Messaggi: 706Località: Acqui Terme (AL)Iscritto il: 12 luglio 2007, 12:01 |
Oh no, ancora, scrivere di “EXILE”…ancora e ora a fine 2015, non lo posso fare…. Ma sento che DEVO farlo.. Perché, quando l’hanno registrato Mick stava in piazzetta a Biot, sotto i portici con Bianca e Pablo Picasso, WYMan la batteva ad una simpatica gallerista di St-Paul-de Vence, che ancora oggi porta splendidamente i suoi sessant’anni,Mick Taylor bighellonava per i bistrot di Grasse, tra i giardinetti e il casinò,…ma poi alla sera tutta la gang si riuniva a Villa Nellcote, tra cene, sassofonisti che bevevano Crystal direttamente nel bidet occupato da qualche avvenente signorina poco prima, una padrona di casa che pare abbia persino indotto alla drug addiction la figlia adolescente di una cameriera. E poi c’era il padrone di casa, strafatto di sole e tutto il resto che un uomo di 29 anni con talento ,classe, soldi vizio e genio potesse concedersi nella costa azzurra del 1971.. Keith Richards aveva affittato questa splendida villa liberty di 16 stanze a Villefranche sur- MER (che qualcuno paraculo ha anche visitato, vero ISY? ) già sede di un comando della Gestapo durante la seconda guerra mondiale ,un ‘po per i noti guai fiscali della band nel Regno Unito, ma forse perché aveva capito che per lui, per un po’ di tempo non era più aria né tempo di fare l’arruffato menestrello inglese. Non che a quel punto della carriera gli Stones di cose non avessero fatte, anzi, erano già al loro zenith, avevano sfornato tre capolavori consecutivi, visto morire il loro fondatore, fatto il primo grande tour per arene della storia del rock… piazzato un ‘infinità di riff e singoli memorabili… visto i baronetti sciogliersi… Forse non era il caso di prendere un po’ di sole bighellonare, con una donna fighissima (per la quale avevi quasi ucciso il tuo mentore Brian) per il sud della Francia, e chiudersi nella propria Graceland personale?
Non era per fare solo il cazzone di gran classe che Keith Richards era arrivato fino a lì, non solo, c’era, tra tutto quello sfarzo, la necessità di rimestare e ricodificare ancora una volta le radici musicali di quell’america Steimbeckiana e bluesistica,gospel e sudista facendone definitivamente qualcosa di proprio., una mission che aveva mosso la band da “Jumpin Jack Flash” in poi, mentre tutto l’altro Panthèon del rock si sborniava e solazzava di melensaggine e pippe lisergiche… e proprio per questo l’amico Gram Parson era volato dal Sud degli USA a quello della Francia, tra pedal steel, chitarre, mandolini, spade… Ma veniamo al disco; per alcuni Mick Jagger compreso, non è un capolavoro perché non contiene hit o canzoni memorabili. Forse questo è vero, ma , secondo me, che pure gli preferisco sia “Sticky Fingers” che “Let it Bleed”, la grandezza di Exile è proprio un’altra , essere una continua, sudicia appicicosa muraglia di suoni, sensazioni, emozioni e disillusioni…. Ascoltavevi “Ventilator Blues”, o “Shake Your Hips”..c’è più blues dentro quello scantinato con I cavi che escono e vanno verso un camioncino situato nel vialetto, che in tutto il catalogo Alligator di un anno.. E Il Gospel di “Shine a Light” ,”Let it loose” (diamante purissimo della raccolta)o il country sgangherato tra piani da bordello e camerini con le pulci di “Thurd on the run” o “Thorn& Frayed”,o un classico memorabile come “Sweet Virginia”? O in “Rip This Joint” In cui i NOSTRI tengono un ritmo così scatenato da far sembrare le loro prime hit e il punk di qualche anno dopo una favoletta per bambini ingenui? Poi ci sono i grandi classici “Tumbling dice” “Casino Boogie”, “All down the line” tra Riff classici in open G, vizi, bourbon, sesso, gioco d’azzardo, tutta roba che sarebbe piaciuta a Tuman Capote e alla Scott Fitzgerald…, ma anche a noi comuni mortali… Ma è nei pezzi minori…tipo, ,no, non ce ne sono pezzi minori ..ascoltatevelo tutto d’un fiato ‘sto disco, possibilmente evitando anche le deluxe edition,(che non aggiungono né tolgono nulla) possibilmente in vinile..e se vi siete trovati nella vita almeno una volta dalla parte sbagliata della barricata, se avete dato amore, e vi hanno lasciato dolore, se vi scorre ancora sangue nelle vene, sentirete che quei diciotto pezzi non solo parlano a voi, ma parlano anche e proprio di voi…
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