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Indice  ~  Generale  ~  "Life" - L'autobiografia di Keith Richards

MessaggioInviato: 14 dicembre 2010, 17:17
Avatar utenteMessaggi: 1465Località: PalermoIscritto il: 23 gennaio 2007, 22:03
Che poi, seriamente, buonismi o no, senza droghe non avremmo TUTTI i capolavori dagli anni '30 in poi. seriamente, pensate che Richards, Lennon, Hendrix, Page, ma anche Coltrane, Miller, Waits e chi più ne ha più ne metta, avrebbero partorito da soli certe cose? Sgt. Pepper.. Bold as Love.. Sticky Fingers.. che poi sia meglio non caderci credo che sia indubbio, e lo stesso Richards mi pare che lo sottolinei più volte. ma se ci cadi, ne parli. parli di quanto ti facciano stare bene in quel momento e di quanto ti portino a disgustarti di te stesso, dopo. parla tanto del loro effetto rilassante e benefico, quanto delle crisi d'astinenza e delle famose 72ore terribili.
Sinceramente, se lui avesse fatto la paternale sulle droghe, l'avrei mandato a fanculo. Ma descrive chiaramente in che stato ti portano, negativamente e positivamente. Lo fa per lui, per Anita, per Gram Parsons, per Jones. Sta nel lettore poter distinguere il bene dal male e farsene una propria opinione. lui racconta la sua vita, nella quale le droghe, ripeto, come lui stesso afferma, con effetti indubbiamente positivi ed indubbiamente negativi, hanno giocato un ruolo enorme.
Poi, se non vogliamo sentire parlare delle droghe, non compriamo un libro scritto da Keith Richards


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MessaggioInviato: 14 dicembre 2010, 17:39
Avatar utenteMessaggi: 4314Località: leccoIscritto il: 18 luglio 2009, 23:29
<) concordo pienamente con te vicio88 !!!


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MessaggioInviato: 15 dicembre 2010, 20:32
Messaggi: 2143Località: trevisoIscritto il: 24 febbraio 2006, 0:28
anch'io


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MessaggioInviato: 15 dicembre 2010, 22:17
Avatar utenteMessaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02
ma of course!!!
il mio era solo un giudizio stilistico...ripetere all'infinito le sensazioni di quello che lui chiama "cold turkey" dopo un po' stanca...ma il libro va giudicato nella sua totalità, ed è un libro straordinario
sono quasi alla ine, l'ho letto il più lentamente possibile, ma stasera mi sa che lo finisco... :cry:
sento già i sudori freddi dell'astinenza ;)


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MessaggioInviato: 20 dicembre 2010, 11:54
Avatar utenteMessaggi: 684Iscritto il: 22 marzo 2007, 16:52
se avete avuto modo di leggere anche quello di Ronnie converrete sul giudizio di Mick....il libro è noioso,molto meglio quello del suo fratellino minore Ronnie.

Su alcuni eventi raccontati da entrambi ci sono anche delle discrepanze,come sul racconto che apre il libero di Keef


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MessaggioInviato: 27 dicembre 2010, 21:20
Avatar utenteMessaggi: 319Località: NapoliIscritto il: 2 febbraio 2006, 4:27
Salve ragazzi e prima di tutto auguri per le restanti festività!

Ho finito di leggere il libro l'altro giorno quindi vi riporto in modo sommario le mie impressioni.

Innanzitutto devo dire che è un libro molto ben scritto. All'inizio vi sono alcune parti abbastanza noiose, ma andando avanti la lettura diventa sempre più godibile. Diversi recensori anglosassoni hanno definito il libro "compelling" e devo dire che è decisamente un termine appropriato.

Tuttavia, per chi come me sperava di leggere più che una biografia di Keith una storia dei Rolling Stones scritta da Keith Richards, questo libro non soddisfa appieno tutte le curiosità (inerenti il dato più squisitamente musicale) che avrebbero potuto essere svelate.

Ma del resto si tratta di un'autobiografia che non avrebbe per sua natura potuto prescindere da un taglio più personale che non esplicativo, quindi non posso certo lamentarmi per questo!

In ogni caso, quelle parti del libro dedicate alla musica sono risultate per me di gran lunga le più interessanti. Condivido il giudizio di chi ritiene che il Nostro abbia dedicato troppo spazio alla descrizione della sua vita da tossico.

In realtà fa riflettere come a droga avesse assunto una tale rilevanza nella vita di Keith da oscurare ancora oggi nella sua autobiografia molti altri aspetti (famiglia, musica, amicizie) che qualunque persona dall'esterno riterrebbe decisamente più importanti!

Ciò nonostante il libro è pieno di tantissime parti particolarmente interessanti, non ultima la descrizione del suo rapporto con Mick Jagger.

Tralascio la questione relativa alle dimensioni del suo membro, che è stata una caduta di stile di Keith; però a dire il vero in assenza di una replica non mi sento di dargli torto a proposito del contratto come interprete solista che Mick negoziò e concluse alle spalle del resto della band. Così come dall'esterno (e soprattutto da fan del gruppo) mi sento di condividere le osservazioni sull'abbandono di Bill Wyman.

Certo, lascia un pò di amaro in bocca apprendere che il rapporto tra i due è ormai diventato così freddo, ma del resto era cosa risaputa da parecchio tempo!

Le mie parti preferite del libro sono però le descrizioni che lui fa delle sensazioni provate quando si suona dal vivo. Sia verso l'inizio (pag. 97) che verso la fine (pag. 471) del libro Keith si sofferma su queste emozioni, descrivendole alla stessa maniera sia che si trattasse di suonare al Marquee sia che si trattasse di suonare a Rio davanti ad un milione di persone! E' proprio vero che per lui il palco è una dimensione parallela in cui il tempo si ferma!


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MessaggioInviato: 28 dicembre 2010, 14:35
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49

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MessaggioInviato: 28 dicembre 2010, 23:07
Avatar utenteMessaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02
wow! se alle 23 mi ricordo ( :S ) lo ascolto di sicuro!!!!
grazie della segnalation!


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MessaggioInviato: 29 dicembre 2010, 14:32
Messaggi: 851Località: CagliariIscritto il: 14 novembre 2006, 21:20
Avete fatto caso che nell'edizione italiana la foto sul retro è al contrario, per cui l'anello con il teschio appare sulla mano sinistra? Lo so, sono malata :oops: :lol:
Baci Daniela <)


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MessaggioInviato: 29 dicembre 2010, 14:48
Avatar utenteMessaggi: 319Località: NapoliIscritto il: 2 febbraio 2006, 4:27
Non sapevo fosse uscita un'edizione italiana! Io me lo sono fatto portare da Londra in inglese...!

Qualcuno ha letto entrambi i testi? La traduzione italiana è accurata?


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MessaggioInviato: 29 dicembre 2010, 16:38
Messaggi: 2143Località: trevisoIscritto il: 24 febbraio 2006, 0:28
Ragazzi,qualcuno ha già provato SALSICCE E PURE'? certo che mangia leggero..!


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MessaggioInviato: 29 dicembre 2010, 20:40
Avatar utenteMessaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02
provate lo SHEPHERD'S PIE...è una delizia!!!!


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MessaggioInviato: 1 gennaio 2011, 17:48
Avatar utenteMessaggi: 5575Località: sud MilanoIscritto il: 27 settembre 2006, 18:07
L'ho terminato e devo dire che i miei sentimenti sono un po' turbinanti.
E' partito molto bene, con tutta la storia della sua famiglia, poi si è perso, come ho già ampiamente scritto, nei meandri della sua tossicità spiegata nei minimi particolari (la valigetta del gioco della piccola infermiera) e portata come un vessillo, ha ben spiegato tanti incontri con musicisti e con tecniche di suono (ammetto che per me che non suono questi pezzi erano un po' difficili da capire), poi si è ripreso con l'arrivo di Patti, ma trovo che ha sbolognato in poche pagine gli ultimi anni della sua vita. Avrei voluto qualche aneddoto in più e non solo il famoso aneddoto del pisello di Brenda.
Mi metto nei panni di un non fan: ne viene fuori un tossico contento e dal coltello facile che però ama gli animali e la vita.
Ma quante case o camere di albeghi gli si sono incendiate?
Non mi piace come ha parlato di Brian e l'ho già scritto, ma mi piace l'elogio funebre che fà a Stu.
Non ho ben capito quando parla del concerto di Milano anni settanta, del caldo che faceva e che solo Charlie era all'ombra mentre gli altri erano esposti all'inquinamento di Milano, al caldo ed alle sostanze chimiche in quel sole brutale. O mi è sfuggito qualcosa o lui non si è ben documentato.
Comunque mi è piaciuto, ora vorrei prenderlo in lingua originale per vedere certe sfumature, come per esempio la falsa traduzione di "il mio migliore amico" quando parla di Bobby.


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MessaggioInviato: 1 gennaio 2011, 19:47
Avatar utenteMessaggi: 1435Località: bergamoIscritto il: 14 giugno 2006, 17:39
giancarla ha scritto:
Non ho ben capito quando parla del concerto di Milano anni settanta, del caldo che faceva e che solo Charlie era all'ombra mentre gli altri erano esposti all'inquinamento di Milano, al caldo ed alle sostanze chimiche in quel sole brutale. O mi è sfuggito qualcosa o lui non si è ben documentato.


Sono convinto che si riferisca al concerto di Torino dell'11 luglio 1982, suonato sotto il sole cocente alle 3 del pomeriggio... lo stesso aneddoto, lui che non si reggeva in piedi, e per di più soccorso con una bombola d'ossigeno dopo il concerto, lo raccontò anni fa un iscritto del 2120 che ebbe la "fortuna" di seguire parte di quel concerto dietro il palco in quanto la sua amica si sentì male e fu tirata fuori dalla security


Profilo YIM
MessaggioInviato: 1 gennaio 2011, 19:58
Avatar utenteMessaggi: 5575Località: sud MilanoIscritto il: 27 settembre 2006, 18:07
Ho pensato anche io a Torino 82, ma ha toppato luogo ed anni. Era meglio che si collegava al nostro forum ed avrebbe avuto tutte le dritte ;)
Che altri toppamenti ci saranno nel libro?


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