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MessaggioInviato: 26 giugno 2009, 14:46
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Dati SIAE: spettacol e concerti in crisi (ma il 2009 è cominciato meglio)


L’Annuario dello Spettacolo 2008 presentato ieri (25 giugno) a Roma dalla SIAE conferma le conclusioni dell’ultimo rapporto Assomusica (vedi News): e cioè che anche i concerti, e lo spettacolo in generale, risentono della crisi economica e della riduzione del reddito disponibile da parte dei consumatori. Nel 2008, secondo le rilevazioni dell’Osservatorio dello Spettacolo della società degli autori, la spesa del pubblico per sport e spettacolo (tutto compreso: non solo biglietti e abbonamenti, ma anche prenotazioni, consumazioni ecc.) è stata di 3 miliardi e 661 milioni di euro, il 6,89 % in meno dell’anno precedente. All’aumento dell’offerta (2,788 milioni di spettacoli) è corrisposto infatti un calo degli ingressi a pagamento (- 3,18 %).
“Finora”, ha ricordato il presidente della SIAE Giorgio Assumma, “si era sempre verificato un aumento di incassi e di ingressi nonostante la crisi; nell’ultimo anno invece la situazione è cambiata, il pubblico si è allontanato dallo spettacolo. Anche se la crisi riguarda di più le consumazioni che i biglietti. Ciò significa che c’è quindi molta attenzione e ponderazione sulle spese inutili”.
I primi quattro mesi del 2009, tuttavia, sembrano dare segnali di ripresa: in particolare nel settore dei concerti di musica leggera, + 26,72 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
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MessaggioInviato: 29 giugno 2009, 17:24
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Addio a Gianpiero Gallina (Musica90)


Stroncato da un tumore, si è spento sabato scorso (27 giugno) il promoter e operatore culturale piemontese Gianpiero Gallina. Con l’associazione culturale torinese Musica90 di cui era direttore artistico, era stato tra i principali promotori in Italia delle musiche etniche e delle contaminazioni tra rock, folk, jazz e avanguardia, coltivate attraverso innumerevoli concerti, festival, rassegne e stagioni musicali assai apprezzate: tra i suoi fiori all’occhiello l’organizzazione, nel 2007, della prima esecuzione dell’opera per pianoforte e orchestra composta da Michael Nyman per la riapertura al pubblico della Reggia di Venaria Reale a Torino. Gallina era anche tra i fautori dell’edizione italiana di Mondomix, celebre rivista francese dedicata alla world music.
I funerali avranno luogo domani, martedì 30 gugno, alle 15.30 presso la Parrocchia di San Benigno Canavese.
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MessaggioInviato: 29 giugno 2009, 19:10
Avatar utenteMessaggi: 4750Iscritto il: 29 ottobre 2007, 20:25
non lo conoscevo però mi dispiace.....


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MessaggioInviato: 16 luglio 2009, 22:27
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Concerti, Madonna: crolla il palco a Marsiglia, un morto. Show annullato



E' crollato poco prima delle 18 il palco allestito all'interno dello stadio Velodrome di Marsiglia, dove domenica 19 luglio sarebbe stato in programma il concerto di Madonna a Marsiglia. A causare l'incidente è stato il crollo di una delle quattro gru usate per allestire l'impianto scenico: oltre alla vittima - uno degli operai al lavoro nell'impianto sportivo - le autorità hanno comunicato la presenza di sei feriti, due dei quali in progonosi riservata. In tutto, sono una cinquantina le persone - tutte di diverse nazionalità - rimaste coinvolte nell'incidente: al momento unità cinofile della protezione civile d'oltralpe sono al lavoro alla ricerca di eventuali dispersi sotto le macerie del pezzo di scenografia crollato al suolo. La zona è attualmente recintata e l'ingresso allo stadio è impedito da un cordone della polizia, che protegge l'intervento dei primi soccorritori. Stando a quanto riferisce la versione online di Le Figaro, la società promotrice dello spettacolo, Live Nation, avrebbe deciso di annullare lo show. Le cause del disastro non sono ancora state accertate.
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MessaggioInviato: 22 luglio 2009, 11:53
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Rhino, anche artisti italiani nel catalogo di '45 giri digitali'


Il catalogo di 45 giri “digitali” pubblicati dalla Rhino Records si arricchirà presto di titoli italiani recuperati dagli archivi Warner e CGD. Antonio Colombini, responsabile del licensing Warner e del catalogo italiano della Rhino, conferma che le prime emissioni arriveranno nelle prossime settimane, al più tardi entro settembre: gli utenti di iTunes, che avrà il prodotto in anteprima, potranno scegliere se scaricare una sola canzone (al prezzo standard di 99 centesimi di euro) o entrambi i lati, a e b, del vinile originale (1,98 euro), ricevendo gratuitamente in formato pdf la riproduzione completa della busta originale conservata negli archivi Warner di San Giuliano Milanese (ed è proprio la ricerca iconografica, spiega Colombini, la parte più lunga e impegnativa del lavoro). “I primi venti titoli su cui stiamo lavorando coprono il periodo aureo dei 45 giri, quello che va dagli anni Cinquanta ai primi Ottanta: nella lista figurano ad esempio ‘Eri piccola così’ di Fred Buscaglione ‘Nel blu dipinto di blu’ di Domenico Modugno, ‘L’ora dell’amore’ dei Camaleonti ‘Ti amo’ di Umberto Tozzi, ‘Storie di tutti i giorni’ di Riccardo Fogli , ma anche ‘Non sono una signora’ di Loredana Berté e ‘Un’estate al mare’ di Giuni Russo”. Tutti i brani del primo lotto (compresi i lati b) sono già editi in digitale, ma in futuro Warner/Rhino promette di andare più a fondo riesumando brani mai editi neppure su cd: brani dimenticati dai più come “Sei un bravo ragazzo” di Gigliola Cinquetti (lato b di “Non ho l’età (per amarti)”), “Tu insieme a lei” di Marcella Bella (dal 45 giri “Montagne verdi”), “California” di Viola Valentino (lato b di “Comprami”) e persino “Nunzia”, retro del 45 giri “Eccezzziunale… veramente” di Diego Abatantuono.
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MessaggioInviato: 18 agosto 2009, 10:54
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MessaggioInviato: 18 agosto 2009, 11:24
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MessaggioInviato: 18 agosto 2009, 13:49
Avatar utenteMessaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02
che forte il cartone animato dei dei sex pistols.....
forte il testo della canzone


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MessaggioInviato: 1 settembre 2009, 16:25
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Stati Uniti: Ticketmaster ha cercato di entrare nel business dei bagarini?


Prima di architettare la fusione con Live Nation tuttora al vaglio delle autorità Antitrust, scrive il Wall Street Journal in uno stuzzicante articolo a firma di Ethan Smith, Ticketmaster avrebbe tentato di ostacolarne in tutti i modi l’ingresso nel settore in cui esercita da anni la leadership di mercato, la vendita dei biglietti dei concerti. Il suo piano di contrattacco (nome in codice “Project Showtime”) prevedeva la creazione di un consorzio tra la società, i maggiori promoter concorrenti di Live Nation (AEG Live e MSG Entertainment, controllata da Cablevision Systems e proprietaria di prestigiosi impianti come il Madison Square Garden e il Radio City Music Hall a New York) e alcuni dei maggiori brokers americani specializzati nella compravendita di biglietti. Duplice lo scopo: “schiacciare” Live Nation e spartire tra tutte le parti interessate (artisti, manager, organizzatori di concerti e gestori di impianti dove si suona musica dal vivo) una fetta consistente degli introiti extra procurati dal “bagarinaggio” legalizzato dei biglietti, che spesso spinge i prezzi a cifre astronomiche generando nei soli Stati Uniti un giro d’affari sommerso del valore di oltre un miliardo di dollari all’anno.
Basandosi sulle testimonianze raccolte, Smith racconta che a pilotare il progetto fu Irving Azoff, allora boss dell’agenzia di management Front Line, poi amministratore delegato di Ticketmaster e prossimamente partner di Live Nation, e che un primo meeting con i brokers e i promoter avrebbe avuto luogo nell’estate del 2007 presso i quartieri generali di Ticketmaster a West Hollywood, California (“Sapevo che prima o poi ci saremmo trovati nella stessa una stanza. Solo che pensavo sarebbe stata l’aula di un tribunale”, avrebbe esordito nell’occasione lo stesso Azoff). All’incontro, secondo la ricostruzione effettuata dal Wall Street Journal, presero parte sei scalpers autorizzati che operano a livello regionale, Ace Ticket di Boston, Barry’s Ticket Services di Los Angeles, Total Tickets di Fort Lauderdale, Gold Coast Tickets di Chicago, Elite Ticket Service di New York e la Alliance Tickets attiva sui mercati di Denver, Las Vegas e Seattle. Il consorzio avrebbe dovuto acquistarli tutti quanti, a prezzi che sfioravano i 25 milioni di dollari a testa, offrendo loro in cambio una rappresentanza nel consiglio di amministrazione. Per tutti, secondo Azoff, ci sarebbe stata la possibilità di “fare un sacco di soldi”: ma il piano naufragò subito, a quanto pare per mancanza di fiducia reciproca sui metodi di reporting e contabilizzazione delle vendite e degli incassi. Non prima, però, di avere effettuato un test su una ventina di concerti che i Van Halen, clienti della Front Line Management di Azoff, tennero nell’autunno di quell’anno: in quella circostanza, scrive il Journal, circa 500 dei posti migliori disponibili per ogni show vennero assegnati direttamente ai “bagarini” coinvolti nel progetto. Questi ultimi intascarono il 30 % dei profitti extra, lasciando che il rimanente 70 % venisse spartito tra Ticketmaster, i suoi partner e la band stessa, che grazie a questo espediente avrebbe instascato 1 milione di dollari in più dal tour.
Nessuno dei diretti protagonisti della vicenda ha rilasciato dichiarazioni al Wall Street Journal, a parte la stessa Ticketmaster che attraverso un portavoce ha fatto sapere di “sperimentare continuamente nuove e praticabili fonti di guadagno tanto sul mercato primario che su quello secondario, nell’interesse dei nostri clienti e di chi detiene i diritti della musica dal vivo”. Come noto, nel 2008 Ticketmaster ha poi acquistato per 265 milioni di dollari un sito di rivendita, Ticketsnow ( qualche mese fa coinvolto in una polemica con Bruce Springsteen e il suo manager Jon Landau ), che ora sta cercando di rivendere. Mentre la fusione con Live Nation, se approvata, aprirà scenari del tutto nuovi, permettendo alle due società di controllare molto meglio il mercato e di intascare gran parte del denaro che oggi finisce nelle mani dei bagarini. Che questo si traduca in un vantaggio anche per i consumatori, è quanto l’Antitrust sta cercando di verificare.
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MessaggioInviato: 1 settembre 2009, 19:13
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Concerti e prevendite, parla Trotta (Barley): 'Il problema? Le multinazionali'


Sorride amaramente Claudio Trotta, numero uno di Barley Arts, quando gli si racconta delle reazioni indispettite di una parte del pubblico all'iniziativa della Live In Italy di Andrea Pieroni: "Davvero c'è chi si è lamentato perché crede di pagare la prevendita anche al botteghino?", chiede incredulo lui. "Sia chiaro, credo che quella attuata dalla Live sia un'iniziativa assolutamente meritoria: conosco Pieroni da anni, lo stimo, è un ottimo imprenditore. Ma ho grossi dubbi...", l'uomo che ha portato Springsteen in Italia ci tiene a chiarire: "Nel 2009 Barley Arts compirà trent'anni di attività, e - senza falsa modestia - posso dire di averle viste tutte. Spesso quello che escogitano i nostri colleghi noi l'abbiamo già sperimentato in passato. Anni fa, ancora prima dell'avvento dell'euro, tentammo anche noi di ridurre l'incidenza della prevendita sul costo del biglietto 'congelando' la percentuale sul prezzo del tagliando. Mi spiego meglio: i diritti di prevendita rimanevano fissi a 2.000 lire sia che il biglietto ne costasse quindicimila che cinquantamila. Un bel risparmio, soprattutto per gli spettatori di eventi caratterizzati da grandi produzioni. Credete che qualcuno abbia speso qualche buona parola?". No, ci viene da supporre. "Esattamente. La gente non ci fece caso". Fenomeno neanche troppo strano, a sentire Trotta: "Il consumatore fa il consumatore, non è informato sui meccanismi che regolano il mercato, e - giustamente - ragiona in un'ottica di risparmio piuttosto semplificata. Ma i media, sempre prontissimi a denigrare e a denunciare, in questo caso non ritennero di scrivere nemmeno una riga". Colpa dei giornalisti, quindi? "No, gli appassionati di musica hanno ragione, i biglietti costano troppo. E' una china molto pericolosa, quella che si sta prendendo, perché contestualmente al progressivo aumento dei prezzi si aprirà sempre più la forbice tra chi ai live ci potrà andare e chi no. La musica dal vivo, da fattore aggregante e di coesione sociale che è oggi (e gli ottimi dati di affluenza agli spettacoli live sono lì a testimoniarlo) diventerà un genere esclusivo e di lusso, diventando un problema ancora prima socio-culturale che non economico. Fa venire i brividi pensare che un concerto, un domani, se lo potranno permettere solo i ricchi...". Il vero problema, a sentire Trotta, non sono però i diritti di prevendita: "Innanzitutto vorrei chiarire quanto dichiarato da Pieroni circa la percentuale del 15%: non esiste una vera e propria legge che fissi il tetto massimo al ricarico da destinare le agenzie. Questa percentuale è solo frutto di un accordo siglato dagli aderenti all'associazione di categoria Assomusica, che rappresenta sì buona parte degli impresari italiani, ma non tutti. In secondo luogo, e qui sono d'accordo con Andrea, una percentuale del 15% è congrua alle spese sostenute dalle agenzie per fornire il servizio". Anche in caso di ricarichi da 15 euro su biglietti che ne costano 100? "Direi di sì. Alla gran parte dei concerti si accede spendendo dai 15 ai 25 euro, con ricarichi che variano dai 2 ai 4 euro, ma i servizi rimangono gli stessi. Occorre osservare, poi, che chi spende 100 euro per un biglietto si suppone che possa sostenere una spesa aggiuntiva di 15 euro senza troppi traumi". Il problema non sussiste, quindi? "Affatto, il problema c'è, eccome. Ma non si chiama prevendita, si chiama secondary ticketing. E' la speculazione che sta facendo impennare i prezzi al consumatore. Mi viene da ridere quando sento la Finanza che arresta un poveraccio fuori da un palasport perché trovato con una decina di biglietti in tasca mentre società di bagarinaggio digitale come Seatwave o Viagogo risultano regolarmente iscritte alla camera di commercio rimanendo libere di operare. E' questa la vergogna. E pensare che ho sentito portavoce di siti del genere parlare anche di beneficenza...". L'avevamo chiesto anche a Pieroni, se ci fosse un rapporto sotterraneo tra promoter e agenzie di secondary ticketing... "Non so in Italia, ma in altri Paesi il rapporto non è affatto secondario, ma ufficiale e sancito da accordi societari. Ed è questa la vera origine del problema. Esistono grosse multinazionali che fanno incetta di artisti e - inglobando o acquistando società di secondary ticketing, istituiscono un regime di mercato tutto meno che sano. Ci sono tour di artisti sotto contratto con Live Nation (colosso della live music statunitense presso il quale si sono accasati recentemente big internazionali come U2, Jay-Z e Madonnna) che come sponsor hanno Seatwave o Viagogo. Oppure pensate alla querelle che il manager di Bruce Springsteen Jon Landau ha aperto con TicketMaster, altra società che controlla sia management di artisti che emissione di biglietti. In pratica, è come se lo stesso promoter si mettesse a mettere all'asta i biglietti e a fare bagarinaggio. Questa tendenza, nata negli USA, al posto di venire contrastata con ogni mezzo viene assecondata senza troppi problemi, e questo è agghiacciante: finché non cesserà questa univocità tra operatori il problema rimarrà". Ma ne ha anche per gli artisti, Trotta: "Quello della musica dal vivo è un business con margini di rischi sempre più alti e margini di guadagno sempre più bassi. Le spese di produzione per i tour degli artisti più importanti, con scenografie imponenti e un grande volume di materiale scenico, hanno costi stellari. Il 360° Tour degli U2 spostava qualcosa come duecento autoarticolati a data: avete idea delle spese per un tale spreco di risorse e di energia? Negli ultimi anni, poi, i grandi impianti scenici non sono più esclusivo appannaggio delle grandi star, ma anche degli artisti emergenti: ecco perché spesso si spendono 30 e passa euro per il concerto di un cantante o gruppo che ha pubblicato un solo disco. E non crediate che questa tendenza mi piaccia. Springsteen non ha mai richiesto maxischermi o spettacoli pirotecnici, eppure i suoi concerti sono sempre stati di una qualità e di un'intensità più che straordinarie: questo perché scrive canzoni capaci di toccare il cuore di chi le ascolta. Chi non ci riesce, evidentemente crede di risolvere il problema con gli effetti speciali. Ma le canzoni valide non incidono sul costo del biglietto, mentre gli effetti speciali sì". Se ci mettiamo anche la crisi della discografia, poi... "Certo, anche questo è un aspetto che incide sui prezzi. Gli artisti italiani, da qualche anno a questa parte, guadagnano solo ed esclusivamente sui live, essendo gli introiti discografici ridotti praticamente a zero. Alzando la percentuale della loro quota in sede di trattativa, e magari richiedendo produzioni importanti, è facile intuire il perché di certi prezzi". Ma Trotta, a loro, non ne fa una colpa: "Li capisco: da un lato non possono lavorare gratis, e dall'altro vogliono offrire il meglio al loro pubblico. Il pubblico non deve pensare che sia a causa loro se i prezzi sono alti. Le vere responsabili del caro-biglietti per i concerti sono le multinazionali della musica dal vivo, che hanno fagocitato tutta la filiera che caratterizzava il settore assumendo il ruolo di operatore unico. Altro che diritti di prevendita...".
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MessaggioInviato: 2 settembre 2009, 9:41
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Gli appassionati di musica digitale drizzano le antenne in attesa dell’appuntamento di mercoledì prossimo, 9 settembre, quando dallo Yerba Buena Center for the Arts Theater di San Francisco la Apple presenterà le sue novità di stagione. La frase stampata sui biglietti di invito (il classico “It’s only rock and roll, but we like it…”) lascia ben sperare sull’annuncio di importanti innovazioni sul fronte musicale: si mormora di una nuova linea di iPod e soprattutto del lancio di Project Cocktail, il “booklet interattivo” contenente note di copertina, testi di canzoni, videoclip e altri bonus attraverso il quale iTunes, d’accordo con l’industria discografica, cerca di convincere i consumatori a tornare all’acquisto degli album (digitali) dopo averli abituati per anni alla possibilità di comprare in rete solo i brani preferiti.
Ma il 9 settembre è anche il gran giorno dell’uscita degli album rimasterizzati dei Beatles e del videogioco “Rock Band” a loro dedicato. Che sia anche l’occasione per annunciare l’agognato debutto in formato digitale del catalogo dei Fab Four?


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MessaggioInviato: 7 settembre 2009, 10:30
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Germania, la Sony salva SPV dalla bancarotta


La Sony Music tedesca è venuta in soccorso della indie SPV, da qualche mese in gravissime difficoltà finanziarie e nei cui confronti è stata disposta il 31 luglio scorso una procedura di insolvibilità. Ottenuto il via libera dall’antitrust tedesco e dalle autorità di Bruxelles, a partire dal 1° ottobre la major si incaricherà di distribuire una larga parte del catalogo SPV, che conta nomi importanti della scena hard rock, heavy metal e “classic rock” internazionale come Motorhead, Judas Priest, Helloween e Biohazard. L’accordo di collaborazione tra le due società, di durata pluriennale, prevede anche per la Sony un’opzione di acquisto della SPV. “Questa partnership”; ha spegato l’ad di Sony Music GSA (Germania, Svizzera e Austria) Edgar Berger, “procura alla società un eccellente catalogo di rock e metal, permettendoci di rafforzare ulteriormente la nostra posizione in questo segmento di mercato”.
Fondata da Manfred Schutz, la SPV è in attività da 25 anni e prima del crack finanziario fatturava oltre 80 milioni di euro all’anno. Schutz manterrà il suo incarico di amministratore delegato ma l’avvocato incaricato dell’amministrazione straordinaria dell’azienda ha disposto il licenziamento della maggioranza del personale (80 dipendenti) impiegato presso la sede di Hannover.
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MessaggioInviato: 7 settembre 2009, 12:24
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Stati Uniti, per il mercato discografico agosto è stato 'un mese orribile'


Billboard non usa mezzi termini: per la discografia statunitense, l’agosto 2009 è stato un mese “orribile”. In base ai dati raccolti elettronicamente ed elaborati da Nielsen SoundScan le vendite sono calate del 18,1 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnando il più evidente peggioramento nell’arco dell’anno; rispetto all’agosto di due anni fa, la flessione è addirittura del 37,2 %. Nepppure l’effetto Michael Jackson, insomma, è riuscito a raddrizzare la situazione.
Le cose, scrive Billboard, erano andate un po’ meglio in luglio, con un calo contenuto nella misura del 10,3 % rispetto al 2008 e nel 22,8 % rispetto al 2007. Trasformando le vendite di singoli brani digitali in vendite di album con il parametro del “track equivalent albums”, la flessione diventa del 12,9 % in agosto e del 6 % in luglio. Anche i download di singoli brani, d’altra parte, risultano in calo negli Stati Uniti: la media settimanale è scesa da 25 milioni ai 21-22 milioni di luglio e ai 20-21 milioni del mese di agosto. Il motivo principale della riduzione dei brani scaricati risiede nell’introduzione dei prezzi variabili che ha reso più caro il download delle hits su iTunes , generando tuttavia più fatturato per le case discografiche.
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MessaggioInviato: 11 settembre 2009, 11:39
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Concerti e prevendite, i casi Blue Note (Milano) e Circolo degli Artisti (Roma)


Pur esprimendo posizioni talvolta molto diverse, su una cosa, fondamentalmente, concordavano Andrea Pieroni di Live in Italy e Claudio Trotta di Barley Arts: il diritto di prevendita è impossibile da sopprimere. Le agenzie, infatti, per fornire il servizio di pre-sale, hanno costi fissi che giustificano ampiamente quel 15% di commissione che gli utenti si ritrovano a pagare in aggiunta al netto del tagliando. "Anche in caso di commissioni da oltre 10 euro su biglietti molto costosi", spiega Pietro Fuccio di DNA Concerti (la cui intervista verrà pubblicata prossimamente su queste pagine), perché "le agenzie di prevendita sono imprese come tutte le altre, che in particolari condizioni hanno il diritto di arrotondare l'utile in modo assolutamente legale".
E' tuttavia giusto segnalare, in Italia, un caso molto particolare di prevendita che - a detta dell'organizzatore che la gestisce - non solo non pesa sul cliente che acquista il biglietto ma, al contrario, innesca un circolo virtuoso che permette al frequentatore di spettacoli live di avere ulteriori agevolazioni in fase di acquisto: il Blue Note di Milano, locale live facente parte della catena di jazz club presente - oltre che nella "natìa" New York - anche a Tokyo, Nagoya e Seul, dalla sua comparsa nel capoluogo lombardo fa pagare ai propri frequentatori i biglietti meno in prevendita che "alla porta".
"'Lo chiamiamo 'advance', l'acquisto anticipato, e da noi sì, effettivamente costa meno che l'acquisto al botteghino", ci spiega Daniele Genovese, responsabile organizzativo del locale: "Per la routine gestionale che ci caratterizza, è vantaggioso anche per noi. Innanzitutto perché, essendo un locale dotato anche di servizio ristorante, ci è utile per stimare in anticipo l'afflusso della serata e rifornirci di conseguenza: normale, quindi, che si cerchi di incoraggiare in tutti i modi la prevendita". Ma come la mettiamo con i costi che comporta il disporre di un proprio ufficio di prevendita? Il pubblico più maligno, in casi come questi, sospetta che l'operazione sia più promozionale che altro, e che il ritocco - invece che al ribasso in prevendita - venga fatto al rialzo al botteghino. "Non nel nostro caso, ed il motivo è molto semplice. Il 95% dei concerti che ospitiamo non li organizziamo appoggiandoci ad un promoter, ma contattando direttamente il management dell'artista. In sostanza, siamo il promoter di noi stessi. Ma avendo in calendario qualcosa come ventiquattro concerti al mese, non trattiamo ogni singola serata come un 'evento singolo', per il quale mettere in bilancio i costi di prevendita. Gli stipendi dei dipendenti e i costi vivi di gestione dell'ufficio di prevendita interno al Blue Note vengono ampiamenti ammortizzati da un calendario così fitto. Bisogna considerare, inoltre, che noi siamo soliti tenere anche un secondo spettacolo (con costi praticamente nulli, essendo tecnici, band e attrezzature già in loco), che ci permette anche di studiare tariffe ridotte speciali per gli under 26".
Da Milano alla Capitale, un altro caso sicuramente interessante è quello del Circolo degli Artisti di Roma, che - pur essendo caratterizzato da un assetto organizzativo sicuramente più convenzionale rispetto al suo omologo milanese - con la collaborazione di un circuito di prevendita di fiducia sta cercando di attuare un'iniziativa simile a quella illustrata da Andrea Pieroni: in questo caso, ad "abbonare" al cliente l'onore della prevendita non è il promoter, come nel caso della Live in Italy, ma il locale stesso.
"Abbiamo un ufficio di prevendite interno, che però fa parte del circuito GreenTicket", racconta Lorenzo De Angelis, reponsabile organizzativo del Circolo: "Ci sarebbe impossibile 'annullare' il diritto di prevendita, perché comunque ci appoggiamo ad un'agenzia esterna. Tuttavia è sempre stata una nostra priorità favorire l'acquisto anticipato. Proprio per questo abbiamo studiato una strategia di 'compensazione' che ci permetta di accollarci l'onere della prevendita diminuendo, in fase di pre-acquisto, il prezzo del tagliando al pubblico. Faccio un esempio: se un biglietto costa 10 euro al netto del diritto di prevendita, che supponiamo ammonti a 2 euro, noi - al posto di farlo pagare 10 - lo facciamo pagare 8, in modo da accollarci l'onere della prevendita". Tutto liscio in teoria, ma cosa rispondere a che pensa che in realtà il tagliando costi 8 euro, e che i 10 euro al botteghino non siano solo una trovata promozionale ad effetto? "Semplice, non ce lo possiamo permettere. Noi, come locale, concordiamo il prezzo coi promoter che organizzano la data, quindi non possiamo 'barare' assegnando ai biglietti il prezzo che ci pare. Astuzie di questo tipo, poi, sono assolutamente incoerenti con la politica nella quale crediamo".


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MessaggioInviato: 11 settembre 2009, 16:06
Avatar utenteMessaggi: 4314Località: leccoIscritto il: 18 luglio 2009, 23:29
<) La mia opinione sulle case discografiche in crisi, chiaro che internet ha rotto un equilibrio,ma ragazzi tutti sti' cd chi se li puo' permettere e chiaro che la gente scarica ma altrimenti non potrebbe permettersi di ascoltare musica.I musicisti ritornino a suonare live un po' di piu. Il cd e' un modo per fare conoscere la propia musica poi sta' all'artista andare in giro suonare e quindi guadagnare.Delle case discografiche chi se ne frega! Magari mi sbaglio ma questa e' l'opinione che mi sono fatto. <)


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