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MessaggioInviato: 10 ottobre 2008, 11:54
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Musica digitale, EMI lancia una sua piattaforma di e-commerce e download
Chi si ricorda di MusicNet e di pressplay (vedi News), pionieristici ma deficitari servizi di distribuzione digitale finanziati e autogestiti dalle major? Naufragarono presto, affondati da Napster, dall'offerta monca e parziale, dai vincoli dei file protetti da DRM che facevano imbestialire i consumatori. Ora la EMI (ma non solo: su questa strada si stanno muovendo anche altre major, come Sony BMG) torna all'antico e progetta una nuova piattaforma di download ed e-commerce controllata al 100 per cento. I suoi nuovi guru digitali, Douglas Merrill (ex Google) e Cory Ondrejka (ex Second Life), puntano molto sui servizi direct-to-consumer e sui benefici effetti a cascata che essi potenzialmente comportano: la possibilità di raccogliere direttamente informazioni preziose sul profilo demografico e i gusti dei consumatori modellando di conseguenza le proposte artistiche e commerciali del futuro.
I dettagli dell'operazione non sono ancora stati svelati, anche se il Financial Times che riporta la notizia parla di un lancio programmato entro Natale.


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MessaggioInviato: 27 ottobre 2008, 13:02
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Ticketmaster risponde a Live Nation: si occuperà di management artistico
Preparandosi alla guerra con l’ex cliente Live Nation, da gennaio direttamente in campo nella gestione dei servizi di biglietteria elettronica (vedi News), Ticketmaster diventa – anche nel nome – un’azienda di entertainment a tutto campo facendo il suo ingresso nel settore del management artistico. E’ di questi giorni, infatti, la notizia di un’offerta da 123 milioni di dollari per rilevare da Warner Music il 30 % di Front Line Management, la potentissima agenzia fondata quattro anni fa da Irving Azoff che cura gli interessi di star come Eagles, Aerosmith, Guns N’ Roses, Van Halen, Christina Aguilera, Stevie Nicks, Fleetwood Mac, Jimmy Buffett, Steely Dan, Chicago, Journey e Neil Diamond: artisti che, nella maggior parte dei casi, hanno sempre lavorato sul fronte della musica dal vivo proprio con Live Nation. Non è detto comunque che il risultato sarà un esodo di massa, anche perché agli artisti stessi e ai loro manager è lasciata autonomia decisionale nella scelta del promoter e dell’agenzia incaricata della vendita dei biglietti.
A conclusione dell’operazione Front Line, che avverrà entro la fine dell’anno, Azoff assumerà l’incarico di amministratore delegato della nuova branca di Ticketmaster denominata Ticketmaster Entertainment (oltre che azionista della società per circa il 4,5 %, in cambio della rinuncia a una quota delle sue azioni Front Line); tra i suoi compiti rientrerà anche l’espansione del business in settori come il merchandising, il “branding” e il “licensing” dell’ immagine e i marchi degli artisti rappresentati. Figura notissima nel music business internazionale, Azoff ha fatto molto parlare di sé l’anno scorso per l’innovativo accordo di distribuzione esclusiva siglato con Wal-Mart in occasione dell’uscita dell’ultimo album degli Eagles, “Long road out of Eden” (mossa ora imitata dagli AC/DC, vedi News).
Quasi simultaneamente alla notizia della partecipazione azionaria in Front Line, Ticketmaster ha annunciato il taglio di 300 dipendenti, pari al 5 % della sua forza lavoro, con l’obiettivo di ridurre di circa 35 milioni di dollari le sue spese annue di gestione anche in conseguenza dell’assorbimento delle società Paciolan (software di gestione del ticketing) e TicketsNow (rivendita di biglietti).


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MessaggioInviato: 28 ottobre 2008, 12:21
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EMI, il deficit supera i 936 milioni di euro
Il “buco” accumulato dalla casa discografica inglese nell’ultimo esercizio finanziario (chiusura al 31 marzo) ha le dimensioni di una voragine, 757 milioni di sterline (936 milioni di euro) contro i 287 dell’anno precedente. Colpa di una serie di fattori contingenti legati alla contabilità aziendale ma anche di un risultato operativo che per tutto l’anno è rimasto a livelli insoddisfacenti, come ha ammesso Lord Brit, presidente della società di investimenti, Maltby Capital, attraverso cui Guy Hands e Terra Firma hanno acquistato la EMI. Nei dodici mesi solo tre album e due compilation della serie “Now” hanno superato il milione di copie vendute; l’anno precedente lo stesso risultato era stato raggiunto o superato da ben 18 titoli.
L’ultimo bilancio della EMI, che riassesta al 5 % il calo nel margine operativo lordo (Ebitda), registra forti perdite legate a spese di ristrutturazione (123 milioni di sterline), rivalutazione di passività patrimoniali (192 milioni di sterline), deprezzamenti/ammortamenti (109 milioni) e costi di finanziamento (520 milioni). Nel suo commento al rapporto 2008 della società, Brit cerca tuttavia di rinfrancare gli azionisti: “Anche se sui prossimi bilanci continueranno a gravare gli interessi e per il prossimo anno fiscale incideranno ancora i costi di ristrutturazione, non ci aspettiamo che le altre voci di spesa assumano in futuro un peso paragonabile”. Gli aspetti positivi della situazione, secondo Brit, riguardano il fatto che “il risultato operativo è migliorato in maniera significativa durante i sette mesi e mezzo di proprietà Maltby”, tanto che la società prospetto un miglioramento per il semestre chiuso al 30 settembre 2008 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel frattempo, sostiene Brit, “abbiamo tenuto i costi sotto controllo e introdotto misure compensative in linea con le procedure correnti sul mercato” (in relazione alla riduzione di organico di 1.500 unità, tuttora in corso a livello internazionale). “I numeri che vi presentiamo oggi”, spiega Brit, “raccontano chiaramente che questo è il primo anno di una trasformazione radicale nella cultura aziendale, nel modello di business e forse anche nello stesso mercato. Non sarà un aggiustamento rapido”.


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MessaggioInviato: 30 ottobre 2008, 11:31
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Doherty (Sony BMG) fa autocritica: 'Noi e Universal siamo troppo potenti'
“La presenza di due case discografiche potenti come Sony BMG e Universal non è salutare per il mercato”. E’ il mantra preferito da Martin Mills; Michel Lambot e Patrick Zelnik, discografici indipendenti che animano l’associazione europea Impala, ma a dirlo stavolta è stato addirittura Ged Doherty, che della stessa Sony BMG è il capo supremo nel Regno Unito. Dal tavolo dei relatori del primo Musexpo Event, tenutosi al Cumberland Hotel di Londra martedì e mercoledì scorso, Doherty ha spiegato la sua affermazione osservando che “oggi EMI e Warner sembrano scomparse e non stanno lanciando nuovi artisti” (se il suo discorso fosse limitato all’Inghilterra non è chiaro). “La mia speranza è che tornino a funzionare come prima”, ha aggiunto, sottolineando che intanto Sony BMG e Universal detengono oltre l’80 % del mercato degli album nel Regno Unito. D’accordo con lui il promoter Harvey Goldsmith: “Le case discografiche hanno dovuto reinventarsi e riconoscere a se stesse che c’era un problema. Quelle che ci sono riuscite ne usciranno vincitrici, le altre hanno perso la bussola”.


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MessaggioInviato: 4 novembre 2008, 13:54
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Usa, la EMI affida ad altri la distribuzione dei suoi dischi?
La ricerca sistematica della riduzione dei costi sta spingendo la major inglese a prendere in considerazione la possibilità di affidare in outsourcing la distribuzione fisica dei suoi cd negli Stati Uniti, il maggiore mercato discografico mondiale. La riorganizzazione, che riguarda le cosiddette operazioni di “pick, pack and ship”, si concretizzerebbe nel ricorso a grossisti e commercianti esterni ma non intaccherebbe l’organico e le funzioni dell’ufficio vendite e marketing della EMI americana.
Sempre con l’intenzione di snellire la sua struttura e di risparmiare in un momento caratterizzato da una flessione del fatturato, lo scorso mese di settembre la stessa EMI aveva già affidato alla concorrente Warner Music, con un contratto di licenza pluriennale, la gestione delle attività di marketing e distribuzione in alcuni territori del Sud Est asiatico (vedi News); in precedenza la stessa casa discografica, così come la Universal Music, aveva delegato a società terze la stampa dei propri cd sul mercato nordamericano. Dalla primavera del 2009, infine, le sue strutture di distribuzione nel Regno Unito saranno trasferite a CEVA, una società specializzata in logistica: ognuna di queste mosse si inserisce nel contesto di un deficit di bilancio che per l’anno finanziario chiuso al 31 marzo scorso ha toccato i 757 milioni di sterline (vedi News).


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MessaggioInviato: 6 novembre 2008, 11:33
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Social network, diritti e pubblicità: MySpace si accorda con Mtv
Mentre continuano a litigare in tribunale con Google e YouTube (in una causa da un miliardo di dollari, vedi News), Mtv Networks e la sua capogruppo Viacom hanno raggiunto un accordo con MySpace/News Corp. a proposito della messa in onda sul social network di filmati “caricati” dagli utenti e protetti dal diritto d’autore. La collaborazione prende spunto dall’utilizzo da parte di MySpace di un nuovo software sviluppato dalla società statunitense Auditude, che consente di comparare le immagini diffuse in rete con oltre 250 milioni di video “ufficiali” conservati nel database. Ogni volta che il sistema “riconoscerà” i filmati mandati in onda dal pubblico come opere tutelate dal copyright, MySpace vi inserirà dei messaggi pubblicitari i cui introiti verranno spartiti con Viacom. Un’altra funzione del programma consente al sito di segnalare automaticamente a chi visiona i filmati la possibilità di acquistarli (o di procurarsi prodotti attinenti) presso altri siti di download o di e-commerce.
Da qualche tempo (vedi News) anche YouTube sta sperimentando un modello di business fondato sulla spartizione dei proventi pubblicitari con media companies come la CBS e la casa discografica Universal Music. A sua volta, MySpace intende usare la tecnologia di Auditude per legalizzare la diffusione in rete di altri video riconoscendo una quota delle somme incassate con gli spot ai detentori dei diritti.


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MessaggioInviato: 7 novembre 2008, 14:23
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HMV e Zavvi, meno musica per sopravvivere
I grandi megastore inglesi di musica, HMV e Zavvi (ex Virgin, vedi News), stanno resistendo piuttosto bene alle intemperie del mercato, secondo uno studio condotto dall’ente di ricerche Verdict Research: ma per farlo hanno dovuto rivoluzionare il loro assetto dedicando ai cd e agli altri prodotti musicali uno spazio sempre più ridotto.
Già le cifre diffuse quest’anno dall’associazione nazionale dei rivenditori ERA avevano sottolineato le trasformazioni in corso nel mercato dell’intrattenimento: con un giro d’affari 2007 pari a 1,41 miliardi di sterline la musica registrata, nel Regno Unito, fattura oggi decisamente meno dei dvd cinematografici (2,17 miliardi di sterline, noleggio escluso) e dei videogiochi (1,72 miliardi di sterline). Secondo Verdict, già a fine 2008 questi ultimi diventeranno il prodotto entertainment più redditizio in assoluto sul territorio britannico: 4,64 miliardi di sterline di fatturato (+ 42 %) contro i 4,46 miliardi sviluppati complessivamente da musica e video.
Di qui il cambio di strategia deciso da HMV e da Zavvi che, come osserva l’analista Malcolm Pinkerton autore del Music & Video report di Verdict Research, hanno sacrificato lo spazio riservato a cd e dvd musicali per assegnarlo ad articoli più redditizi come videogiochi e lettori mp3 ma anche libri, t-shirt e cappellini. Entrambe le catene, aggiunge Pinkerton, possono ancora sperare di incrementare il business musicale grazie ai download venduti atttaverso Internet, ora che il formato “aperto” mp3 ha preso decisamente il sopravvento sul mercato (HMV fa anche parte di un consorzio di sette imprese commerciali che hanno cominciato a promuovere e pubblicizzare il “marchio” mp3 sui propri siti): le loro fortune in questo settore sono però legate a fattori come l’assortimento, l’innovazione e la forza del marchio commerciale. La sorte del cd, invece, sembra segnata dal declino inesorabile della richiesta e dei prezzi di vendita al consumo, sempre più scontati per stimolare la domanda residua.


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MessaggioInviato: 7 novembre 2008, 20:07
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» 2008-11-07 16:22


Catalogo Emi on line su Dada


Sul sito i brani mp3 della casa discografica

(ANSA) - ROMA, 7 NOV - Sul sito Dada.it si potra' consultare il catalogo dei brani Emi in formato Mp3. A rivelarlo il quotidiano 'Spot and Web'. Afferma Mark Piibe di Emi Music: 'Siamo sempre alla ricerca di nuove modalita' per agevolare l'incontro tra i nostri artisti e i loro fan, per questo siamo onorati di poter collaborare con Dada nello sviluppo di questa nuova offerta'. Entusiasmo per l'accordo anche da Dada.net.


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MessaggioInviato: 10 novembre 2008, 12:12
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EMI, Leoni-Sceti in Italia per illustrare le nuove strategie



Elio Leoni-Sceti, nuovo amministratore delegato della EMI, è impegnato in un tour mondiale di presentazione che lo vedrà approdare nei prossimi giorni anche a Milano: lo scopo della visita è di illustrare allo staff della filiale italiana le nuove strategie e la nuova organizzazione della casa discografica, articolata in tre aree di business dedicate rispettivamente alla “nuova musica”, al catalogo e ai servizi musicali.
Sul fronte dell’A&R l’assetto è già definito da tempo (vedi News), con Nick Gatfield ad occuparsi da Londra dell’ufficio artistico per il Regno Unito, l’Irlanda e il Nord America e Billy Mann a coordinare da New York il resto del mondo. La responsabilità del catalogo, curato ad interim da Stephen Alexander (un manager di Terra Firma), passerà da dicembre nelle mani di Ernesto Schmitt, già senior VP of strategy and business development della EMI tra il 2001 e il 2002 e attualmente in forze a DSG International, secondo rivenditore di elettronica di consumo in Europa che gestisce nel Regno Unito i marchi Dixons, Currys e PC World. La divisione servizi musicali sarà invece diretta da Ronn Werre e si occuperà di vendite fisiche e digitali, sviluppo commerciale, branding e sincronizzazioni/licensing (le aree già curate da Werre), con l’obiettivo di sviluppare in futuro anche altri servizi per conto degli artisti EMI e di altre società musicali. Come Gatfield e Mann, anche Schmitt e Werre riporteranno direttamente al giovane Leoni-Sceti (42 anni), che alla carica di ad di Emi Recorded Music aggiunge ora anche quella di presidente. La sua nuova strategia, secondo quanto anticipa il sito Billboard.biz, si concentrerà su quattro obiettivi principali: attenzione primaria al consumatore, innovazione, rafforzamento del rapporto tra artisti e fan, sviluppo dell’area digitale (da dicembre sarà operativa la nuova piattaforma EMI.com).
La EMI arriva a questo appuntamento rinfrancata, avendo incassato nel semestre che si è chiuso il 30 settembre un risultato positivo: 59 milioni di sterline di profitto al lordo di interessi, tasse, svalutazione e ammortamenti, contro i 14 milioni di deficit dell’anno precedente. L’avanzo di bilancio, ha spiegato Leoni-Sceti, è da imputare principalmente a una drastica riduzione dei costi, a un calo nei resi di cd invenduti (ora inferiori al 20 %) e alle vendite eccellenti dei nuovi dischi di artisti come Coldplay e Katy Perry. Grazie alle vendite di musica digitale (102 milioni di sterline, + 37 %) e nonostante la flessione della domanda di cd (- 3 %, -12 % negli Stati Uniti), i ricavi sono cresciuti a 482 milioni di sterline, mentre il cash flow ha superato i 200 milioni di sterline. “La EMI non è assolutamente in bancarotta, anzi non è mai stata in una situazione finanziaria altrettanto solida”, ha assicurato Leoni-Sceti. “Tuttavia”, ha aggiunto, “ci troviamo ancora nelle primissime fasi della sua rinascita e la strada che abbiamo davanti non sarà né facile né senza ostacoli”.


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MessaggioInviato: 18 novembre 2008, 19:34
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Universal, bilancio in attivo grazie a edizioni e merchandising
Diversificare gli investimenti e ampliare il core business sembra poter essere una strategia redditizia per le major della musica: nei primi nove mesi di quest’anno, e grazie soprattutto alle recenti acquisizioni effettuate nel campo delle edizioni musicali (BMG Music Publishing) e del merchandising (Sanctuary), la casa discografica controllata dal gruppo Vivendi ha beneficiato di un incremento del 3,5 % (calcolato a moneta costante) del suo fatturato , 3,1 miliardi di euro.
I best seller di Lil’ Wayne, Jack Johnson e Duffy, i successi più stagionati di Amy Winehouse e di Rihanna e gli ottimi risultati di vendita della colonna sonora del film “Mamma mia!” non sono bastati a frenare la caduta delle vendite di cd, ma Universal Music ha compensato queste perdite, oltre che con i diritti editoriali e il merchandising, con i ricavi generati dal digitale (+ 33 %, sempre a valori costanti).
Nei tre mesi coperti dall’ultimo report (luglio/settembre 2008), i profitti societari (EBIDTA) sono cresciuti anch’essi del 33 %, a 149 milioni di euro.
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(18 Nov 2008)


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MessaggioInviato: 21 novembre 2008, 14:25
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Londra, la City crede ancora nel business musicale
Investire nella musica? Oggi conviene più che mai, a sentire il direttore della banca d’affari Mosaic Capital, Robert K. Whyte. Intervenendo a un forum sull’industria dell’intrattenimento e dello sport, qualche giorno fa a Los Angeles, Whyte ha sostenuto che sbaglia chi si ritira dal music business spaventato dalla recessione e dai vincoli imposti dai detentori dei copyright. “La recente evoluzione dell’industria musicale”, ha detto, “crea una situazione favorevole tanto agli investitori che agli stessi artisti. “Oggi”, ha aggiunto, “le band e gli artisti indipendenti hanno gli strumenti e le capacità per promuovere se stessi e i loro album. Grazie ai new media possono determinare e verificare passo per passo il loro successo anche senza avere un contratto discografico. Investendo in queste nuove imprese si possono raccogliere i frutti che prima si ricavavano dalle royalty e dai copyright”.
Molto meno ottimista il punto di vista di Paul Resnikoff di Digital Music News: “Il cammino è pieno di start up in perdita e di denaro buttato al vento…non c’è dubbio, sono molto poche le imprese redditizie in questo campo”.
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MessaggioInviato: 21 novembre 2008, 14:26
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
L'ex manager dei Pink Floyd: 'iTunes ha distrutto la discografia'
Peter Jenner, primo manager dei Pink Floyd e di Syd Barrett, appartiene alla schiera di quelli che non vedono di buon occhio iTunes. Relatore a Londra in un convegno organizzato dall’associazione MusicTank , Jenner, che nel corso della carriera ha lavorato anche con Marc Bolan, i Clash, Ian Dury e Billy Bragg (suo attuale cliente) ha ribadito il suo punto di vista: “Spezzettando gli album, la piattaforma della Apple ha avuto un effetto disastroso sull’industria discografica. Il risultato è che un prodotto che valeva dieci sterline oggi ne vale 1,60, il prezzo dei due singoli che vale la pena di comprare”. Gli ha fatto eco Simon Wheeler della casa discografica indipendente Beggars Group: “Giusto o sbagliato che sia, iTunes ha fissato il prezzo per i download alla carta. E così facendo ha sottratto potere dalle mani delle case discografiche, degli artisti, degli autori e degli editori”.
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MessaggioInviato: 24 novembre 2008, 12:51
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Ticketmaster rettifica: 'Il biglietto senza costi extra è solo un esperimento'


Non si illudano i frequentatori di concerti: gli esperimenti di Ticketmaster, che per il prossimo tour americano degli Eagles ha deciso di mettere in vendita biglietti senza commissioni e diritti di prevendita (vedi News), non diventeranno una pratica uniforme e generalizzata. E se a dirlo è proprio un dirigente della società, Joseph Freeman, c’è da credergli. Intervenendo a una “Touring Conference” organizzata dal settimanale Billboard a New York, lo stesso Freeman ha anche spiegato che nel caso degli Eagles le commissioni non sono state tagliate ma semplicemente incorporate nel prezzo nominale (il cosiddetto face value) del biglietto. Questione di impatto psicologico: “Da anni amici e familiari continuano a dirmi che sono felici di pagare un biglietto 100 dollari, mentre pagarne 90 più 10 di commissioni li manda in bestia”. Le voci extra non spariranno, ha aggiunto un altro dirigente di Ticketmaster, Derek Palmer, “perché riflettono costi effettivamente sostenuti dall’azienda. Ogni anno spendiamo milioni di dollari in infrastrutture per fornire la tecnologia necessaria alla gestione del business”.
Nel corso dello stesso panel il dibattito si è poi spostato su un’altra innovazione introdotta da Tickemaster, il biglietto stampabile a casa dallo stesso acquirente (il quale, per avere poi accesso al luogo del concerto, deve portare con sé un documento di identità e la carta di credito utilizzata per l’acquisto). Artisti come Tom Waits, AC/DC e Metallica l’hanno accolta favorevolmente, perché permette di arginare il bagarinaggio. Diversamente la pensano, e non è una sorpresa, quelli di StubHub, il più importante sito americano di rivendita dei biglietti: secondo Chuck Lavallee, responsabile dei rapporti col settore musicale, si tratta di “un’iniziativa che restringe il mercato, e così facendo danneggia tutti gli operatori”. Gli stessi uomini di Ticketmaster, annunciando che il sistema verrà adottato sempre più frequentemente dai fan club nel corso del 2009 e 2010, hanno ammesso che “non aiuta a vendere più biglietti”.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.


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MessaggioInviato: 25 novembre 2008, 13:36
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
» 2008-11-24 22:38

Musica: sale mercato digitale +40%

Dati del Mei, meeting etichette indipendenti

(ANSA) - ROMA, 24 NOV - Nel 2007 il mercato digitale della musica e' cresciuto del 40%, secondo dati emersi alla presentazione della XII edizione del Mei.L'uso dei social network e' aumentato dell'86% (soprattutto tra i 13-17 anni); il 34% degli utenti internet fra i 15 e i 24 anni hanno usato il file sharing, il triplo di quelli che usano servizi legali; le piattaforme internet legali dal 2003 al 2007 sono decuplicate. Il Meeting delle etichette indipendenti, in programma a Faenza dal 28 al 30 novembre 2008.


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MessaggioInviato: 25 novembre 2008, 19:07
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
2008-11-25 14:36
Stallo negoziati Beatles su iTunes



Il Fab Four ammette difficolta' tra il gruppo e la Emi
(ANSA) - LONDRA, 25 NOV - Bloccati i colloqui per la pubblicazione dell'intero catalogo dei Beatles su iTunes. Lo rivela Paul McCartney.L'accordo tra la casa discografica Apple Corps (dei Beatles) e l'azienda informatica Usa Apple (proprietaria di iTunes) sembrava aver aperto la via a un accordo. Secondo Paul, la Emi, che ha distribuito la loro musica sin dagli anni 60 'vuole qualcosa che non siamo pronti a dare'. La Emi dice di aver cercato un accordo con la Apple Corps senza successo.


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