Oz

http://pers-www.wlv.ac.uk/~fa1871/LondonOz.html

International Times

http://www.international-times.org.uk/ITarchive.htm

Che belle....non sapevo dell'esistenza di queste riviste....ero fermo al melody maker e al NME (New Musical Express)

Non sono musicali in senso stretto: sono le cosiddette riviste underground. Quando alla fine del 1967 hanno chiuso le radio pirata, la scena alternativa ha continuato ad esistere con queste due riviste. Pensa che OZ aveva gli LP in allegato: i Deviants di Mick Farren hanno esordito così. Di queste riviste ne parla il libro "Al'ombra di Sg Pepper" mentre Andrea Borgino ha scritto "Radio pirata". Sono due libri che consiglio. Nel periodo di attività di Oz dal 67 al 73 undrground significava Pink Floyd, Soft Machine, Roxy Music, T Rex ecc. Non era una vera e propria scena indie perchè la maggior parte di loro avevano contratti con le major o con succursali di major oppure con case discografiche indipendenti di grandi dimensioni (Island). Io ho spulciato le piccole case discografiche indipendenti: superano a malapena la trentina e hanno poche publicazioni e pochissimo di interessante. Le autoproduzioni nel periodo 67-73 saranno meno di cento e solo un paio interessanti. Ora quello che voglio dire è che quell'epoca a differenza della scena dal post punk ad oggi (con la nascita della vera musica indie presso case discografiche di nicchia) aveva la roba valida nel mainstream e anche quella alternativa era nelle major (pensiamo i Pink Floyd alla Harvest succursale EMI). Le major creavano (non per filantropia ma per coprire una fetta di mercato) succursali interessate alla musica sperimentale che non dovevano per forza sbancare le classifiche. Così facendo si avevano i doppi risultati: alla EMI i Beatles sbancavano e i Pink Floyd alla lunga avevano successo anche loro e le decine di gruppi sperimentali saziavano il pubblico alternativo. I discografici di oggi dovrebbero riflettere se sia stato producente abbassare il livello delle produzioni commerciali.

Ma lascio la parola a Lennon che cercava di salvare la rivista Oz sempre sotto minaccia di chiusura

http://www.youtube.com/watch?v=hZlX29PuxPg

Lennon aveva addirittura fondato l'estemporanea Elastic Oz Band

http://www.youtube.com/watch?v=r8uzrLHrttI

god save oz!

Bravissimo, l'avevo letto su qualche biografia.

Oggi quale scena alternativa vorrebbe il sostegno del gruppo di maggior successo del decennio (forse i Coldplay)? Nessuna penso...

Pete Brown il guru dell'underground aveva un contratto con la Harvest succursale EMI... A me questo genere di cose fa molto pensare.

questi scambi underground-mainstream erano cosa possibile, le star erano piu' raggiungibili in tutti i sensi, oggi potresti incontrare un tuo mito musicale per New York, come era il caso di John Lennon, come nulla fosse?