Ottima scaletta con brani che non venivano suonati dal vivo da parecchio tempo (Young Lust, Chip Away, Nine Lives), bella anche la loro cover di Oh Well dei FM di Peter Green.
Let the Music Do the Talking
Young Lust
Rag Doll
Livin’ on the Edge
Love in an Elevator
Janie’s Got a Gun
Nine Lives
Stop Messin’ Around (Fleetwood Mac cover)
Oh Well (Fleetwood Mac cover)
Sweet Emotion
I Don’t Want to Miss a Thing
Come Together (The Beatles cover)
Chip Away the Stone
Cryin’
Dude (Looks Like a Lady)
Dream On
Walk This Way
L'arrivederci degli Aerosmith a Firenze: la recensione del concerto

Gli Aerosmith con questo tour mondiale chiamato “Aereo-vederci baby” danno l’addio ai live, dopo 44 anni di onorata carriera e 150 milioni di album venduti.
La giornata è una delle più calde di questa estate e l’afa non ha dato tregua neanche dopo il tramonto. Il pubblico di Firenze non è formato solo dai nostalgici: ci sono certo i fan degli anni ’80, ma fa piacere vedere che anche le nuove generazioni si siano approcciate al classic rock della band americana.
Alle 21, quando si spengono le luci, nello schermo gigante viene proiettato un video che in un paio di minuti riassume tutta la storia discografica del gruppo con immagini, copertine e estratti di brani più celebri.
La canzone che apre il concerto è anche l’incipit della serata “let the music do the talking” (lascia parlare la musica): Steven Tyler mette subito in chiaro che ha ancora molto da dire nonostante sia il tour di addio. I pantaloni attillati, il mantello argentato, gli occhiali a specchio, i capelli lunghi mossi dal ventilatore puntato in faccia, i foulard colorati attaccati al microfono e le immancabili mosse sono le stesse di sempre e fanno di Steven l’icona del cantante rock.
La scaletta è incentrata soprattutto nel periodo ’87/’93, gli anni che hanno portato alla rinascita della band dopo il periodo buio di fine anni ’70 per alcuni album non accolti bene dalla critica, l’allontanamento di Joe Perry, ma soprattutto i problemi di droga.
Il sound granitico delle chitarre e la sezione ritmica danno un suono compatto e lineare che si esprime al meglio con i classici suonati in sequenza Rage Doll, Livin' on the Edge e Love in an Elevator.
Perry e Tyler si cercano appoggiandosi spesso uno con l’altro durante gli assoli e si sente tutta l’intesa di quarant'anni di carriera. E anche il dialogo e gli ammiccamenti tra Steven e il pubblico è continuo con qualche accenno di parole in italiano come “siete pazzi” e “tutti insieme”; si perché, come precisa dal palco, “i’m italian, Stefano Tallarico”, ricordandoci le origini calabresi della sua famiglia. Gli Aerosmith non sono solo dei rocker dal cuore duro e lo dimostrano con le ballad Cryn’ e I Don't Want to Miss a Thing colonna sonora del film “Armageddon” del 1998, nonché il maggior successo commerciale della loro carriera che, anche grazie al videoclip ambientato nello spazio, ha permesso di farli conoscere alla generazioni di MTV negli anni ’90.
Nel set c’è spazio anche per due cover dei Fleetwood Mac: la prima Stop Messin' Around dalla forte impronta blues cantata da Joe Perry e la seconda Oh Well una cavalcata rock dove tutta la band diventa protagonista di numerosi assoli. Ma non saranno le uniche cover, infatti, prima dei bis finali c’è l’immancabile rivisitazione di Come Together dei Beatles in chiave rock cantata da Steven e Joe con lo stesso microfono come a voler dare continuità tra loro e Lennon/McCartney
Nel finale, Dream on suonata al piano da Steven e Joe che lo raggiunge suonandoci sopra è il momento più emozionante e teatrale da scuola del rock della serata ma la vera chiusura del concerto è affidata all’immancabile Walk this way brano che nel 1986 è stato l’apripista del cross over tra rock e hip pop grazie alla collaborazione con i RUN DMC.
Erano giovani e sfrontati. Imitavano l’adorato rhythm & blues americano caricandolo d’esuberanza bianca e british. E quando si trattò di registrare l’album d’esordio, lo fecero nel giro di...
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Durante i saluti è divertente il siparietto con Steven che presenta uno a uno i componenti della band e facendo gli auguri al batterista Joey Kramer mentre il pubblico che ha ballato e sudato per tutta la sera, applaude e canta Happy Birthday.
Steven che esce per ultimo saluta con due frasi in italiano Via amiamo Italia, ci vediamo…
L'eredità che lasciano gli Aerosmith al mondo della musica e dei live è sterminata: basti pensare a quante band come Guns n’ Roses e i Motley Crue o personaggi come Lenny Kravitz si siano ispirati a loro nel sound, nel look e non meno nella presenza scenica. Chissà che non sia veramente la fine di tutto ma solo un arrivederci .
http://www.rockol.it/news-675566/aerosm ... e-scaletta