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MessaggioInviato: 13 febbraio 2015, 0:04
Avatar utenteMessaggi: 2115Località: ItalyIscritto il: 20 dicembre 2010, 22:27
Srmbra ufficiale.

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MessaggioInviato: 13 febbraio 2015, 0:05
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MessaggioInviato: 13 febbraio 2015, 0:19
Messaggi: 317Iscritto il: 28 gennaio 2015, 16:35
è sempre il solito articolo dove Ronnie Wood avrebbe detto in una intervista che gli Stones saranno in tour tra giugno e luglio..


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MessaggioInviato: 20 febbraio 2015, 14:26
Messaggi: 220Località: BiellaIscritto il: 8 aprile 2014, 0:16
lo posto qui ma se non va bene spostatelo pure ;)

http://www.panorama.it/musica/like-roll ... -and-roll/


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MessaggioInviato: 22 febbraio 2015, 0:09
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se ne parla anche qui
http://www.buscadero.com/like-rolling-s ... -marshall/

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Lunedì 2 marzo, presso Leica Galerie Milano – in via Mengoni 4 (angolo Piazza Duomo) – apre la mostra LIKE A ROLLING STONE – L’epoca d’oro del Rock nelle fotografie di Jim Marshall, che raccoglie una selezione delle più significative fotografie scattate dal grande fotografo americano, che ha immortalato con la sua Leica, tra gli anni Sessanta e Settanta, tutti i più grandi musicisti della scena musicale rock, folk, blues e jazz, dai Rolling Stones a Jimi Hendrix, dagli Who a Woodstock fino a Johnny Cash e ai Beatles. Grazie ai suoi profondi legami di amicizia con molti di loro, Marshall è riuscito a ritrarli in situazioni e momenti unici.

Jim Marshall nasce nel 1936 e cresce nel Fillmore district di San Francisco, culla del rock degli anni sessanta e sede del leggendario Fillmore West di Bill Graham. Già da ragazzo si innamora della musica e comincia a frequentare i locali di North Beach e dieci anni più tardi comincia a fotografare i musicisti che si alternano sul palco con uno stile insolito per l’epoca, fatto di scatti spontanei e in luce ambiente.
È stato l’unico fotografo ammesso all’ultimo concerto dei Beatles, al Candlestick Park di San Francisco e al leggendario concerto di Johnny Cash nelle prigioni di Folsom e San Quentin. È stato chief photographer a Woodstock dove ha immortalato gli Who che si esibivano all’alba, ha fotografato Jimi Hendrix che dava fuoco alla sua Stratocaster sul palco del Monterey Pop Festival, gli Allman Brothers al Fillmore East di New York e Miles Davis al primo festival sull’isola di Wight. E soprattutto ha seguito per anni i Rolling Stones nei loro tour, accompagnandoli più come un amico che come un fotografo, vivendo i loro momenti pubblici e quelli di intimità, senza mai tradire la loro fiducia.
In quegli anni ha creato un corpo di lavoro in cui ogni fotografia è capace di raccontare la personalità dell’artista più che l’ego del fotografo. E se le sue stesse foto sembrano musicali, sembrano quasi cantare, non è un caso.
Jim lo spiegava in modo semplice, “Io vedo la musica…”. “Quando fotografo le persone non mi piace dare alcuna indicazione. Non ci sono parrucchieri né make-up artist in giro. Sono come un giornalista, solo che uso una macchina fotografica; reagisco ai miei soggetti nel loro ambiente, e se va bene, mi immergo a tal punto nella situazione da diventare un tutt’uno con la mia fotocamera”. Nel 2014, a quattro anni dalla sua scomparsa, è stato insignito – caso unico per un fotografo – di un Trustees Award nel corso della 56° edizione dei Grammys.
L’esposizione dedicata al grande fotografo del rock anticipa gli eventi sul rapporto tra fotografia e musica in programma alla Leica Galerie di Milano. Tra gli appuntamenti imperdibili del mese di marzo: #LeicaRollingStone in collaborazione con il mensile Rolling Stone.

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LIKE A ROLLING STONE
L’epoca d’oro del Rock nelle fotografie di Jim Marshall

Dal 2 marzo al 11 aprile 2015
Leica Galerie Milano
via Mengoni 4 (angolo piazza Duomo) – 20121 Milano
Ingresso Gratuito
www.leica-camera.com


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MessaggioInviato: 2 marzo 2015, 18:15
Avatar utenteMessaggi: 2115Località: ItalyIscritto il: 20 dicembre 2010, 22:27
articolo molto bello da Buscadero

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La dieta Black dei giovani Stones

Cioè a dire, il repertorio blues, soul, r&b e r&r, con cui gli Stones si nutrono mentre crescono e sperano di conquistare il mondo, magari rotolando (ce la faranno? Si, ce la faranno).

Insomma le cover con le quali cominciavano a farsi le ossa e qualche sterlina, mettendoci passione e talento, non sfigurando per nulla, e aprendo varchi nell’interesse delle nuove generazioni, anche guardando a fonti minori. Eccole qui in gran parte, raggruppate per generi e/autori. Un gioco al ricordo, ora che più ragazzi non sono (e nemmeno noi), nel quale furbescamente inseriamo anche qualche incisione effettuata in età non più giovanile.
Segni forti provengono dagli anni ’50, soprattutto dal rock & roll di Chuck Berry –a dimostrazione dell’estrema comunicabilità e fluidità dell’arte del segaligno, non amabilissimo cantante e chitarrista di St. Louis- fonte dei vari Around & Around, Bye Bye Johnny, Carol, Come On e You Can’t Catch Me. Bo Diddley, cantante e chitarrista di più solida struttura fisica e sonora (“jungle rock”: virus che provocava allergie ai benpensanti), ha dato del suo all’evoluzione del r&r e del rock. Più limitato ma di non trascurabile impatto il repertorio da lui fornito agli Stones: Mona, e a ben vedere anche quel I’m A Man incrociato col Mannish Boy di Muddy Waters (ritmicamente “diddleyana” è anche la Not Fade Away di Buddy Holly, anch’essa nel repertorio Stones).
Già che siamo al blues chicagoano, genere a cui Jagger e in particolare Richards sembrano da sempre attratti, proprio da Muddy Waters –a lui devono pure il nome- arrivano anche il fluido I Can’t Be Satisfied e il “sexual-oriented” I Just Wanna Make Love To You (Willie Dixon), mentre Little Red Rooster (ancora Dixon) ci riconduce al possente, sottostimato Howlin’ Wolf. Al Delta e limitrofi guardano Love In Vain, che riporta sulle tracce di Robert Johnson, e You Got To Move, su quelle di Fred McDowell. Dalla Louisiana viene invece lo swamp blues di Slim Harpo: è lui il James Moore, autore delle insinuanti e umidicce I’m A King Bee e Shake Your Hips, dal canto un po’ indolente, caratteristica che in diverso ambito riguarda pure Honest I Do di Jimmy Reed. Tornando al r&b/r&r, da un decennio prima di Down Home Girl e Poison Ivy (Leiber & Stoller) dei Coasters, arriva Down The Road Apiece, boogie di Amos Milburn, mentre The Last Time, frettolosamente e furbescamente assegnata a Jagger & Richards, è invece di origine gospel con significativa versione degli Staple Singers.
Luci sui ’60. Gli Stones non possono rinunciare a tuffarsi anche nel soul e r&b di quegli anni, dal solare Good Times di Sam Cooke, a quelli tinti di latino come You Better Move On di Arthur Alexander e Under The Boardwalk dei Drifters (produzione Bert Berns), a quello detroitiano del tipo Can I Get A Witness e Hitch Hike di Marvin Gaye e Money di Barrett Strong. Non mancano le ispirazioni neorleansiane: Allen Toussaint firma, come Naomi Neville (la madre), Fortune Teller per Benny Spellman, e Ruler Of My Heart per Irma Thomas, quest’ultimo divenuto Pain In My Heart nell’appropriazione di Otis Redding (sottrazione poi risolta). Sempre alla voce della Thomas si deve Time Is On My Side, scritta da Jerry Ragovoy (che a volte usa lo pseudonimo Norman Meade).
Otis Redding è naturalmente il riferimento per I’ve Been Loving You Too Long (scritta con Jerry Butler) e That’s How Strong My Love Is (originale di O.V. Wright), mentre a Solomon Burke gli Stones devono Everybody Needs Somebody e Cry To Me (ancora Berns, magari travestito da Bert Russell) e forse pure You Can Make It If You Try, bell’originale di Gene Allison, grande cover di Burke. Bobby Womack scrive It’s All Over Now, r&r che al tempo dell’appartenenza ala SAR di Sam Cooke, porta al successo con i Valentinos, versione secolare dei Womack Brothers. E infine, sempre r&b e soul sudisti: Walkin’ The Dog di Rufus Thomas, Mercy Mercy di Don Covay (uno stile vocale, quello di Covay, a cui Jagger ha sempre riconosciuto d’ispirarsi) e If You Need Me di Wilson Pickett, anche autore del brano, originariamente inciso da Burke.
Che dire? In qualche caso sorprendente, ma comunque da ragazzi non si sono mica nutriti di ogm, e i risultati si sono visti.


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MessaggioInviato: 3 marzo 2015, 14:07
Messaggi: 1831Iscritto il: 11 febbraio 2007, 4:36
bell'articolo.
gli stones ne capivano; i brani citati e splendidamente coverizzati dai nostri oggi fanno parte della leggenda ed ancora la maggior parte di essi si ascoltano tranquillamente in giro.

Questo testimonia - qualora ce ne fosse ancora bisogno - da dove gli stones provengono. Quando se ne sono discostati (e mi riallaccio a quello che dicevo nel topic su BTB), hanno fatto male.

ps
Ma Mona, non è di Buddy Holly? :roll:

Butto lì una mia masturbazione mentale: in vista di un eventuale ultimo disco, come lo vedreste un album di cover di classici? Tutto motown, stax, atlantic records, sun e chess records?
Per me sarebbe il massimo, e data la vituperata crisi di ispirazione che molti - anche tra i fan più accaniti (vedi me) - riconoscono agli stones, potrebbe essere la giusta soluzione.

Ma cosa dico, Jagger non lo permetterebbe mai. Preferirebbe cantare dieci street of love che un album con queste caratteristiche :twisted:


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MessaggioInviato: 4 marzo 2015, 19:58
Avatar utenteMessaggi: 3205Iscritto il: 12 gennaio 2006, 1:44
Ciao Totore, lo vedrei come la cosa migliore che potrebbero fare, chiuderebbe il cerchio


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MessaggioInviato: 4 marzo 2015, 22:59
Avatar utenteMessaggi: 4314Località: leccoIscritto il: 18 luglio 2009, 23:29
L'unico che si è espresso sull'argomento è Keith, e lui disse che non gli interessa fare un'album di cover, la domanda era riferita forse ad un suo album solista, ma non cambia molto. Ma si sa...è sempre colpa di Jagger ! Intanto lui un album di cover lo fece, anche se non ufficiale !


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MessaggioInviato: 5 marzo 2015, 1:55
Avatar utenteMessaggi: 2115Località: ItalyIscritto il: 20 dicembre 2010, 22:27
il grande brano blues c'è così come il grande risultato.
https://www.youtube.com/watch?v=6WvtYgPKlw0

sono dei pazzi a non far uscire un disco di blues.
scusate l'OT <skull .


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MessaggioInviato: 5 marzo 2015, 2:03
Messaggi: 1831Iscritto il: 11 febbraio 2007, 4:36
@leeds

così si fa!!!!

<) <) <)


@ vasco

grande rispetto per quel lavoro solista di Jagger con i Red Devils Uimmagino tu faccia riferimento a quello)

ma esiste anche quest'altro che non è ufficiale... volume 1, 2 e 3
anche questo è fatto di cover

http://www.youtube.com/watch?v=-rYrfoVUktU

si, è sempre colpa di Jagger :twisted:


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MessaggioInviato: 5 marzo 2015, 11:56
Messaggi: 177Iscritto il: 10 luglio 2006, 16:28
Non credo siano interessati a pubblicare un album di cover. Se mai decidessero di pubblicare un nuovo disco,devono fare i conti comunque con un mercato mondiale. Lo stesso Jagger ad ogni nuova uscita discografica ha sempre detto che il nuovo disco prima di ogni tour,serve per rigenerare loro stessi e la loro musica.


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MessaggioInviato: 5 marzo 2015, 12:43
Avatar utenteMessaggi: 2115Località: ItalyIscritto il: 20 dicembre 2010, 22:27
Sarà, ma da un po' di anni ho la sensazione che questo gruppo pensi più allo spettacolo e a queste dinamiche associate al mercato modiale che alla Musica. E non sono un po' di anni, mi correggo.
Viceversa se non sono interessati ad un album di cover, a questo punto, preferirei, più che un album nuovo, dei singoli al livello di Doom.


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MessaggioInviato: 5 marzo 2015, 12:46
Avatar utenteMessaggi: 4314Località: leccoIscritto il: 18 luglio 2009, 23:29
Cita:
si, è sempre colpa di Jagger :twisted:

...va beh! Credevo che Keith avesse le palle, molto probabilmente mi sono sbagliato, è solo un'altro yes man incapace di decidere negli stones ! :roll:


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MessaggioInviato: 5 marzo 2015, 15:41
Messaggi: 1831Iscritto il: 11 febbraio 2007, 4:36
Si chiama compromesso vasco.
è quello che tiene in vita i matrimonio (o più in generale le relazioni di coppia) dopo i primi 6 mesi :cool:
anche se non sono sempre felici.

è quello che consente alle forze politiche di prendere decisioni importanti
anche se non sono sempre popolari

è quello che tiene insieme i Rolling Stones, anche quando fanno cagare.


Ciao ;)


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