInviato: 9 maggio 2010, 18:00
Messaggi: 278Iscritto il: 8 giugno 2007, 18:09
sul concerto di Napoli 2 delle recensioni presenti sul sito è la mia.
sto leggendo rapidamente per cui vado distratto. posso dire che chi ha detto che gli Stones suonarono meno di un'ora ricorda male. il concerto superò le due ore.
non mi risulta che furono lasciate 20mila siringhe. e posso dire che quel giorno il pubblico fu grandioso sia verso gli Stones che per il comportamento. non ricordo particolari disordini.
se dopo aver letto con calme mi verranno in mente altre cose le inserirò


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MessaggioInviato: 16 maggio 2010, 22:29
Messaggi: 1822Iscritto il: 11 febbraio 2007, 4:36
ciao gavin,
quando scrissi il post, più di un anno fa ormai, l'intento era quello di riportare le testimonianze orali che ho raccolto negli anni da parte di chi fu presente.

della questione delle siringhe, mi diceva proprio qualche sera fa il mio amico Bruno, ai tempi ne parlarono pure i tg,
può darsi che sia completamente fuso e ricordi male, non so, io non ero ancora nato ;)


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MessaggioInviato: 22 maggio 2010, 22:20
Messaggi: 278Iscritto il: 8 giugno 2007, 18:09
fu il mio primo concerto degli Stones, e fu un grande show nonostante Richards non mi sembrò grandissimo quella sera. ricordo una splendida Beast Of Burden, il concerto iniziò alle 21, anche se il biglietto indicava le 17, e finì dopo le 23. e ribadisco che quella sera oltre agli Stones fu straordinario il pubblico. pare che fossimo più di 80mila.


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MessaggioInviato: 24 maggio 2010, 19:29
Messaggi: 4076Località: SALERNOIscritto il: 5 maggio 2008, 23:29
82mila paganti, uno stadio stracolmo e caldissimo, uno spettacolo....


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MessaggioInviato: 20 luglio 2020, 4:26
Messaggi: 1822Iscritto il: 11 febbraio 2007, 4:36
Sera boyz,
vado a rispolverare questo post old style del sottoscritto (old style perchè, per varie ragioni, purtroppo il forum funziona sempre meno in questo senso… si, oggi ci sono i social e tutto il resto. Nessuna critica a nessuno, semplice constatazione dei fatti  ) per aggiungere qualche altro aneddoto simpatico a questo evento che è stato - mi viene riconfermato ogni volta che becco qualche “testimone” dei fatti che furono – davvero qualcosa di speciale per la città e per chi in qualche modo vi prese parte.

Questa volta i testimoni sono illustri, sebbene non grandi loro fan.
Dovete sapere che a causa della vanità e dell’età – a maggio scorso sono stati 37 – e per cercare di continuare ad avere un fisico asciutto e ben delineato come quello di Mick, di Ronnie o del Keith prepanza, sono una manciata d’anni che dedico il mio tempo libero sempre meno all’uso di alcool e di droghe; e quello che ho tolto a loro l’ho dato all’attività fisica. Corsa e palestra.

Ebbene, mentre mi allenavo l’altro giorno in palestra con in dosso una shirt “minore” dei nostri, uno degli istruttori mi guarda e fa: The Rolling Stones! Che gruppo!” e sorride.
“ E si Gino! sono un loro grandissimo fan, sono in fissa totale!”
“io feci la security al concerto” mi fa lui
“a Napoli? Nell’81?”
“si, si, ‘o San Paolo. Tengo ancora ‘a maglietta da’ security. Tutta nera, la lingua davanti e security scritto dietro”
Cazzo! E racconta, gli faccio io.

“ero lì dalla mattina. Il mio compito era impedire che la gente provasse ad entrare nel backstage o nelle zone vietate ai fan presso il palco. Ce stev nu guaglione tutt’ fatto che stava lì dalla sera prima e che mi chiedeva in continuazione ‘ia, famme trasì, pe piacere’ [in napoletano: dai, fammi entrare, per piacere].
Ma io no, all’epoca ero il doppio di quanto sono adesso, ero un armadio, stavo lì e non facevo passare nessuno.
Quann a ‘nu certo punto, arrivarono Gianni Minà e Renzo Arbore. Dobbiamo passare, mi dissero.
‘Ce l’avete il biglietto autorità?’
No fa Renzo Arbore.
E allora ca’ nun putit trasì! [in napoletano: e allora qui non potete entrare]
‘Ma come? Io di qua, io di là…’ dicono loro, ma io niente, non li faccio passare. Mi avevano detto di non far entrare nessuno senza il biglietto autorità e accussì facett. [cosi feci]
Chillu figlio e puttana e Arbore sai che faceva? Ce l’aveva il biglietto autorità, ma lo cedeva ad altri e poi voleva entrare lo stesso sfruttando la sua popolarità”

E senti Gino, raccontami altro, dimmi un po’ come fu la giornata.

“c’era un casino incredibile, gente strafatta in ogni dove. Molti si sentivano male e venivano portati via in alto, dal pubblico. Girava eroina, cocaina…”

E così dicendo mi ha fatto venire in mente la fauna che doveva ai tempi affolare un concerto rock, molto più vicina a quella di dodici anni prima ad altamont che a quella di roma o di lucca o di milano negli anni 2000.
Andare ad un concerto rock era certamente anche un po’ pericoloso. Andare ad uno degli Stones, band che richiamava attraverso la propria immagine e i propri testi un pubblico “particolare”, lo era certamente!
Non sapevi davvero cosa cazzo poteva succedere. Risse, incidenti, ubriachi ovunque, furti. Insomma, quando raduni 80mila cristiani, e almeno un terzo di essi è alterato in qualche modo, l’imprevedibile, il pericolo, il rischio, è lì dietro l’angolo.

Quest’aspetto di quell’evento mi arriva netto, diretto, ogni volta che parlo con qualcuno che lì c’è stato.
E mi piace tantissimo.
E lo trovo affascinante, adrenalinico e molto coerente con gli Stones dell’epoca e con quello che sono stati.
Ed io, per ragioni anagrafiche, purtroppo, non l’ho neanche vissuto!
Oggi invece, tutto questo, non c’è più e quello che succede ad uno show rock è (quasi) sempre prevedibile, tranquillo, a volte addirittura scontato quando non del tutto programmato. Vale per i nostri e vale per gli altri.

Finisce qui la parte 1 del racconto.
Mi riservo la seconda (e più) succulenta solo dopo il cenno di qualcuno ad andare avanti.

Un po’ perché sono stanco, e un po’ perché sono un vecchio romantico, l’avrete capito, e vado avanti solo se, alla old style maniera, qualche gentlemen o qualche ladies del forum me lo chiede 


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MessaggioInviato: 20 luglio 2020, 9:43
Avatar utenteMessaggi: 4364Località: CelleIscritto il: 18 settembre 2006, 13:04
Bel racconto, grazie mille! (e interessante riflessione)

Se volevi farti pregare ci sei riuscito... quando hai tempo e voglia, aspettiamo la seconda parte?


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MessaggioInviato: 20 luglio 2020, 13:34
Avatar utenteMessaggi: 2113Località: RomaIscritto il: 8 giugno 2007, 0:58
Ciao Totore! Io voglio assolutamente leggere la seconda parte del racconto;-)! D'accordo con Zac, bella e azzeccata la tua riflessione sul modo di vivere i concerti rock oggi e da qualche tempo ormai...


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MessaggioInviato: 20 luglio 2020, 14:28
Avatar utenteMessaggi: 4034Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11
seconda parte? Obbligatorio postarla !!!
ciao ;)


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MessaggioInviato: 20 luglio 2020, 19:42
Messaggi: 1822Iscritto il: 11 febbraio 2007, 4:36
Ciao a tutti.
Ma no zac, non volevo farmi pregare, ci mancherebbe. E poi è una cosa che detesto.
Il mio era piuttosto un “se ci siete, battete un colpo!”. Tutto qui.
E direi che 3 colpi sono sufficienti e meritano una risposta.

Gino: “hai capito quel figlio di puttana di Arbore. Io gli dissi, indicando il ragazzo che stava lì a pregarmi d’entrare dalla mattina, che se proprio meritava di entrare qualcuno senza il biglietto autorità era lui, che stava là da 10 ore ed era un fan”

Giusto Gino, sono d’accordo!

“ma se ti piacciono i rolling stones devi parlare con Gino Filace [suo cugino e proprietario della palestra; si, sono omonimi]. Lui li andò a prendere e li riaccompagnò all’aeroporto.”

Che cazzo dici?!?

“Ginooo!” – chiama da lontano il cugino mentre entrambi ci avviamo verso la hall della palestra – “Salvatore va ampazzì pe’ Rolling Stones [impazzisce, in napoletano]. Racconta quando andasti a prenderli all’aeroporto”
Gino Filace è seduto sul divano nella hall, 60 e passa anni, ed un fisico che seppur non più brillante come un tempo, lascia intuire il gorilla che dev’essere stato almeno fino a na quindicina d’anni fa. È pure più grosso del cugino.
Mi siedo sull’altro divano, quello che fa a “elle” col suo e Gino comincia.

“Ho fatto la security per tanti anni, nelle discoteche e per tanti artisti. Lucio Dalla, Vasco Rossi, sono stato nel camerino con Lou Reed ad Avellino. Insomma, ne ho fatte di serate, ma quella del concerto dei rolling stones è stata una delle più divertenti. Bello! Veramente!” e mentre pronuncia queste ultime due parole, Gino non mi guarda, ma va con lo sguardo e con la mente lontano, a rievocare la sua giovinezza e quel giorno d’estate del 17 luglio del 1982.

Va detto che la chiacchierata si è curiosamente svolta esattamente venerdì scorso. Che era il giorno dell’anniversario del concerto! 17 luglio! Vado in quella palestra da almeno 5 anni ma una strana congiunzione astrale ha voluto che sta storia saltasse fuori esattamente ventotto anni dopo, nello stesso identico giorno. Divertente anche questo.

“eravamo in quattro” e per qualche ragione mi fa nome e cognome degli altri tre componenti, come se fosse gente famosa o come se io fossi tenuto a conoscerli. Forse era gente nota in quel mondo… non saprei e non ho memorizzato.

“noi eravamo la security locale. Loro si portarono dietro anche quella americana. Gente brutta brutta veramente! Tutti ex detenuti…Dovevamo prenderli a capodichino e portarli allo stadio, dove li prendevano in consegna gli americani. Arrivammo con le auto direttamente sulla pista, sotto l’aereo e lì li caricammo.”

Ma quindi erano in macchina con te?

“E certo! Noi dovevamo prenderli e portarli allo stadio e riaccompagnarli a capodichino dopo il concerto. Ma il fatto bello successo la notte. Quando tornammo all’aeroporto il loro aereo ebbe un guasto. Non potevano ripartire. Mike Jagger [pronunciato maik giaggher] se ne andò per conto suo, aveva una guardia del corpo fissa a fianco, un nero enorme che lo seguiva ovunque, e sparì via con lui. Io salii a bordo dell’aereo a richiamare il resto, e non ti dico cosa vidi là sopra. Whisky, cocaina… di tutto. Stavano in pratica facendo una festa nell’aereo! Riuscii a infilarmi sotto la maglia un vassoio da bar con la lingua e mi ficcai in tasca una manciata di cucchiaini. Anche quelli tengono la lingua”

Ha in pratica trafugato oggetti dal boeing degli Stones!

L’episodio del guasto dell’aereo viene riportato anche da Wyman nel suo bellissimo ed esaustivo Rolling with Stones. Wyman racconta che Jagger e subito dopo Keith riuscirono a partire in fretta, pare con un lear jet preso in affitto, lui e charlie attesero l’alba in aeroporto e riuscirono a ripartire (non precisa come) solo nelle prime ore del mattino.

Va specificato che Gino Filace non è un loro grande ammiratore e a parte Mick, credo faccia fatica a riconoscere gli altri di cui non sa neanche i nomi… quindi, su alcuni dettagli è stato per forza di cose vago e lagunoso.

E continua
“Così facemmo scendere tutti e li portammo a dormire in quell’hotel di fronte al maschio angioino, sul lungo mare… come si chiama… quello famoso…”

Il Vesuvio, faccio io.

“Eh eh, l’hotel Vesuvio. Il giorno dopo li tornammo a prendere e li portammo in giro per Napoli, andammo a mangiare la pizza e ci divertimmo insieme a loro”

Ma scusa Gino, quanti ne erano?
Gli domando io, resomi conto che lui – come dicevo – a parte Mick ignora bellamente gli altri.

“eeeh fa lui, erano in tanti. Almeno una trentina di persone. Ci prendemmo tutta la sala della pizzeria”

A questo punto mi è chiaro ormai che Gino fa riferimento a tutta la troupe che si muoveva e che si muove ancora oggi insieme con loro. Probabile fossero presenti Bobby Keys e Ian McLagan, forse Ronnie, non ho capito se pure Keith, non ho idea se anche Charlie e Wyman, sicuramente vari rodie e turnisti, tirapiedi, moglie e amanti di ognuno di essi.

L’idea di quello che era il carrozzone – che a me fa immaginare una nave pirata che scorrazza per il mondo, con Keith come capitano – è resa magnificamente da quei 10-15 minuti di immagini dal backstage all’hampton coloseum in Virginia, concerto della stessa tournè.

“insomma” conclude Gino “ ne ho fatto di serata, ma quei due giorni con loro furono l’esperienza più bella e divertente”

Gino, poverino, non immagina neanche in quale guaio s’è cacciato raccontandomi tutto questo. So già che glielo farò ripetere almeno una trentina di volta, invitandolo ad aggiungere dettagli e facendogli le domande più disparate che mi verranno in mente al riguardo di volta in volta.
E soprattutto

Gino mi devi dare la maglia della security. Te la pago. Anche 100 euro se vuoi.
Avevo fatto la stessa richiesta/offerta anche al cugino, l’altro Gino e ricevo lo stesso identico, netto rifiuto, che non prevede neanche minimamente una trattativa

“No Salvatò è un ricordo troppo importante. Per me un cimelio intoccabile, non si tratta di soldi.”
Poi aggiunge, quasi a rincuorarmi ed a cercare comunque di accontentarmi in qualche modo
“di maglia dovrei averne solo una, ma se ne ho due – devo controllare, non ricordo – una te la regalo. Posso portarti un cucchiaino. Di quelli ne presi una manciata”

Del vassoio non fa cenno, segno che come per l’eventuale unica maglietta, è un accessorio non cedibile.

Gino qualsiasi cosa. Va bene anche il cucchiaino.

Oggi sono passato in palestra, ma non ho trovato il vecchio Filace.
Tornerò alla carica, sia per il racconto, sia per la maglia e sia per il cucchiano. Chissà per altro se, tra il mercato dei collezionisti, qualcosa fregata dal boing degli stones nell’82 ha qualche tipo di valore…


Povero Filace, neanche immagina in quale guaio s’è andato a cacciare!


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MessaggioInviato: 20 luglio 2020, 23:50
Avatar utenteMessaggi: 4364Località: CelleIscritto il: 18 settembre 2006, 13:04
Grazie "Salvatò" per la prosecuzione; puntata ancora più gustosa della prima (come prevedible).

Certo avevo capito il messaggio, quella sul farsi pregare era una battuta, è che di solito non metto le faccine.


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