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MessaggioInviato: 12 dicembre 2008, 14:37
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Concerti a Milano: sotto accusa il promoter di Bruce Springsteen

Il concerto di Bruce Springsteen allo stadio Meazza di Milano che risale al 25 giugno scorso è sotto accusa per aver sforato l’orario limite consentito. Oltre alle proteste degli abitanti della zona di San Siro riguardo all’inquinamento sonoro (vedi News), il problema questa volta sarebbe il bis di Springsteen, “Twist and shout” e “American land”, che è durato ventidue minuti oltre le 23.30, il tempo limite in cui avrebbe dovuto terminare il concerto.
A ricevere l’avviso di garanzia è il promoter dell’artista nonché il titolare della Barley Arts Claudio Trotta, che rischia tre mesi di arresto oppure un’oblazione con l’accusa di disturbo della quiete pubblica e mancata osservanza dei provvedimenti dell’autorità.
Sotto accusa come Trotta sono anche i promoter dei concerti all’Arena Civica di Lenny Kravitz e dei Subsonica.
“Chi sbaglia deve pagare”, ha dichiarato l’assessore ai Giovani, Giovanni Terzi, “ma è assurdo che il promoter di Springsteen vada in carcere perché l’artista ha concesso due bis, mentre c’è gente in libertà vigilata che ha ammazzato i genitori. Chiedo che si trasformi questo tipo di reato in amministrativo e non penale. C’è il rischio che i promoter abbandonino Milano: chi vorrebbe rischiare la galera per un concerto?”.
E Claudio Trotta commenta: “L’atto dei magistrati è ineccepibile ed è giusto che io debba pagare una multa, ma è assurdo che sia un reato penale. Posso solo dire che quella notte ho visto ottanta mila persone uscire dallo stadio emozionate e commosse”. (Fonte: Corriere della Sera)
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MessaggioInviato: 12 dicembre 2008, 14:40
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Rapporto IULM: la musica in Italia vale più di 4 miliardi di euro

La musica in Italia? Non un comparto produttivo in agonia ma anzi “un mercato molto vivo e in evoluzione” secondo Luca Barbarito, docente dello IULM che ha coordinato il “Rapporto 2008 sull’Economia della Musica” realizzato dalla fondazione dell’Università milanese (in sostituzione della Bocconi…) in collaborazione con Dismamusica (Associazione distribuzione industria strumenti musicali e artigianato), Fem (Federazioni editori musicali) e SCF Consorzio Fonografici. A corroborare la sua visione ottimistica e controcorrente, la considerazione che se il mercato discografico tradizionale è in palese sofferenza continua invece a crescere in dimensione e articolazione la “filiera” della musica: spettacoli dal vivo, strumenti musicali, radio e discoteche, pubblici esercizi che versano diritti di pubblica diffusione agli aventi diritto, autori, editori, case discografiche e artisti interpreti
Al calo secco della spesa del pubblico per l’acquisto di supporti fisici (406 milioni di euro, - 19 %) e all’evoluzione lenta dei consumi di musica digitale (29 milioni di euro, appena l’1 % in più del 2006) corrisponde, secondo il rapporto IULM, un aumento dell’indotto complessivo, per un totale di circa 4,1 miliardi di euro: attribuibile in parte a quello che i ricercatori chiamano il “piccolo settore della musica” e in parte al macrosistema che identificano come “grande settore della musica”. Nella prima categoria rientrano gli incassi degli organizzatori di concerti (768 milioni di euro nel 2007, + 12,2 % sull’anno precedente) e la cosiddetta “musica sparsa”, quella trasmessa in pubblico da radio, tv e discoteche (giro d’affari complessivo di 1.344 milioni di euro, + 4,2 %) e quella diffusa come sottofondo da negozi, supermercati, centri commerciali, bar e alberghi (42 milioni di euro versati ai detentori dei diritti per tramite di SIAE e SCF, + 17,6 %).
Allargando lo sguardo al macrosettore, la ricerca rileva una costanza di risultati nelle vendite di spartiti musicali (13,3 milioni di euro) e in quelle generate dal comparto audio dell’elettronica di consumo (1.099 milioni di euro, + 0,6 %), mentre risulta in aumento del 5,5 % la spesa per strumenti musicali, pari a 372 milioni di euro. “Ogni anno, in Italia, circa un milione di persone acquista uno strumento musicale nuovo, sia per impieghi professionali sia, e molto più frequentemente, per un uso amatoriale”, spiega Antonio Monzino Jr. di Dismamusica, aggiungendo però che la spesa italiana nel settore resta meno della metà rispetto a Francia, Germania e Inghilterra, paesi in cui la musica è stata inserita tra le materie curricolari di formazione dei giovani.
Tutti d’accordo sulle conclusioni: Barbarito, Paolo Corsi (presidente della FEM) e Luigi Chiodaroli (presidente di SCF) sottolineano le profonde mutazioni del mercato, il crollo del modello di business tradizionale fondato sulle vendite discografiche e la necessaria trasformazione del sistema musica e dell’organizzazione della sua filiera. Con una avvertenza: “Affinché la musica non venga relegata al solo ruolo di contenuto per supermercati, palestre o telefonini”, dice Corsi, “occorrerà che queste nuove aree di sfruttamento si allineino al mercato sotto il profilo del gettito di diritti per chi crea e chi sviluppa”. Sotto questo punto di vista, ne sono tutti coscienti, il futuro è ancora un grosso punto interrogativo.


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MessaggioInviato: 12 dicembre 2008, 15:01
Avatar utenteMessaggi: 2745Località: ROMAIscritto il: 1 luglio 2007, 12:08
Olia ha scritto:
Concerti a Milano: sotto accusa il promoter di Bruce Springsteen

giusto che io debba pagare una multa, ma è assurdo che sia un reato penale. Posso solo dire che quella notte ho visto ottanta mila persone uscire dallo stadio emozionate e commosse”. (Fonte: Corriere della Sera)
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Olia, innanzitutto ti ringrazio ancora per tutto quello che scrivi e per il tempo che dedichi a tutto ed a noi, per Lennon poi, ti sei superato (sei un grande!!); io penso che ci sia una pazzia buona ed una pazzia cattiva, la prima fa sorridere ed alcune volte arricchisce anche, l’altra e’ quella che deprime e reprime, ecco quello che ho letto e’ della seconda specie, quella che sopporta e giustifica la violenza della domenica allo stadio, violenza cattiva, stupida, sorda.
Ecco, bada bene, per definire una violenza e renderla ancora piu’ pesante si usa la parola “sorda”,
una “sorda violenza”, “sorda”,sordi, come vogliono essere quelli che dicono e avvallano certi atteggiamenti, “sordi”; il brutto Olia e’ che fanno pagare anche ammende, pesanti, siamo all’assurdo, alla pazzia , quella cattiva e sorda……..

Ciao,Prodigalson


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MessaggioInviato: 13 dicembre 2008, 13:17
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Si vendono sempre meno cd
Gli italiani preferiscono i concerti


Boom della vendita di strumenti musicali.
In calo la vendita dei supporti fisici -19%


IL RAPPORTO - Il consumo di musica è sempre maggiore. Secondo le conclusioni del Rapporto 2008 sull'Economia della Musica in Italia, realizzato dalla Fondazione Università Iulm in collaborazione con Dismamusica (Associazione distribuzione industria strumenti musicali e artigianato), Fem (Federazione editori musicali) e SCF Consorzio Fonografici, presentato venerdì all'Università Iulm di Milano, a fronte di una flessione netta della vendita di musica su supporti fissi (cd, cassette, dischi vinile, dvd), è positiva la performance del settore della musica dal vivo e dei comparti del digitale, della «musica sparsa» e delle sincronizzazioni. Lo studio evidenzia che il segmento della musica stampata, con un fatturato di 13,3 mln di euro, rimane sostanzialmente invariato rispetto al 2006.

GLI STRUMENTI MUSICALI - In crescita, invece, il comparto degli strumenti musicali che, con i suoi 372 mln di euro, cresce del 5,5%. «Ogni anno, in Italia, circa un milione di persone acquista uno strumento musicale nuovo, - sottolinea Antonio Monzino jr., presidente Dismamusica - sia per impieghi professionali sia, e molto più frequentemente, per un uso amatoriale. È un dato confortante, anche se è lontano dalla reale potenzialità che un Paese come l'Italia potrebbe esprimere se i gestori della nostra formazione culturale facessero propria la determinazione di restituire alla musica tutta la sua dignità di valore culturale essenziale alla formazione della persona».

LA DELUSIONE - All'altro estremo della filiera, il comparto audio dell'elettronica di consumo mostra una sostanziale stabilità con lo scorso anno (+0,6%) e un fatturato di 1.099 mln di euro. Passando all'analisi del piccolo settore, il calo più evidente, rispetto al 2006, risulta essere la spesa per musica su supporti fisici (Cd) che si assesta a 406 mln di euro (-19%), anche se il dato - ha sottolineato il docente della Iulm, Luca Barbarito, che ha coordinato la ricerca - è in linea con quanto accade negli altri Paesi (nel mondo il calo è del 6,2%). Deludente, ha commentato, è la crescita registrata dal consumo di musica digitale (+1%) con un fatturato di 29 mln di euro, complessivamente al di sotto delle aspettative fondate sui trend degli anni precedenti.

CONCERTI - Bene, invece, la musica dal vivo (concerti e spettacoli) che registra un balzo del +12,2% con fatturato di 768 mln di euro e la cosiddetta «musica sparsa», ossia quella diffusa all'interno di altre attività ludiche: il comparto radio, discoteche e tv registra un fatturato di 1.344 mln di euro (+4,2%) e quello dove la musica ha un ruolo di sottofondo (nei negozi, alberghi, etc.) raggiunge i 42 mln di euro (+17,6%). «La fruizione della musica in Italia - ha concluso Barbarito - attraverso modalità diverse è in aumento. Ma non c'è un nuovo modello di business, anche a causa dell'insieme di diritti che gravano sul settore, che rende complicato sviluppare nuove tipologie di business. Inoltre, sarebbe auspicabile una maggiore attenzione alla cultura musicale: sarebbe di stimolo a un maggiore consumo intelligente della musica».


12 dicembre 2008


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MessaggioInviato: 13 dicembre 2008, 14:20
Messaggi: 4076Località: SALERNOIscritto il: 5 maggio 2008, 23:29
...Saro' banale ma credo fermamente che i prezzi dei concerti vadano notevolmente abbassati...Non si puo' mettere un biglietto a 50,70, 90 euro specialmente coi tempi che stiamo vivendo e poi magari lamentarsi per il fatto che la gente non ci va...Raga', se uno va a un concerto con la moglie e mettiamoci anche un pargolo al seguito, salta il 20 per cento dello stipendio!Allora che intervengano gli sponsor, che gli artisti facciano un passo indietro, ma per favore ritroviamo tutti un po' il senso della misura!


P.S.Idem x i cd, non si possono spendere 22 euro per un qualsiasi pincopallino che fa uscire un disco nuovo!!!!


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MessaggioInviato: 13 dicembre 2008, 14:28
Avatar utenteMessaggi: 1652Località: VeneziaIscritto il: 21 marzo 2007, 23:33
mailexile ha scritto:
P.S.Idem x i cd, non si possono spendere 22 euro per un qualsiasi pincopallino che fa uscire un disco nuovo!!!!


Neanche spenderne altrettanti per uno di dieci, venti, trenta o quarantanni fa


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MessaggioInviato: 13 dicembre 2008, 14:47
Avatar utenteMessaggi: 4253Località: ladispoliromaitaliaeuropamondoIscritto il: 9 gennaio 2008, 22:17
giusto


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MessaggioInviato: 13 dicembre 2008, 15:37
Avatar utenteMessaggi: 2239Località: BeneventoIscritto il: 11 settembre 2006, 22:40
Picyrock ha scritto:
mailexile ha scritto:
P.S.Idem x i cd, non si possono spendere 22 euro per un qualsiasi pincopallino che fa uscire un disco nuovo!!!!


Neanche spenderne altrettanti per uno di dieci, venti, trenta o quarantanni fa


giusto


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MessaggioInviato: 8 gennaio 2009, 13:28
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Musica digitale: i dati di iTunes incongruenti con quelli della RIAA

Com’è possibile che l’industria discografica americana abbia appena superato il miliardo di download digitali (vedi News), quando il solo iTunes Store annuncia di essere oltre i 2 miliardi di brani scaricati? Se l’è giustamente chiesto Paul Resnikoff, editore del magazine on-line Digital Music News, provocando l’immediata risposta di Anna Loynes di Scoop Marketing: l’incongruenza numerica, ha spiegato quest’ultima, ha origine da metodi di calcolo differenti.A differenza della Apple, Nielsen SoundScan, l’ente che compila i dati di mercato ufficiali utilizzati dalla Recording Industry Association of America (RIAA), conta come un singolo donwload anche gli “album digitali” che contengono dieci o più file scaricabili sul computer; iTunes, d’altra parte, inserisce nel computo anche i download promozionali e gratuiti.
Per Resnikoff, tuttavia, qualcosa continua a non quadrare e il sistema di conteggi non è al passo con la nuova realtà del mercato: “Oggi”, scrive il giornalista americano, “la matematica è completamente rivoltata. Una ‘spedizione’ digitale equivale essenzialmente alla consegna di un file master, e i negozi digitali trasmettono i loro tabulati autoprodotti alle etichette discografiche e a SoundScan…il che solleva seri problemi di correttezza dei dati dal momento che non esiste un meccanismo super partes di autenticazione”: oggi richiesto a gran voce, secondo Resnikoff, anche da molti discografici.


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MessaggioInviato: 15 gennaio 2009, 11:57
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
New York, il Virgin Megastore di Times Square chiude in aprile
La sorte del Virgin Megastore newyorkese di Times Square era segnata già dall’estate scorsa (vedi News). Ma ora le notizie sono più precise: il grande emporio della musica situato nella piazza più trafficata del mondo occidentale chiuderà ad aprile. A motivare la decisione sono ovviamente ragioni economiche, anche se la gestione del punto vendita, con un fatturato annuo stimato di 55 milioni di dollari, era ancora in attivo (6 milioni di dollari all’anno). Le società immobiliari Related Cos. e Vornado, subentrate nel 2006 a Virgin Entertainent Group North America nella proprietà dello stabile, ritengono infatti di potere incassare un canone di locazione molto più alto affittando i locali a un’altra impresa o esercizio commerciale (si parla dei grandi magazzini Century 21): il valore di mercato al piede quadro, l’unità di misura americana equivalente a circa 0,18 metri quadri, è di 700 dollari contro i 54 appena pagati da Virgin.
Con la scomparsa del megastore di Times Square, l’unico punto vendita Virgin nella città di New York rimane quello di Union Square, con un fatturato di circa 40 milioni di dollari all’anno. Al momento, tuttavia, anche il suo futuro è estremamente incerto. Nel resto degli Stati Uniti sopravvivono al momento altri otto Virgin Megastores: quattro in California (Hollywood, San Francisco, Anaheim e Ontario), uno in Arizona (Phoenix), Colorado (Denver), Florida (Orlando) e Texas (Grapevine Mills).
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MessaggioInviato: 15 gennaio 2009, 16:36
Avatar utenteMessaggi: 2239Località: BeneventoIscritto il: 11 settembre 2006, 22:40
Olia ha scritto:
New York, il Virgin Megastore di Times Square chiude in aprile
La sorte del Virgin Megastore newyorkese di Times Square era segnata già dall’estate scorsa (vedi News). Ma ora le notizie sono più precise: il grande emporio della musica situato nella piazza più trafficata del mondo occidentale chiuderà ad aprile. A motivare la decisione sono ovviamente ragioni economiche, anche se la gestione del punto vendita, con un fatturato annuo stimato di 55 milioni di dollari, era ancora in attivo (6 milioni di dollari all’anno). Le società immobiliari Related Cos. e Vornado, subentrate nel 2006 a Virgin Entertainent Group North America nella proprietà dello stabile, ritengono infatti di potere incassare un canone di locazione molto più alto affittando i locali a un’altra impresa o esercizio commerciale (si parla dei grandi magazzini Century 21): il valore di mercato al piede quadro, l’unità di misura americana equivalente a circa 0,18 metri quadri, è di 700 dollari contro i 54 appena pagati da Virgin.
Con la scomparsa del megastore di Times Square, l’unico punto vendita Virgin nella città di New York rimane quello di Union Square, con un fatturato di circa 40 milioni di dollari all’anno. Al momento, tuttavia, anche il suo futuro è estremamente incerto. Nel resto degli Stati Uniti sopravvivono al momento altri otto Virgin Megastores: quattro in California (Hollywood, San Francisco, Anaheim e Ontario), uno in Arizona (Phoenix), Colorado (Denver), Florida (Orlando) e Texas (Grapevine Mills).
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cioè sfrattano il virgin megastore per guadagnare più soldi d'affitto...allora è vero che non ne hanno mai abbastanza


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MessaggioInviato: 20 gennaio 2009, 12:32
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Live, falsa gratuità, spazi assenti e Codice Rocco: Claudio Trotta a Rockol
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera aperta di Claudio Trotta, patron di Barley Arts contro il quale la magistratura di Milano ha aperto un provvedimento per disturbo della quiete pubblica e mancata osservanza dei provvedimenti dell’autorità competente in seguito ai bis, tenuti da Bruce Springsteen a San Siro nel corso del suo concerto tenuto nel capoluogo lombardo lo scorso 25 giugno, che hanno "sforato" l'orario previsto per il termine dell'evento fissato per le 23 e 30. Rockol si è già interessato alla vicenda fondando, su Facebook, il gruppo "22 minuti, Bruce e Claudio" (vedi News).

Cari tutti voi,
Mi sono deciso a scrivere e ad intervenire in prima persona stimolato dalla quantità di persone che hanno aderito all’invito di Rockol e dalla qualità e l’intensità delle loro motivazioni.
Ringrazio innanzitutto quindi Rockol e tutti quelli che condividono il gruppo. Mi sono deciso anche perché credo che questa sia una opportunità da non perdere per alzare il tiro della discussione e fare il punto su quello che non funziona in Italia del “sistema” della musica popolare contemporanea italiana ed internazionale.
Faccio il mio lavoro che tanto amo e tanto rispetto da 30 anni (il primo tour targato Barley è del maggio del '79, con John Martyn), in maniera indipendente ed imprenditoriale, rischiando con la società di cui ho il controllo. Non ho mai lavorato né fatto parte di multinazionali, quindi il mio punto di vista è quello di uno come voi che ama la musica e che è amato dalla musica che permette a lui e al suo staff la possibilità di vivere ed esprimersi e di perseguire quotidianamente dei piccoli o grandi sogni.
Musica che ahimè non è mai stata ben voluta né dai governi nazionali, che si sono succeduti in questo trentennio, tant’è che non esiste in Italia una legge sulla musica popolare contemporanea, né in verità così tanto dai governi locali che, salvo alcune meritorie eccezioni, non hanno mai investito sulla musica in maniera reale, tangibile e continuativa, per esempio costruendo strutture idonee per la stessa (neanche una in tutta Italia dal 1979 ad oggi), creando punti di informazione, sale prove, sale d’ascolto per persone che vogliano esprimersi, conoscere e suonare, ma hanno investito la musica di un sapore “gadgettistico” e banale o cavalcandone le possibilità di creazione di consenso alimentando la filiera della gratuità che gratuita non è…
Concerti gratuiti, biglietti gratuiti, consenso gratuito ma con i soldi di chi?
Della comunità che paga le tasse ma che non ha in ritorno la possibilità di ascoltare la propria musica in spazi adeguatamente realizzati o riattati all’uso ma deve accontentarsi dell’utilizzo di strutture concepite per lo sport, la prosa, la musica sinfonica e da camera, la discoteca.
Musica che è ospitata infatti nei teatri di prosa, di lirica, negli stadi del calcio, nei palazzi dello sport e dei family show ma che non ha una sua sede che darebbe dignità, che non ha una sua rappresentanza politica, non ha una lobby, musica divisa, derisa, mercificata utilizzata ormai per vendere i quotidiani, i settimanali, i telefonini e quant’altro…
Musica che è considerata rumore e che viene regolamentata ancora da norme del Codice Rocco che accomuna il disturbo alla quiete pubblica ai concerti negli stadi come nei teatri o nei castelli o nei locali.
Musica che è un terreno perfetto di affermazione di tutti i fanatismi e di tutte le celebrazioni della morte dello stato di diritto di organizzazioni e di persone intolleranti.
Musica che ancora adesso e nonostante tutto aiuta le persone a vivere meglio, a crescere, a conoscere, a confrontarsi con culture diverse.
Ecco, questo è il punto: capire se vogliamo tutti che scompaia il “nonostante tutto” o se vogliamo sempre di più ed inesorabilmente subire quello che succede e che è successo in Italia senza attivamente e personalmente provare a fare qualcosa.
Non posso in questa sede parlare di quanto mi sta succedendo e delle possibili ripercussioni: lo farò, ovviamente, a vicenda conclusa, ma posso senza ombra di smentita dire che non riguarda solo me, Bruce, San Siro, gli abitanti di San Siro ed i fans di Bruce, ma tocca tutti e la libertà di espressione di tutti.

Claudio Trotta
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MessaggioInviato: 6 febbraio 2009, 16:15
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Heineken Jammin' Festival: slitta tutto a luglio?

L’Heineken Jammin’ Festival 2009 si farà, anche se slitterà probabilmente da metà giugno ai primi di luglio. Lo scrive il sito Venezia.net, riferendo di un incontro avvenuto nella mattinata di martedì 3 febbraio tra il promoter di Live Nation/Milano Concerti Roberto De Luca, il sindaco Massimo Cacciari e il presidente della Municipalità di Mestre Massimo Venturini.
Confermando le dichiarazioni recentemente rilasciate da De Luca a Rockol (vedi News) Venturini ha ammesso le difficoltà che l’organizzazione sta incontrando nell’allestire un cartellone di richiamo, causa la penuria di star di grosso calibro disponibili nei giorni della manifestazione: nonostante le indiscrezioni che li vogliono in tournée in Italia proprio ai primi di luglio (vedi News), sembra esclusa una partecipazione al festival da parte degli U2.
Qualcosa di più, sulle sorti del festival, si dovrebbe venire a sapere tra una ventina di giorni, a seguito di un'altra riunione che le autorità locali hanno programmato con De Luca.
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MessaggioInviato: 9 febbraio 2009, 12:03
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Sanremofestival.59: ma ‘sti soldi chi se li piglia? (5). Ce lo dice la FIMI.
Dobbiamo alla cortesia del Presidente della FIMI, Enzo Mazza, che ringraziamo, la seguente specifica sulla ripartizione del costo delle telefonate-voto effettuate per sostenere i partecipanti alla competizione Sanremofestival.59:
i 0,75 euro compresa IVA sono così ripartiti:
- 12,5 centesimi vanno allo Stato (IVA del 20%)
- 62,5 vanno al centro servizi e vengono così suddivisi:
– 50% al gestore telefonico
– 10% al centro servizi
– 40% vanno a RAI, che pertanto su ogni chiamata incassa intorno ai 25 centesimi.
E adesso, mano alle calcolatrici...
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.
(06 Feb 2009)

:( :( :( :( :(


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MessaggioInviato: 6 marzo 2009, 10:24
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
» 2009-03-05 20:12

Chiude produzione Rete A/All Music

Gruppo L'Espresso: per risultati negativi aggravati da crisi
(ANSA) - ROMA, 5 MAR - 'Rete A/All Music ha annunciato la cessazione delle attivita' di produzione interne''. Lo comunica L'Espresso. La decisione, motivata come ''conseguenza dei risultati negativi registrati negli ultimi anni, aggravati dall'attuale crisi di mercato'', comportera' la chiusura degli studi di produzione; l'organico coinvolto e' di 29 impiegati tecnici. ''Sono state avviate - scrive il gruppo editoriale - le procedure sindacali, nel rispetto della normativa vigente''.


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