È passato più di un mese ma volevo proporvi uno scritto di Giuseppe sui Rolling Stones scritto nel 2014 poco prima del concerto di Parigi, quando già aveva scoperto la malattia. Sarebbe dovuto diventare un post per il suo blog e me lo aveva inviato per visione e stasera l'ho ritrovato, magari serve a mantenere viva la sua presenza qui con voi.
Da lunedì sono in ospedale e la prospettiva è quella di restarci un paio di settimane, i medici l'avevano preventivato ma la cosa mi inquieta tanto, ho veramente paura di non poter andare al concerto dei Rolling Stones il 13 Giugno. È l'unica cosa tra quelle programmate alla quale non ho definitivamente rinunciato, ma non perché ci speri ancora. Mi dispiace, ma le speranze le vedo ridotte al lumicino, anche se i medici sono sempre stati disponibili riguardo a questa cosa.
Purtroppo vedo in Rete commenti, foto, video dei concerti che hanno tenuto fin qui gli Stones (Oslo, Lisbona, Zurigo, Tel Aviv) e si sta avverando quello che speravo e che dicevano tutti: sono tornati alla grande!! In più, potrebbe essere una delle ultime occasioni per vederli in concerto, è la mia grande paura e forse la migliore conclusione di una carriera straordinaria. Non sono pessimista, cerco di essere realista, senza farmi troppe illusioni, a questo punto delle loro vite hanno anche altre priorità ed è più che comprensibile che loro abbiano intenzione di fare altro. Oppure che tutto questo possa essere la molla per continuare e non fermarsi più, fino a quando non tireranno le cuoia, chissà!
Ci sono persone che piangono per una squadra di calcio, alle quali piace avere la casa piena di libri oppure tappezzata di quadri o arredata con opere d'arte di dubbio gusto. A me, invece, piace avere la casa piena di dischi, ho superato i mille tra 33 e 45 giri (sì, dischi in vinile!), ormai mi sono convertito all'analogico e non ho nessuna voglia di tornare indietro. Mi rendo conto che non sia facile da capire, non è da tutti andare a cercare vecchi dischi, spenderci soldi, pulirli, ascoltarli attentamente con un impianto che sia quantomeno decente (e che occupi spazio) e poi riporli maniacalmente a posto. No, non sono snob, né un hipster, a me interessa solo la qualità del suono, il poter toccare il disco, sentirne i solchi, vedere il braccio del giradischi che si muove verso la fine del disco, ammirare le copertine, leggere bene le note, osservare le etichette, riconoscere le diverse edizioni... Roba non solo per collezionisti, io mi limito a fare certe ricerche giusto a scopi d'archivio, ho una lista che mi serve principalmente a non comprare doppioni (a volte ci sono edizioni differenti interessanti, ma si tratta di casi rari), il mio scopo principale è l'ascolto su questo supporto, ho delle edizioni originali poco pregiate e ristampe, mi basta avere una copia del disco in questione e basta, mi accontento! Basta divagazioni, magari riparlo di lp in un altro momento, spero di poterci allegare presto delle mie foto, anche io ho dei bei pezzi in collezione!
Torniamo agli Stones, ho sentito di tantissime persone che li ammirano anche conoscendo solo qualche pezzo, ma che vuol dire essere un fan, per di più di una band così "difficile" come loro? Certo, parlo di loro, non della loro musica! Nel tempo si sono fatti una reputazione di band lontana dai fans, troppo impegnata a pensare alla propria musica o altro che alle persone che negli anni li hanno sostenuti ai concerti, facendogli scalare le classifiche e rendendoli le leggende che sono adesso. Non è facile quando manca un fan club ufficiale che potrebbe riunire appassionati da tutto il mondo, che potrebbe organizzare un incontro con loro. Nulla, loro sono così, prendere o lasciare e io penso che sia meglio così, a me basta che si fermino per un autografo su un disco o una foto o un saluto, non voglio diventarci amico! Sono la mia band preferita, non a caso per me si tratta di Mick Jagger, Keith Richards, Ron Wood, Charlie Watts, Bill Wyman, Mick Taylor, Brian Jones, Ian Stewart (gli ultimi due li ritengo più importanti, ne parlerò in un altro momento), quindi nome e cognome, non sono nomi o sprannomi che vanno bene quando si parla tra fan perché alla lunga rompe nominarli sempre così.
A me piace dire che è la loro musica ad avermi scelto, credo che sia l'unica spiegazione plausibile, perché mi sono interessato prima al loro rock n roll che a loro stessi, mi ha aiutato a conoscerli meglio e ad apprezzare diversi aspetti delle loro vite e del loro modo di essere che sono sconosciuti ai più. Dopo aver ascoltato le prime canzoni ero già preso, ma ci è voluto del tempo prima che l'amore (quasi) incondizionato sbocciasse tra me e loro, non si diventa fan da un giorno all'altro, almeno nel senso che intendo io, un concetto non facile da spiegare, ma ci proverò comunque.
Ci sono degli aspetti del mondo Rolling Stones che sono, a loro modo, affascinanti quanto inutili. È davvero così importante la solita, pallosissima diatriba "meglio i Beatles (che mi piacciono tanto) o i Rolling Stones?"? Spesso si arriva a discussioni di tipologia calcistica, rivendicazioni ottuse e chi più ne ha più ne metta; non sono in molti, incredibilmente, a sapere che in realtà si sono sempre frequentati e rispettati, che spesso ci sono state ospitate di alcuni Stones in dischi dei Beatles e viceversa, che il lato b del primo 45 giri dei Rolling Stones è a firma Lennon/McCartney (I Wanna Be Your Man) e pare (leggenda mai del tutto verificata, almeno dal sottoscritto) che fu proprio un tale George Harrison a segnalare alla Decca (la casa discografica che rifiutò i Beatles due settimane prima che firmassero per la Parlophone) i Rolling Stones. Fa pensare, eh!
In ogni caso, da quel 1962 ne hanno fatta di strada, fino a guadagnarsi il rispetto e l'ammirazione dei loro stessi maestri (Muddy Waters, Chuck Berry, James Brown, Otis Redding, BB King, Solomon Burke e diversi altri) stupiti dal fatto che questi ragazzini inglesi fossero così rispettosi e devoti alla loro musica, facendola loro e diventandone ambasciatori a loro volta.
Nel 1964 andarono per la prima volta a registrare negli States, precisamente agli studi Chess di Chicago (se non sapete di cosa sto parlando, vedetevi Cadillac Records, film con, tra gli altri, Beyoncè Knowles. Ed è lì che ho cominciato ad apprezzare la sua bella voce, peccato che il suo repertorio non ne sia all'altezza, quindi evito di approfondire ulteriormente), unici bianchi in mezzo ai tanti musicisti neri che c'erano lì, presi in giro per via dei capelli lunghi dagli indigeni bianchi! E hanno anche registrato parecchio materiale, per la gran parte inedito ufficialmente.
A proposito... La quantità di canzoni complete registrate e accantonate per scelte artistiche è un qualcosa di immenso, ne ho perso il conto! Diverse sono belle, alcune quasi capolavori (quelli propriamente detti hanno avuto la decenza di infilarli nei dischi ufficiali), ci sono cose simpatiche e anche semplici demo, più o meno trascurabili. Loro lavoravano così, almeno fino al'inizio degli anni Ottanta: entravano in studio per delle sessioni di registrazione fissando tutto il possibile su nastro e, quando serviva, sceglievano i pezzi per il disco da pubblicare, magari rifinendoli qua e la, il resto negli archivi. Archivi che sono pieni zeppi di roba molto interessante, ma loro hanno sempre deciso di accantonare tutto, preferendo sempre far uscire dischi con pezzi registrati ex novo o dischi dal vivo quasi deludenti rispetto a quello che si può sentire su bootleg.
Negli ultimi anni, però, in virtù di nuovi contratti discografici, hanno tirato fuori gran belle cose dagli archivi, provo a fare un riepilogo (ma sono sicuro di tralasciare qualcosa, magari aggiorno dopo):
Riedizioni con 10 brano bonus di Exile On Main St e Some Girls
Pubblicazione di video storici come Ladies and Gentlemen, Some Girls Live In Texas, At Checkerboard Lounge (con Muddy Waters!)
Pubblicazione di sei concerti tratti dagli archivi, alcuni straconosciuti, altri meno: Bruxelles Affair, Los Angeles 75, Hampton 81, Leeds 82, Tokyo 90 e Toronto 2005.
Dal 2010 ad oggi non mi sembra affatto male, anche se ci sarebbe ancora qualcosa che dovrebbero pubblicare, è un delitto che ci siano ancora perle nascoste al grande pubblico (penso a qualche concerto, soprattutto i famosissimi show al Mocambo di Toronto del 1977), spero sia solo questione di tempo!Per non parlare delle tante perle che hanno lasciato negli archivi, come scrivevo più su, potrebbero anche fare una bella selezione con 35/40 pezzi tra i più validi e pubblicarla (nel 1981 il loro produttore, Chris Kimsey ebbe l'idea di invitarli a spulciare negli archivi, visto che i rapporti tra Jagger e Richards cominciavano a essere tesi come non mai e non riuscivano a comporre. Il risultato è, forse, il più bel disco di scarti mai pubblicato, Tattoo You).
Perché questa divagazione? Le loro canzoni, ecco perché. Mi hanno accompagnato in alcune scelte difficili, facendo da colonna sonora in momenti belli, tristi, difficili e felici, le mie sensazioni sono state descritte così bene dai Glimmer Twins che non ci riuscirei così bene nemmeno io che le ho provate!
E continuano ad accompagnarmi adesso, e lo faranno sempre, ne sono certo. Vi commuovete per l'ennesima banalità di Ligabue? Io no, scoppio a piangere ogni volta che ascolto You Can't Always Get What You Want, conoscendo la storia che c'è dietro, sapendo cosa e chi Jagger ha visto a Londra, al Chelsea Drugstore, sapendo come è stato poi "ricompensato" quel ragazzo sulla sedia a rotelle, il testo, il coro iniziale che propongono dal vivo in questa tournée per la prima volta dal 1969... Oppure penso a Don't Stop, banale certamente, ma sentire quelle parole su quel riff semplicissimo cantate da chi è in giro da quarant'anni senza la minima intenzione di fermarsi, fanno la loro figura! E che dire di Start Me Up? Semplice, diretta e carica di adrenalina, perfetta per un concerto! E Jumping Jack Flash? Il rock n roll, punto! Mi fermo qui, ma credo che il concetto sia più o meno chiaro, questi grandissimi mi hanno davvero segnato la vita, vedere che adesso suonano come se fossero dei ragazzini, sorridenti come non mai, mi riempie di gioia. È come se il lutto patito da Mick Jagger li abbia uniti più di prima, è fantastico vederli così, nessuno sperava di rivederli così uniti, che sia di buon auspicio? Al solo vedere Jagger che sorride adesso mi commuovo, figurarsi vederlo ridere e divertirsi sul palco con gli altri!
E speriamo bene per Parigi, i medici faranno l'impossibile per mandarmi al concerto, ma resta sempre in dubbio!
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