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Indice  ~  Get Off Of My Cloud  ~  Bruce Springsteen & The E-Street Band

MessaggioInviato: 30 giugno 2016, 13:08
Messaggi: 553Iscritto il: 12 marzo 2007, 20:06
Domenica qualcune sarà a San siro?


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MessaggioInviato: 30 giugno 2016, 16:39
Avatar utenteSite AdminMessaggi: 3974Località: MilanoIscritto il: 6 gennaio 2006, 23:20
ovvio, prato!


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MessaggioInviato: 30 giugno 2016, 23:29
Messaggi: 179Iscritto il: 9 novembre 2013, 14:04
E alla fine ce l'ho fatta anche io. Prato a prezzo di listino e tanti saluti ai bagarini.

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MessaggioInviato: 1 luglio 2016, 0:47
Messaggi: 220Località: BiellaIscritto il: 8 aprile 2014, 0:16
Domenica: <tele secondo anello blu 220


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MessaggioInviato: 2 luglio 2016, 11:12
Messaggi: 553Iscritto il: 12 marzo 2007, 20:06
delfoo ha scritto:
Domenica: <tele secondo anello blu 220



Idem.... :D


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MessaggioInviato: 4 luglio 2016, 9:59
Avatar utenteMessaggi: 2483Iscritto il: 23 giugno 2006, 1:46
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grande renato che e' salito sul palco e ha abbracciato il boss!


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MessaggioInviato: 4 luglio 2016, 17:47
Messaggi: 4076Località: SALERNOIscritto il: 5 maggio 2008, 23:29
Ho visto il servizio al TG...4 ore di concerto :shock: :shock: Non ci vado matto ma chapeau!


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MessaggioInviato: 4 luglio 2016, 18:19
Messaggi: 179Iscritto il: 9 novembre 2013, 14:04
Personalmente non credo sia stata la miglior performance di bruce a s. Siro anzi..forse per la prima volta mi è parso di vedere un calo. Certo cmq che si parla di un 66 enne e resta uno dei migliori show in circolazione. Ha comunque suonato 3:45 con una prima ora tiratissitima. ..
E poi credo facesse caldo anche per lui, veramente bestiale ieri. Drive all night e jungleland da morire.

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MessaggioInviato: 5 luglio 2016, 9:53
Messaggi: 2142Località: trevisoIscritto il: 24 febbraio 2006, 0:28
sici ha scritto:
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grande renato che e' salito sul palco e ha abbracciato il boss!



davvero...?! hai ragione,non grande,grandissimo!


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MessaggioInviato: 5 luglio 2016, 19:12
Avatar utenteMessaggi: 2114Località: ItalyIscritto il: 20 dicembre 2010, 22:27
Un articolo straordinaria del Professore.

Bruce Springteen & The E Street Band live a Milano, 3/07/2016

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di Mauro Zambellini

Qualche mese fa, quando venne annunciato il nuovo tour, scrissi sulla mia pagina di facebook che questo sarebbe stato il mio ultimo concerto di Springsteen. Ho cominciato a vederlo nel 1981, a Zurigo, nel tour di The River e dopo 35 anni col The River Tour Revisited mi sembrava l’occasione giusta per chiudere un cerchio, anche perché gli ultimi show a cui avevo assistito, in particolare quello di Udine del 2009 e Milano 2013, quando presentò l’intero Born In The Usa, mi avevano lasciato un po’ l’amaro in bocca.

Quaranta concerti visti del Boss nel corso degli anni, con la E Street Band, solo e con quella stramba band del 1992/93 potevano bastare, i sogni non durano all’infinito, ma dopo il concerto visto ieri sera a San Siro, 3 luglio, non sono così sicuro di mantenere fede alla mia affermazione.

È stato emozionante, tanto emozionante, ancora una volta, ancora adesso che ho più del doppio degli anni che avevo nel 1981, ho vissuto una serata in cui un cantante, un rocker e la sua band hanno investito una folla di sessantamila persone di una gioia collettiva indescrivibile, ignota a coloro che non hanno mai visto un concerto di Bruce, ragione per la quale la stragrande maggioranza di chi la prova ritorna a suoi concerti, ragione per cui il sottoscritto mette in discussione l’affermazione fatta.

Si è vissuto un’altra volta una comunione generale di felicità, allegria, coinvolgimento, una magia che viene trasmessa dagli artisti e recepita dal pubblico in maniera biunivoca, trasformando un semplice evento musicale in qualcosa di trascendentale pur con le connotazioni squisitamente terrene del rock n’roll come se la spiritualità si fondesse con un piacere fisico e sensuale. Non si va più, almeno per chi lo conosce da tanto, ad un suo concerto per cercare una reason to believe ma per gioire, far festa, liberare corpo e mente in un sabba collettivo di suoni elettrici e ballate da far accapponare la pelle.

Devo ammettere che prima di andare allo stadio avevo delle perplessità, alimentate da qualche ascolto su youtube dei concerti precedenti e un po’ condizionato dal turbinio di cose lette sui social, qualcuna sensata, molte ingiustificate, altre fastidiosamente devozionali da rasentare una sottomessa fede religiosa, altre pretestuose come quelle che, giustificate dal caro-biglietto (non esclusivo comunque di un concerto del Boss) si inoltravano in analisi marxiste-leniniste della sua vita borghese arrivando a bollare l’artista un venduto al capitalismo della società dello spettacolo, un prezzolato. Altre ancora che, rimanendo nell’alveo di com’era verde la mia valle lo accusavano oggi, con tutta quella messa in scena dei recenti tour coi bambini sul palco e il karaoke dei cartelli, un clown, una sorta di scoppiato come Elvis Presley a Las Vegas. È pur vero che in Italia la prassi di chi fluttua da una barricata all’altra con identica foga è ben diffusa in molte manifestazioni sociali, ma l’astio nei confronti dell’artista e del suo concerto mi sono parsi esagerati e un po’ ridicoli, specie per un ambito musicale. In più si erano messi i tanti che si sentivano traditi dal fatto che il nuovo The River Tour 2016 avesse perso per strada molte canzoni di quel disco e così gridavano alla truffa.

Tutto ciò a Milano il 3 luglio non è avvenuto perché di quel disco sono state eseguite ben 14 canzoni (su 20). Qualche perplessità la nutrivo anch’io e l’ho tuttora, perché se è vero che il concerto nel suo insieme mi ha emozionato oltre ogni previsione, e alla fine coinvolto, è pure vero che la resa vocale di Springsteen specie nei brani più strillati e focosi di The River, e mi riferisco a Jackson Cage, Two Hearts, Crush On You, Out In The Street, I’m Rocker, è piuttosto sofferente e mostra i limiti degli anni, che alcuni classici come The River, The Promised Land e Born To Run non siano stati all’altezza delle esibizioni migliori, che la stecca all’inizio di Drive All Night è parsa imbarazzante e che Spirit In The Night, canzone che amo alla follia, sia stata trattata quasi con una sufficienza da crooner privandola di quell’enfasi notturna e soul-blues che possiede.

Ma con tre ore e quarantacinque minuti di show ed una scaletta record di 36 titoli, perché di show si tratta anche se non ci sono luci e trucchi da avanspettacolo, queste sono cose non solo perdonabili ma secondarie, specie per un’artista che ha sulle spalle 67 anni e da una band, che a parte Jakob Clemons, è abbondantemente over sixty. Il circo rock? il karaoke? Beh se circo si tratta, ci faccio l’ abbonamento stagionale perché un circo cosi divertente e travolgente non ce ne sono in giro, il rock n’roll continua a girare a manetta, le chitarre urlano e la band, “ridotta” ad otto senza il caravanserraglio degli ultimi anni, si è rimessa in riga ed è tornata ad essere una rock n’roll band. Little Steven è più credibile, sia nei duetti che con la chitarra, Nils Lofgren fa le sue giravolte e dovrebbe, comunque, essere usato di più visto le sue qualità tecniche, le due tastiere si passano la palla tra organo, piano ed elettronica varia, Max è rimasto il solito picchiatore, Soozie Tyrrell il tocco femminile che ci vuole ed il bassista Garry Tallent un bassista che meriterebbe molti più elogi di quanti ne ha visto la precisione, l’essenzialità, il taglio rocker del suo stile. Jakob ce la mette tutta, è fin tenero nel suo sforzo di imitare lo zio, quando l’assolo di sax è secco, conciso, shouter è brillante, quando, nella Jungleland da brividi con cui si è aperta la parte finale della prima esibizione milanese, deve enfatizzare l’epica sinfonia di un film in bianco e nero, è bravo, volenteroso ma gli manca quel romanticismo e quel lirismo che il sax dello zio sapeva infondere al brano.

E poi c’è Springsteen che ha allentato il suo lavoro chitarristico forse per via di un gonfiore alla mano, come si poteva vedere dallo schermo, ma si prodiga come uno showman totale, cantando, presentando, agitandosi, buttandosi tra il pubblico, passeggiando sulle pedane laterali, urlando a squarciagola, ballando e abbracciando le ragazze raccolte dal pit in Dancing In The Dark, uno dei pezzi leggeri del suo repertorio che il sottoscritto immancabilmente si ritrova a ballare spensierato come fosse la Miss You della E Street Band. E poi si immerge nel pathos di ballate che, per chi scrive, sono state la parte più struggente e significativa del concerto. Indipendence Day e Point Blank un tuffo al cuore, mi hanno ributtato indietro negli anni, allo Springsteen dell’81 a Zurigo e a quello imparato a memoria nei bootleg del ’78, quest’ultima rallentata come a narrazione per aumentarne il taglio drammatico, e così Drive All Night lenta, malinconica, cupa fino alle lacrime, impreziosita dalla citazione di Dream Baby Dream, e Jungleland la sinfonia newyorchese che ogni vecchio fan di Springsteen vorrebbe sentire.

E ha sentito, ha applaudito, ha chiuso gli occhi e vissuto fino all’ultima nota, assieme all’incredulità del numeroso pubblico giovane presente, un ricambio generazionale così ampio che nessun altro grande nome del rock vanta in questi anni. Certo questo pubblico del pit, “nato” con e dopo The Rising, brano accolto con un ovazione pari a quella di The River e Born In The Usa, è anche quello un po’ invadente della cartellonistica e del karaoke perché mi faceva specie vedere Bruce catapultarsi tra il pubblico tra cartelli piazzati a pochi centimetri dal viso, ma fa parte del circo ed il 3 luglio le richieste hanno permesso Lucky Town e una strepitosa versione nuggets fifties di Lucille di Little Richard, uno dei tanti momenti rock n’roll dello show. Indimenticabile, allo stesso modo dello scatenato rockbilly-blues di Working On The Highway, di Ramrod, di You Never Can Look (But You Better Not Touch) e di My Love Will Not Let You Down con un crescendo da togliere il fiato nella parte strumentale.

Un pubblico unico quello di Milano, the best public in the world come ha sottolineato Bruce, una festa collettiva che ha avuto l’apoteosi quando tutto lo stadio illuminato a giorno si è alzato in piedi e ha ballato sul tema funky-soul di Tenth Avenue Freeze Out, e sullo schermo sono comparse le immagini della E-Street Band e dei suoi defunti, e su una lunghissima e caracollante Shout nella quale Bruce con un brano degli Isley Brothers ha portato 60 mila persone “a vedere la luce” dal reverendo James Brown e dato fondo alla sua ultima goccia di sudore dopo una titanica performance di 225 minuti (certo come capitalista lavora più di Stakanov), prima di zittire San Siro in una commovente versione in solitario di Thunder Road, ultima magia di un concerto non perfetto ma emozionante, corale e con una scaletta da favola.

Con queste quasi 4 ore portate a casa a fatica con amore per il proprio pubblico e con questa dignità, un Boss ormai invecchiato ma proprio per questo ancora più umano, alla fine di Thunder Road si è fermato a guardare il catino di San Siro traboccante di sudore e amore, forse pensando a come è passato in fretta tutto questo tempo, alla strada fatta e all’orgoglio di avere costruito questo rapporto con il pubblico, forse immalinconito, senza promettere di tornare in futuro come aveva fatto in altre occasioni, se non per lo show di due giorni dopo, confondendosi tra lunedì e martedì, tergiversando sul palco come se non volesse andarsene, come se volesse guardare i 60 mila di Milano per ringraziarli ad uno ad uno. Questo è Bruce Springsteen.

http://www.buscadero.com/bruce-springte ... o-3072016/


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MessaggioInviato: 6 luglio 2016, 2:58
Messaggi: 179Iscritto il: 9 novembre 2013, 14:04
Seconda data pazzesca con scaletta da urlo.
Andate a vedere

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MessaggioInviato: 6 luglio 2016, 20:01
Avatar utenteSite AdminMessaggi: 3974Località: MilanoIscritto il: 6 gennaio 2006, 23:20
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Bruce Springsteen & The E-Street Band
Milano, San Siro 3-5 Luglio 2016
"Best Audience In The World"



Generalmente quando assisto ad un concerto che mi emoziona poi non trovo le parole i giorni successivi per scrivere una recensione e raccontare com'e' stato a chi non c'era, in questo caso me lo sono praticamente imposto visto che la doppietta del 3 e 5 luglio 2016 rimarrano tra i piu grandi show musicali che abbia mai visto.

Un totale di 7 ore e 15 minuti (3 ore e 42 la prima - "solo" 3 ore e 33 la seconda), 68 brani (35+33) di cui ben 51 diversi e solo 17 ripetuti entrambe le volte... sono numeri da overdose!
Eppure per scrivere queste due righe ho messo in sottofondo gli strepitosi bootleg del '78 a Winterland e all'Agora di Cleveland... certo se li paragoniamo il livello globale della band e' per forza calato, la potenza e' inferiore, Bruce ha 66 anni, Jack il figlio del piu grande sassofonista della storia del Rock e' molto bravo ma Clarence Clemons manca eccome. Detto questo e' stato pazzesco, non si e' fermato neanche un secondo... 1,2,3 e subito il brano successivo. Ammetto di avere guardato l'orologio solo nei momenti in cui faceva qualche attimo di pausa per controllarlo, e sarà successo al massimo due volte, non oso immaginare quindi cosa voglia dire averlo visto all'apice della forma trent'anni fa.

Inizialmente non avevo in programma di andare anche il martedi, avevo preso il mio prato mesi fa per la domenica e non ero interessato al fatto che due sere dopo a 900 metri da casa avrebbe replicato. A metà del primo concerto, per quanto mi stava piacendo, ho deciso che avrei almeno tentato, e senza tante difficolta ho trovato un altro biglietto.
Non mi sono per niente pentito, anzi, a causa della scaletta stravolta ho praticamente assistito alla parte1 e alla parte2, come fosse una partita di andata e ritorno.

Ho assistito quindi a tutti gli shows che ha tenuto a San Siro (escluso il 1985 per ovvi motivi) e ogni volta e' stata una scarica di energia che ha investito lo stadio piu bello del mondo, il Boss e' stato capace di prendersi 3 anelli per mano e portarli in giro per qualche ora dove voleva, complice il suo pubblico, lo spettacolo nello spettacolo.
Il fans club ha indetto un crowdfunding e ha raccolto qualche migliaia di euro per realizzare la coreografia la prima sera che ha coinvolto tutto l'impianto prato compreso, era gia successo nel '13 ma anche stavolta ha emozionato il Boss nel momento del suo arrivo sul palco sulle note di Morricone.
Sappiamo che ha un rapporto particolare ed e' affezzionato al vecchio stadio di Milano e ammetto che anch'io, malgrado sia abituato ad andarci ogni maledetta domenica, ogni volta che accedo nel campo da gioco e mi guardo intorno rimango estasiato dalla sua bellezza e imponenza.

Nel corso delle sette ore si e' visto di tutto: rock and roll con 120.000 persone che han ballato scatenate, superhit cantate a squarciagola ma anche brani lenti da pelle d'oca che han messo a tacere tutti.
Il pomeriggio del 3 si e' presentato da solo con l'acustica e ha suonato una canzone per i fans gia nel pit.
Verso la fine del 5 ha finto di svenire e di farsi portare via in barella (da Claudio Trotta) per poi riprendersi e riattaccare "Shout" tra il delirio del pubblico.
Poi richieste di pezzi di vario genere scritte sui cartoni soddisfatte da Springsteen che le sceglieva nei suoi "giretti" tra la folla, ragazze invitate a salire sul palco a ballare con i vari musicisti, un bambino alla chitarra e poi il grande Renato Tammi che si e' messo anche a duettare al microfono alla fine di Dancing In The Dark, ero emozionato per lui, complimenti ragazzo hai tenuto il palco di San Siro da dio!!

Tra la due serate ho preferito la scaletta del 5/7, anche se vince di poco: Prove It All Night, Fire, Rosalita e Mary's Place le migliori.
Del 3/7 Jungleland e Point Blank son state da brividi, Independence Day spettacolare, forse avrei evitato un paio di classiconi tipo Born In The Usa e Because The Night, troppo inflazionate.
Peccato non aver sentito "Lost In The Flood" che aveva fatto qualche giorno prima... il vero motivo per cui ho replicato.

Una cosa che non ho capito ma evidentemente era fatta apposta e' stata quella di accendere le luci a giorno a piu di un'ora dalla fine di entrambi gli spettacoli, trovo che vada bene farlo per qualche brano ma poi sarei tornato all'atmosfera notturna, piu intima.

Da segnalare anche Cadillac Ranch, Sherry Darling (la mia preferita), The River (dall'album che da il titolo al Tour), Streets Of Fire, e tante altre, poi sinceramente sono troppe e me le confondo anche!
Ha chiuso da solo all'acustica, era l'unico modo per andarsene dopo aver fatto uno show del genere, complimenti Boss, hai portato via anche le chiavi dello stadio

Jacopo



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Milano, San Siro - 3 Luglio 2016

Land of Hope And Dreams
The Ties That Bind
Sherry Darling
Spirit In the Night
My Love Will Not Let You Down
Jackson Cage
Two Hearts
Independence Day
Hungry Heart
Out In The Street
Crush On You
Lucille
You Can Look (But You Better Not Touch)
Death To My Hometown
The River
Point Blank
Trapped
The Promised Land
I'm A Rocker
Lucky Town
Working On The Highway
Darlington County
I'm On Fire
Drive All Night
Because The Night
The Rising
Badlands

Jungleland
Born In The U.S.A.
Born To Run
Ramrod
Dancing In The Dark
Tenth Avenue Freeze-Out
Shout

Thunder Road (acoustic solo)

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Milano, San Siro - 5 Luglio 2016

Meet Me In the City
Prove It All Night
Roulette
The Ties That Bind
Sherry Darling
Spirit In The Night
Rosalita (Come Out Tonight)
Fire
Something In The Night
Hungry Heart
Out In The Street
Mary's Place
Death To My Hometown
The River
Racing In The Street
Cadillac Ranch
The Promised Land
I'm A Rocker
Lonesome Day
Darlington County
The Price You Pay
Because The Night
Streets Of Fire
The Rising
Badlands

Backstreets
Born To Run
Seven Nights To Rock
Dancing In The Dark
Tenth Avenue Freeze-Out
Shout
Bobby Jean

This Hard Land (acoustic solo)


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MessaggioInviato: 6 luglio 2016, 20:44
Messaggi: 2142Località: trevisoIscritto il: 24 febbraio 2006, 0:28
grazie Jacopo,dalla tua recensione è arrivato tutto..peccato non esserci stata


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MessaggioInviato: 9 luglio 2016, 20:11
Avatar utenteMessaggi: 4034Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11
bella recensione Jacopo :!: :!: :!:


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