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ALBIX73
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Inviato: 21 agosto 2008, 18:54 |
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Messaggi: 1658Località: TORINOIscritto il: 14 giugno 2007, 16:56 |
Appunto perche' amiamo gli Stones preferiamo essere cinici che ipocriti quindi basta col "politically correct" e buonismi vari...
PS Continua cosi' Carla e non cambiarmi con l'autunno :wink:
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PRODIGALSON
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Inviato: 21 agosto 2008, 19:44 |
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Messaggi: 2745Località: ROMAIscritto il: 1 luglio 2007, 12:08 |
“Dio di volontà,
Dio onnipotente, cerca
(Sforzati!), a furia d’insistere,
almeno – d’esistere”.
Giorgio Caproni
PRODIGALSON
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pietrarotolante
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Inviato: 21 agosto 2008, 21:13 |
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Messaggi: 2966Località: Lamezia TermeIscritto il: 16 febbraio 2007, 19:51 |
beh, per me questo non deve essere nè di destra nè di sinistra. è una cosa basilare e ovvia, a mio parere non può essere etichettata. Giuliano
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zac
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Inviato: 22 agosto 2008, 1:48 |
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Messaggi: 4404Località: CelleIscritto il: 18 settembre 2006, 13:04 |
grazie prodigal per caproni, questa invece è lunghissima, scusate, semmai non leggete, ma mi piace quando un "foresto" riesce a capire un luogo, meglio - forse - di un "autoctono": Litanìa di Giorgio Caproni Genova mia città intera. Geranio. Polveriera. Genova di ferro e aria, mia lavagna, arenaria.
Genova città pulita. Brezza e luce in salita. Genova verticale, vertigine, aria scale.
Genova nera e bianca. Cacumine. Distanza. Genova dove non vivo, mio nome, sostantivo.
Genova mio rimario. Puerizia. Sillabario. Genova mia tradita, rimorso di tutta la vita.
Genova in comitiva. Giubilo. Anima viva. Genova in solitudine, straducole, ebrietudine.
Genova di limone. Di specchio. Di cannone. Genova da intravedere, mattoni, ghiaia, scogliere.
Genova grigia e celeste. Ragazze. Bottiglie. Ceste. Genova di tufo e sole, rincorse, sassaiole.
Genova tutta tetto. Macerie. Castelletto. Genova d'aerei fatti, Albaro, Borgoratti.
Genova che mi struggi. Intestini. Caruggi. Genova e così sia, mare in un'osteria.
Genova illividita. Inverno nelle dita. Genova mercantile, industriale, civile.
Genova d'uomini destri. Ansaldo. San Giorgio. Sestri. Genova in banchina, transatlantico, trina. Genova tutta cantiere. Bisagno. Belvedere. Genova di canarino, persiana verde, zecchino.
Genova di torri bianche. Di lucri. Di palanche. Genova in salamoia, acqua morta di noia.
Genova di mala voce. Mia delizia. Mia croce. Genova d'Oregina, lamiera, vento, brina.
Genova nome barbaro. Campana. Montale, Sbarbaro. Genova dei casamenti lunghi, miei tormenti.
Genova di sentina. Di lavatoio. Latrina. Genova di petroliera, struggimento, scogliera.
Genova di tramontana. Di tanfo. Sottana. Genova d'acquamarina, area, turchina.
Genova di luci ladre. Figlioli. Padre. Madre. Genova vecchia e ragazza, pazzia, vaso, terrazza.
Genova di Soziglia. Cunicolo. Pollame. Trilia. Genova d'aglio e di rose, di Pré, di Fontane Masrose.
Genova di Caricamento. Di Voltri. Di sgomento. Genova dell'Acquasola, dolcissima, usignuola.
Genova tutta colore. Bandiera. Rimorchiatore. Genova viva e diletta, salino, orto, spalletta.
Genova di Barile. Cattolica. Acqua d'Aprile. Genova comunista, bocciofila, tempista. Genova di Corso Oddone. Mareggiata. Spintone. Genova di piovasco, follia, Paganini, Magnasco.
Genova che non mi lascia. Mia fidanzata. Bagascia. Genova ch'è tutto dire, sospiro da non finire.
Genova quarta corda. Sirena che non si scorda. Genova d'ascensore, paterna, stretta al cuore.
Genova mio pettorale. Mio falsetto. Crinale. Genova illuminata, notturna, umida, alzata.
Genova di mio fratello. Cattedrale. Bordello. Genova di violino, di topo, di casino.
Genova di mia sorella. Sospiro. Maris Stella. Genova portuale, cinese, gutturale.
Genova di Sottoripa. Emporio. Sesso. Stipa. Genova di Porta Soprana, d'angelo e di puttana.
Genova di coltello. Di pesce. Di mantello. Genova di lampione a gas, costernazione.
Genova di Raibetta. Di Gatta Mora. Infetta. Genova della Strega, strapiombo che i denti allega.
Genova che non si dice. Di barche. Di vernice. Genova balneare, d'urti da non scordare.
Genova di "Paolo & Lele". Di scogli. Furibondo. Vele. Genova di Villa Quartara, dove l'amore s'impara. Genova di caserma. Di latteria. Di sperma. Genova mia di Sturla, che ancora nel sangue mi urla.
Genova d'argento e stagno. Di zanzara. Di scagno. Genova di magro fieno, canile, Marassi, Staglieno.
Genova di grige mura. Distretto. La paura. Genova dell'entroterra, sassi rossi, la guerra.
Genova di cose trite. La morte. La nefrite. Genova bianca e a vela, speranza, tenda, tela.
Genova che si riscatta. Tettoia. Azzurro. Latta. Genova sempre umana, presente, partigiana.
Genova della mia Rina. Valtrebbia. Aria fina. Genova paese di foglie fresche, dove ho preso moglie.
Genova sempre nuova. Vita che si ritrova. Genova lunga e lontana, patria della mia Silvana.
Genova palpitante. Mio cuore. Mio brillante. Genova mio domicilio, dove m'è nato Attilio.
Genova dell'Acquaverde. Mio padre che vi si perde. Genova di singhiozzi, mia madre, Via Bernardo Strozzi.
Genova di lamenti. Enea. Bombardamenti. Genova disperata, invano da me implorata.
Genova della Spezia. Infanzia che si screzia. Genova di Livorno, Partenza senza ritorno.
Genova di tutta la vita. Mia litania infinita. Genova di stocafisso e di garofano, fisso bersaglio dove inclina la rondine: la rima.
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zac
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Inviato: 22 agosto 2008, 1:49 |
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Messaggi: 4404Località: CelleIscritto il: 18 settembre 2006, 13:04 |
un'altra:
Quando andrò in paradiso
non voglio che una campana
lunga sappia di tegola
all'alba - d'acqua piovana.
Quando mi sarò deciso
d'andarci, in paradiso
ci andrò con l'ascensore
di Castelletto, nelle ore
notturne, rubando un poco
di tempo al mio riposo.
Ci andrò rubando (forse
di bocca) dei pezzettini
di pane ai miei due bambini.
Ma là sentirò alitare
la luce nera del mare
fra le mie ciglia, e... forse
(forse) sul belvedere
dove si sta in vestaglia,
chissà che fra la ragazzaglia
aizzata (fra le leggiadre
giovani in libera uscita
con cipria e odor di vita
viva) non riconosca
sotto un fanale mia madre.
Con lei mi metterò a guardare
le candide luci sul mare.
Staremo alla ringhiera
di ferro - saremo soli
e fidanzati - come
mai in tanti anni siam stati.
E quando le si farà a puntini,
al brivido della ringhiera,
la pelle lungo le braccia,
allora con la sua diaccia
spalla se n'andrà lontana:
la voce le si farà di cera
nel buio che la assottiglia,
dicendo "Giorgio, oh mio Giorgio
caro: tu hai una famiglia".
E io dovrò ridiscendere,
forse tornare a Roma.
Dovrò tornare a attendere
(forse) che una paloma
blanca da una canzone
per radio, sulla mia stanca
spalla si posi. E alfine
(alfine) dovrò riporre
la penna, chiuder la càntera:
"È festa", dire a Rina
e al maschio, e alla mia bambina.
E il cuore lo avrò di cenere
udendo quella campana,
udendo sapor di tegole,
l'inverno dell'acqua piovana.
*
Ma no! se mi sarò deciso
un giorno, pel paradiso
io prenderò l'ascensore
di Castelletto, nelle ore
notturne, rubando un poco
di tempo al mio riposo.
Ruberò anche una rosa
che poi, dolce mia sposa,
ti muterò in veleno
lasciandoti al pianterreno
mite per dirmi: "Ciao,
scrivimi qualche volta",
mentre chiusa la porta
e allentatosi il freno
un brivido il vetro ha scosso.
E allora sarò commosso
fino a rompermi il cuore:
io sentirò crollare
sui tegoli le mie piú amare
lacrime, e dirò "Chi suona,
chi suona questa campana
d'acqua che lava altr'acqua
piovana e non mi perdona?".
E mentre, stando a terreno,
mite tu dirai: "Ciao, scrivi",
ancora scuotendo il freno
un poco i vetri, tra i vivi
viva col tuo fazzoletto
timida a sospirare
io ti vedrò restare
sola sopra la terra:
proprio come il giorno stesso
che ti lasciai per la guerra.
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zac
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Inviato: 22 agosto 2008, 1:52 |
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Messaggi: 4404Località: CelleIscritto il: 18 settembre 2006, 13:04 |
questa è di Campana:
Genova
Poi che la nube si fermò nei cieli
Lontano sulla tacita infinita
Marina chiusa nei lontani veli,
E ritornava l'anima partita
Che tutto a lei d'intorno era già arcanamente
illustrato del giardino il verde
Sogno nell'apparenza sovrumana
De le corrusche sue statue superbe:
E udìi canto udìi voce di poeti
Ne le fonti e le sfingi sui frontoni
Benigne un primo oblìo parvero ai proni
Umani ancor largire: dai segreti
Dedali uscìi: sorgeva un torreggiare
Bianco nell'aria: innumeri dal mare
Parvero i bianchi sogni dei mattini
Lontano dileguando incatenare
Come un ignoto turbine di suono.
Tra le vele di spuma udivo il suono.
Pieno era il sole di Maggio
...
Sotto la torre orientale, ne le terrazze verdi ne la lavagna cinerea
Dilaga la piazza al mare che addensa le navi inesausto
Ride l'arcato palazzo rosso dal portico grande:
Come le cateratte del Niagara
Canta, ride, svaria ferrea la sinfonia feconda urgente al mare:
Genova canta il tuo canto!
...
Entro una grotta di porcellana
Sorbendo caffè
Guardavo dall'invetriata la folla salire veloce
Tra le venditrici uguali a statue, porgenti
Frutti di mare con rauche grida cadenti
Su la bilancia immota:
Così ti ricordo ancora e ti rivedo imperiale
Su per l'erta tumultuante
Verso la porta disserrata
Contro l'azzurro serale,
Fantastica di trofei
Mitici tra torri nude al sereno,
A te aggrappata d'intorno
La febbre de la vita
pristina: e per i vichi lubrici di fanali il canto
Instornellato de le prostitute
E dal fondo il vento del mar senza posa,
...
Per i vichi marini nell'ambigua
Sera cacciava il vento tra i fanali
Preludii dal groviglio delle navi:
I palazzi marini avevan bianchi
Arabeschi nell'ombra illanguidita
Ed andavamo io e la sera ambigua:
Ed io gli occhi alzavo su ai mille
E mille e mille occhi benevoli
Delle chimere nei cieli...
Quando,
Melodiosamente
D'alto sale, il vento come bianca finse una visione di grazia
Come dalla vicenda infaticabile
De le nuvole e de le stelle dentro del cielo serale
Dentro il vico marino in alto sale,...
dentro il vico ché rosse in alto sale
Marino l'ali rosse dei fanali
Rabescavano l'ombra illanguidita,...
Che nel vico marino, in alto sale
Che bianca e lieve e querula salì!
"Come nell'ali rosse dei fanali
Bianca e rossa nell'ombra del fanale
Che bianca e lieve e tremula salì..." -
Ora di già nel rosso del fanale
Era già l'ombra faticosamente
Bianca...
Bianca quando nel rosso del fanale
Bianca lontana faticosamente
L'eco attonita rise un irreale
Riso: e che l'eco faticosamente
E bianca e lieve e attonita salì...
Di già tutto d'intorno
Lucea la sera ambigua:
Battevano i fanali
Il palpito nell'ombra.
Rumori lontani franavano
Dentro silenzii solenni
Chiedendo: se dal mare
Il riso non saliva...
Chiedendo se l'udiva
Infaticabilmente
La sera: a la vicenda
Di nuvole là in alto
Dentro dal cielo stellare.
...
Al porto il battello si posa
Nel crepuscolo che brilla
Negli alberi quieti di frutti di luce,
Nel paesaggio mitico
Di navi nel seno dell'infinito
Ne la sera
Calida di felicità, lucente
In un grande in un grande velario
Di diamanti disteso sul crepuscolo,
In mille e mille diamanti in un grande velario vivente
Il battello si scarica
Ininterrottamente cigolante,
Instancabilmente introna
E la bandiera è calata e il mare e il cielo è d'oro e sul molo
Corrono i fanciulli e gridano
Con gridi di felicità.
Già a frotte s'avventurano
I viaggiatori alla città tonante
Che stende le sue piazze e le sue vie:
La grande luce mediterranea
S'è fusa in pietra di cenere:
Pei vichi antichi e profondi
fragore di vita, gioia intensa e fugace:
Velario d'oro di felicità
È il cielo ove il sole ricchissimo
Lasciò le sue spoglie preziose
E la Città comprende
e s'accende
E la fiamma titilla ed assorbe
I resti magnificenti del sole,
E intesse un sudario d'oblìo
Divino per gli uomini stanchi.
Perdute nel crepuscolo tonante
Ombre di viaggiatori
Vanno per la Superba
Terribili e grotteschi come i ciechi.
...
Vasto, dentro un odor tenue vanito
Di catrame, vegliato da le lune
Elettriche, sul mare appena vivo
Il vasto porto si addorme;
S'alza la nube delle ciminiere
Mentre il porto in un dolce scricchiolìo
Dei cordami s'addorme: e che la forza
Dorme, dorme che culla la tristezza
Inconscia de le cose che saranno
E il vasto porto oscilla dentro un ritmo
Affaticato e si sente
la nube che si forma dal vomito silente.
...
O Siciliana proterva opulente matrona
A le finestre ventose del vico marinaro
Nel seno della città percossa di suoni di navi e di carri
Classica mediterranea femina dei porti:
Pei grigi rosei della città di ardesia
Sonavano i clamori vespertini
E poi più quieti i rumori dentro la notte serena:
Vedevo alle finestre lucenti come le stelle
Passare le ombre de le famiglie marine: e canti
Udivo lenti ed ambigui ne le vene de la città mediterranea:
Ch'era la notte fonda.
Mentre tu siciliana, dai cavi
Vetri in un torto giuoco
L'ombra cava e la luce vacillante
O siciliana, ai capezzoli
L'ombra rinchiusa tu eri
La Piovra de le notti mediterranee.
Cigolava cigolava cigolava di catene
La gru sul porto nel cavo de la notte serena:
E dentro il cavo de la notte serena
E nelle braccia di ferro
Il debole cuore batteva un più alto palpito: tu
La finestra avevi spenta:
Nuda mistica in alto cava
Infinitamente occhiuta devastazione era la notte tirrena.
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zac
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Inviato: 22 agosto 2008, 1:53 |
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Messaggi: 4404Località: CelleIscritto il: 18 settembre 2006, 13:04 |
scusate, non ci son nato, non ci ho vissuto, ma mi piace... questa è un altro esempio, forse il massimo, di come con occhi di chi viene da fuori si possa capire una città. Paolo Conte "genova per noi"
Con quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi prima di andare a Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c'inghiotte e non torniamo più.
Eppur parenti siamo un po'
di quella gente che c'è lì
che in fondo in fondo è come noi, selvatica,
ma che paura ci fa quel mare scuro
che si muove anche di notte e non sta fermo mai.
Genova per noi
che stiamo in fondo alla campagna
e abbiamo il sole in piazza rare volte
e il resto è pioggia che ci bagna.
Genova, dicevo, è un'idea come un'altra.
Ah, la la la la la la
Ma quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi mentre guardiamo Genova
ed ogni volta l'annusiamo
e circospetti ci muoviamo
un po' randagi ci sentiamo noi.
Macaia, scimmia di luce e di follia,
foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia...
e intanto, nell'ombra dei loro armadi
tengono lini e vecchie lavande
lasciaci tornare ai nostri temporali
Genova ha i giorni tutti uguali.
In un'immobile campagna
con la pioggia che ci bagna
e i gamberoni rossi sono un sogno
e il sole è un lampo giallo al parabrise...
Con quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi che abbiamo visto Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c'inghiotte e non torniamo più.
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carla
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Inviato: 22 agosto 2008, 10:25 |
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Messaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02 |
zac ha scritto: Eppur parenti siamo un po' di quella gente che c'è lì che in fondo in fondo è come noi, selvatica, ma che paura ci fa quel mare scuro che si muove anche di notte e non sta fermo mai..
Paolo Conte è piemontese come me, e queste parole rispecchiano perfettamente il mio rapporto con la Liguria.
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ALBIX73
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Inviato: 22 agosto 2008, 12:07 |
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Messaggi: 1658Località: TORINOIscritto il: 14 giugno 2007, 16:56 |
Ah che fascino Genova e in particolare la Liguria di Levante
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zac
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Inviato: 22 agosto 2008, 12:17 |
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Messaggi: 4404Località: CelleIscritto il: 18 settembre 2006, 13:04 |
perché cos'hai contro la Liguria di ponente?  scherzo, naturalmente... comunque Genova secondo me è una cosa a sé...
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carla
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Inviato: 22 agosto 2008, 12:29 |
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Messaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02 |
Io di Genova conosco solo l'acquario, Mandy e il Gaslini.
Ma io che sento le vibrazioni dei luoghi, ogni volta che ci vado poi mi sento bene.
Prima o poi la visiterò. Ma è difficile trovare parcheggio....
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PRODIGALSON
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Inviato: 22 agosto 2008, 13:31 |
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Messaggi: 2745Località: ROMAIscritto il: 1 luglio 2007, 12:08 |
Zac, io sono nato in una citta’ di mare (Bari), ci sono solo nato, la conosco pochissimo, quasi nulla, ma quella voglia di liberta’ e quella malinconia che mi prende guardando il mare e’ qualcosa di atavico, forse, di genetico.
Caproni e’ grande, quasi Nobel, peccato che sia poco conosciuto,
ma quelle parole mi hanno sempre ricordato l’uomo cha ha negli occhi e nella testa l’immensita’ del mare e di fronte le piccolezze della vita.
Mi approssimavo al mare
sentendomi annientare
dal pigolio delle scarpe:
sentendo già di barche
al largo un odore
di catrame e di notte
sciacquante, ma anche
sentendo già al sol, rotte,
le mie costole, bianche.
Avevo raggiunto la rena,
ma senza avere più lena.
Forse era il peso nei panni,
dell' acqua dei miei anni.
CAPRONI
PRODIGALSON
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ALBIX73
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Inviato: 22 agosto 2008, 14:46 |
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Messaggi: 1658Località: TORINOIscritto il: 14 giugno 2007, 16:56 |
Eh guarda che a ponente ci ho fatto il CAR (Albenga) :wink: poi mi sono innamorato dell'altra parte... Genova è veramente una cosa a parte ma nei carrugi sono rimasto scioccato sembrava di essere tutto meno che in Italia e mi sono dispiaciuto pensando a De Andre' e alla genovesita'
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bigpaul72
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Inviato: 24 agosto 2008, 20:43 |
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Messaggi: 4253Località: ladispoliromaitaliaeuropamondoIscritto il: 9 gennaio 2008, 22:17 |
Senza spiegare nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare, che ti chiamerà.
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bigpaul72
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Inviato: 24 agosto 2008, 20:50 |
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Messaggi: 4253Località: ladispoliromaitaliaeuropamondoIscritto il: 9 gennaio 2008, 22:17 |
Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando.
Silenzio
- Che sia troppo tardi, madame ...
uno si fa dei sogni,roba sua,intima,e poi la vita non ci sta a giocarci insieme,e te li smonta,un attimo, una frase e tutto si disfa. Succede. Mica per altro che vivere è un mestiere gramo.Tocca rassegnarsi. Non ha gratitudine, la vita, se capite cosa voglio dire. Gratitudine.
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