Con buona pace per Scaruffi, ¾ di secolo fa, settantacinque anni fa, nasceva a Tupelo, nello stato del Mississippi, Elvis Presley, il RE DEI RE.

Prima di lui ci fu la Chess Records con le sue misconosciute (a quei tempi…) divinità.

Prima ancora ci fu Robert Johnson, e qui la mia prosa viene colta in fallo appena le si chiede un parere o un opinione del predetto.
Conoscendo i miei limiti neanche ci provo, e laconico affermo quanto basta:
ROBERT JOHNSON!

MA ELVIS PRESLEY!!!

Tecnicamente non fu mai paragonabile a Berry o a J.L. Lewis, tuttavia di quella generazione fu il simbolo più assoluto e completo.

Ho sempre considerato la musica, aldilà della “scienza” musica, arte.

La “scienza” musica ha, ed ha sempre avuto, propri paradigmi e proprie formule. E’ una materia e come tale va trattata.

L’ “ARTE” musica è un’altra cosa:
prende in considerazione non soltanto i “blues in MI”, gli assoli di chitarra, gli anni al conservatorio o la capacità d’improvvisazione di tizio o caio.
L’ARTE di fare musica, l’arte di fare letteratura o pittura etc. etc. significa tracciare una linea, immaginaria certo, eppure concreta quanto l’ARTE stessa, dopo la quale tutto quanto viene creato deve necessariamente poter esser ricondotto ai principii partorienti che le diedero modo di essere e da essi giustificata senza costituirne MAI una contraddizione.

Elvis fu ARTE.

Come sovente accade in tali ecumeniche circostanze lo fu inconsapevolmente.
Fondamentalmente ignorante, cominciò per primo a farsi crescere i capelli e le basette.
Fu il primo a muoversi, a ballare, ad agitarsi sul palco, istituendo una scuola attraverso cui sarebbero passati tutti, ma proprio TUTTI.
Fu il primo a dare importanza agli abiti di scena: giacche, anelli, scarpe, cravatte, vestiti in pelle.
Fu la prima rockstar a sperperare milioni ed a spassarsela con centinaia di donne.
Fu probabilmente conservatore e disimpegnato in politica, ma rispettando il classico canovaccio delle rockstar che egli stesso senza saperlo stava contribuendo a creare, si avvelenò con le droghe.
Si esibì fino a pochi giorni dalla sua fine non per gloria o per denaro, ma soltanto perché aveva capito che un mondo senza musica è un mondo senza gioia.
Elvis Presley sta alla storia della musica e del costume e della cultura del secolo scorso così come il muro di berlino sta alla guerra fredda.

GRAZIE RE!

Niente da aggiungere, hai detto tutto.
A me Elvis piace. Mi piace la sua voce calda e profonda, parecchie sue canzoni, il suo modo di essere, tutto ciò che si è costruito intorno (nel bene e nel male) e poi era anche un bel ragzzo, il che non guasta. Ha fatto piangere e sognare milioni di ragazze. Sicuramente è stato il primo sex-symbol del rock. Il secondo ed ultimo è ovviamente Mick Jagger

Si sono d'accordo su tutto, io l'ho ascoltato parecchio Elvis con i miei fratelli piu' grandi, pero' è stato anche il simbolo dell'America dei bamboccioni in certi films invedibili da lui interpretati inoltre non componeva, insomma è stato un grandissimo sicuramente e anche Jagger ha preso molto da lui pero' resta un mito tutto americano abbastanza pacchiano, melenso e francamente, ad oggi, un po' noioso. Cmq W ELVIS

ROSSO57

grande

Sottoscrivo tutto..dopo di lui è stata tutta un'altra storia

X penny
Anche prima.
Prodigalson