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Indice  ~  Get Off Of My Cloud  ~  Bob Dylan

MessaggioInviato: 2 agosto 2012, 18:07
Avatar utenteMessaggi: 4034Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11

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MessaggioInviato: 29 agosto 2012, 16:45
Avatar utenteMessaggi: 4750Iscritto il: 29 ottobre 2007, 20:25
siamo nel 2012 e la grandezza di questo uomo è infinita gustatevi questo nuovo video gran pezzo sembra che canti Luis Armstrong :D l'album nuovo promette bene altro che vari ABB e palle varie..cazzo di Bob Dylan parliamo Chapeau!!!!

Bel culo la bionda!!!

http://www.guardian.co.uk/music/musicbl ... ne-whistle


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MessaggioInviato: 5 settembre 2012, 22:28
Avatar utenteMessaggi: 4034Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11
sto ascoltando il nuovo album da un paio di giorni, un grandissimo disco
grande Bob !!!
allego una recensione da rockol.it che condivido


Bob Dylan
TEMPEST
SonyMusic (CD)

Il titolo dell’album è (quasi) identico all’ultima commedia di Shakespeare, “La tempesta”. Ma Bob Dylan, per marcare la differenza, ha detto che la sua opera è senza l’articolo: “Tempest”. Sarà cosi, ma Dylan è un profondo conoscitore del bardo; gli anni sono ormai 71 e la sensazione di opera finale permea tutti i brani. Con queste premesse, il timore è di ascoltare canzoni su cui dare un “oscar alla carriera”, visto anche che si tratta del 35° album. Ma bastano pochi minuti e il cuore si apre: è un grande disco, sicuramente al livello dei migliori.
I testi, come si è già ampiamente anticipato, sono caratterizzati da una atmosfera dark: morte, sangue, perdite, catastrofi … L’inizio con il fischio di Duquesne sembra il ricordo di un treno scaturito da un tempo passato. Il video che ha accompagnato la canzone accentua quest’atmosfera cupa e disperata: la società è violenta, si sta meglio nei sogni. E Dylan è un magnaccia (“You say I’m a gambler, you say I’m a pimp”) circondato da una schiera di strani personaggi - compreso un sosia dei Kiss.

“This is a hard country to stay alive”, canta Dylan “Narrow Way”; tutto il disco è in crescendo: una cupa, folle, visionaria e provocatoria collezione di canzoni come ne propoponeva da lungo tempo. Le tre canzoni finali sono pervase dall’orrore e dalla morte: la title track, “Tempest”, è il lungo racconto dell’affondamento del Titanic, ispirato da una canzone della Carter Family e, in parte, dal film di James Cameron. Viene anche citato Leo Di Caprio in questa lunga (14 minuti e 42 strofe) ballata: una sorta di “Desolation row” 40 anni dopo, con una cinica e sconsolata visione della società e dei tempi in cui viviamo. La canzone finale, “Roll on John” è dedicata a Lennon, colto nel momento del suo assassinio: “You are about to breath your last …You burned so bright”. Il finale della canzone sembra fortunatamente meno sconsolato, ma “Roll on John” non toglie il senso di dolore che pervade il disco, solo parzialmente mitigato dall’amore e amicizia e dalla fede. “Volevo qualcosa di religioso” ha confidato Dylan a Rolling Stone.
Il sound è un mix di blues, country e folk e, finalmente, rock. A differenza dei precedenti dischi Dylan è meno preso da scelte sonore vintage e sporche: è diventato padrone della musica, sostenuto dalla sua solita band che è al meglio, esaltata da una produzione più pulita, con suoni e arrangiamenti impeccabili. David Hidalgo dei Los Lobos s’inserisce a meraviglia con la fisarmonica e il violino; Dylan e la sua band recuperano il suono al mercurio che aveva caratterizzato i suoi dischi migliori. Sembra una sintesi di tutta la sua musica, con reminescenze da “Higway 61” ( “Narrow way”, “Scarlet town”, “Early Roman Kings”) da “John Wesley Harding” (“Tempest”) e ballate perfette (“Tin angel”, “Long and wasted years”, la stessa “Tempest”). La canzone iniziale ha un sound che ricorda “New morning”, ma è una melodia del tutto nuova e resta a lungo in testa. Infine la voce di Dylan, roca, ma finalmente in ottima forma, con energia e senza paura: fornisce una prova di grande e suggestivo livello compattandosi a meraviglia con la band.
Is this the last time? In realtà “La tempesta” non è l’ultima opera di Shakespeare, ma la penultima, per cui speriamo bene. Roll on, Bob...

(Alberto Sibilla/Gianni Sibilla)


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MessaggioInviato: 5 settembre 2012, 22:39
Avatar utenteMessaggi: 4750Iscritto il: 29 ottobre 2007, 20:25
Chapeau Chapeau Chapeau e solamente Chapeau!! io l'ho già ascoltato da pirata come sono un capolavoro assoluto che solo lui si può permettere di fare a 71 anni di età e nel 2012.....Bob is Number one!!!!!


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MessaggioInviato: 6 settembre 2012, 18:44
Avatar utenteMessaggi: 4750Iscritto il: 29 ottobre 2007, 20:25
se vogliamo l'unica nota dolente in questo disco è la sua voce e stavo pensando se avesse la voce di un tempo in questi meravigliosi brani, bè sarebbe ancor più grande questo capolavoro però lui è Bob mica uno qualunque....sinceramente lo preferisco di più al precedente (altro capolavoro) mi prende di più non sò il perchè non sò spiegarlo ma bisogna solo ascoltarlo.... :cool:


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MessaggioInviato: 8 settembre 2012, 13:50
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Ascoltato tutto stamane, perle di canzoni e testi davvero massacranti. Grande Bob, grazie.


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MessaggioInviato: 12 settembre 2012, 19:43
Avatar utenteMessaggi: 4034Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11
Bob Dylan

Tempest

2012
Sony

Arianna Mossali

Bob Dylan è uno di quei nomi che non possono mancare nella personale playlist dell’ascoltatore dal mediamente sofisticato in su. C’è chi lo reputa un artista intramontabile, destinato, si spera il più tardi possibile, ad eguagliare il mito di Elvis e di John Lennon; secondo alcuni (esistono, ve lo assicuro: purtroppo ho avuto la tristissima esperienza di parlarci), non è più che un distinto signore 70enne, neanche tanto intonato, che, come altre star ormai sul viale del tramonto, custodisce il santuario dei memoires di se stesso, vivendo delle ceneri di una carriera giunta al capolinea. Che però abbia scritto la Storia della Musica, nessuno si sogna di contestarglielo, e questo è un bene. E’ rassicurante sapere che qualsiasi cosa esca dalle sue mani sarà sicuramente di qualità, e al tempo stesso, pur trattandosi di Bob Dylan, non si sa mai cosa aspettarsi. Infatti, con una svolta noir ferina e inattesa, eccolo pubblicare un insolito album intriso di delitti e castighi, misteri, melodie notturne e malinconiche.

Proprio l’intreccio musicale è la prima cosa che cattura l’attenzione in Tempest, stornando temporaneamente l’attenzione da quello che è il marchio di fabbrica del repertorio dylaniano, ovvero l’uso inconsueto e spiazzante delle parole, che qui è comunque ai massimi livelli. L’ibrido perfidamente intrigante di folk, blues alla Muddy Waters e ragtime Made in Louisiana, che Dylan e la sua road band (a cui si è aggiunto David Hidalgo, ex Los Lobos) hanno creato per Tempest, cattura a un punto tale che ci si mette un po’ a realizzare che va di pari passo con liriche inusitate anche per un funambolo della lingua inglese come il vecchio Bob: sporche, cupe, terrene, a tratti rasenti il thriller (Soon After Midnight, Pay In Blood, Tin Angel), sempre caratterizzate da attente scelte lessicali, metafore acrobatiche e figure retoriche dalla cantilenante musicalità folk (“The meddlers and peddlers, they buy and they sell/ They destroyed your city, they'll destroy you as well”; "Even death has washed its hands of you"; "I'm still hurting from an arrow that pierced my chest/ I'm gonna have to take my head and bury it between your breasts"; "There are secrets in my eyes that I can't disguise"; "The evil and the good living side-by-side... Where all human forms seem glorified"; “I’m gonna pay in blood, but not my own”), a conferma del fatto che Bob Dylan rimane sempre e innanzitutto un grande poeta. La presenza dominante dell’elemento-sangue può avere molteplici interpretazioni, a cominciare da quella mistica: Dylan ha infatti affermato di aver cercato di imprimere un senso di spiritualità a questo album. Posto che la sua personale religiosità include tanto Pay In Blood con annessa accusa di profonda bastardaggine rivolta direttamente a Dio per tutto ciò che ci fa sopportare, quanto la struggente ballad Roll On John, scritta per l’amico Lennon, è possibile che la dimensione “intima” di Tempest stia in una ricerca delle proprie radici, sia musicali che spirituali. Per questo, forse, l’album suona molto più folk rispetto al “solito” Dylan, e le passioni descritte assumono questi contorni oscuri, primitivi e opprimenti. Non è casuale, infatti, il riferimento alla "Tempesta" shakespeariana, e forse siamo al cospetto di un reale tentativo di emulazione più che di un semplice omaggio letterario, vista la rilevanza che assume questa passionalità potente e drammatica in Tin Angel.

C’è molto del Dylan più umano e terreno e poco di quello rock’n’roll e impegnato, che tuttavia si intravvede distintamente in Early Roman Kings: i prepotenti sovrani di Dylan indossano giacca e cravatta, lavorano nei grandi centri del potere finanziario e politico e tirano le fila del destino mondiale. Per il consumo della canzonetta a combustione istantanea, basta accendere la radio o la tv, tanto sono tutte talmente indistinguibili l’una dall’altra che manco vi renderete conto di cosa state ascoltando. Ma solo se vi chiamate Bob Dylan potete permettervi di scrivere un brano di 14 minuti (!!) intitolato Tempest, che parla del Titanic e delle storie di umana bestialità che a bordo di esso si sono intrecciate, e pubblicarlo con la certezza che la gente troverà il tempo di ascoltarlo, pur sapendo già come va a finire la storia. Perché qui siamo in una dimensione ultraterrena ed extra-temporale della musica. Siamo nei pressi del capolavoro.

(11/09/2012) - ©2002 - 2012 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati


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MessaggioInviato: 12 settembre 2012, 19:48
Avatar utenteMessaggi: 4034Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=mns9VeRguys&feature=player_embedded#![/youtube]


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MessaggioInviato: 13 settembre 2012, 15:22
Messaggi: 1822Iscritto il: 11 febbraio 2007, 4:36
lo sto ascoltando un po' su youtube... stupefacente!
correte a comprarlo, questo SIGNORE, nel 2012, in barba alle mode, ai lustrini ed a tutte le cazzatte che circondano il mondo di alcune star (senza polemica con i ns) ha fatto un signor album.

Folk, blues e rock'n'roll!

RISPETTO INFINITO!

l'ho prenotato seduta stante!!!


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MessaggioInviato: 13 settembre 2012, 16:33
Avatar utenteMessaggi: 2966Località: Lamezia TermeIscritto il: 16 febbraio 2007, 19:51
totore ha scritto:
lo sto ascoltando un po' su youtube... stupefacente!
correte a comprarlo, questo SIGNORE, nel 2012, in barba alle mode, ai lustrini ed a tutte le cazzatte che circondano il mondo di alcune star (senza polemica con i ns) ha fatto un signor album.

Folk, blues e rock'n'roll!

RISPETTO INFINITO!

l'ho prenotato seduta stante!!!


Salvatore bello, come non quotarti.
ma non scordarti di comprae (o rubare) Mark Knopfler e Ry Cooder!

Ciao


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MessaggioInviato: 16 settembre 2012, 17:05
Messaggi: 1822Iscritto il: 11 febbraio 2007, 4:36
anche knopfler è in arrivo :D
quello di cooder non l'ho sentito ancora, lo farò domani e poi valuto...
saluti


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MessaggioInviato: 24 dicembre 2012, 22:50
Avatar utenteMessaggi: 4034Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11
Mostra di Bob Dylan a Milano dal 4 febbraio

24 dic 2012 - Bob Dylan, recentemente omaggiato dall'esposizione "360 sound: the Columbia Records story" al Grammy Museum di Los Angeles, esporrà sue opere a Milano dal prossimo 4 febbraio. La notizia viene comunicata dal sito ufficiale del Comune di Milano ed è contenuta in un lungo comunicato che fornisce anticipazioni sulle mostre che si terranno negli spazi dell'amministrazione nel 2013. La Giunta comunale ha approvato il piano lo scorso 21 dicembre. Si tratta di "oltre cinquanta proposte per un'’offerta multiculturale, realizzata spesso in collaborazione con grandi istituzioni internazionali: dalla Serpentine Gallery di Londra al Deutsches Historisches Museum, dall’Haus der Kunst di Monaco al Jeu de Paume di Parigi, dal Whitney Museum di New York alla Pinacoteque de Paris, dal Musée Rodin di Parigi alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, dal Staedel Museum di Francoforte al Moderna Museet di Stoccolma, fino all'’American Museum of Natural History di New York". “Il programma nella sua completezza sarà presentato durante una conferenza stampa che si svolgerà a Palazzo Reale il 14 gennaio prossimo –- ha dichiarato l'’assessore alla Cultura Stefano Boeri – ma anticipiamo oggi le prime mostre in programma nelle diverse sedi espositive, che si confermano protagoniste dell'’offerta culturale internazionale e consolidano ulteriormente il loro ruolo nel panorama della culturale italiana ed europea". E qui si arriva al menestrello di Duluth. "Le stanze dell'’Appartamento di Riserva ospiteranno dal 4 febbraio le opere di Bob Dylan, per la prima volta esposte in uno spazio pubblico italiano. Una serie di dipinti, intitolata New Orleans , propone venti immagini realizzate da Dylan con un taglio cinematografico, realizzate in una atmosfera quasi monocroma".

© Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.


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MessaggioInviato: 2 febbraio 2013, 13:01
Avatar utenteMessaggi: 4034Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11
I dipinti di Dylan in mostra a Milano

"The New Orleans Series" per la prima volta in Italia

da http://www.jamonline.it
01 febbraio 2013

Immagine


Dal 5 febbraio al 10 marzo, 22 dipinti della serie “New Orleans” verranno esposti a Palazzo Reale, Milano.

Stando al comunicato stampa ufficiale, le opere in mostra sono «liberamente ispirate ad alcune fotografie».
L’ambientazione di questa nuova serie è la città di New Orleans, «non quella di oggi, sopravvissuta alla devastante alluvione, ma quella impregnata della decadente eleganza degli anni ’40 e ’50. Il tempo si percepisce come rallentato e a questa sensazione contribuiscono i colori, applicati sulla tela in uno stile quasi cinematografico dove lo sguardo, come la lente di una cinepresa, prende la forma della registrazione piuttosto che del ricordo. Anche le emozioni sembrano intrappolate, in attesa di essere liberate dall’occhio dell’osservatore».

La mostra è un’opportunità unica in Europa per scoprire Bob Dylan come artista visivo dopo la sua prima personale del 2007 al Kunstsammlungen di Chemnitz, dove ha presentato acquarelli e gouaches frutto del suo diario di viaggio, e la mostra al National Museum a Copenhagen nel 2010, che ha ospitato la serie di dipinti intitolata “The Brazil”.


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MessaggioInviato: 4 marzo 2013, 22:02
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
The Greatest Bob Dylan Covers
10 artists with definitive takes on classic Dylan tracks


Read more: http://www.rollingstone.com/music/news/ ... z2MbDLy2aM
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Jimi Hendrix, "All Along the Watchtower" (Electric Ladyland, 1968)
Hendrix echoes the apocalypse of Dylan's final verse with guitar riffs like gale-force winds. "It overwhelmed me," Dylan said.

The Byrds, "Mr. Tambourine Man" (Mr. Tambourine Man, 1965)
The first Dylan song to hit Number One on the pop charts, in June 1965 — their incandescent jangle made Dylan's word rush feel like a psychedelic experience.

Stevie Wonder, "Blowin' In The Wind" (Uptight (Everything's Alright), 1966)
On his 1966 version, Wonder brought out the gospel in a folk song that was itself based on an anti-slavery spiritual.

Them, "It's All Over Now, Baby Blue" (Them Again, 1966)
Sung by a 20-year-old Van Morrison, Them's 1966 version turns the original's cerebral kiss-off into a boozy howl.

Jim James and Calexico, "Goin' To Acapulco" (I'm Not There soundtrack, 2007)
The My Morning Jacket frontman's high tenor takes this Basement Tapes gem to a distant place even Dylan and the Band couldn't reach.

Jerry Garcia and Merl Saunders, "Positively 4th Street" (Garcia Plays Dylan, 2005)
Dylan's ultimate fuck-you gets sung with gentle California equanimity on this 1973 recording. Garcia shoots his solos straight at the heart, killing with kindness.

Emmylou Harris, "Every Grain of Sand" (Wrecking Ball, 1995)
Harris delivered Dylan's ballad of spiritual struggle in her sublimely weathered voice; produced by Daniel Lanois, it hangs perfectly between heaven and earth.

George Harrison, "If Not For You" (All Things Must Pass, 1970)
This gorgeous rendition of a handsomely simple love song appears on 1970's All Things Must Pass, lit up with harmonica and Harrison's silvery slide-guitar licks.

Roger McGuinn, "Up to Me" (Cardiff Rose, 1976)
In 1976, McGuinn took a shot at this storied Blood on the Tracks outtake about manning up and doing what needs to be done. McGuinn made it his own, changing the word "harmonica" to "Rickenbacker."

PJ Harvey, "Highway '61 Revisited" (Rid of Me, 1993)
Polly Jean Harvey brings forth a speaker-blowing Frankenstein of Delta blues, heavy-metal power chords and hyperventilating vocals, all animated by a slithering Captain Beefheart groove.


http://www.rollingstone.com/music/news/ ... s-20110511


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MessaggioInviato: 22 aprile 2013, 19:36
Avatar utenteMessaggi: 4034Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11
Bob Dylan, Wilco e My Morning Jackett insieme per un tour tutto americano

È un terzetto stellare quello che si esibirà nelle varie tappe del tour Americanarama, sfortunatamente fino ad ora circoscritte al solo Nord America. Gli spettatori del festival itinerante dedicato alle radici della musica americana potranno infatti assistere alle esibizioni del patriarca Bob Dylan, dei Wilco e dei My Morning Jackett. Se il primo è indubbiamente il padre fondatore di quel rock-blues americano che il festival celebra, gli alri due sono degni eredi che hanno ripeso quella tradizione declinandola con l’alternative rock, nel caso della band di Jeff Tweedy, e con la psichedelia, per quanto riguarda il gruppo del Kentucky.

L’annuncio è stato fatto ieri dal sito di Dylan, aggiungendo che alcune date vedranno in apertura le esibizioni del Richard Thompson Electric Trio e di Ryan Bingham. La tournée inizierà il 26 giugno dalla Florida e andrà avanti per 22 tappe complessive quasi tutta l’estate, fino a terminare il 4 agosto in California. Il tour Americanarama diventa così una celebrazione di quella che è diventata la musica tradizionale americana, partendo dalle radici ma cambiando di volta in volta faccia per rimanere sempre attuale. Per gli appassionati che ne avranno la possibilità, un evento imperdibile. In questo caso la prevendita dei biglietti aprirà il 24 aprile.

Bob Dylan Americanarama tour 2013

26 giugno – West Palm Beach, FL Cruzan Amphitheatre
27 giugno – Tampa, FL Live Nation Amphitheatre
29 giugno – Atlanta, GA Aaron’s Amphitheatre at Lakewood
30 giugno – Nashville, TN The Lawn at Riverfront Park
02 luglio – Memphis, TN AutoZone Park (con il Richard Thompson Electric Trio)
05 luglio – Noblesville, IN Klipsch Music Center (con il Richard Thompson Electric Trio)
06 luglio – Cincinnati, OH Riverbend Music Center (con il Richard Thompson Electric Trio)
10 luglio – St. Paul, MN Midway Stadium (con il Richard Thompson Electric Trio)
11 luglio – Peoria, IL Chiefs Stadium (con il Richard Thompson Electric Trio)
12 luglio – Chicago, IL Toyota Park (con il Richard Thompson Electric Trio)
15 luglio – Toronto, Ontario Molson Canadian Amphitheatre (con il Richard Thompson Electric Trio)
18 luglio – Darien Center, NY Darien Lake Performing Arts Center (con Ryan Bingham)
19 luglio – Bridgeport, CT The Ballpark at Harbor Yard (con Ryan Bingham)
20 luglio – Mansfield, MA Comcast Center (con Ryan Bingham)
23 luglio – Columbia, MD Merriweather Post Pavilion (con Ryan Bingham)
24 luglio – Virginia Beach, VA Farm Bureau Live at Virginia Beach (con Ryan Bingham)
26 luglio – Hoboken, NJ Pier A Park (con Ryan Bingham)
27 luglio – Wantagh, NY Nikon at Jones Beach Theater (con Ryan Bingham)
28 luglio – Camden, NJ Susquehanna Bank Center (con Ryan Bingham)
31 luglio – Denver, CO Fiddler’s Green Amphitheatre (con Ryan Bingham)
01 agosto – Salt Lake City, UT USANA Amphitheatre (con Ryan Bingham)
03 agosto – Irvine, CA Verizon Wireless Amphitheatre (con Ryan Bingham)
04 agosto – Mountain View, CA Shoreline Amphitheatre (con Ryan Bingham)


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