mi unisco ad Olia nel ricordo di un grandissimo uomo
ciao Augusto
colgo l'occasione per salutare anche un mio e suo amico

Mi è stato promesso in giorni di sole malato il sapore amaro della morte, ma io non lo conosco ancora.
Conosco però l’impotente bestemmia rabbiosa, lacrimosa che sale da dentro per ognuno che parte così, all’improvviso senza lasciare indirizzo.
Dietro le spalle solo stanze grandi vuote, lunghe, troppo alte, troppo buie.
Io non lo conosco ancora questo viaggio che immagino faticoso e senza speranza, e vedo ogni giorno che passa ogni ora, piena di luce e colori: non può morire la luce e finché il sole si alza sul mondo il mondo fiorisce di bellissimi pensieri che sono fiori.
Tra le musiche della vita milioni e milioni di musiche.
La morte è la musica più straziante più forte, prepotente, cattiva; brucia il foglio della partitura in grigia cenere e in fiamma tutto riduce.
Muore chi ama, chi ha amato chi canta, chi ha cantato chi suona, chi ha suonato.
Sapore amaro quello della morte, sparita è la luce appena venuta piccola luce, giovane luce che piano piano cresceva, senza fretta e illuminava noi e i nostri gesti, non luce accecante che sfoca i contorni delle cose, ma buona semplice dolce che le cose accarezza.
Sparita è la tua luce come passa via la nebbia dalle nostre parti, ognuno grida ma la foschia non si dirada.
Grido muto di disperazione.
Sei arrivato al tuo porto, hai abbandonato il tuo remo, Principe Desiderio, ombra senza età.
(scritta da Augusto Daolio, per ricordare l'amico Dante, morto il 14 maggio 1992)