Qui non si tratta di gusti mica stiamo parlando di gelati. Il punto è che non si vuole ammettere che è un disco mediocre con al massimo 3 4 pezzi decenti, che gli Stones qui non ci sono quasi per nulla, che della Gaga non ce ne mai fregato nulla e adesso sembra che abbia risolto le sorti di questo disco, non si vuole ammettere che alcuni brani come quello di Keith è una schifezza totale e che hanno fatto un disco deludente. Stiamo parlando dei Rolling, 60 anni di storia, di cinque ragazzi che cambiarono la musica e inventarono qualcosa che non c'era prima. Questo è il finale di questa band mitica? Beh, io sono deluso, se voi siete contenti di ascoltare sta roba, buon per voi, è inutile fare qualsiasi dibattito obbiettivo.

Rosso57

Cosa aspettarsi dai tre "superstiti" tutti intorno all'ottantina, che oramai da quasi due decadi mancavano all'appello sulla prova della "lunga distanza", era la domanda che tutti o quasi, fans e addetti ai lavori si ponevano con curiosità e preoccupazione, quesito che anche il sottoscritto si è legittimamente posto e a cui i primi ascolti di "Hackney diamonds" hanno prontamente risposto coi ruggiti dei vecchi leoni che delimitano il territorio e fanno capire chi ancora "comanda" dopo 61 anni di Regno con uno scatto di orgoglio che mette da parte l'indolenza per mostrare i "Diamanti" di famiglia.
Eh si, perché "Hackney diamonds" è uno scrigno di diamanti luccicanti e abbaglianti, dall'Anthem rock di "Angry" con tanto di videoclip con modella fighissima spaparanzata su una macchina sportiva per le strade di Los Angeles a fare da esca e gli assoli di un Keith Richards ritrovato a menare le danze, per passare poi al superbo soul gospel con venature country di "Sweet sounds of Heaven" in cui Mick duetta con una Lady Gaga in tiro dando vita a un momento memorabile col moog di Stevie Wonder a contrappuntare il tutto come in una "Midnight rambler" celestiale.
"Whole wide world" arriva prorompente col suo incedere urgente ed un ritornello che cattura, la voce di Mick si alterna con gli intrecci chitarristici di Keith e Ronnie dando vita ad un pezzo intenso ed emozionante, "Dreamy skies" si candida a "No expectations" del nuovo millennio con un Ronnie superbo alla slide e un Mick ispiratissimo e "dentro" il pezzo, il suo incedere lento e sonnacchioso ammalia e concupisce...Brian da lassù, l'immagino sorridere; "Bite my head off" sembra uscita dall'anno di Grazia 1978 o giù di li, quando il punk spazzava via tutto e mandava a quel paese gli stessi Stones, solo che da allora è passato quasi mezzo secolo e stavolta sono gli Stones a mandare a quel paese...Tutto il resto, il basso distorto di Paul McCartney mette il bollino di qualità, laddove ce ne fosse stato ancora bisogno.
"Driving me too hard" col suo intro alla "Tumbling dice" e il suo incedere malinconico, conquista e intenerisce col cantato di Mick sincero e quasi commovente, "Live by the sword":Ladies & gentlemen:The Rolling Stones...Charlie e Bill di nuovo insieme come nei trent'anni che hanno fatto la storia del rock, il basso di Bill Wyman, 87 anni tra qualche giorno, "swinga"...Spiegando il perché LUI e solo LUI era ed è il bassista della più grande rock band di sempre, colui che insieme a Charlie e Keith giocava a suonare controtempo, rincorrendosi, facendo quasi "crollare" tutta l'impalcatura e rimettendola in piedi in un nanosecondo.
Tre, quattro pezzi "riempitivi" o di "maniera" ci sono...E vivaddio:la ballad "Depending on you" un po' ruffiana e stereotipata, "Get close" e "Mess it up" due pezzi "Jaggerizzati" che sembrano usciti da "Primitive cool" suo lavoro solista di fine anni ottanta e "Tell me straight" l'unico pezzo solista di Keith, esangue e minimale che si dimentica in fretta, ma sarebbe stata troppa "Grazia" e il rock non è grazia ma imperfezione, contraddizione e sberleffo, e quindi va bene così.
Si chiude come si aprì nel 62, quando Brian parlando al telefono con l'addetto del Marquee alla domanda a bruciapelo:"A proposito:qual'e' il nome del gruppo?!"....Secondi Infiniti di puro terrore, un disco di Muddy Waters con il primo titolo che gli salta all'occhio..."Rollin' Stones, ci chiamiamo Rollin' Stones...".....E cosi due minuti e quaranta occhi negli occhi chitarra, voce e armonica, Mick e Keith, come 61 anni fa, pagano il loro tributo a Muddy Waters e a un viaggio fantastico che incredibilmente...Non è ancora finito.
"Hackney diamonds" ci regala una manciata di brani sinceri, divertiti e a tratti commoventi, ci regala antichi sapori e antichi rimandi a pezzi e lavori di un passato glorioso a cavallo tra sessanta e settanta, ci regala di nuovo le chitarre in primo piano, con un Keith Richards rinato dalle sue ceneri come una fenice, ancora capace di disseminare riff e assoli memorabili e Ronnie abile cesellatore e maestro della slide.
È tutto "meraviglioso" quindi, tutto perfetto?No, assolutamente...La voce di Mick (particolare fattomi notare dal mio fratellone Isy...) è "pulita", troppo...Tende a scandire le parole come a volerle sottolineare, un po' come nei suoi lavori da solista piuttosto che prediligere la "foga" del Sacro Fuoco del Rock dove spesso le parole vengono "mangiate" perché a volte meno si capisce...Meglio è, la produzione è un po' troppo "pulita" e ciò probabilmente toglie pathos e immediatezza al tutto, ma tant'e'...
I Rolling Stones, quelli di Charlie, di Bill e di quel sound controtempo e traballante non esistono più da almeno trent'anni, il quesito è:vogliamo ancora ascoltare e vedere i Rolling Stones o cio' che resta di essi nell'anno di Grazia 2023 quasi 2024?E ancora...La musica, lo star system, il mondo, hanno ancora "bisogno" dei Rolling Stones, oggi?
La risposta sta nel testo del pezzo che ha dato loro il nome:"He's gonna be a Rollin' Stone"...."Diventerà un vagabondo...Oh, certo che lo diventerà"...Una dichiarazione d'intenti che cantata da Mick mi ha messo i brividi, in fondo...Non sono gli eretici, le streghe, i folli.. E i vagabondi gli unici ad aver cambiato il mondo?!"Hackney diamonds" oggi ci dice che il tempo è ancora dalla loro parte, con tutte le loro imperfezioni, difetti e contraddizioni...61 & Counting:Gloria agli Stones!