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Indice  ~  Get Off Of My Cloud  ~  Groupies

MessaggioInviato: 1 febbraio 2010, 15:48
Avatar utenteMessaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02
Postiamo qui, magari anche ripescando da post vecchi o vecchissimi, tutto ciò che riguarda le groupie famose e non degli Stones...foto, interviste, articoli... in passato su questo forum qualcuno le aveva definite "zoccole", altri, più illuminati, "ragazze che volevano divertirsi"
Fate voi. Noi donne del forum un po' le invidiamo.
Ecco un video senza audio con un sacco di ragazze all'assalto dei nostri in arrivo a Rotterdam nel 73.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=rN6MSEiUaFE[/youtube]


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MessaggioInviato: 1 febbraio 2010, 17:56
Avatar utenteMessaggi: 1703Iscritto il: 7 marzo 2008, 18:22
quest' argomento mi piace molto !!! ;) ....io le definirei ....stelle polari che conducevano ad un meritato abbandono su di un letto rotondo per circumnavigare lentamente l' estasi ..... assorbendoti tutta l' adrenalina che avevi accumulato durante il concerto..............

Jg <)


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MessaggioInviato: 1 febbraio 2010, 18:15
Avatar utenteMessaggi: 5575Località: sud MilanoIscritto il: 27 settembre 2006, 18:07
Le prime due volte che vennero a Milano io andai a Linate, ma ero troppo piccola :cry:
Poi sono andata fuori dall'Alcatraz nel 2006, ma ero troppo vecchia :evil:


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MessaggioInviato: 1 febbraio 2010, 18:54
Avatar utenteMessaggi: 4042Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11
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Qualcuno dice che le “signorine” che andavano nei backstage a far visita alle loro band e cantanti preferiti sono sempre esistite, ma la storia vuole che la parola GROUPIE sia nata con il Rock’n’Roll nei primi anni 60’. Nella magica atmosfera psichedelica di quell’epoca, in cui cominciava la liberazione sessuale, queste ragazze sono forse state le prime vere femministe, o almeno i critici musicali di allora così le hanno definite più volte nell’arco del tempo. Uno dei motivi per cui queste fanciulle sono diventate così famose è che ad un certo punto, nel periodo tra i 60’ e i 70’ , se una band non aveva delle groupie intorno era considerata “sfigata”. Le groupie erano l’altra faccia del Rock e loro hanno contribuito alla storia della musica in maniera piuttosto determinante. I benpensanti hanno sempre creduto che le ragazze che andavano a letto con il loro eroe musicale fossero delle puttanelle in cerca di gloria, ma pochi sanno che le groupie erano molto più di un semplice passatempo sessuale di una notte. La maggior parte di loro è finita nel dimenticatoio, qualcuna non c’è più, ma qui ne abbiamo intervistate un paio (tra le più famose) che sono oramai diventate delle vere e proprie imprenditrici ed hanno fatto della loro “carriera” un vero e proprio business.

Un fenomeno sicuramente americano ed inglese, per intenderci, la groupie in Italia in quell’epoca non si sapeva neppure chi fosse. Alcune di loro erano diventate delle grandi muse per musicisti come Jimi Hendrix, Frank Zappa, Mick Jagger (vedi Marianne Faithfull vera e propria icona rock -style), Keith Richard( Anita Pallenberg), Jimmy Page(Lory Maddox), Eric Clapton (Patty Boyd) , Beatles, Keith Moon, Jim Morrison (Pamela Curson) ed altri. Erano talmente un fenomeno di costume che nel 1969 la allora bibbia del Rock, Rolling Stone le lanciò in copertina come il vero e proprio grande cambiamento del costume femminile. All’interno c’era un servizio sulle GTO’s (Girls Together Outrageously) lanciate da quel genio musicale quale era Frank Zappa, che aveva più volte dichiarato “.. le groupie sono favolose, i tour sarebbero di una noia mortale senza di loro intorno che di tanto in tanto ti allietano le notti e le giornate con le loro “oral gratifications e non solo”. Personalmente, mi hanno sempre affascinata, anche se io ero nata da poco quando queste creature hanno iniziato la loro carriera nel mondo della musica. Da un punto di vista sociologico, la domanda ricorrente è sempre stata la seguente: che cosa accomunva queste giovani donne? E tra i tanti fiumi d’inchiostro che si sono versati per analizzare questo fenomeno, due cose principalmente sono venute fuori: la passione per la musica e per il sesso consumato con persone famose. Però, avendo letto tante cose sulle groupie, devo ammettere che ne ho tirato fuori anch’io una mia piccola chiave di lettura, forse troppo analitica ed europea: traspariva una sottile mancanza di autorealizzazzione interiore. Infatti se leggete uno degli ultimi libri sulle groupie scritto tra l’altro da una brava scrittrice/giornalista italiana, Barbara Tomasino, intitolato “Groupie-Ragazze a perdere” (alla quale in questo servizio abbiamo chiesto dei pareri e posto domande) viene fuori un ritratto di “giovani donne spesso innamorate della notorietà e pronte a tutto pur di seguire un loro ideale di vita, alcune avevano legami familiari disastrosi alle spalle, insomma senza una vera e propria identità definita”. Comunque erano delle vere eroine, donne disposte anche al sacrificio per amore della musica e per essere vicine alle gioie e ai dolori del loro eroe. Anche per una notte! Sì perché forse pochi sanno che la vita di una rockstar in tour non è poi così esaltante come si può pensare. A dire il vero questi erano i miracoli di quella meravigliosa epoca, in cui si scopriva di tutto di più. Dalla perdita della propria verginità in tutta la propria innocenza e con tutto il candore tipico di quegli anni. Ma ora godetevi le dichiarazioni di due delle più belle e famose groupie della scena musicale ancora molto groovy, Cynthia Plaster Caster e Pamela Des Barres e perché no, LUNGA VITA alle groupie.

Intervista a Cynthia Plaster Caster

Cynthia tu sei una delle groupie più famose del mondo. La tua grande passione per la musica ti accompagna sin da ragazzina ma soprattutto la tua grande popolarità è dovuta al fatto che ti sei ritagliata un ruolo ben preciso nel mondo del Rock: sei stata la donna che insieme ad una tua amica, anche lei di Chicago, ha realizzato i calchi di gesso di alcuni dei peni più famosi della musica degli 60’/70. Ci racconti brevemente come facevate e come fai questi calchi ?
Il processo normalmente ha inizio nel mio appartamento con la partecipazione mia (che preparo l’impasto); il soggetto e la persona che deve rendere “duro” il membro, chiamata “placcatrice” (nome mutuato dallo slang londinese che sta ad indicare chi pratica sesso orale, sebbene il modo della stimolazione può essere concordato liberamente tra il soggetto e la placcatrice). Quindi, mentre i due si danno da fare nel mio soggiorno, io rimango in cucina a lavorare con l’impasto composto di algina ed acqua e sono separata dai due dalla porta chiusa. Non appena il soggetto raggiunge l’erezione e pensa di poterla mantenere per un paio di minuti, viene in cucina con la placcatrice al seguito, infila il pene nell’impasto che ho appena preparato e si concentra! Dopo un minuto circa il calco è pronto ed il suo pene comincia ad afflosciarsi a causa di questo impatto insolito. Io metto il gesso in quel buchino delizioso, riordino un po’, poi il soggetto e la placcatrice vanno a continuare da qualche altra parte quello che avevano cominciato nel
mio soggiorno. Ed io? Io mi butto sul letto, e sogno un nuovo, guizzante, CAZZO DI GESSO!

Jimi Hendrix, Noel Redding (il bassista di Hendrix), Ronnie Bart( bassista dei Muffs) alcuni dei calchi più famosi, ed altri come hanno reagito quando queste due belle ragazze si sono presentate a loro in quella meravigliosa era psichedelica e gli hanno proposto la loro “arte”?
Tutti e tre hanno reagito in modi diversi, ma favorevoli. Con la sua voce sexy, Jimi disse qualcosa del tipo…”oh, sì. Ho sentito parlare di voi da qualche parte nel cosmo…venite, andiamo nel mio hotel…”. Quando Noel Redding e la band tornarono a Chicago, si era in qualche modo capito che lui sarebbe stato il prossimo a sottoporsi all’Esperienza. Così ci infilammo nella sua stanza d’albergo e bloccammo Noel, che però rimase contrariato perché aveva perso l’erezione proprio quando l’impasto era pronto. E se la memoria mi aiuta… dopo l’esibizione dei Muff al Chicago Metro, Ronnie Barnett sembrò sbalordito della nostra proposta di posare. Non siamo riuscite a convincerlo fino a quando non è tornato in città, dopo che era stato persuaso a posare da Kim Muff. Anche Ronnie ne venne fuori malconcio. Forse esiste una sindrome del bassista?

Tu oggi sei diventata un vero e proprio personaggio cult della scena musicale, al punto tale che l’artista Jessica Villines ti ha dedicato un documentario, o meglio un cockumentary (cock in inglese significa appunto pene+ forte di dick) come tu ami definirlo. Come è nata l’idea ed ha già partecipato a dei festival?
Jessica ed io uscivamo con la stessa gente. Un paio di anni dopo che lei aveva terminato la scuola di cinematografia, mi propose un documentario in cambio di un lauto compenso. Come potevo dire di no? Il “Cockumentary è stato mostrato in diversi festival cinematografici nel mondo, ed ora è uscito in America in VHS e DVD. Stiamo tuttavia trattando per una distribuzione anche in Europa.

Tu hai creato anche la Cynthia Plaster Caster Foundation per aiutare i giovani artisti in difficoltà economica. La cosa sta funzionando? E quali sono i tuoi progetti futuri? Che ne dici di venire in Italia e fare una grande mostra dei tuoi “wonderful babies”?
Sfortunatamente la mia fondazione sta ancora pagando le spese legali in cui è incorsa per esserci proclamati come una associazione no profit, pertanto non abbiamo generato ancora nessun utile. Ma incrociando le dita, dico che PRESTO, MOLTO PRESTO saremo in grado di devolvere del denaro a musicisti ed artisti. Spero di poter completare la mia autobiografia per gli inizi dell’anno prossimo. Per quanto riguarda le mostre, ci sarebbe la possibilità di un tour in Brasile sempre l’anno prossimo. I miei Sweet babies in Italia? Ah, sì. Una groupie dovrebbe essere sempre così fortunata!

Intervista a Pamela Des Barres

Pamela tu sei stata e sei tuttora considerata una delle donne più belle del Rock. A parte il tuo amore per la musica, cosa e come sei diventata una delle groupies più famose del mondo?
Semplicemente, mi è capitato di essere al momento giusto e nel posto giusto in quel periodo storico… Non volevo rimanere seduta a casa nella mia cameretta ad ascoltare bella musica, o far parte solo del pubblico. Io volevo stare insieme a quelle persone che componevano della musica stupenda che mi apriva il cuore e l’anima. Quindi ho “bussato” alle porte del backstage e loro mi hanno aperto.

Ci racconti com’era la scena di Los Angeles nel periodo tra gli anni 60’/70’?
Impossibile da descrivere. Infatti tu che hai letto il mio libro “I’m with band-Confession of a groupie”, sai bene che in quelle memorie ho descritto nei minimi dettagli quegli inebrianti, magnifici giorni. Sapevo di essere stata catapultata nel mezzo di una vera e propria rivoluzione musicale ed ero sicura che avrei trascorso del tempo meraviglioso! Ti poteva capitare di vedere Bob Dylan, The Birds, Frank Zappa, Sonny and Cher passeggiare per il Sunset Boulevard. Poi si poteva andare a vedere i Led Zeppelin o Jimi Hendrix al Wisky a gogo, che conteneva più di 300 persone!
Nel tuo divertente libro “I’m with Band- Confessioni di una groupie” tu parli molto di uno dei tuoi grandi amori più tormentati con il genio Jimmy Page dei Led Zeppelin. Parlaci un po’ per i lettori di Pig magazine come è nata la tua storia con lui. Jimmy aveva sentito parlare di me e della mia band, GTO’s e così mi ha dato la caccia, mi faceva arrivare dei bigliettini nei clubs, cercava di avere il mio numero di telefono e mi invitava a delle grosse serate, così alla fine ho capitolato. Avevo sempre saputo che fosse un uomo pericoloso, ma con me si è rivelato incredibilmente romantico, dolce e sexy.

Il grande Frank Zappa che amava le groupies ed aveva il fiuto per tutto ciò che era innovativo e controverso, ti ha voluta nel suo gruppo the GTO’s- Girls Together Outrageously da lui prodotto nell’album “Permanent Damage”. Come sei entrata a far parte del gruppo e come hai conosciuto il Genio Zappa?
Eravamo già un gruppo di ragazze che ballavano con altre band. Quando abbiamo cominciato a ballare con The Mothers of Inventions, Frank individuò il nostro “potenziale commerciale” e ci suggerì di formare un gruppo di groupie e di scrivere un po’ di canzoni per un album che lui avrebbe prodotto, appunto “Permanent Damage”.



C’era molta competizione tra voi o eravate amiche?
Negli anni 60’ e nei primi 70’ c’era poca competizione. Le amiche e gli amici erano importanti allo stesso modo. Ad ogni modo ognuna di noi ebbe delle storie con musicisti diversi!

In un tuo momento di magra sei stata anche la baby sitter dei figli di Zappa. Come hai vissuto quell’esperienza?
Casa Zappa era il mio rifugio. Gail Zappa (moglie di Frank ed ex groupie) era una delle mie migliori amiche ed insieme con Frank è stata una maestra di vita per me. Sono stata per vari anni la baby-sitter di Moon e Dweezil (i primi 2 figli di Zappa). Gail mi ha sempre aperto le porte della sua casa, ed inoltre ho così imparato a prendermi cura dei bambini. Erano dei ragazzi così intelligenti e “cool”!

Tu sei stata anche con Mick Jagger e sei tuttora sua amica. E’ vero che una notte te lo sei trovato di fronte completamente nudo?
Ho incontrato Mick la prima volta quando ero troppo giovane per avere a che fare con lui. Ero solo una sua accanita fan e quando ho bussato alla sua stanza dell’hotel mi ha aperto completamente nudo. Quindi sono scappata via nella notte, ma anni dopo ci siamo rivisti ed abbiamo avuto un meraviglioso flirt.

Con quanti dei musicisti che hai conosciuto sei rimasta oggi in contatto?
Tanti. Tuttavia molti dei miei più cari amanti ed amici sono morti (Noel Redding, Waylon Jennings, Keith Moon e Bryan MacLean). Invece con Don Johnson e Robert Plant (dei Led Zeppelin) siamo ancora ottimi amici.

A parte l’esperienza delle GTO’s , hai mai più pensato di fare musica per conto tuo o creare magari un tuo gruppo?
Ho cantato musica country dopo che Gram Parson mi ha portato con lui nel gruppo, Burrito Brothers, ma purtroppo non
sono mai stata granché come cantante. L’album delle GTO’s , Permanent Damage è tuttavia un classico e un cult!

Molta gente almeno qui in Europa ha sempre pensato alle groupies come a delle sacerdotesse del sesso e basta. Ma sappiamo che non era solo così. Insomma voi per alcuni siete state delle vere e proprie muse ispiratrici e non solo quelle belle ragazze che dietro il backstage facevano delle oral gratification. Ti senti in qualche modo partecipe della felicità di alcuni di loro?
Certamente sì. Eravamo delle muse per le band, ed avevamo grande influenza sulla loro musica e sul loro divertimento! Ci cercavano sempre, e noi ci prendevamo cura di loro, facevamo shopping con loro, cucinavamo per loro, cucivamo, ascoltavamo altre band, andavamo nei club, in giro a fare gite…..insomma era un’epoca favolosa.

Secondo te oggi esistono ancora le groupies?
Certo, e sempre esisteranno. Le groupies ci sono sempre state e ci saranno sempre fin quando esisterà il backstage. Sto lavorando al mio 4° libro “Let’s spend the night together”, una compilation sulle groupie.

Chi è il musicista morto che oggi ti manca di più come artista e come uomo?
Gram Parsons. E’ stato un caro amico e mi ha influenzata molto.

Tu sei stata la moglie di Michael Des Barres ed insieme avete avuto un figlio bellissimo. Come hai vissuto il tuo ruolo di moglie e come vivi quello di madre?
Michael ed io ci siamo lasciati molti anni fa, ma siamo tuttora molto amici. Nick, nostro figlio ha ora 26 anni, è molto dotato ed è anche molto bello. Comunque oggi ho una storia d’amore con Mike Stinson un musicista country. Nella mia vita però sono uscita con tanti musicisti, tra i quali Dave Navarro e Terence Trent D’Arby. Ancora oggi vado a molti concerti e vedo un sacco di gruppi musicali. Mi piace molto il nuovo cd di Robert Plant e penso che lo andrò a trovare durante il suo nuovo tour.

Qual è il musicista o il gruppo che oggi ti piace di più?
Ryan Adams, Rhett Miller, Lucinda Williams, MiniBar, sempre Dylan, Leonard Cohen…….

Tu sei stata in Italia un po’ di volte. Che impressione ti hanno fatto gli Italiani?
Adoro l’Italia e gli Italiani! Spero di poter ritornare presto. Sono stata nel vostro paese 3 volte…..la Sicilia è divina.

In Italia c’è stata una scrittrice/giornalista Barbara Tomasino che ha scritto un libro sulle groupies, e tu sei venuta nel nostro paese con l’altra famosa groupie Cynthia Plaser Caster un paio di anni fa a presentare il suo libro. Che ne pensi di una giovane donna che vi ha dedicato un libro?
E’ un onore ma al tempo stesso mi sono sentita anche un po’ confusa perché dovevamo sembrare delle aliene a tutti voi! Sono certa che i fan italiani del Rock, amerebbero molto il mio libro inedito in Italia “I’m with band…….”.

Pamela di cosa ti occupi oggi e raccontaci i tuoi progetti futuri.
Sto scrivendo il nuovo libro sulle groupie, scrivo articoli per diversi magazine, scrivo sceneggiature, insegno scrittura creativa e sto lavorando per una convention sul Rock e per un reality show televisivo sulle groupie.

Chi è stato il tuo grande amore? E credi ancora nell’amore eterno come quando eri più giovane ?
Michael Des Barres è stato certamente un vero amore. Posso dire di averne avuti 5 in tutto: Chris Hillman, Don Johnson, Jimmy Quill ed ora Mike Stinson. Pensavo di essere innamorata di Jimmy Page e pochi altri, ma in effetti erano solo delle cotte colossali.

Pamela e tu sei sempre nella tua essenza più profonda “with the Band”?
Sempre!

Intervista a Barbara Tomasino

Barbara che cosa ha spinto una giovane donna come te a scrivere un libro sulle groupies? Un fenomeno esploso quando tu non eri neanche nata.
E’ un fenomeno particolare, direi trasversale, della storia del rock che mi ha sempre incuriosito. Quando mi è stato chiesto di scrivere un libro sulla pop music ho pensato che sarebbe stato interessante raccontare le incredibili vicende di queste ragazze e di conseguenza raccontare la storia del rock –parzialmente, s’intende – da un punto di vista diverso. Lo chiamo lo sguardo dal backstage. E poi mancava una trattazione specifica sull’argomento in Italia.

Qual è stata per te la groupie più cool di tutti i tempi ?
Non saprei…molte storie sono appassionanti, “tenere e crudeli”, come l’amour fou di Sid Vicious e Nancy Spungen, o le tante avventure di Bebe Buell e Pamela Des Barres. Ci sono state giovani donne totalmente devote alla causa del rock e altre devote ad un unico uomo, che spesso le ha portate alla rovina… era un grande circo perverso e chi saliva a bordo del carrozzone era pronto ad ogni tipo di conseguenza.

Che cosa accomunava queste belle fanciulle, a parte l’amore per la musica e il voler diventare “famose ad ogni costo”?
Gli anni ’60 e ’70 sono stati un periodo irripetibile, una sorta di epoca d’oro, e i ragazzi ricercavano un’esistenza priva di regole e costrizioni…too fast to live, too young to die era uno dei motti dell’epoca. C’era la rivoluzione sessuale, una nuova consapevolezza dell’essere teen ager e di cosa questo significasse, si fuggiva dalla famiglia d’origine per essere adottati dalla grande famiglia del rock and roll. Il primo obiettivo di una groupie era conquistare una star, o diverse, per vivere della fama riflessa che questa emanava, per essere considerata cool e per entrare a far parte dell’universo rock; poi c’erano ovviamente il sesso, le droghe, la libertà di costumi, i sentimenti e gli opportunismi… quello che contava era esserci, nel bene o nel male. Ma direi che lo stesso vale per i musicisti, Frank Zappa insegna: “se non hai delle groupie intorno, allora significa che non stai facendo sul serio”.



Il tuo libro “GROUPIE-RAGAZZE A PERDERE” uscito un paio d’anni fa, cosa ha suscitato nella stampa italiana? Voglio dire, sei l’unica italiana che si è interessata al fenomeno. Hai ricevuto più complimenti o critiche negative?
Il libro è stato molto apprezzato, sia dagli addetti ai lavori che dai lettori. L’ho presentato in lungo e in largo per il paese ed è stato accolto come un’appassionata trattazione di un fenomeno poco noto ma molto accattivante, sono molto soddisfatta dei risultati ottenuti. E’ chiaro che qualcuno ha sparso un po’ di veleno, forse perché ha sentito invaso un territorio considerato appannaggio di una ristretta cerchia, e ha fatto leva sul fatto che io sia una giovane donna che in fondo parla di problemi di donne, non di musica. Un certo maschilismo e una fastidiosa supponenza sono gli aspetti peggiori di questo lavoro, ma non me ne curo troppo.

Se tu fossi stata una groupie in quei favolosi anni 60’/70’ , chi sarebbe stato il tuo “total hero”?
Io amo tutta la musica pop dagli anni 50 ad oggi e in questo senso sono una perfetta groupie, ma a me piace il mio punto d’osservazione, quello del critico che coglie le sfumature e le atmosfere e le imprime su di una pagina, quindi se avessi vissuto in quei giorni avrei di sicuro speso nottate intere a parlare con Lester Bangs per succhiargli un po’ della sua linfa geniale! Ma se devo proprio rispondere ammetto che Mick Jagger è per me un uomo con un fascino e un’attitudine rock and roll senza eguali.
Alcune di loro sono diventate molto famose (vedi appunto le due “signore” che ho intervistato per PIG per questo servizio sulle groupies) diventando scrittrici, giornaliste, anchor women, scultrici etc.etc. Pensi che siano ancora quelle donne innocenti che credevano nella liberazione sessuale di quegli anni, o sono solo ormai delle brave imprenditrici di se stesse?
L’ingranaggio del rock, come ogni altra forma di arte o intrattenimento, ruota attorno ai soldi e al profitto, anche in termini di popolarità. Grandi nomi del passato – vedi Rolling Stones, Bob Dylan – oggi si sviliscono in una performance senza soluzione di continuità attraversando l’intero globo: sono una macchina da soldi, il che va anche bene perché fa parte del gioco, ma guai a credere che siano ancora lì sul palco perché sognano l’immaginazione al potere. Lo stesso vale per le groupie: in quei giorni hanno lottato, sudato, amato e detestato, ballato sul mondo e pianto sui cornicioni, ma oggi tutto questo è solo un intenso ricordo che nei casi migliori diviene vibrante racconto trasposto in pagine appassionate. Quelle donne che non si sono fatte risucchiare dal vortice del music business e dalle sue regole crudeli hanno avuto l’intelligenza di ritorcere il tutto a loro favore, e quello che un tempo era un gioco perverso che emanava un debole riflesso di fama, oggi è per loro fonte di guadagno e di notevole visibilità mediatica.

La scena musicale italiana non aveva personaggi come i Led Zeppelin, Rolling Stones, Jimi Hendrix, Frank Zappa (guru delle groupies, al punto da sposarne una), Burrito Brothers ed altri. Ma esistevano delle ottime band come la PFM o come il Banco del Mutuo Soccorso, Equipe 84. Perché non sono mai esistite (come fenomeno) le groupies in Italia?
Il rock stesso, a mio avviso, non ha attecchito come fenomeno in Italia… si, ci sono state delle band e dei fermenti, ma niente a che vedere con quello che è successo tra Stati Uniti ed Inghilterra. Di conseguenza le groupie non avevano un terreno fertile dove germogliare, la rivoluzione dei teen ager in Italia è arrivata molto dopo e non ha portato con sé gli stessi effetti “devastanti” dei paesi anglosassoni. Credo che ci siano anche ragioni diverse, come la differenza tra protestanti e cattolici, lo stile di vita nel dopoguerra oltremanica rispetto a casa nostra…ma è un discorso più complesso, non lo si può liquidare in due parole.

Tu che ami tanto la musica, che progetti hai per il futuro?
Spero di continuare ad occuparmi di musica, anche toccando altri aspetti che non siano necessariamente la critica o l’intrattenimento radiofonico, e poi un altro libro…ma di questo adesso non posso parlare, bisogna giocare sull’effetto sorpresa!

Un’ ultima domanda: ti senti una groupie mancata?
Non credo che ci voglia un’abilità straordinaria per essere una groupie, solo molta pazienza e capacità di ingoiare bocconi amari…quindi se avessi voluto essere una groupie non credo che avrei mancato il bersaglio!
Amo stare sotto ad un palco, sentire la pelle che s’accappona per un semplice motivetto, scrutare le facce sudate della gente in estasi davanti ai loro idoli, osservare i completi tutti in tiro che nel 2005 fanno il verso ai mod o alle grunge girls, amo sapere come un riff travolgente o un accordo da sogno viene fuori da una testa matta spesso sconvolta da una vita vissuta con il piede premuto sull’acceleratore…questo è ciò che amo della musica e il mio desiderio è raccontarlo con consapevolezza critica e con tutta la passione che ho in corpo.

Di Alessandra Izzo


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MessaggioInviato: 1 febbraio 2010, 19:36
Avatar utenteMessaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49
Divertente e delicata la descrizione nel film "almost Famous"

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=xXsLo-NHtsY&feature=related[/youtube]


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MessaggioInviato: 1 febbraio 2010, 21:08
Avatar utenteMessaggi: 2279Località: TORINOIscritto il: 12 luglio 2006, 20:04
ma che bel topic!! <) erano davvero delle grandi donne... peccato non aver vissuto di persona tutto questo... son troppo piccola... <sad

Con il termine groupie si è iniziato ad identificare, a partire dagli anni Sessanta, le ragazze che accompagnavano le rockstar in gran parte delle loro tournées, assecondandone con entusiasmo la vita sregolata e le sfrenatezze sessuali e divenendo spesso vere e proprie componenti del loro entourage.

Le groupies erano delle fan molto giovani (spesso anche minorenni: la loro età andava dai 14-15 anni in su) le quali, oltre ad amare particolarmente la musica di un certo rocker o di diversi avendone la possibilità, seguivano gli artisti in questione nei loro tour, irresistibilmente attratte dal loro carisma, diventandone infatuate sostenitrici ed intime amiche. Oltre a questo, le groupies erano ben riconoscibili rispetto alle semplici fan grazie anche ad un look più curato e generalmente molto sexy.

da Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Groupie)

anche qui si parla di groupies ;)
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=-D99n9f3vU4[/youtube]


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MessaggioInviato: 1 febbraio 2010, 22:40
Avatar utenteMessaggi: 87Località: ATRI ABRUZZOIscritto il: 28 aprile 2008, 4:47
Stò leggendo il libro "let spend the night togheter" di pamela de barres...divertente!


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