Autore Messaggio

Indice  ~  Get Off Of My Cloud  ~  Sempre peggio..................

MessaggioInviato: 25 novembre 2008, 21:38
Avatar utenteMessaggi: 2745Località: ROMAIscritto il: 1 luglio 2007, 12:08
Olia sei una persona estremamente interessata e oltremodo preparata all'avvenire della musica e dell'industria discografica vorrei chiederti questo:

a proposito di sempre peggio...sabato per lavoro ero andato dalle parti di San Paolo, e durante il lavoro mi sono messo a parlare della crisi di cui ci stanno massacrando nei TG;
il mio interlocutore mi ha spiegato in poche parole cosa e’ questa crisi: allora come mai gli Stati Uniti stanno vivendo quello che e’ sotto gli occhi di tutti? Ma, mi ha detto l’amico, e’ semplice, altro che mutui….li’ (negli States) i grossi capitali si stanno spostando nei paesi emergenti soprattutto in Cina ed in India, dove la manodopera e’ a costo mille volte minore che in occidente, dove il salario di un operaio metalmeccanico e’ stellare (e non e‘ regalato!!).
Allora le banche hanno visto sparire miliardi di dollari dalle proprie casse per spostarsi nei paesi dell’estremo Oriente, quindi nessuno investe piu’ negli Stati Uniti, ma soprattutto chiedono mutui per aprire industrie piccole e grandi in Cina e similari.
Insomme le banche non hanno piu’ soldi, altro che mutui !!!!
Ora ti domando e’ possibile che anche l’industria discografica percorra la stessa strada’? Cioe’ che comincino a produrre dischi e similari nel paesi cinesi, pagando a due lire (euro scusa) la mano d’opera locale e vendendo poi il prodotto a cento?
Ci troveremo di fronte ai CD made in Cina o India?
E la qualita’? penso zero, e chi investira’ piu’ nella musica nei nostri paesi?
Altro che mutui!!!!!!qui ci troveremo con i CD indiani, cinesi etc etc.
Penso che si salveranno solo gli impianti stereo professionali, quasi utti europei, come ti ricordi avvenne con l’industrializzazione del Giappone e con l’invasione di impianti stereo americani con la scritta Made in Japan.
Dimmi Olia….avverra’ cosi’? Dischi cinesi ???????

Ciao, e sempre con simpatia.

Prodigalson

P.S. spero di essermi spiegato; sai, io con il denaro ho un pessimo rapporto.


Profilo
MessaggioInviato: 26 novembre 2008, 20:08
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Musica: in casa Atlantic le vendite
on line sorpassano quelle dei cd
Per la prima volta quest'anno il 51% dei brani è stato venduto via web


NEW YORK (USA) - E' il primo sorpasso che riguarda una grande etichetta discografica.

La Atlantic records, marchio del gruppo Time Warner sotto il quale sono stati pubblicati prima gli album e poi i cd di artisti che hanno fatto la storia della musica moderna, come Ray Charles, John Coltrane e i Led Zeppelin, ha fatto il 51% del suo fatturato quest'anno attraverso la vendita via internet dei brani musicali, mentre il resto è stato fatto attraverso i supporti fisici tradizionali come cd, dvd ecc...

DECLINO - E' il segnale questo che la vendita digitale dei brani musicali sta per diventare progressivamente la voce più importante del fatturato del pianeta musica. E probabilmente in futuro lo diventerà anche di quello cinematografico. Tuttavia non è detto che lo spostamento delle modalità d'acquisto dal negozio al digitale costituisca uno sviluppo favorevole per l'industria musicale. Uno studio della Forrester research prevede infatti che, anche se a partire dal 2011 avremo il sorpasso del digitale sul supporto fisico nella vendita delle canzoni, questo non si trasformerà in una crescita del fatturato complessivo dell'industria musicale. Infatti nel 2013 il fatturato complessivo sarà di 9,1 miliardi di dollari, contro i 10,1 miliardi di quest'anno e i 14,6 miliardi del 1999. In pratica la concorrenza del peer to peer e più in generale della musica gratis nelle sue forme legali e non, sta erodendo inevitabilmente i margini delle majors. Tanto è vero che marchi come la Atlantic, per rimpiazzare i soldi fatti con i cd, si industriano a vendere via web, oltre alla musica, anche suonerie, biglietti di concerti, merchandising e servizi al consumatore.

MANCATI INCASSI - «È tutt'altro che certo che l'economia del digitale riesca a compensare i mancati incassi che gravano sulle spalle del formato fisico» spiega John Rose, ex dirigente dell'etichetta britannica EMI. Del resto gli ultimi dati riguardanti il Warner Music group parlano chiaro: per quest'anno le vendite on line (pari a 639 milioni di dollari) costituiscono solo il 18% degli incassi complessivi del gruppo. Insomma il passaggio dal supporto fisico al digitale non solo avviene ancora con lentezza, ma viene visto con angoscia dalle major, che ritengono che la contrazione dei fatturati e il sorpasso avvenuto in casa Atlantic siano due fattori correlati ed un segnale che è necessario spostarsi ad un nuovo modello di business. In attesa di capire quale, le etichette investono sempre meno nella produzione di videoclip e in campagne pubblicitarie per il lancio dei nuovi cd.


26 novembre 2008


Profilo
MessaggioInviato: 2 dicembre 2008, 12:15
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
EMI, si è dimessa Rossella Leonardi
Da questa settimana la EMI/Virgin italiana perde una delle sue colonne storiche: Rossella Leonardi, capo ufficio stampa, ha lasciato il suo incarico venerdì scorso, 28 novembre, per sopraggiunti limiti di età.
La Leonardi aveva iniziato la carriera nel 1970 presso il Gruppo Editoriale Billboard, ricoprendo i ruoli di segretaria generale, di responsabile del servizio Record Source International e successivamente di segretaria di redazione per conto del trade magazine Discografia Internazionale. Dopo la chiusura dell’ufficio italiano di Billboard e alcune collaborazioni con aziende del settore editoriale, nel 1983 affiancò Luigi Mantovani e Gilberto Barantani nello staff della neocostituita Virgin Dischi, emanazione locale dell’etichetta fondata da Richard Branson, occupandosi di produzione, promozione e amministrazione. In seguito, prima nell’ambito di Virgin e più recentemente dell’intero gruppo EMI, la sua attività si è concentrata sulla promozione e la comunicazione, con particolare riguardo ai rapporti con la stampa.
EMI annuncerà nelle prossime settimane il nome della persona incaricata di sostituirla.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.


Profilo
MessaggioInviato: 3 dicembre 2008, 11:13
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Stati Uniti: la recessione discografica continua (almeno) fino al 2013

Persino nel paese occidentale più avanzato sul fronte digitale, gli Stati Uniti d’America, oltre quattro quinti dei consumatori di musica comprano ancora cd. La musica digitale, Atlantic Records a parte (vedi News), copre non oltre il 18 % del fatturato industriale, ed ecco spiegato uno dei motivi della recessione in corso. Cosa succederà tra cinque anni? Secondo l’ente di ricerca Jupiter Research, download, streaming e altri prodotti digitali, sia on-line che “mobile”, varranno complessivamente (sempre negli Usa) il 41 % del mercato, mentre il 55 % degli appassionati di musica accetterà di scaricare musica a pagamento. Basterà a controbilanciare la progressiva riduzione della domanda di cd? Jupiter ritiene di no: secondo le sue stime, nel 2013 la discografia statunitense fatturerà meno di oggi, 9,8 miliardi di dollari contro gli attuali 10,2 miliardi. Cifre lontane, entrambe, dai 14,6 miliardi incassati dall’industria nel 1999, davvero storia di un altro secolo.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.
(03 Dic 2008)


Profilo
MessaggioInviato: 3 dicembre 2008, 11:14
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
UK: Woolworths crolla, l'industria discografica trema

La bancarotta dei grandi magazzini inglesi Woolworths getta un’ombra scura sul Natale e sul futuro prossimo dell’industria discografica britannica. Gli 815 punti vendita della storica “Woolies”, sommersa dai debiti, sono stati posti in amministrazione controllata in attesa della cessione dell’intero comparto distribuzione e vendita al dettaglio: con il risultato di rallentare vistosamente la consegna dei prodotti anche ai negozi delle altre catene rifornite dalla società, Asda, Sainsbury e Zavvi (ex Virgin Megastores), e di mettere sul chi va là le case discografiche esposte finanziariamente con la società.
Deloitte, incaricata dell’amministrazione pro tempore della catena commerciale, ne ha intanto affidato la gestione a Hilco, una società specializzata in ristrutturazioni aziendali: e proprio Hilco potrebbe acquistare gli svalutati “asset” di Woolworths al valore simbolico di 1 sterlina, accollandosi gran parte dei debiti accumulati dall’impresa, 300 milioni di sterline sui 385 milioni totali. L’amministrazione controllata, va detto, non coinvolge la capogruppo né società come 2Entertain, joint venture con BBC Worldwide a cui fa capo l’etichetta di ristampe Demon.
Sulla stampa inglese, il crollo finanziario di “Woolies” ha già sollevato un’ondata di nostalgici amarcord. “E’ il posto dove molti di noi hanno fatto i loro primi acquisti musicali”, ha scritto Jenny Colgan, un’ex impiegata, sul Guardian. “Nei suoi momenti migliori, vendeva qualcosa come il 70 % di tutta la musica acquistata nel Regno Unito, un sacco di ‘Tarzan boy’ di Baltimora e di dischi degli Sweet. Ed è triste che proprio nella settimana in cui esce il 71 mo volume di ‘Now that’s what I call music’ sparisca uno degli innovatori del mercato delle compilation” Da recenti statistiche, il peso di Woolworths sulla vendita di album in Gran Bretagna è pari a circa il 10,7 %, una quota di mercato inferiore soltanto a quella di Hmv.


Profilo
MessaggioInviato: 5 dicembre 2008, 15:19
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Allarme recessione, il gruppo MTV licenzia (nel mondo) 850 dipendenti


Il gruppo MTV Networks (MTV, VH-1, CMT, BMT, Nickelodeon ecc) si prepara a ridurre del 7 % la sua forza lavoro a livello mondiale, eliminando circa 850 posizioni dal suo organigramma internazionale. La decisione rientra in un piano di ristrutturazione, taglio dei costi e recupero di efficienza che nel 2009 comporterà anche un congelamento degli stipendi dei top manager, l'eliminazione di programmi dai palinsesti e la liquidazione di alcuni “asset”.
In un “memo” fatto circolare tra il personale e pubblicato dal celebre blog PerezHilton.com , i vertici di Viacom, Philippe Duamane e Tom Dooley, spiegano che, a dispetto della sua “eccezionale solidità finanziaria” e a causa della recessione globale il gruppo è costretto “innovare e fare scelte difficili”. Per competere e prosperare nel nuovo scenario internazionale, aggiungono, MTV Networks “ha bisogno di creare un’organizzazione e una struttura di costi al passo con l’evoluzione dell’ambiente economico circostante”.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.


Profilo
MessaggioInviato: 9 dicembre 2008, 11:25
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Musica digitale: iTunes senza DRM? Non c'è fretta...
Mentre intorno ad iTunes tutti (a partire da Amazon MP3) sbandierano la vendita di file musicali senza DRM, il negozio digitale della Apple resta parzialmente ancorato al vecchio modello della musica protetta con lucchetti elettronici che ne limitano l’uso e la circolazione. Fanno eccezione il catalogo EMI e quello di alcune etichette indipendenti, mentre il resto delle major non ha ancora dato il via libera all’eliminazione dei sistemi di Digital Rights Management. Come mai, dal momento che le stesse case discografiche si comportano diversamente con altri interlocutori e che un cambio di strategia è stato preannunciato da tempo dalla casa di Cupertino? Il sito americano Hypebot ha provato a dare una risposta articolata al quesito, ipotizzando innanzitutto che Steve Jobs, al di là delle sue dichiarazioni pubbliche contro il DRM (vedi News), abbia poco interesse a forzare la mano alle major e a uscire dal circuito chiuso iTunes/iPod che finora gli ha portato tanto successo e denaro. Le indiscrezioni raccolte sul mercato, poi, danno conto di una situazione complicata dalle diverse esigenze/richieste avanzate dalle singole case discografiche che ancora non hanno concesso le licenze per la vendita senza il DRM. Warner Music insiste sul prezzo variabile dei download e sulla possibilità di vendere le hit a una tariffa maggiore dei soliti 99 centesimi (di dollaro o di euro). Sony BMG vorrebbe instaurare con la Apple un rapporto analogo a quello che ha in corso con Amazon, Rhapsody e altri: utilizzando il rivenditore (in questo caso iTunes) come semplice intermediario, così da mantenere il controllo della situazione nel caso non improbabile che sul mercato digitale si scateni prima o poi una guerra dei prezzi. Universal, infine, vorrebbe conservare una qualche forma di watermarking, di impronta digitale, sui brani venduti. Nessuno, conclude Hypebot, sembra avere troppa fretta di concludere un accordo e modificare lo status quo. Anche perché, nonostante i vincoli attuali, iTunes continua a dominare a mani basse il mercato della musica digitale.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.


Profilo
MessaggioInviato: 9 dicembre 2008, 13:43
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Download gratuiti, anche Sony BMG si accorda con Qtrax
Qualcuno ricorderà il gran baccano che si fece al Midem di Cannes, lo scorso gennaio, per il lancio di Qtrax, primo progetto internazionale in grande stile per il download gratuito di musica coperto dalla pubblicità: ai proclami roboanti della prima ora, accompagnati da una massiccia campagna pubblicitaria, seguì la clamorosa rivelazione che nessuna delle major discografiche aveva ancora firmato un contratto di licenza (vedi News): Da allora le cose sono cambiate, e l’impresa ha preso a bordo partner importanti come EMI, Universal e il gruppo indipendente Beggars. Ora anche Sony BMG si è aggiunta all’elenco, lasciando in minoranza Warner Music, unica major ancora assente dal catalogo. Soddisfatto, ovviamente, l’amministratore delegato di Qtrax Allan Klepfisz, che ha lodato la Sony per la sua “ben meritata reputazione di azienda votata all’innovazione”.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.


Profilo
MessaggioInviato: 10 dicembre 2008, 12:43
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Terra Firma, non bastano i ricavi di EMI a coprire i debiti con Citigroup?
Il finanziere inglese Guy Hands rischia di non riuscire a tener fede agli impegni sottoscritti con Citigroup, il suo maggiore finanziatore nell’operazione di acquisto di EMI Music condotta a termine quindici mesi fa (vedi News). E, secondo il Wall Street Journal, potrebbe vedersi obbligato a drenare altro denaro, 10 milioni di sterline, da Terra Firma per non risultare insolvente nei confronti del colosso bancario finito sull’orlo della bancarotta dopo il crollo del sistema finanziario americano.
Nel marzo 2009, in corrispondenza della chiusura del suo anno fiscale, la EMI è chiamata a rimborsare una quota del prestito da 2,7 miliardi di sterline conferitole da Citigroup e in scadenza a fine 2015. Hands confida di trovare le risorse necessarie nelle casse della stessa casa discografica, che dovrebbe chiudere l’esercizio con 280 milioni di sterline di margine operativo al lordo di tasse, interessi, deprezzamento di beni e ammortamenti (EBITDA). Alcuni analisti, tuttavia, non condividono il suo ottimismo anche in ragione del programma di emissioni della EMI da qui a marzo: i nuovi album di Lily Allen e Keith Urban e le code di vendita garantite da Coldplay e Katy Perry non sarebbero sufficienti a far dormire a Hands e ai suoi sonni tranquilli.
Un’opzione presa in considerazione nei mesi scorsi prevedeva la compensazione di una parte del debito con la vendita di asset importanti come le etichette discografiche Blue Note ed Angel: le trattative, che avrebbero coinvolto almeno due società concorrenti, si sono però arenate in seguito al cambio di ruolo del funzionario che le aveva condotte per conto della EMI.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.


Profilo
MessaggioInviato: 10 dicembre 2008, 13:40
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49

Profilo
MessaggioInviato: 10 dicembre 2008, 18:54
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
» 2008-12-10 15:20
Musica: Universal su Dada. it


Ultima tra le major a pubblicare il proprio catalogo


(ANSA) - FIRENZE, 10 DIC - Anche Universal Music Group (Umg), rende disponibile il proprio catalogo musicale in digitale su Dada - The Music Movement (www.dada.it). La major e' l'ultima delle 'Big Four' ad aver scelto Dada per distribuire sul mercato italiano i brani dei propri artisti. La musica e' scaricabile in formato Mp3 senza digital rights management: i brani possono essere quindi masterizzati e riprodotti da ogni utente senza restrizioni su qualsiasi dispositivo.


Profilo
MessaggioInviato: 10 dicembre 2008, 20:37
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
USA, la crisi morde: festival offrono pagamento dei biglietti a rate


Crisi economica o recessione che sia, il momento di tirare la cinghia si fa sentire anche sul sinora florido circuito live statunitense. E si rispolvera, per pagare gli abbonamenti ai festival, un sistema molto ben conosciuto nell’Italia postbellica e del boom: la rata. A proporre il pagamento a tranche sono per ora due sole kermesse, ma probabilmente altre seguiranno le loro orme. Si tratta del festival Bonnaroo e del festival Langerado. Il secondo, che si svolgerà a Miami, Florida, nel prossimo marzo con un cartellone che annovera tra gli altri Pogues e Snoop Dogg, propone un pagamento del pass “spalmato” in tre comodi versamenti. Il primo, previsto per il prossimo giugno nel Tennessee con una line-up ancora da annunciare, tenta invece i possibili spettatori con ben cinque rate.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.


Profilo
MessaggioInviato: 11 dicembre 2008, 11:37
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Sony BMG verso la live promotion


Nelle due ultime settimane hanno continuato a rimbalzare da oltre oceano voci e speculazioni sul futuro di due colossi dell'intrattenimento, Ticketmaster e Live Nation. Le due strutture, una volta complementari ma da qualche mese sostanzialmente concorrenti (la prima è entrata nel comparto del booking, la seconda si è attrezzata sul fronte ticketing), sono accomunate dal recentissimo tracollo borsisistico: la forte perdita di valore azionario le rende contendibili e scalabili. In prima fila per eventuali operazioni di fusione e acquisizione sono le major discografiche alla ricerca della diversificazione del business tradizionale.
Con Warner già da mesi attiva strategicamente su questo fronte su ogni mercato locale (inclusa l'Italia, con l'operazione che ha visto protagonista Ferdinando Salzano e la sua Friends & Partners - v. news) e EMI e Universal apparentemente focalizzate su priorità diverse, è il nome di Sony BMG ad essere più frequentemente associato a quello di Live Nation. Qualcosa in più che una speculazione, considerato che la traiettoria che conduce alla formazione di una "entertainment company" rotonda è, nelle critiche condizioni di mercato attuali, praticamente un mandato per la discografia; e Live Nation, come è noto, ha già in pancia accordi ultramilionari con U2, Madonna, Jay Z e altre superstar.
Così come sullo scacchiere internazionale si procede con prudenza, anche i movimenti di Sony BMG Italia sul fronte della musica live, preannunciati dal managing director Rudy Zerbi nel corso di un’intervista rilasciata a Rockol nel settembre del 2007 (vedi News), continuano a essere circospetti e discreti, per quanto la sensazione generale è che presto la major discografica uscirà allo scoperto. Una prima mossa, mai annunciata ufficialmente, risale al 1° aprile scorso: da quella data Sony BMG ha rilevato il 100 % della proprietà di International Music and Arts srl, agenzia di segretariato artistico e di produzione/organizzazione di spettacoli nata a Carpi (Modena) nel maggio del 2005 dalla liquidazione di Modena International Music. L’impresa emiliana continua a essere guidata dal suo fondatore, Francesco Cattini, e dal suo staff direttivo composto da Rita Zappador, Roberta Righi e Isabella Bertoni (che come lui ricoprono il ruolo di amministratori delegati); ma nel suo consiglio siede ora anche un uomo Sony, Marco Boraso (con esperienza diretta nel settore, avendo lavorato proprio per Live Nation/Milano Concerti).
Cattini, modenese, quarantotto anni, è il manager di Franco Battiato (per cui ha anche prodotto i film “Perduto amor” e “Musikanten”) e la sua attività di booking si estende anche oltre i confini nazionali: nell’attuale “roster” della sua agenzia figurano nomi di prestigio come Lou Reed, Laurie Anderson, Patti Smith, Antony and the Johnsons, Joan as Policewoman, David Byrne, Elvis Costello, Marianne Faithfull, Sinead O’Connor e Jackson Browne cui si aggiungono, a livello locale, Morgan/Bluvertigo, Le Vibrazioni, Sonohra e Piero Pelù, oltre allo stesso Battiato. L’acquisizione della sua società, che sarebbe costata a Sony BMG una cifra vicina al milione di euro, in una logica industriale parrebbe più una azione propedeutica ad altre operazioni in tema che non una mossa definitiva.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.


Profilo
MessaggioInviato: 11 dicembre 2008, 12:43
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Mercato in crisi, in UK il distributore Pinnacle in amministrazione controllata


Dopo avere spinto sull’orlo del fallimento Woolworths/EUK (e avere costretto di conseguenza i megastore Zavvi a sospendere le vendite on-line) la recessione economica fa un’altra vittima in Gran Bretagna: stavolta si tratta di Pinnacle, uno dei colossi della distribuzione discografica d’oltre Manica con oltre 400 etichette in portafoglio (One Little Indian, Dramatico, Cooking Vinyl, Fierce Panda, Ace eccc.) e titoli importanti sul mercato come l’album di debutto dei Fleet Foxes (etichetta Bella Union), “The slip” dei Nine Inch Nails (Null Corporation), “The Bbc sessions” di Belle And Sebastian (Jeepster), “Somewhere” di Eva Cassidy (Blix Street) e “The Katie Melua collection” di Katie Melua (Dramatico).
La società è stata posta in amministrazione controllata e affidata agli specialisti di BDO Stoy Hayward che hanno già disposto il licenziamento di 94 dipendenti sui circa 350 in totale. “Purtroppo Pinnacle ha subìto gli effetti dell’improvvisa e drastica flessione dell’economia britannica”, ha spiegato al settimanale Music Week Matthew Tait, il dirigente di BDO incaricato di gestire la ristrutturazione, senza tuttavia anticipare gli scenari futuri e la possibilità per la società di continuare l’esercizio delle sue attività. Articolata in diverse divisioni (Pinnacle Records, Pinnacle Vision, Pinnacle Software), Pinnacle è uno dei principali distributori indipendenti sul mercato inglese, con una quota di mercato pari al 3,8 % (settore album) nel terzo trimestre del 2008.
Preso atto della situazione, l'associazione dei discografici indipendenti Aim ha deciso di fornire ai suoi membri assistenza legale gratuita così da proteggerli dai rischi di insolvenza; nel frattempo le case discografiche clienti di Pinnacle stanno cercando soluzioni alternative per assicurare la consegna dei prodotti ai rivenditori: Dramatico ha già trovato un accordo con Alternative Distribution Alliance (ADA), il braccio indipendente di Warner Music, mentre la etichetta di ristampe Ace, che dispone di magazzini e un'organizzazione commerciale propria, ha deciso di rifornire direttamente tutti i punti vendita siti sul territorio britannico.
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.


Profilo
MessaggioInviato: 11 dicembre 2008, 13:56
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Dada, anche il catalogo Universal in mp3 (e streaming gratuito per tutti)

Il catalogo digitale di Universal Music Italia (200 mila brani di artisti come Amy Winehouse, U2, Jovanotti, Anastacia, Metallica e tanti altri) è disponibile in formato mp3 senza protezione DRM sullo store Dada - The Music Movement Dada.it), il primo nel nostro paese con cui la casa discografica leader di mercato ha chiuso un accordo di questo tipo. “La volontà di Universal Music di commercializzare il proprio catalogo senza la protezione DRM”, spiega Fabio Riveruzzi della Divisione Digitale di Universal Music Italia, “ha trovato nel progetto Dada Music Movement un’eccellente proposta, nell’attuale scenario della musica digitale, per offrire a tutti la qualità del suo repertorio in modo sicuro e legale”.
Prima di Universal, anche EMI, Warner Music, Sony BMG e l’aggregatore di musica indipendente The Orchard avevano concordato con Dada la vendita di file digitali privi del Digital Rights Management, masterizzabili senza restrizioni e riproducibili su qualunque tipo di computer, lettore digitale e telefono cellulare compatibile (inclusi l’iPod e l’iPhone della Apple).
In virtù di una promozione appena lanciata, l’intero catalogo di Dada (circa 2 milioni e 200 mila brani) è ora disponibile in streaming gratuito e illimitato anche per i non abbonati: “The Music Movement”, dice il presidente e fondatore di Dada Paolo Barberis, “è l’unico store in Europa che può concedere anche agli utenti non registrati l’ascolto libero, gratuito e senza limiti dei brani provenienti dai cataloghi delle major”. L’offerta di Dada è attualmente disponibile in Italia e negli Stati Uniti (dove la società italiana opera sotto la ragione sociale di Dada Entertainment in joint venture paritetica con Sony BMG, vedi News). Sul territorio nazionale l’abbonamento al servizio si può pagare con il telefonino (3 euro a settimana per sette crediti, 0,43 euro a brano), o con la carta di credito (9,90 euro al mese per 30 Mp3, 0,33 euro a brano).
© Tutti i diritti riservati. Rockol.com S.r.l.


Profilo

Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per:

Tutti gli orari sono UTC +2 ore [ ora legale ]
Pagina 2 di 14
197 messaggi
Vai alla pagina Precedente  1, 2, 3, 4, 5 ... 14  Prossimo
Visitano il forum: Nessuno e 6 ospiti
Cerca per:
Apri un nuovo argomento  Rispondi all’argomento
Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
cron