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MessaggioInviato: 19 luglio 2007, 23:19
Avatar utenteMessaggi: 3012Località: TORINOIscritto il: 26 luglio 2006, 0:15
In questi giorni, non so dirvi per quale motivo, ascolto quasi esclusivamente AFTERMATH.
E Goin' Home mi sta "prendendo" parecchio, forse la riscopro solo ora....vorrei qualche notizia su questo brano, io ne so davvero poco.
E poi....voi preferite la UK version o la US version?
Grazie RITA <)


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MessaggioInviato: 19 luglio 2007, 23:35
Messaggi: 3784Iscritto il: 7 luglio 2006, 14:44
melisenda ha scritto:
voi preferite la UK version o la US version?

A questa domanda non so risponderti, mi piacciono tutte e due. Forse un pò di più quella americana...
E per quanto riguarda Goin' Home non so nulla, vediamo che ci dicono gli esperti :wink:


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MessaggioInviato: 20 luglio 2007, 9:26
Messaggi: 3369Iscritto il: 29 giugno 2007, 9:18
<) <)

Goin Home è la prima suite lunga 11 minuti nella storia del rock. Gli Stones erano.come al solito, avanti 100 chilometri agli altri, beatles compresi.

Eh si, è dura ammetterlo, ma gia' allora facevano il culo a tutti quanti!!!!

SONO O NON SONO LA LEGGENDA VIVENTE?

msala


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MessaggioInviato: 20 luglio 2007, 16:36
Avatar utenteMessaggi: 706Località: Acqui Terme (AL)Iscritto il: 12 luglio 2007, 12:01
Quando ero Bambino (molti anni fa), mio padre mi metteva su Il vinile di Aftermath (in mono) e Goin' Home mi ha fatto spesso da ninna nanna; per me ancora adesso c'è qualcosa di ancestrale e turbinoso in quel pezzo (che peraltrò è da un 'po che non ascolto); in un certo senso con quel brano hanno anticipato le jam di qualche anno...pernso che pezzi dei Love o dei Doors risentano di quell'influenza.....

Ricordo che Keith Richards (sono tutte sue le chitarre che si sentono nel brano-), disse in un intervista che il pezzo era sorto quasi per caso, una sorta di warm-up o di sound check su un "canonico" tema blues,suonato intorno alle 11 di sera per "scaldare la band" in previsione di avviarsi alle session di registrazione di AFTERMATH e , solo per caso, Dave Hassinger, l'allora tape operator degli Rca Studios di Los Angeles, aveva lasciato girare i nastri nel registratore , salvando così per la posterità questa jam, che riascoltata da Mick e eith piacque a tal punto da inserirla nell'album.


Per me l'unico e vero Aftermath è quello inglese;(quello con la copertina viola): da ragazzino nelle domeniche piovose d'autunno stavo ore a guardare la copertina di quell' LP e ad acoltarne il contenuto.

nel 1988, ricomprai il vinile rimasterizzato digitalmente, e ancora adesso , quando sento quell'album, lo ascolto in vinile....


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MessaggioInviato: 21 luglio 2007, 4:13
Messaggi: 1832Iscritto il: 11 febbraio 2007, 4:36
"Lungo più di 11 minuti, Goin' Home è senza dubbio il brano più strano contenuto in AFTERMATH. In effetti, assomiglia più a una jam improvvisata che a una canzone vera e propria - con una struttura ben definita, cioè - e rappresenta al tempo stesso un ritorno alle radici blues del gruppo e uno scintillante accenno ai giorni della psichedelia, ormai imminenti; in ogni caso, alla fine dei conti ebbe più successo da un punto di vista concettuale che da quello puramente musicale.
Jagger canta con grande convinzione su un sottofondo di sommesse frasi di armonica, chitarra e pianoforte, a quei tempi ancora non aveva acquisito la perfetta padronanza delle improvvisazioni vocali, che quando arrivano gli anni '70 erano ormai diventate parte integrante del suo bagaglio di vocalist, e così in Goin' Home egli si limita a battere le mani a tempo sul blueseggiante e ipnotico ritmo della canzone e a gridare <<Well Come On! Come On!>>.
<<E' stato il primo brano rock veramente LUNGO>>, disse K. Richards nel 1971. <<Ha rotto la barriera dei due-tre minuti. Allora cercavamo di incidere singoli che durassero più a lungo possibile, perchè ci piaceva andare avanti a briglia sciolta; ovviamente nessuno di noi si mise a tavolino per comporre un brano di 11 minuti: a dire il vero, solo i primi 2 minuti e mezzo di Goin' Home sono strutturati, il resto è tutta improvvisazione. Per fortuna, il registratore era rimasto acceso>>.
Nel complesso Goin' Home suonerebbe come un brano dei primissimi Stones se non fosse per le sue sfumature decisamente psichedeliche; venne registrata agli studi della RCA di Hollywood, in occasione di una session che durò praticamente tutta la notte.
In studio quella sera erano presenti anche Brian Wilson dei Beach Boys e i ballerini Terri Garr e Tony Basil, della serie televisiva Shindig;
Rodney Bingenheimer, noto presenzialista e trend-setter losangeleno soprannominato <<il sindaco del Sunset Strip>> ricorda di avere visto un papero aggirarsi qua e là per lo studio e che alla session assistette anche un' avvenente groupie americana di colore che indossava un lungo cappotto di pelliccia...e null'altro (...)"

By Steve Appleford
La storia dietro ogni canzone dei Rolling Stones


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MessaggioInviato: 21 luglio 2007, 11:49
Avatar utenteMessaggi: 706Località: Acqui Terme (AL)Iscritto il: 12 luglio 2007, 12:01
Ce l'ho anch'io il libro di Steve Appleford: è molto ben fatto : peccato che si fermi all'epoca di "Voodoo Lounge"


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MessaggioInviato: 21 luglio 2007, 12:13
Avatar utenteMessaggi: 600Località: romaIscritto il: 24 aprile 2007, 23:29
ah ma è un libro?
cmq è vero quello che dice non mi ricordo chi sui doors che avranno sicuramente imparato molto dagli stones,infatti proprio oggi l'ho risentita e ad un certo punto ti aspetti che jim morrison se ne esca con un "glooooooria"...bel pezzo


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