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MessaggioInviato: 21 febbraio 2010, 11:16
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Perché noi indipendenti non contiamo più niente e di noi non frega niente a nessuno”. Il campo si allarga: “Guardiamo agli altri giovani, quelli di SanremoLab. Anche loro finiscono per essere appannaggio delle grandi case discografiche: logico che messi davanti all’alternativa tra noi, una Sony o una Universal, il giovane scelga la major. Fuori da Sanremo è lo stesso. A X Factor, per gli indipendenti, non c’è spazio: quello è monopolio della Sony. Ad Amici, lo stesso. E allora che faccio, se tra le mani ho un giovane di grande talento da proporre? Se non posso portarlo a X Factor, ad Amici o a Sanremo, e se i primi due occupano spazi anche al Festival, che altro mi resta da fare? Niente, non ho sbocchi né prospettive. E vogliamo parlare delle radio? O di Mtv e Deejay Tv che trasmettono solo musica straniera? Sfido poi che i fatturati delle aziende locali si riducono al minimo storico: ancora cinque anni fa arrivavamo ad avere il 30 per cento del mercato, oggi – se escludiamo la Sugar – siamo sotto lo 0,5 per cento. Finisce lo scouting, finisce la ricerca di talenti, finisce il mercato. Non c’è più un artista indipendente, nelle playlist delle radio e nelle classifiche di vendita. Possibile che nessuno dei nostri artisti valga qualcosa? Possibile che Maria De Filippi, con tutto il rispetto che ho per lei come donna di spettacolo, sia diventata il deus ex machina, l’unica in grado di capire se un giovane ha talento? E che chi come me fa questo mestiere da quarant’anni non capisca più un accidente di musica?”. La morale? “La morale è che Sanremo non andrebbe gestito così, e che qualcuno sta sbagliando. La morale è che così non si può più andare avanti. Siamo destinati a chiudere. A meno che qualcuno – la SIAE, il ministero della Cultura, o non so chi altro – si prenda a cuore la sopravvivenza degli artigiani della musica. Il sistema è marcio, non funziona. Abbiamo avuto Tangentopoli, abbiamo avuto Vallettopoli, forse è l’ora di fare Musicopoli. Sono pronto a fare nomi e cognomi”. Quando? “Quando avrò chiuso bottega”. .





Pippo Landro (fondatore e general manager dell’etichetta indipendente New Music)


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MessaggioInviato: 22 febbraio 2010, 11:09
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Indiscrezioni sballate da parte dei media o ripensamento della EMI dopo la levata di scudi? Brusca marcia indietro della major sulla dibattutissima (si stanno muovendo anche organi britannici della massima importanza) questione degli studi di registrazione di Abbey Road. Dopo una settimana di voci, interventi (Paul McCartney e Andrew Lloyd Webber prima di tutti) e discese in campo di prestigiosi enti (National Trust ed English Heritage), ecco ora che la EMI, l'etichetta che secondo le informazioni avrebbe voluto disfarsi delle sale, improvvisamente afferma, con una nota diramata alle agenzie, che non vuole vendere Abbey Road. "Crediamo che Abbey Road debba rimanere proprietà della EMI", recita la nota, che poi -piuttosto
fumosamente- fa breve cenno all'interessamento di alcune aziende per una "rivitalizzazione" che comunque non è imminente.


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MessaggioInviato: 27 febbraio 2010, 11:48
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Concerti, il Rototom Sunsplash si sposta in Spagna




In seguito alle polemiche suscitate durante la passata edizione, com'era previsto il Rototom Sunsplash cambia location. Uno dei festival di musica reggae più importanti a livello internazionale, non avrà più luogo al Palco del Rivellino di Osoppo, a Udine, ma si trasferirà da quest'anno in Spagna, a Benicàssim, località sulla costa tra Valencia e Barcellona già strutturata per ospitare grandi festival tra i quali il FiB, Festival Internacional de Benicàssim. Il festival, per sedici anni in Italia, si terrà da 21 al 28 di agosto.
(26 Feb 2010


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MessaggioInviato: 3 marzo 2010, 10:14
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
GB: David Bowie contro la chiusura di BBC 6 Music

Appelli su Facebook e da Glastonbury per salvare la radio alternativa

2010-03-02 - L’annuncio della prossima chiusura della radio digitale della BBC, 6 Music, ha già provocato reazioni negative in Gran Bretagna. Tra i primi a criticare la decisione della radiotelevisione di stato, David Bowie e Mark Ronson, pronti a elogiare la piattaforma radiofonica che trasmette musica pop-rock alternativa. BBC Radio 6 ha un’audience media settimanale di 700.000 ascoltatori, è stata una delle prime radio digitali e ha iniziato le sue trasmissioni nel 2002. Tra i nuovi talenti che ha contribuito a lanciare, Florence & The Machine, freschi vincitori di un Brit Award per il miglior album del 2009.
La decisione di chiudere l’emittente fa parte del nuovo piano strategico di BBC che vuole spostare 600 milioni di sterline in contenuti di “qualità più elevata” come il giornalismo e il teatro comico e drammatico.
David Bowie ha postato una dichiarazione sul suo sito web: "6 Music mantiene vivo lo spirito di conduttori come John Peel. Per i nuovi musicisti perdere una radio del genere sarebbe un gran peccato”.
Mark Ronson ne apprezza la grande musica e i nuovi gruppi. A loro si è unita anche La Roux: "Se chiudete 6 Music, perderò fiducia nell’industria radiofonica. È l’unica radio che riesco ad ascoltare senza dover cambiare ogni 5 minuti”.
Un appello è stato lanciato anche dal festival di Glastonbury tramite Emily Eavis, che ha invitato i suoi adepti su Twitter a scrivere al BBC Trust. Una pagina è stata aperta su Facebook, "Save BBC 6 Music", che vanta già 90.000 iscritti.


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MessaggioInviato: 10 marzo 2010, 20:41
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Crisi alla EMI: Pink Floyd e Queen lasciano?
I nomi storici in rotta di collisione con la major

2010-03-10 - Un'altra brutta tegola pare si stia abbattendo sulla EMI. Secondo quanto riportato da Bloomberg, i Pink Floyd e i Queen stanno pensando di abbandonare la casa discografica per altri lidi più sicuri. I due storici gruppi hanno già contattato altre etichette in grado di assicuragli contratti più vantaggiosi, vista la grave crisi finanziaria che la EMI sta passando. Già lo scorso anno, i Pink Floyd, che hanno firmato il loro primo contratto con la casa discografica nel 1967, l'hanno denunciata per un errore nel calcolo dei pagamenti delle royalties e solamente ieri hanno annunciato una nuova azione legale per i diritti d'autore per la musica online e sul marketing. Sulla stessa onda ci sono anche i Queen che con la Emi collaborano dal 1972.
Tutta questa situazione è dovuta ai disastrosi conti economici che hanno iniziato a scricchiolare nel 2007, quando Terra Firma Capital Partners comprò la EMI per 4 miliardi di sterline, proprio prima del crollo dei mercati creditizi. Una situazione che rischia di collassare se, come sostengono gli analisti, entro giugno gli investitori non provvederanno ad una nuova iniezione di capitale per tenere a galla la EMI che potrebbe finire nelle mani della creditrice Citigroup e fondersi poi con qualche sua concorrente. Già nei mesi scorsi c'era stata qualche avvisaglia sulla migrazione di alcuni artisti. In una lettera inviata dall'amministratore delegato della Emi Music, Elio Leoni-Sceti, al proprietario di Terra Firma, Guy Hands, era stata già descritta la situazione all'interno dellazienda: morale bassissimo dei dipendenti e artisti sull'uscio.
Il mese scorso la EMI Music ha annunciato di aver accusato nel 2009 una perdita annua di 1,9 miliardi di sterline, con un passivo che supera di 408 milioni di euro le attività. Il mese scorso, per far cassa, la casa discografica aveva pensato di vendere anche gli studi di Abbey Road, quelli dei Beatles, decisione poi rientrata per l'intervento del governo britannico che li aveva dichiarati patrimonio protetto dalla English Heritage.


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MessaggioInviato: 12 marzo 2010, 10:25
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Milano: i bar che trasmettono musica via radio devono pagare i discografici





Diffondere musica in un locale pubblico attraverso la radio obbliga il titolare dell’esercizio commerciale al pagamento non solo della quota SIAE (destinata agli autori ed editori dell’opera dell’ingegno) ma anche dei diritti “connessi” spettanti alle case discografiche e agli artisti interpreti sulla base della legge n. 633 del ’41 in materia di diritto d’autore. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano, imponendo al gestore di un bar del capoluogo lombardo il versamento della tariffa annua prevista dalle “tabelle” disposte da SCF (la Società Consortile Fonografici che amministra i diritti connessi in rappresentanza della maggioranza delle imprese discografiche italiane), 69,38 euro Iva inclusa, più il pagamento delle spese processuali pari a 2.400 euro. Nel dispositivo della sentenza, il giudice ha riconosciuto la sussistenza di un “valore aggiunto” nell’uso della musica “d’ambiente”, utilizzata per intrattenere la clientela, richiamarne di nuova e dunque incrementare i profitti derivanti dall’esercizio dell’attività commerciale. “La decisione del Tribunale di Milano rappresenta un provvedimento storico che costituirà sicuramente un precedente significativo nell’ambito dell’attività della magistratura. Riafferma e chiarisce il via definitiva che il pagamento del compenso a SCF per i diritti discografici è dovuto qualsiasi sia il mezzo utilizzato, anche nel caso di una radio”, ha commentato il presidente del Consorzio Gianluigi Chiodaroli.


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MessaggioInviato: 12 marzo 2010, 10:39
Avatar utenteMessaggi: 5575Località: sud MilanoIscritto il: 27 settembre 2006, 18:07
Non c'entra molto, però ho letto sulla "Gazzetta del Sud Milano" che ha chiuso la storica fabbrica di vinili che era vicino a Rozzano. Olia hai saputo?


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MessaggioInviato: 17 marzo 2010, 18:44
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49

Mi sento male......




Ventiduemilaquattrocento posti di lavoro in meno, e danni per 1,4 miliardi di euro: questo l’effetto che la pirateria, soprattutto digitale, avrebbe prodotto sulle industrie creative italiane (musica, cinema, televisione, software) nel corso del solo 2008, secondo uno studio della società di consulenza indipendente TERA Consultants che ha misurato l’impatto della violazione dei copyright e delle attività illecite sull’economia del lavoro in Europa. Le imprese creative dell’Unione Europea, secondo la ricerca, hanno fatturato nel 2008 860 miliardi di euro, contribuendo per il 6,9 % al PIL della UE e per il 6,5 % ai suoi livelli occupazionali (circa 14 milioni di addetti; 1,4 milioni solo in Italia considerando anche i dipendenti delle industrie che producono hardware e servizi collaterali). Ma intanto, a causa della pirateria, le perdite annue sono calcolabili nell’ordine di una decina di miliardi di euro, e i posti di lavoro risultano essere 185 mila in meno. Le proiezioni – in assenza di interventi risolutivi da parte dei governi – sono ancora più allarmanti: secondo lo studio, da qui al 2015 le perdite nei settori musica, cinema, tv e software potrebbero salire a 240 miliardi di lire provocando la scomparsa di altri 1,2 milioni di posti di lavoro. Le stime di TERA si basano su due scenari possibili. Il primo, più conservativo, calcola la crescita della pirateria digitale in proporzione all’aumento del traffico di condivisione dei file (file sharing), a un tasso annuale di incremento che in Europa è stimato da Cisco System in oltre il 18%: in base a questa stima dal 2008 al 2015 il settore accumulerebbe perdite per 166 miliardi di euro, con 610 mila posti di lavoro in meno. La seconda ipotesi, più pessimistica, aggancia l’aumento della pirateria al traffico IP dei clienti europei (file sharing + streaming), con una crescita prevista in oltre il il 24 % all’anno (sempre da Cisco System): in questo caso le perdite ammonterebbero appunto a 240 miliardi di euro in totale, e i posti di lavoro perduti sarebbero 1,2 milioni. “E’ un fenomeno che rischia di distruggere il settore creativo”, commentano le associazioni del settore musicale aderenti a Confindustria FIMI, AFI e PMI, che insieme alle maggiori organizzazioni sindacali italiane della categoria (SLC CGIL - SAI Sindacato attori italiano, FISTEL CISL, UIL - Unione Italiana Lavoratori della comunicazione) intendono presentare quanto prima i risultati dell’indagine alle istituzioni italiane invitandole a “un forte intervento di contrasto” della pirateria digitale.


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MessaggioInviato: 19 marzo 2010, 11:02
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Crisi del cd, la Universal americana abbassa il prezzo a 10 dollari





C’è modo di frenare la caduta libera del compact disc (- 15,4 %, nei primi mesi di quest’anno, negli Stati Uniti)? La Universal americana ha deciso di saggiare il terreno, annunciando che la maggior parte dei suoi album novità, a partire dal secondo trimestre 2010, verrà posto in vendita a un prezzo al pubblico suggerito di 10 dollari (ma anche meno: 9, 8, 7 e 6 dollari). La drastica riduzione di prezzo riguarda i cd in versione “basic”; contemporaneamente la casa discografica metterà in commercio edizioni “deluxe” con contenuti aggiuntivi e a prezzo maggiorato, destinate ai fan e ai consumatori con maggiore propensione alla spesa. “Dopo approfondite ricerche di mercato e molte discussioni con i nostri partner commerciali, abbiamo scoperto che esiste un largo segmento di consumatori che vorrebbero comprare cd ma che si sono trattenuti a causa delle difficoltà economiche e del valore percepito dei supporti fisici”, ha spiegato il presidente/ad di Universal Music Group Distribution Jim Urie. Non è dato ancora di sapere quando il test inizierà, né per quanto tempo proseguirà. Un’inchiesta condotta da Billboard fa capire invece che alle prime reazioni positive da parte dei rivenditori (cui è stato garantito un margine del 25 % su ogni copia venduta) corrisponde un certo scetticismo e nervosismo da parte degli esponenti delle altre major. Sei mesi fa la catena al dettaglio Trans World aveva provveduto di sua iniziativa a mettere in vendita cd da classifica al prezzo di 10 dollari, registrando un forte incremento negli acquisti.


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MessaggioInviato: 26 marzo 2010, 13:36
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
La musica di Jimi Hendrix per i giocatori di Rock Band
Da martedì disponibile l'album "Axis: Bold As Love"

2010-03-26 - La musica di Jimi Hendrix viene ceduta in esclusiva al gioco Rock Band, in virtù di un accordo tra Harmonix, MTV Games e Experience Hendrix. La notizia è stata anticipata dal Rolling Stone. Tutto il secondo album di Hendrix, "Axis: Bold as Love", sarà disponibile in download per i giocatori di Rock Band a partire da martedì 30 marzo, insieme al singolo inedito "Valleys Of Neptune" dal nuovo album che ha lo stesso titolo. Per il giocatore-tipo di Rock Band, è l'occasione di misurarsi con brani mitici del rock, e della chitarra rock soprattutto, come “Little Wing”, “Castles Made of Sand” o “If 6 Was 9?. Le ripubblicazioni rimasterizzate degli album di Hendrix in CD-DVD procedono in parallelo con questa operazione, e le versioni musicali per Rock Band presentano ulteriori cure del suono.
Rock Band e la società Experience Hendrix hanno studiato insieme anche l'ideazione di un avatar del chitarrista, di strumenti miniaturizzati che riproducono quelli di Hendrix e persino un'edizione di Rock Band tutta dedicata a Hendrix, come quella dei Beatles già uscita l'anno scorso o quella dei Green Day in arrivo. Ma per adesso, l'attenzione è centrata sull'offerta di musica scaricabile per i giocatori. Il che non è poco: le svisate di Hendrix infatti sono un banco di prova notevole anche per i giocatori più bravi e Rock Band potrebbe creare un livello "Hendrix", più difficile di quello "Expert".


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MessaggioInviato: 18 maggio 2010, 15:18
Avatar utenteSite AdminMessaggi: 3976Località: MilanoIscritto il: 6 gennaio 2006, 23:20
Il pubblico ministero di Milano Giulio Benedetti ha chiesto che venga comminata una pena di un mese di reclusione a Claudio Trotta, numero uno di Barley Arts e promoter della data del 25 giugno 2008 allo stadio Meazza di San Siro che vide Bruce Springsteen "sforare" - durante i bis - di ventidue minuti, scatenando le proteste dei locali comitati "anti rumore": le accuse pendenti sul capo dell'impresario sono di disturbo della quiete pubblica e di inosservanza dei provvedimenti dell'autorità pubblica. La difesa di Trotta sarà esposta alla Corte meneghina il prossimo 2 luglio, data per la quale è attesa anche la sentenza di primo grado.


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MessaggioInviato: 18 maggio 2010, 15:40
Avatar utenteMessaggi: 4314Località: leccoIscritto il: 18 luglio 2009, 23:29
<) ALLUCINANTE ! dispiace per la città di Milano che più che una capitale europea sembra la capitale dell'intolleranza ! <)


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MessaggioInviato: 25 giugno 2010, 11:14
Avatar utenteMessaggi: 4405Località: CelleIscritto il: 18 settembre 2006, 13:04
Troppi debiti, stop al festival
“Breakout” a Villa Serra

25 giugno 2010 Laura Nicastro

Il festival Villa Serra Breakout chiude i battenti. Alla sua seconda edizione, i debiti hanno prevalso sulla musica, costringendo gli organizzatori ad alzare bandiera bianca. Questa sera avrebbe dovuto esibirsi Juliette Lewis, la graffiante americana con il suo nuovo gruppo The New Romantiques.

«Proseguire con il festival - ha commentato Omar Bertolla, direttore artistico e organizzativo della kermesse- significherebbe non poter onorare gli impegni presi con gli artisti, le agenzie e i fornitori. Non vogliamo trovarci in situazioni sgradevoli che allo stato attuale possono essere ancora contenute. Breakout ha un budget di 800 mila euro e con forze proprie, sponsor e indotti degli eventi, non ha la possibilità di reggersi sulle proprie forze, senza aiuti da parte degli enti che, per quanto promessi, allo stato attuale non sono stati ancora deliberati. Siamo stati privati della possibilità di andare avanti».

Saltati, dunque, i concerti di Roy Paci & Aretuska, degli australiani Airbourne e Goran Bregovic, solo per citarne alcuni. Erano riusciti a esibirsi J-Ax e i Buena Vista Social Club.

«Lavorano per l’organizzazione più di cento persone - prosegue Bertolla - e non possiamo permetterci di trovarci nell’impossibilità di pagare le aziende che forniscono il personale e tutto il resto. Con questo non voglio dare nessuna colpa agli enti locali, ma consapevoli che noi paghiamo un affitto a Villa Serra, per contribuire allo sviluppo di un’arena spettacoli stabili, sono stati poco sensibili alla questione».

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2010 ... ival.shtml


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MessaggioInviato: 25 giugno 2010, 11:22
Avatar utenteMessaggi: 4750Iscritto il: 29 ottobre 2007, 20:25
è vergonoso tutto ciò e mi dispiace molto ma ho la vaga senzazione che appunto sarà sempre peggio!!!!!


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MessaggioInviato: 2 luglio 2010, 16:37
Avatar utenteSite AdminMessaggi: 3976Località: MilanoIscritto il: 6 gennaio 2006, 23:20
Giustizia è fatta? non proprio…

Claudio Trotta, alla fine è stato assolto, perché il fatto – avere permesso che Bruce Springsteen nel 2008 suonasse per ben 22 minuti oltre l’orario consentito – “non costituisce reato”. Al di là della felicità per il buon esito della vicenda, rimane una grande rabbia, come traspare dalle parole dello stesso Trotta.

La vicenda in sé è una sconfitta, e alla fine i residenti di San Siro un po’ hanno vinto comunque.

E’ una sconfitta che poche decine di abitanti di uno dei quartieri più residenziali di Milano riescano a mettere in piedi una causa penale di questo tipo, lamentandosi per pochi concerti all’anno in zona. E’ una sconfitta soprattutto se si pensa che a Milano ci sono quartieri schiavi dell’inquinamento acustico vero, diurno e notturno. E nessuno muove un dito per fermarlo, nonostante le proteste dei residenti, che evidentemente sono cittadini di serie B.

E’ una sconfitta per il sistema-musica in Italia: nei due anni della causa si sarebbe dovuta vedere compattezza. Se ne sarebbe dovuto parlare molto di più. Invece si sono viste poche prese di posizioni, spesso tardive, e molti silenzi.

E’ una sconfitta politica enorme ed un danno di immagine incalcolabile per la città, non solo dal punto di vista musicale, e gli amministratori della città non l’hanno saputa evitare.

Ed è qua che ci vuole coraggio: se non la si vuole dare vinta, bisogna continuare a portare la musica a Milano, ad di là delle ostilità. San Siro non può essere un palcoscenico solo per i “Promessi sposi”.


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