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Olia
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Inviato: 2 aprile 2009, 22:00 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
A me non piace come musicista e poco come uomo, ho avuto modo un paio di volte di essere in sua compagnia...ma al concerto oltre a venire gratis ha fatto una beneficenza per gli orfani delle vittime sul lavoro per 100.000 Euro.
E anche gli altri gruppi hanno solo un gettone per le spese, dato che cmq quel palco è una vetrina promozionale per loro.
Ci sono parecchi sponsor e solo la RAI paga un botto, e io mi chiedo a cosa servono questi 900 mila euro?????
Se il concerto salta è un danno enorme per tutti quelli che da mesi ci lavorano e che ancora dovrebbero lavorare........
I paradossi d'Italia.
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wicked67
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Inviato: 2 aprile 2009, 22:15 |
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Messaggi: 4750Iscritto il: 29 ottobre 2007, 20:25 |
dei 100.000 euro donati dal vaschetto l'avevo sentito per tv e ne prendo atto... ma di certo non cambia la mia opinione su questo "uomo"!
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Olia
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Inviato: 26 maggio 2009, 13:07 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
Il caso A 40 anni dal Festival il progetto di una kermesse ambientalista a settembre da 8 milioni di dollari. Mancano ancora i soldi
Il sogno di un’altra Woodstock bloccato dalla lite tra i manager
Celebrazione in forse: Lang e Rosenman in disaccordo su tutto
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK — Un concertone gratis all’insegna dell’ambiente per i 40 anni di Woodstock, il prossimo settembre, da mezzogiorno a mezzanotte, con una decina di complessi che si alternano sul mega palcoscenico nel cuore di Prospect Park (il Central Park di Brooklyn) per un pubblico di oltre 300 mila fan. Sul posto: generatori biodiesel, turbine eoliche e solari, prodotti biologici ed ecosostenibili, carta riciclata e tessere del metrò gratis per tutti. Ma il sogno del 64enne Michael Lang e del 66enne Joel Rosenman, i due pionieristici promoter dietro il leggendario Woodstock Festival del 1969, potrebbe non avverarsi mai. Mancano ancora i soldi e il permesso del municipio. «Vogliamo soltanto sponsor verdi come Volkswagen e Fiat-Chrysler — spiega Lang —. Il concerto costerà 8 milioni di dollari, ma a noi basterebbe raccoglierne 4 o 5. Un’impresa difficile in tempi di recessione». L’obiettivo: «Lanciare lo slogan Woodstock e Copenhagen unite per salvare il pianeta — replica Lang —. Vogliamo far coincidere la nostra kermesse verde alla settimana del clima organizzata in settembre a New York dall’Onu in preparazione della Conferenza Internazionale di Copenhagen di dicembre». Il concerto sarebbe dunque diverso da Woodstock 94, la celebre tre giorni di fango, droga e rock che richiamò 300 mila fan a Saugerties, e da Woodstock 99, l’altro grande anniversario finito poi in violenza. Ma il vero scoglio, a dar retta al New York Times, è il crescente contrasto tra Lang e Rosenman, proprietari del trademark attraverso la Woodstock Ventures.
«Sono cani e gatti », rivela il quotidiano in un lungo servizio dove i due profeti della controcultura pacifista dell’era hippy emergono come litigiose primedonne. «Io sono il pensatore libero e il creativo — si gloria Lang —, Rosenman è l’uomo d’affari». «Tutte balle — ribatte risentito Rosenman, ex-musicista —, sono stati i media, 40 anni fa, a lanciare questo gossip, quando Lang era l’unico a concedere interviste. Il calcolatore semmai è lui». La loro incompatibilità è tale che il fotografo del New York Times ha dovuto tribolare non poco per farli posare insieme per un servizio. I due ex amici per la pelle oggi sembrano dissentire su tutto. Tenere un concerto live o farne un evento solo online? Rimandarlo a quando la situazione economica migliorerà o procedere subito? Invitare vecchie glorie o band contemporanee? In città o in campagna? Mentre Rosenman passa tutto il tempo nel suo lussuoso appartamento su Central Park South, Lang fa il pendolare tra Manhattan e Woodstock, dove vive con la seconda moglie e i loro gemelli di 7 anni. Le occasioni per incontrarsi e parlare sono rare. A complicare le cose è l’uscita in libreria di The Road to Woodstock, dove Lang mette in piazza i suoi dissapori col partner. Che accusa, tra l’altro, di miopia per non aver voluto investire in uno studio di registrazione a Woodstock nel 1969, facendosi scippare l’idea dal leggendario Albert Grossman, ex manager di Bob Dylan, che vi realizzò album stellari di gente come Joan Baez, Rolling Stones, Bonnie Raitt e Rem. Mentre Lang e Rosenman litigano, gli organizzatori del Bethel Woods Center for the Arts — dove nel 1969 si svolse il festival, quando la municipalità di Woodstock negò all’ultimo momento il permesso — hanno annunciato che il loro concerto commemorativo, il 15 agosto prossimo, includerà diversi gruppi originali.
A festeggiare il 40˚anniversario saranno poi dozzine di concerti da un angolo all’altro del Paese, oltre al film di Ang Lee Taking Woodstock e una tournee degli Heroes of Woodstock con Jefferson Starship e Melanie. Intanto una quindicina di libri sul tema stanno per arrivare in libreria. E se non bastasse, il grande magazzino Target sta per lanciare Summer of Love: una linea di prodotti (dagli asciugamani da spiaggia alle mutande) con il logo originale del concerto: una colomba bianca appollaiata sul manico di una chitarra. Molti finiranno insomma per arricchirsi, tranne Lang e Rosenman che già nel ’69 persero un milione di dollari: un’enormità per quei tempi. L’unica cosa su cui i due ex amici sono d’accordo è proprio questa. «Ci rifiutiamo di organizzare un anniversario for-profit perché sarebbe un’eresia», spiega Lang che bolla l’articolo del Times «spazzatura». «Il vero significato di Woodstock è chiaro ad entrambi, così come lo è per milioni di persone intorno al pianeta — insiste —. Woodstock è la prova che un mondo più pacifico, giusto e altruista è possibile, ieri come oggi. Il messaggio di Woodstock è libertà e speranza».
Alessandra Farkas
26 maggio 2009
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Jim
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Inviato: 26 maggio 2009, 16:16 |
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Messaggi: 2239Località: BeneventoIscritto il: 11 settembre 2006, 22:40 |
speriamo che si mettano d'accordo per organizzare una grande e bella woodstock
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Oscar
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Inviato: 12 giugno 2009, 14:04 |
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Messaggi: 4042Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11 |
Concerti, a rischio San Siro, nuova delibera del Comune di Milano
Tetto più basso per le emissioni sonore, una media di settantotto decibel, e forze dell'ordine in regia, pronti a stoppare i concerti alle 23.30: sono questi i punti della delibera approvata dal Comune di Milano e dalla giunta Moratti.
Non ci sta Roberto De Luca, amministratore di Live Nation, la società che organizza i concerti a San Siro e che porterà in concerto allo stadio Meazza i Depeche Mode il 18 giugno, Amiche per l'Abruzzo il 21, e gli U2 e Madonna a luglio: "Scherziamo? In queste condizioni non garantisco i concerti a Milano. Fermiamo tutto, è roba da Germani Est. Non si può arrivare ogni anno a una settimana prima dal via e riscrivere le regole. Se Milano non vuole i concerti, bene, ma che lo dica per tempo. Abbiamo sessanta dipendenti, abbiamo firmato contratti con gli artisti e venduto centinaia di migliaia di biglietti. Mesi fa. Riscrivere le regole adesso è una sofferenza imbarazzante. Ci mancavano solo i ghisa al mixer, che offesa!". (Fonte: Corriere della Sera, La Repubblica) © Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.
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Jim
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Inviato: 12 giugno 2009, 15:52 |
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Messaggi: 2239Località: BeneventoIscritto il: 11 settembre 2006, 22:40 |
Oscar ha scritto: Concerti, a rischio San Siro, nuova delibera del Comune di Milano Tetto più basso per le emissioni sonore, una media di settantotto decibel, e forze dell'ordine in regia, pronti a stoppare i concerti alle 23.30: sono questi i punti della delibera approvata dal Comune di Milano e dalla giunta Moratti. Non ci sta Roberto De Luca, amministratore di Live Nation, la società che organizza i concerti a San Siro e che porterà in concerto allo stadio Meazza i Depeche Mode il 18 giugno, Amiche per l'Abruzzo il 21, e gli U2 e Madonna a luglio: "Scherziamo? In queste condizioni non garantisco i concerti a Milano. Fermiamo tutto, è roba da Germani Est. Non si può arrivare ogni anno a una settimana prima dal via e riscrivere le regole. Se Milano non vuole i concerti, bene, ma che lo dica per tempo. Abbiamo sessanta dipendenti, abbiamo firmato contratti con gli artisti e venduto centinaia di migliaia di biglietti. Mesi fa. Riscrivere le regole adesso è una sofferenza imbarazzante. Ci mancavano solo i ghisa al mixer, che offesa!". (Fonte: Corriere della Sera, La Repubblica) © Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.
Certo che il comune di milano se continua così rischia davvero di non avere più concerti a s.siro... Springsteen già si è adeguato...
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Olia
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Inviato: 12 giugno 2009, 15:58 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
Mi fa pena l'idea dei ghisa al mixer.....
Mi toccano il banco vado in galera....
Milano indietro di cent'anni!!!!!Altro che expo, vergogna!
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Jim
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Inviato: 12 giugno 2009, 16:01 |
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Messaggi: 2239Località: BeneventoIscritto il: 11 settembre 2006, 22:40 |
Olia ha scritto: Mi fa pena l'idea dei ghisa al mixer..... Mi toccano il banco vado in galera.... Milano indietro di cent'anni!!!!!Altro che expo, vergogna!
si fanno pena..
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wicked67
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Inviato: 12 giugno 2009, 16:24 |
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Messaggi: 4750Iscritto il: 29 ottobre 2007, 20:25 |
italietta di provincali
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Olia
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Inviato: 17 giugno 2009, 12:38 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
Virgin Megastores, addio anche agli Stati Uniti
Domenica scorsa, 14 giugno, la catena dei Virgin Megastores ha detto addio anche agli Stati Uniti con la chiusura degli ultimi due punti vendita sopravvissuti, quello di Hollywood e quello newyorkese di Union Square (il più grande negozio di dischi della metropoli). Nel momento di massimo splendore, la Virgin contava ben 23 megastore sparsi sul territorio del paese: poi è arrivata la crisi del mercato discografico, che negli Usa ha obbligato al ritiro anche HMV (nel 2004) e Tower Records (89 punti vendita chiusi nel 2006). Simon Wright, amministratore delegato del Virgin Entertainment Group in Nord America, ha spiegato al New York Times che semplicemente “il modello del grande negozio specializzato in intrattenimento operante su una grande superficie di vendita non è destinato a funzionare in futuro”. “Il megastore è un dinosauro”, ha aggiunto un dipendente, Tony Beliech. “Peccato, perché quel tipo di negozio era anche un luogo di aggregazione, una cosa che manca del tutto all’acquisto di musica on-line”. Negli Stati Uniti, dove resistono da recenti stime almeno duemila negozi indipendenti, dominano oggi grandi magazzini come Wal-Mart, Best Buy e Target, che si contendono la leadership a colpi di esclusive sui dischi di megastar come Bruce Springsteen,Guns N’ Roses,Eagles,AC/DC o Pearl Jam. I Virgin Megastores sono intanto scomparsi dalla maggior parte dei mercati internazionali (compreso il paese di origine, il Regno Unito, dopo la breve parentesi di Zavvi, vedi News). Il marchio sopravvive al momento in Francia, Grecia e Giappone.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.
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ALBIX73
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Inviato: 17 giugno 2009, 13:46 |
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Messaggi: 1658Località: TORINOIscritto il: 14 giugno 2007, 16:56 |
Da noi va anche peggio, per rimanere in topic, come presenza di negozi loro sopravvivenza numero di catene di megastore presenti...
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Olia
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Inviato: 19 giugno 2009, 12:09 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
Stime Usa,: tra cinque anni il mercato discografico sarà per l'83 % digitale
Paul Verna, analista di eMarketer e autore del rapporto Digital entertainment meets social media, è convinto che la flessione del mercato discografico globale proseguirà ben oltre il 2013 e che il tasso di sostituzione tra supporti fisici (cd) e digitali, almeno in America, avverrà più rapidamente di quanto comunemente si creda.
Entrata nel suo decimo anno consecutivo di recessione (- 60 %, in termini di fatturato, tra il 1999 e il 2008), l’industria discografica statunitense non ha, secondo Verna, molto di meglio da aspettarsi nei prossimi cinque anni: in base alle sue stime il fatturato generato dalle vendite di cd scenderà inesorabilmente dai 5,76 miliardi di dollari del 2008 a meno di un miliardo (0,96) nel 2013. Nello stesso arco di tempo, le vendite di musica digitale (soprattutto on-line, mentre il “mobile” subirà una lieve flessione) saliranno da 2,64 a 4,56 miliardi di dollari, tanto da assorbire tra cinque anni ben l’82,6 % del fatturato totale; il sorpasso ai danni del supporto fisico, secondo questi dati, avverrà nel corso del 2010. Ma non sarà sufficiente a risollevare le sorti del mercato globale, che nel 2013, sempre secondo Verna, varrà 5,52 miliardi di dollari contro gli 8,40 del 2008.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.
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Olia
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Inviato: 19 giugno 2009, 12:17 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
???????
Stati Uniti, le fabbriche faticano a soddisfare la domanda di vinile
Chi fermerà la rinascita del vinile, che le proiezioni 2009 sul mercato statunitense danno prossimo ai 3 milioni di pezzi venduti con un ulteriore incremento del 50 % già nei primi cinque mesi dell’anno ((vedi News)? Le fabbriche di stampaggio, forse, che stavano scomparendo insieme alla materia prima utilizzata per la produzione e che oggi hanno difficoltà a far fronte ai ritmi di crescita della domanda. “Tutti gli impianti sfornano dischi al massimo della velocità possibile ma restano inevitabilmente indietro rispetto agli ordini che ricevono”, ha spiegato al sito Digital Music News un anonimo dirigente discografico con esperienza specifica nel settore. Aumentare la capacità produttiva sembrerebbe essere la risposta più logica e immediata: ma c’è timore, da parte dei proprietari delle fabbriche, a investire del denaro in un settore le cui fortune potrebbero anche essere legata a una moda temporanea tra i consumatori di musica rock (che acquistano circa il 70 % dei dischi in vinile in circolazione sul mercato). E i rivenditori sono altrettanto dubbiosi sull’opportunità di riprogettare radicalmente gli assortimenti e le scaffalature nei loro punti vendita. La conseguenza, secondo il suddetto discografico, è che “resteremo probabilmente bloccati a questi livelli per parecchi anni, senza incrementare la quota di mercato del vinile” (che comunque, negli Usa, non raggiunge oggi neanche l’1 % delle vendite totali di supporti musicali, “fisici” e digitali).
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.
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Olia
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Inviato: 19 giugno 2009, 20:36 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
Germania, salta il Popkomm a Berlino: 'Colpa della crisi'
Salta l’edizione 2009 del Popkomm, fiera internazionale della musica che da vent’anni si tiene in Germania (prima a Dusseldorf, poi a Colonia e infine a Berlino). L’appuntamento era fissato per il 16 -18 settembre di quest’anno ma è stato rimandato definitivamente all’estate del 2010, quando la manifestazione – spiega un comunicato diramato dall’organizzazione – rinascerà con un’impostazione diversa (e un auspicato appoggio del governo federale). Il managing director Ralf Kleinhenz ha motivato la cancellazione dell’evento con le difficoltà vissute dal settore, “già evidenti all’inizio dell’anno in occasione del Midem di Cannes”. Nonostante le reazioni positive al cambio di sede e il buon numero di prenotazioni da parte degli espositori, ha aggiunge Kleinhenz, la crisi economica faceva prevedere un drastico calo nell’affluenza del pubblico.
L’anno scorso il Popkomm aveva attratto 14 mila addetti ai lavori e 843 espositori da 52 paesi. Sony Music ed EMI, tuttavia, avevano ritirato la loro partecipazione in polemica con gli organizzatori, criticando l’orientamento sempre meno musicale della fiera.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.
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Olia
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Inviato: 25 giugno 2009, 11:35 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
» 2009-06-24 18:19
Siae: ok a 'copia lavoro' Dee- Jay
Licenza autorizza a copiare cd originali nel rispetto copyright
(ANSA) - ROMA, 24 GIU - E' andata bene la sperimentazione dell'innovativa 'copia-lavoro' per dee-jay, una licenza che autorizza a usare copie di dischi originali. In 6 mesi sono state registrate 422 licenze e circa 600 sono le richieste di accesso: e' un primo bilancio della sperimentazione, reso noto dalla Siae. ''La licenza e' il frutto di un accordo con le principali associazioni di categoria (Aid, A-dj, Anpad, ndr), che ci hanno chiesto una regolamentazione'' ha detto Manlio Mallia, vicedirettore generale Siae.
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