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MessaggioInviato: 24 novembre 2010, 13:22
Avatar utenteMessaggi: 4042Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11
Amazon.it, il sito è già attivo

Dalla notte scorsa è attivo il sito Amazon.it, la cui prima vendita (alle 00.39) è stata una stampante Canon acquistata da un cliente di Torino. L'emporio elettronico, presentato ufficialmente questa mattina a Milano, offre da subito un assortimento di oltre 2 milioni di libri, 450 mila cd e 120 mila tra dvd e blu-ray (oltre a videogiochi, software, prodotti di elettronica di consumo e un primo assortimento di giocattoli, orologi e piccoli elettrodomestici): i prezzi sono competitivi, com'è consuetudine per la società di Seattle, anche se l'offerta musicale presenta ancora (prevedibili) "buchi". Sulla home page del sito, un messaggio firmato dal fondatore Jeff Bezos ricorda che la prima spedizione da un magazzino americano a un cliente italiano (di Genova) avvenne il 3 agosto del 1995, e che da allora "milioni di articoli" sono stati acquistati da residenti nel nostro Paese. Lo store italiano offre da subito l'opzione Amazon Prime, che in cambio di una quota annuale di 9,99 euro garantisce l'azzeramento delle spese di spedizione e la consegna della merce in 2/3 giorni dall'operazione di acquisto.

(23 nov 2010)

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MessaggioInviato: 13 dicembre 2010, 15:34
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CACTUS
Ultra Sonic Boogie: Live 1971
2010

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1. Evil Listen
2. The Band Introductions Listen
3. Bro. Bill Listen
4. Oleo Listen
5. No Need to Worry Listen
6. Token Chokin' Listen
7. Big Mama Boogie, Pt. 1 Listen
8. Big Mama Boogie, Pt. 2 Listen
9. Outro Listen

Tim Bogert - bass/vocals
Carmine Appice - drums/percussion/vocals
Jim McCarty - guitar
Rusty Day - vocals/harmonica


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MessaggioInviato: 9 marzo 2011, 15:10
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R.E.M.
COLLAPSE INTO NOW
Warner (CD)

Secondo me un ottimo album

recensione da rockol.it

Il “ritorno alla forma”… “un disco classico”, “il nuovo capolavoro”: avrete letto già diverse definizioni del nuovo disco dei R.E.M.. Uno dei dati di questa era digitale non è solo la facilità con cui ci arriva la musica, ma anche la facilità con cui si danno giudizi, magari dopo avere ascoltato qualche canzone in rete, magari con una pessima qualità.
“Collapse into now” esce oggi, 8 marzo, a tre anni quasi esatti di distanza da “Accelerate”, e dopo una lunga serie di anticipazioni sul web. Questo disco, il 15° di inediti del gruppo, è molto di più di queste definizioni sintetiche – o anche molto di meno, nel caso vi aspettiate qualcosa di rivoluzionario. “Collapse into now” è un ottimo disco, apparentemente immediato, ma che richiede invece diversi ascolti per coglierne tutte le sfumature. E ciò nonostante è, per certi versi, molto di maniera: il suono della band è riconoscibilissimo, e nelle 12 canzoni sono rappresentate tutte le identità sonore del gruppo.
Ecco, se volessimo riassumere in due concetti secchi “Collapse into now”, potremmo dire che è il disco più vario del gruppo da quindici anni a questa parte e che oggi i R.E.M. non sono niente di più e niente di meno che dei grandi artigiani della canzone.
“Collapse into now” è infatti un disco “song-oriented”: la band, questa volta è partita dalle canzoni, piuttosto che dal suono, in parte rinunciando a quella omogeneità di stile che aveva caratterizzato le prove precedenti (l’elettronica vintage di “Up”, i suoni solari di “Reveal”, la stratificazione di “Around the sun”, il rock compresso di “Accelerate”). Il risultato è un disco con ottimi brani su cui la band ha lavorato per sottrazione, togliendo più che aggiungendo.
In “Collapse into now” trovate reminescenze di diverse fasi della storia del gruppo: il rock teso di “Discoverer” riporta a “Green”, gli arpeggi di “All the best” e “Mine smell like honey” riportano agli esordi, “Oh my heart” ad “Automatic for the people”, e così via, fino al capolavoro finale, “Blue”: una sorta di seguito di “Country feedback”, con uno spoken word psichedelico su cui entra, devastante per impatto emotivo, la voce di Patti Smith. Una menzione speciale va a “Everyday is yours to win”, un gioiello di grazia sonora e melodica che rappresenta bene la linea tematica del disco, ricorrente in diverse canzoni: vivere il presente, vivere la quotidianità nel miglior modo possibile (“Everyday is new again/Every day is yours to win/that’s how heroes are made”).
E, sì, è un gran bel disco, questo “Collapse into now”. Ma lo è soprattutto per come i R.E.M. riescono a fregarti ogni volta, cesellando le canzoni come dei veri artigiani. Prendete “It happened today”, che sembra semplice semplice, con quel crescendo dritto e inarrestabile. E invece, se la ri-ascolti rivela diversi sottofondi nascosti, un lavoro ed un pensiero che solo l’esperienza di una grande band può mettere in piedi (se volete capirlo, provate a scaricare i file per remixare la canzone). E così ogni canzone è immediata, ma con dettagli che cogli solo al secondo, terzo o quarto o quinto ascolto. In questo ha sicuramente aiutato la produzione di Jacknife Lee, che aveva già dato nuova linfa alla band su “Accelerate”. La mano del produttore irlandese si sente, nel bene e anche nel male: infatti in alcuni brani – soprattutto quelli rock – il suono è nuovamente molto compresso, poco dinamico, e dà un tono un po’ scuro al tutto, lasciando la voce di Stipe un po’ indietro.
I R.E.M. hanno già passato il climax della loro carriera, i loro capolavori li hanno già prodotti e a quei livelli non torneranno mai più, né gli si può chiedere di farlo. Però questa volta il gioco gli riesce bene, eccome se gli riesce bene. “Collapse into now” è un disco solido, sotto ogni aspetto. Ce ne fossero, di band che hanno la classe e la grazia dei R.E.M., che riescono a far album come questo dopo 30 anni di carriera.

(Gianni Sibilla)

TRACKLIST:
"Discoverer"
"All the best"
"Uberlin"
"Oh my heart"
"It happened today" (con Eddie Vedder)
"Every day is yours to win"
"Mine smell like honey"
"Walk it back"
"Alligator_aviator_autopilot_antimatter" (con Peaches)
"That someone is you"
"Me, Marlon Brando, Marlon Brando and I"
"Blue" (con Patti Smith)

(08 mar 2011)

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MessaggioInviato: 31 marzo 2011, 17:46
Avatar utenteMessaggi: 4042Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11
Sarà che capisco i testi, è il mio dialetto, ma lo ritengo un bel disco.

DAVIDE VAN DE FROOS “Yanez” ( Universal, 2011)
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recensione da http://enzocurelli.blogspot.com

Davide Van De Sfroos ne ha fatta di strada, giù dalla stradine del suo paese di Mezzegra che lambisce il lago di Como per arrivare al punto che ha toccato con la sua partecipazione all'ultima edizione del festival di San Remo. Tra le montagne e il lago per arrivare al mare. Chi gli dava del matto, chi del venduto e chi, invece, la maggior parte dei suoi fans(i cauboi), bisogna riconoscerlo, era convinto che questa sua esposizione non avrebbe intaccato le genuina vena poetica dei suoi testi in lagheè. La conferma arriva proprio dal nuovo album, Yanez.
Un album "del coraggio" come lo stesso Davide Bernasconi ha voluto sottolineare, consapevolezza di uomo di 46 anni che ha deciso, dopo anni, dischi e libri con protagonisti gli altri, di mettersi a nudo e di raccontare un pò di sè. Sì, perchè in mezzo alla storie raccontate in Yanez, c'è modo di trovare qualcosa di autobiografico. Il viaggio di Semm Partii(2001), il mistero dei luoghi del suo capolavoro Akuaduulza(2005) e i personaggi tra mito e realtà che animavano Pica!(2008), per rimanere agli ultimi anni, lasciano spazio, per una volta anche a delle confessioni, dediche e ritratti più personali. Un disco intimo e raccolto, forse il meno giocoso e gioioso della sua carriera, tanto per ribadire e sottolineare che non basta una settimana in Riviera ligure per distruggere una carriera. Anzì dirò di più, Yanez contiene alcuni dei testi più belli mai composti da Van De Sfroos.

Chi ha conosciuto Van De Sfroos grazie al brano Yanez, un mariachi allegro e spensierato costruito sul parallelismo tra i personaggi di Salgari (a cent'anni dalla sua morte e quasi 150 dalla nascita, tanto per rimanere in linea con gli anniversari di quest'anno) e quei vitelloni da riviera romagnola sospesi tra gli anni sessanta e il moderno , deve mettere in conto di trovarsi di fronte a uno dei dischi più profondamente cantautorali del musicista lombardo. La stessa Yanez in realtà, dietro all'allegria musicale, nasconde dediche al padre e a certi miti romantici con cui Van De Sfroos è cresciuto.

La capacità di musicare e dare parola a dei piccoli film, quasi dei cortometraggi, completi di tutti i particolari, rimane il grande pregio della scrittura di Van De Sfroos. Canzoni in grado di far vivere all'ascoltatore i sapori , gli odori , saper coinvolgere fino all' immedesimazione, usando la poesia di frasi che solo il dialetto riesce a far risaltare.

L'infanzia del cantautore con la sua passione musicale, allora nascente, esce da La macchina del ziu Toni, un blues evocativo( con la chitarra di Francesco Piu) dove la memoria torna alla campagna e a quella macchina in disuso parcheggiata nel fienile dove l'adolescenza cavalcava a suon di ribellione fatta in musica
( citati Black Sabbath, Ramones, Rolling Stones <) <) <) , Bob Marley)
e i sogni che presto hanno dovuto fare i conti con la dura realtà. I miti musicali di una volta ritornano e si fanno maturi nel folk sospeso tra Dylan e Guthrie di Il camionista Ghost Rider, geniale viaggio tra la via Emilia e il west dove Johnny Cash, Guthrie stesso, Robert Johnson e Jimi Hendrix diventano protagonisti di un fantomatico viaggio nella pianura padana, che sembra quasi di esserci sopra a quel tir insieme al camionista.

Tra le pieghe della ballata Dona Luseerta si nasconde la dedica al padre e la frase finale è sintomatica (E sarà menga questa polaroid cun soe una facia s'è sculurida a scancelà la mann che m'ha tegnuu in brasc) come non è difficile leggere un fiero bilancio di vita fatto in Long John Xanax (E vò innanz a ruzza la mia biglia perchè fin che gh'è tèra la voe rutulà).

Anche quando vuole raccontare spaccati di vita contadina, che sembrano arrivare da lontano , ma che nei paesi di tutta Italia continuano a vivere e sopravvivere come tradizioni da tramandare di generazione in generazione. E' il caso di Setembra , canzone dall'andatura sbilenca ed avvinazzata che rende perfettamente l'atmosfera da festa di paese, tra gioia e triste malinconia o El carnevaal de Schignan, che apre il disco e musicalmente fa il paio con la sanremese Yanez.

Il dialetto riesce a rendere meno scontata ed elevare Maria, canzone dal tema un pò abusato, sulla prostituzione imposta ad una extracomunitaria e riesce ad unire idealmente l'Italia in Dove non basta il mare. Ospiti Luigi Maieron, Patrizia Laquidara, Peppe Voltarelli e Roberta Carrieri intenti a cantare ,ognuno nel suo dialetto, una strofa della canzone.
Piedi ben piantati in terra e poca concessione a idee di successo, questo è quello che i suoi fans continuano ad aspettarsi e lui li ripaga con canzoni come El Pass del Gatt, alta vena poetica su tappeto di steel guitar e fisarmonica( Davide Brambilla), (E ho fa'l bagn insema ai aspis, ho majà sceres o ho majà caden, gh'è anca una foto induè paar che ridi ma l'è una smorfia per la tropa luus) o la triste storia de Il Reduce, viola, violini(Angapiemage G. Persico) e tromba e la memoria torna alla guerra , ai racconti di chi porta i segni indelebili nella memoria e nel corpo (Eri mai cupaa gnaa un fasàn e ho trataa sempru bee anca i furmiigh serum in tanti cargà in sole quel trenu, cume foej destacàa e imraum la geografia...).
Un disco che nel finale nasconde le gemme più poetiche di Van De Sfroos, la pianistica e orchestrale tragedia di un amore impossibile, vissuto desfroos contro ogni maldicenza, La figlia del tenente, le chitarre di Maurizio "Gnola" Glielmo guidano il Blues di Santa Rosa, il mississippi si materializza a Como.
L'evocativa melanconia di Ciamel Amuur e Rosa del vento, chiudono un disco di conferma di un cantautore in grado di ingrandire anche le cose più piccole e semplici, grazie all'uso delle parole musicate come un folk singer americano con la fantasia tutta italiana. Un cantastorie , quasi d'altri tempi, che dopo il sold out al Forum di Assago e l'esposizione di Sanremo è tornato a guidare verso le sue due modeste strade: una porta verso il suo lago, l'altra è quella del suo percorso artistico e tutte e due sono chiare e definite con un'unica destinazione che lo porteranno in cerca di nuove storie da musicare.


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MessaggioInviato: 6 aprile 2011, 16:15
Avatar utenteMessaggi: 2966Località: Lamezia TermeIscritto il: 16 febbraio 2007, 19:51
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NORTH MISSISSIPPI ALLSTARS - KEYS TO THE KINGDOM

I fratelli Luther e Cody Dickinson ricordano il loro papà, il mitico Jim Dickinson (tra le altre cose, il piano di 'Wild Horses') scomparso nel 2009.
Ci sono tutti i suoni e gli umori del sud. Tra gli ospito, Mavis Staples, Ry Cooder, Spooner Oldham.
Da comprare assolutamente.


1. This a'Way
2. Jumpercable Blues
3. The Meeting
4. How I Wish My Train Would Come
5. Hear the Hills
6. Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again
7. Let it Roll
8. Ain't No Grave
9. Ol' Cannonball
10. New Orleans Walkin' Dead
11. Ain't None O' Mine
12. Jellyrollin' All Over Heaven


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MessaggioInviato: 7 aprile 2011, 9:56
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
GREAT !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


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MessaggioInviato: 7 aprile 2011, 14:43
Avatar utenteMessaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02
vi consiglio questo libro, un coetaneo di Jagger e Richards cresciuto non molto lontano da loro...

http://www.shelshapiro.com/works/detail/io_sono_immortale

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MessaggioInviato: 7 aprile 2011, 17:30
Avatar utenteMessaggi: 4042Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11
NORTH MISSISSIPPI ALLSTARS - KEYS TO THE KINGDOM

grazie peitrarotolante
lo sto ascoltando da ieri a ripetizione..... bellisssimo !!!


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MessaggioInviato: 23 aprile 2011, 23:15
Avatar utenteMessaggi: 2966Località: Lamezia TermeIscritto il: 16 febbraio 2007, 19:51
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Ali Farka Toure - Savane

L'ultimo album registrato dall'artista del Mali prima di morire.
Lo ascoltai per la prima volta su un aereo della TAP diretto in Sudamerica e mi ha rapito per tutto il viaggio.
Un bellissimo esempio di musica di quella parte d' Africa mista a blues, tanto per ricordarci dove erano le radici degli schiavi neri che si spaccavano la schiena nei campi di cotone del sud degli states.
Da mettere nello scaffale vicino a 'Talking Timbuktu' registarto con Ry Cooder.


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MessaggioInviato: 24 aprile 2011, 8:13
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Bravo Giuliano!!!
Adoro Ali !!!


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MessaggioInviato: 25 aprile 2011, 0:45
Avatar utenteMessaggi: 2966Località: Lamezia TermeIscritto il: 16 febbraio 2007, 19:51
Mauro ce l'hai il box dvd 'Martin Scorsese presents the blues'?
nel capiotlo 'Dal Mali al Mississippi' c'è una bella intervista di Tourè.


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MessaggioInviato: 25 aprile 2011, 21:28
Avatar utenteMessaggi: 2966Località: Lamezia TermeIscritto il: 16 febbraio 2007, 19:51
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John Campbell, un bluesman morto troppo giovane.
ci lascia tre dischi, di cui questi due stupendi.
il primo più cupo e angoscioso, nel secondo il tasso elettrico aumenta ma il feeling è sempre quello.


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MessaggioInviato: 27 aprile 2011, 0:15
Avatar utenteMessaggi: 2966Località: Lamezia TermeIscritto il: 16 febbraio 2007, 19:51
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due bellissimi dischi di blues dal vivo, caldi e pieni di passione e sentimento.


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MessaggioInviato: 27 aprile 2011, 1:28
Avatar utenteMessaggi: 4750Iscritto il: 29 ottobre 2007, 20:25
dischi molto interessanti quelli postati da pietrarotolante.... :cool: concordo con voi riguardo Ali un grande!!! <skull


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MessaggioInviato: 29 aprile 2011, 22:41
Avatar utenteMessaggi: 2966Località: Lamezia TermeIscritto il: 16 febbraio 2007, 19:51
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PETER GREEN'S FLEETWOOD MAC - 1968

Disco d'esordio della band di Peter Green, Jeremy Spencer, Mick Fleetwood e John McVie. Fantastico esempio di british blues, Peter Green e Jeremy Spencer su un altro pianeta.
Peter, tra i bianchi che fanno il blues, è forse il mio preferito (insieme a John Hammond) per come canta e suona.
Jeremy è fantastico con la sua fissa per Elmore James e la slide.


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THE WILLY DEVILLE ACOUSTIC TRIO IN BERLIN - 2002

Bellissimo live registrto in trio da Willy DeVille a Berlino, più alcuni brani registrati a Stoccolma con la Mink DeVille Band.
Rock'n'roll, blues, ballate, tex-mex nel più classico stile dello zingaro di New York.


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LOS LOBOS - LA PISTOLA Y EL CORAZON - 1988

Classico disco di musica tradizionale messicana, una bomboniera.


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