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Olia
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Inviato: 10 marzo 2012, 10:40 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
 Dopo il debutto di ieri sera a Padova vi ricordo Roger Daltrey che propone Tommy con una gran band e una ritrovata forza canora. Chi viene a Milano?? 11.03.2012 ROGER DALTREY – Genova 12.03.2012 ROGER DALTREY – Torino 18.03.2012 ROGER DALTREY – Trieste 20.03.2012 ROGER DALTREY – Firenze 21.03.2012 ROGER DALTREY – Roma 23.03.2012 ROGER DALTREY – Roma 24.03.2012 ROGER DALTREY – Milano
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Olia
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Inviato: 15 marzo 2012, 14:10 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
Nessuno??
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Isy
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Inviato: 15 marzo 2012, 14:28 |
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Messaggi: 3207Iscritto il: 12 gennaio 2006, 1:44 |
Ci vediamo li ......saro' con Andrea
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Olia
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Inviato: 15 marzo 2012, 16:35 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
Bene !!!
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Jacopo
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Inviato: 15 marzo 2012, 16:54 |
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Site AdminMessaggi: 3976Località: MilanoIscritto il: 6 gennaio 2006, 23:20 |
costa troppo!
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wicked67
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Inviato: 25 marzo 2012, 13:43 |
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Messaggi: 4750Iscritto il: 29 ottobre 2007, 20:25 |
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MassimoR67
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Inviato: 26 marzo 2012, 13:32 |
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Messaggi: 627Località: Brugherio (MI)Iscritto il: 5 luglio 2006, 19:30 |
Certo non a buon mercato, ma ne è valsa la pena.
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Olia
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Inviato: 27 marzo 2012, 14:01 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
Flac: Roger Daltrey - 2012-03-23 - Rome, IT (FM/FLAC) Roger Daltrey - 2012-03-23 - Rome, IT (FM broadcast FLAC) Credit to survivor69 Lineage (FM > Hard Disc > web): ITT HiFi4060 Tuner > Audacity 1.3.13 Beta via C-Media CMI8738/C3DX soundcard > 44100hz/16bit flac's (level 8) > TTD.org Roger Daltrey performs Tommy Live and Direct FM radio broadcast by "Radio2 Live", Radio2 RAI [second channel of italian national radio], from Auditorium della Conciliazione, Roma (Italy), on friday 23 March 2012, 21:15 hours [CET] - the SECOND of two roman dates roger daltrey with Frank Simes and Simon Townshend (guitars) Jon Button (basso) Scott Deavours (drums) Loren Gold (keyboards) 01-Overture 02-It's A Boy 03-1921 04-Amazing Journey 05-Sparks 06-Eyesight To The Blind 07-Christmas 08-Cousin Kevin 09-The Acid Queen 10-Do You Think It's Alright? 11-Fiddle About 12-Pinball Wizard 13-There's A Doctor 14-Go To The Mirror 15-Tommy Can You Hear Me? 16-Smash The Mirror 17-Sensation 18-I'm Free 19-Miracle Cure 20-Sally Simpson 21-Welcome 22-Tommy's Holiday Camp 23-We're Not Gonna Take It 24-set break and radio banters 2.04 25-I Can See For Miles 26-The Kids Are All Right 27-Behind Blue Eyes 28-The Way It Is [by Simon Townshend] 29-Pictures Of Lily 30-Who Are You? 31-My Generation 32-Young Man Blues 33-Baba O'Riley 34-band's intro and announcements 2.51 35-Without Your Love 36-banters and announcements 2.38 37-Red Blue And Grey 38-outros and end credits 1.06 tracklist > running time 125'30" WARNING: in italian radio customes the DJ speaks a lot in-between songs. And I mean a lot.. His/Her purpose is to introduce songs with bits of bio and translate what the artists say, or to describe to radio listeners what's happening on stage. It may gets VERY annoying, and trust me it does, thus we might consider this recording ONLY FOR COMPLETISTS. But the songs, the actual music, are (usually) not spoken over in the middle of them. It has to be noted that italian djs are on the whole adviced to talk that much by the same record companies to prevent bootlegging. >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> >>>>> VENERDÌ 23 ORE 21.15 ROGER DALTREY IN CONCERTO DALL’AUDITORIUM CONCILIAZIONE DI ROMA Radio2 trasmetterà in esclusiva il concerto del grande rocker inglese Roger Daltrey, storica voce e icona di The Who, in diretta dall’Auditorium Conciliazione di Roma. In una incredibile serata radiofonica, Radio2 Live propone lo show “Roger Daltrey performs The Who’s Tommy, and more”. In diretta, la seconda tappa romana del lungo tour italiano dell’artista: 8 date, che insieme ad un concerto intermedio a Parigi, formano il nuovo giro europeo di Daltrey che reinterpreta per intero, dall’inizio alla fine, le canzoni del leggendario album-opera rock degli Who “Tommy” insieme ad una selezione di classici della band. Daltrey canta in Italia tra il 9 e il 24 marzo. Da Padova (9 marzo) a Genova (11), Torino (12), Trieste (18), Firenze (20), Roma (21 e 23) e Milano (24 marzo). Con questo spettacolo Roger Daltrey compie un’impresa mai portata in scena nemmeno dagli stessi Who. Oltre alla musica maestosa di “Tommy”, i fan ogni sera ascolteranno anche una selezione degli storici brani degli Who e altra musica composta da Roger Daltrey nel corso della sua straordinaria carriera. Contenuti video di grande impatto accompagnano la musica in quella che promette di diventare un’esperienza indimenticabile sia per i fan di vecchia data sia per i nuovi adepti, che hanno scoperto solo in anni più recenti The Who e “Tommy”, opera fra le più acclamate e simboliche del rock mondiale, un album che da decenni continua ad esercitare sul pubblico lo stesso fascino. Uscito nel 1969 ed entrato nella Grammy Hall of Fame nel 1998, il doppio album ha venduto fino ad ora oltre 20 milioni di copie nel mondo e l’omonimo film di straordinario successo che ne è stato tratto nel 1975, con Roger Daltrey nel ruolo del protagonista Tommy, non ha fatto che rimarcare la posizione di assoluto rilievo che l’opera riveste nel firmamento culturale mondiale. In questo progetto, Daltrey è accompagnato da una band composta da musicisti di assoluto rilievo: Frank Simes (chitarra), Scott Deavours (batteria), Jon Button (basso), Loren Gold (tastiere) e ancora alla chitarra Simon Townshend, fratello del leggendario chitarrista di The Who, Pete Townshend, il quale ha così commentato la notizia del tour: “È fantastico vedere Roger che porta in concerto Tommy con la sua band. Il mio cuore e il mio spirito sono con loro e Roger ha il mio appoggio totale”. <<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<< <<<<< http://depositfiles.com/files/yr8dw9hh6 mirror: http://www.filefactory.com/file/18gb...by.T.U.B.E.zip mirror: http://ul.to/0b68vibp/RoDa.2012-03-2...by.T.U.B.E.zip mirror: http://edoc.com/1ovpiij239lj
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Oscar
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Inviato: 27 marzo 2012, 19:23 |
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Messaggi: 4042Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11 |
Roger Daltrey
"An Amazing Journey": su e giù per Roma con Roger Daltrey & Band – Roma, 21-23 marzo 2012 (EPISODIO 1)
Roma 21/03/2012
Nicholas Matteucci
Mercoledì 21 marzo – ore 21:00.
Ero convinto di avere anche Tommy da qualche parte… maledizione! Poco male, coi 33 giri di Who’s Next e Live At Leeds, più il 45 di Pinball Wizard vado comunque alla grande... il pennarello nero funziona, è tutto perfetto, mi faccio una doccia ed esco. Questa volta sarà un gioco da ragazzi, l’Auditorium Conciliazione ha una sola uscita sul retro, Roger Daltrey non mi sfuggirà, certo che peccato che non ci sia Pete! Arrivo e parcheggio in seconda fila, proprio dietro a quello che ha tutta l’aria di essere il tipico mini-bus che porterà la band in albergo. Non sono solo, ci sono anche due ragazze, una bionda e una mora, ad occhio e croce si trovano lì per il mio stesso motivo quindi escluderei che siano veline, vado a presentarmi, la mora si chiama Rox, la bionda invece dice di chiamarsi Penny. Dopo aver chiacchierato un po’ rimango sorpreso di quanto il mio modo di vivere e seguire il rock’n’roll sia simile a quello di Penny, senza contare che entrambi vorremmo diventare dei grandi giornalisti musicali seguendo il mito del film Almost Famous.
Tra una chiacchiera e l’altra cerco di fare un po’ lo splendido tirando fuori altri aneddoti su qualche mio incontro eccellente, dagli Ac/Dc ai Deep Purple per citare qualche leggenda, fino ai più moderni Muse e Strokes. Inizia ad avvertirsi movimento nei pressi dell’uscita, chi sarà?! Esce fuori un signore di una cinquantina d’anni, stivaletto lucido a punta, gilet di pelle e cappello trilby... è sicuramente uno della band ed è lui ad avvicinarsi, io rompo il ghiaccio con un apprezzamento sugli stivaletti e poi ci presentiamo tutti. Si chiama Frank Simes ed è l’altro chitarrista insieme a Simon Townshend, il fratello di Pete. Dice che lo show è andato bene, sembra un tipo molto alla mano e socievole, tuttavia finita la sigaretta ci saluta e torna dentro. Il concerto evidentemente è finito ed infatti iniziamo a scorgere “la concorrenza”... tanti altri fan coi nostri stessi intenti, quello di una foto ed un autografo magari su un vinile originale dell’epoca come me! Inizia un certo viavai dalla porta di uscita del retro, ma quando vedo il viso conosciuto di un mio amico roadie vado a cercare di ottenere qualche info utile. Apprendiamo quindi che Roger è un tipo che sta molto sulle sue e che al 99% non uscirà a piedi dall’Auditorium, bensì già a bordo di un’automobile. A questo punto la cosa da fare è una e l’avevo anche già messa in preventivo dal momento in cui avevo parcheggiato in seconda fila... seguire quell’auto! Penny però ha un’idea migliore, seguire il pulmino della band, tanto l’uscita del backstage ormai è solo uno specchietto per le allodole dove sta accorrendo troppa gente, invece se seguiamo la band sapremo qual è l’hotel e dopo arriverà anche Roger! Detto fatto, siamo tutti insieme nella mia macchina, siamo tutti eccitatissimi e dopo una ventina di minuti ci troviamo di fronte ad uno dei tanti alberghi di lusso nell’area di Via Veneto, parcheggiamo, io prendo i miei vinili e ci muoviamo verso l’ingresso. Frank ci riconosce e ci saluta.
Gli diamo anche una mano con le chitarre e nel frattempo ci presenta il tastierista della band, Loren Gold. Ci invitano ad entrare, mi sento “il quinto incomodo” ma anziché portarsi le ragazze nelle camere d’hotel ci portano solo gli strumenti e prima di sparire nell’ascensore ci dicono di aspettarli nella hall così poi potremo andare insieme a bere! Ci sono altri miei due amici a caccia di un “meet & greet” improvvisato sotto all’hotel e lì la strada diventa un bivio, rimanere con loro ed incontrare Roger Daltrey al 100% oppure seguire Penny e Rox insieme a Frank e Loren? Seguo l’istinto e scelgo la seconda, di incontri ne ho fatti tanti, però andare oltre, bere insieme a loro, anche se non sono le superstar mi sembra più intrigante... così ci posizioniamo nell’unico bar aperto di via Veneto e tra le “non-rockstar” del tavolo inizia a serpeggiare il timore che dovremo lasciargli un rene per il conto, ma non fa niente, come dice una nota pubblicità di carte di credito (ad avercele) certe cose non hanno prezzo... quindi chiedo un bicchiere di vino rosso, idem Penny. Loren dice di essersi dimenticato il portafogli in hotel, va a prenderlo e torna insieme a Roger Daltrey... panico! Mi presento, così fanno anche le ragazze... se non fosse che il vino e l’emozione iniziano già a darmi alla testa giurerei che anche i miei vinili stiano tremando, così come Penny, seduta di fronte a me, con la quale mi scambio un’infinita quantità di sguardi cercando di rassicurarci a vicenda... ce l’abbiamo fatta... lui è qui e sta sedendosi, con un calice di rosso a bere insieme a noi! Rox mi chiede se voglio scambiarmi di posto con lei per stare più vicino a Roger, ma declino l’offerta, sto benissimo dove mi trovo, avere Penny davanti è come vedere le mie emozioni riflesse in uno specchio, siamo seduti allo stesso tavolo con il cantante degli Who... gli Who cazzo! Voglio rompere il ghiaccio, lo devo fare, mica posso stare così, chiedo a Roger quand’è stata l’ultima volta a Roma, risponde che risaliva alla seconda metà degli anni 60, allora gli dico che mio padre era stato a vederlo al PalaEur, lui ridacchia e fa una battuta “Bene! Spero abbia pagato il biglietto!” quindi la sua attenzione si sposta proprio sui suoi vinili, in particolare su quello di Pinball Wizard ed iniziano gli aneddoti, come quello di quando lo stesso Roger per uno scatto d’ira dovuto ad una scelta stilistica (l’introduzione degli archi nel pezzo Had Enough) diede un pugno in faccia al suo produttore Glyn Johns... vai a capire. Un bel pugno in faccia sarebbe stato fantastico anche vederlo dato ai personaggi che, dopo un’oretta che eravamo seduti a bere, sono venuti a distruggere l’idillio.
Sono il noto giornalista musicale R.R., armato di videocamera, insieme ad un altro tizio, vecchio e unto, che si presenta con il nome di Re dei paparazzi. “Re dei cacacazzi – penso – sarebbe più appropriato...” visto che, senza il minimo ritegno fanno mettere in fuga Roger, evidentemente seccato da questo blitz. Prima che si metta a correre verso l’hotel firma autografi a tutti, purtroppo senza la dedica perché non c’è abbastanza tempo. Peccato perché avevo avuto un’idea abbastanza geniale, ovvero di farmi scrivere “Nick can you hear me?” citando il refrain che ricorre durante Tommy. Fuggito Roger non riesco a trattenermi dall’esprimere il mio disappunto nei confronti dei due sgraditi guastafeste, mi limito a dire fin troppo educatamente a R.R. che sono stati a dir poco invadenti, lui ha qualcosa da ridire, ma mi volto incurante. E’ stato impossibile però non curarsi di un altro commento giunto al mio orecchio, quello di una tizia, vincitrice di non so che edizione passata di quel reality show ingloriosamente ed impunemente ispirato a 1984 di Orwell. Materializzatasi dal nulla inizia ad esporre una tesi ridicola sul fatto che i “v.i.p.” dovrebbero accettare di buon grado il fatto che qualsiasi imbecille possa sentirsi libero di andare ad importunarli, semplicemente perché se si è famosi dovrebbe far parte delle regole del gioco... “Sennò se non vuoi che te fotografano non ce esci de casa...” dice. Ok, penso che se si ferma qui faccio solo finta di non aver sentito, figuriamoci se mi metto a discutere con questa troglodita, poi però quando aggiunge “anche a me me vengono sempre a paparazzà, però io non me lamento...” non riesco a trattenermi dall’irrefrenabile gusto di sbatterle in faccia la realtà “Sì ci credo che non ti lamenti... perché te non sei nessuno e ti serve... a lui no!”. Apriti cielo, inizia a blaterare un sacco di cose, ma ormai ho chiuso le comunicazioni da quel lato, penso solo che se mai riuscirò a diventare un giornalista musicale, di qui a qualche anno, spero di non dovermi mai ridurre così.
Rimaniamo a berci i nostri drink con Frank e Loren, così iniziano a venire fuori aneddoti e notizie interessanti. Io chiedo come sta Pete Townshend, un quesito che da fan degli Who mi logora. Mi viene data la più bella delle notizie, sta bene ed è in progetto un nuovo tour che coinvolgerà anche lui, ma che sarà invece incentrato su Quadrophenia! Ci scappa anche l’indiscrezione che in pochissimi credo sappiano, ovvero che sussiste una discussione tra Mr Daltrey e Mr Townshend riguardo alla rappresentazione di quest’altra opera. In sostanza Pete vuole avere sul palco molti altri strumentisti per far rendere al massimo le parti orchestrali, mentre Roger vorrebbe la formazione base. Il motivo è presto detto, Pete detiene le royalties di tutti i diritti d’autore dei pezzi degli Who, in poche parole ogni giorno guadagna montagne di soldi senza nemmeno alzare un dito solo perché queste passano su radio o tv. Roger no, quindi vorrebbe evitare che il tour sia troppo oneroso ed ottimizzare meglio i guadagni.
Si fa una certa ora e decidiamo di tornare chi in hotel chi a casa propria, prima però ci scambiamo i contatti ed una promessa con Frank: domani lo porteremo a mangiare da vero romano e poi in giro per Roma a fare il turista... la cosa inizia a prendere le fattezze di un sogno ad occhi aperti.
Nella foto: Simon Townshend, Nicholas Matteucci e Frank Simes)
(CONTINUA CON L'EPISODIO 2)
(27/03/2012) - ©2002 - 2012 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
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Oscar
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Inviato: 28 marzo 2012, 13:36 |
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Messaggi: 4042Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11 |
Roger Daltrey
"An Amazing Journey": su e giù per Roma con Roger Daltrey & Band – Roma, 21-23 marzo 2012 (EPISODIO 2)
Roma 22/03/2012
Nicholas Matteucci
(SEGUE DA EPISODIO 1)
Giovedì 22 marzo – ore 13:30
“Nick a che punto sei?!” E’ la voce squillante di Rox, che mi chiede quanto mi manchi per arrivare all’hotel della band, dove lei, Penny e Frank Simes mi aspettano per andare a pranzo. Una volta salutatici ci spostiamo da lì, passiamo davanti al Circo Massimo ed al Colosseo, quindi ci fermiamo a Trastevere, gli abbiamo promesso un vero pranzo romano, quindi bisogna portarlo in un posto adotto. L’amatriciana più rock’n’roll della mia vita, durante la quale sono venuti fuori aneddoti incredibili. Rox mi aveva effettivamente chiesto se avessi visto con quanta gente Frank avesse collaborato: “Nella sua pagina di Wikipedia c’è tutto..." - mi aveva detto - "ha suonato con tutti... Mick Jagger, Roger Waters, Rod Stewart e non sai quanti altri!” Frank è un libro aperto e ci racconta di quando Mick Jagger ad un certo punto delle registrazioni che stavano effettuando insieme avesse detto a Frank con tutta la naturalezza possibile “Hey Frank, io ho fame e tu? Perché non andiamo a farci un boccone, conosco un ristorante thailandese niente male...”, così Frank si era trovato in una macchina a tu per tu con Mick il cantante dei fottuti Rolling Stones Jagger! Dopo il pranzo Rox ci deve lasciare, rimaniamo quindi io e Penny insieme a Frank a girare per il centro, da Piazza Navona a Campo de Fiori, fino a Fori Imperiali e Monti, dove ci prendiamo un gelato e chiacchieriamo di cinema, Frank è un grande appassionato e si segna anche qualche titolo che gli suggeriamo, ci troviamo in particolare sui classici anni 60 italiani, su Woody Allen e finanche David Lynch. Quando siamo al Pantheon mi chiede di fargli una foto e quando penso che in quello smartphone ci sono i numeri di telefono di tutti i miei miti, idoli, dei ed eroi: sono ad un passo da un attacco di lucida follia!
Sulla strada per riaccompagnare Frank all’hotel, Penny ci delizia con una selezione musicale divina, da Janis Joplin a Joan Baez, impreziosita dal connubio tra la musica ed il taglio dei suoi capelli, che vedo dal sedile di dietro, riflessi nello specchietto retrovisore mentre era rapita a cantare. Poco dopo i momenti più magici hanno come colonna sonora i Led Zeppelin, cantiamo tutti e Frank ci racconta che in California ha una band con la quale suona cover miste ed in particolare molti brani dei Led Zeppelin, si chiamano Crimson Crowbar. Frank però i Led Zep li ha anche conosciuti di persona, quindi c’è tempo anche per un paio di considerazioni, per rendere ancora più immacolato il mito che io e Penny coltiviamo di Robert Plant ed invece far perdere punti a quello di Jimmy Page, descritto sì come un grande e geniale chitarrista, ma anche come uno che ha un atteggiamento un po’ troppo dittatoriale quando si tratta di collaborarci o dividerci il palco. Tutto il contrario di Plant, che è un vero spirito libero, pacifico, che crede ancora in certi principi e non perde occasione per fare opere di bene. Due personalità quasi agli antipodi, ci scappa anche qualche indiscrezione sui propositi di reunion che rapiscono l’attenzione mia e di Penny. In sostanza Plant non vuole farla, ma Jimmy Page (assente dalle scene da diversi anni ormai guest a parte) è seriamente intenzionato. John Paul Jones e Jason Bonham hanno già dato il loro consenso all’arruolamento, quindi servirebbe “solo” il cantante. Se non dovesse essere Robert (sebbene Jimmy e John Paul sperano nel ripensamento dell’ultimo momento) Page vorrebbe qualcuno di totalmente diverso, per evitare l’effetto tribute-band / scimmiottamento. Io avevo sentito parlare di Cormac Neeson, voce degli Answer, che lo ricorda anche fisicamente, ma Frank dice che Page ha pensato più in grande, un nome “pesante”, come quello di Matthew Shadows degli Avenged Sevenfold. Quest’ipotesi non suscita il mio entusiasmo, ma c’è anche la possibilità che il “prescelto” possa essere Dave Grohl... già meglio, anche se francamente mi sembra un po’ una soluzione buttata là stile Queen post-Freddie. Lasciamo Frank all’hotel, poi Penny mi riaccompagna alla macchina, è la prima volta che restiamo da soli, è tutto incredibile, questo non è solo farsi una foto ed un autografo, è conoscere davvero quelli che per noi sono sempre stati dei miti irraggiungibili, anche se dalle prime file di tanti club, palazzetti e stadi i metri sono pochi, un sogno che stiamo condividendo e vivendo al top.
Il bello però deve ancora arrivare, l’indomani, perché Frank ha deciso di mostrare tutta la sua gratitudine per l’esperienza vissuta assieme a noi inserendoci nella guest-list della band per il concerto del giorno dopo... il gran finale è servito.
(CONTINUA CON L'EPISODIO 3 - IL CONCERTO)
(28/03/2012) - ©2002 - 2012 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
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Oscar
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Inviato: 29 marzo 2012, 13:44 |
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Messaggi: 4042Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11 |
Roger Daltrey
"An Amazing Journey": su e giù per Roma con Roger Daltrey & Band – Roma, 21-23 marzo 2012 (EPISODIO 3 - IL CONCERTO)
Roma 23/03/2012
Nicholas Matteucci
(SEGUE DA EPISODIO 2)
Venerdì 23 marzo – ore 19:00
Devo assumere zuccheri, altrimenti prima del concerto mi viene un collasso... E’ da mercoledì che dormirò sì e no tre ore a notte, la mattina devo alzarmi alle 7 e le mie notti brave in giro con le rockstar non possono comunque farmi venir meno agli impegni quotidiani. Arranco ma resto in piedi. Mi fermo a piazza Risorgimento così sono già vicinissimo all’Auditorium Conciliazione, entro in una nota creperie e ne chiedo una con la nutella, più un energy drink... “la merenda dei campioni”! Lo stratagemma funziona e mi avvio abbastanza ringalluzzito alla venue, dove incontro Penny e Rox. Con loro c’è anche un’amica, che si presenta come Janie J. Deduco che è una fan dei Clash, quindi una “a posto”. Ci avviamo alla cassa accrediti e diciamo che siamo nella guest-list, immediatamente ci danno quattro biglietti contrassegnati come “Poltronissima Gold” più gli adesivi/pass v.i.p. per l’aftershow, il livello di emozione è ai massimi storici e la mia mente vola alle parole di Bon Scott che nel pezzo Big Balls degli Ac/Dc cantava: “If your name is on the guest-list, no one can take you higher. Everybody says I've got great balls of fire...” ed effettivamente questi versi ci calzano a pennello! Riconosco di sfuggita anche il cantante dei Teenage Wasteland, un ottimo tributo agli Who che ho avuto modo di ascoltare più volte, ma non faccio in tempo a salutarlo, siamo ansiosi di entrare e di prendere i nostri posti. Ci posizioniamo eccitatissimi sulle nostre poltrone, siamo eccitatissimi, Janie J. non sa come ringraziare le sue amiche per averla chiamata, Rox è intenta a far morire d’invidia tutti i suoi amici di Facebook, io e Penny pregustiamo la scaletta che inizierà di lì a pochissimo.
Via le luci, la band fa il suo ingresso, c’è grande fermento, tutti noi ci guardiamo con aria di soddisfazione ed eccitazione, ce l’abbiamo fatta! Gli occhi iniziano a diventare lucidi all’idea dei trascorsi dei giorni precedenti, realizziamo davvero cosa avevamo trascorso e soprattutto con chi. Le note dell’Overture che apre Tommy raccolgono tutti i riff, i giri ed i passaggi ricorrenti dei brani che andremo ad ascoltare, come una succosa anticipazione emotivamente incomparabile. Roger Daltrey si trova in penombra e si adopera in aggiunta alle percussioni con due tamburelli. It’s A Boy e 1921 però sono il vero inizio, come se l’Overture fosse stata l’anticamera del sogno che ora però è diventato autentico e palpabile. Le parti corali mi fanno venire in mente i Queen, storicamente molto più associati ai “coretti” per così dire. L’impatto è prorompente anche se, nonostante il bilanciamento dei suoni da parte del fonico sia ineccepibile, il volume in generale mi sembra troppo basso. Noto che le gerarchie chitarristiche vedono Frank Simes nelle vesti di solista, posizionato a destra (guardando il palco) davanti a Loren Gold, circondato dalle sue tastiere, mentre Simon Townshend ricopre le vesti del ritmico. Sinceramente non essendomi informato a intuito mi aspettavo il contrario, ovvero Simon solista, se non altro per una questione di “gradi familiari”. Ad ogni modo Townshend, con uno zuccotto nero che lo fa rassomigliare pericolosamente a The Edge degli U2, non è per nulla messo in ombra, essendo le ritmiche degli Who comunque molto intriganti ed essendo stati i pezzi arrangiati per essere eseguiti da due chitarre, che si intrecciano perfettamente. Amazing Journey è il simbolo di questa esperienza, se non altro per il titolo quanto mai ricorrente. I portentosi riff e assoli di Sparks prima e Eyesight To The Blind ci conducono al mio pezzo preferito, Christmas. L’esecuzione è più lenta di quella che ero abituato a sentire dai live degli anni d’oro, ma non importa, la carica è sempre quella, con il riff crescente ed i cori avvolgenti. Sono un pochino ingrato nei confronti di Simon quando intona la solenne parte di “Tommy can you hear me?” perché chiudo gli occhi ed immagino che a cantare sia Pete fino a “how can he be safe?”. Quando li riapro mi accorgo che sono bagnati da lacrime di gioia e commozione, sensazione della quale non mi vergogno affatto e che voglio condividere con Penny, seduta affianco a me, voltandomi a guardarla.
Arriviamo ad Acid Queen e Penny malignamente mi dice “Chissà se Roger la canterà nella versione di Tina Turner...” effettivamente forse non è il caso, sebbene Daltrey sia in un più che discreto stato di forma, che va oltre le mie più rosee aspettative per un 68enne coi suoi trascorsi, anche se ogni tanto accusa qualche colpo su alcuni acuti, quelli che per timbrica e stile lo hanno caratterizzato nella sua carriera e che sarebbero oggettivamente una bella gatta da pelare per qualsiasi cantante. Pinball Wizard è un altro colpo al cuore, anche in questo caso i miei occhi si bagnano, insieme alle orecchie, queste ultime però solo “metaforicamente” parlando... La sapiente e ponderata scelta dei musicisti, insieme al rodaggio dato dal lungo tour che la band sta affrontando, rende lo show perfetto nella sua esecuzione, si sarebbe potuto far meglio solo a livello di scenografia, se non altro con migliori luci e video.
Mentre ci avviamo alla conclusione della scaletta di Tommy io e Penny iniziamo ad interrogarci su quando sarà il momento in cui questo show, da splendido spettacolo si trasformi in un vero concerto rock, con la gente in piedi assiepata ai bordi del palco. Dopo We’re Not Gonna Take It avviene quello che aspettavamo con trepidazione, tutto il pubblico si alza, così balziamo in piedi anche noi e dalla decima fila corriamo verso il palco, naturalmente dal lato di Frank, il nostro eroe. Arrivo a toccare il palco ed a poggiarci i gomiti, mi volto e vedo Penny inghiottita da una mandria selvaggia di persone alla caccia del posto più vicino allo stage, così le tendo la mano, lei la afferra e la trascino affianco a me in prima fila, proprio di fronte alla pedaliera ed al microfono di Frank, che ci vede e ci sorride raggiante. E’ il momento della scaletta con i super-classiconi, molti me li ero fatti anticipare mercoledì da Frank e Loren, sebbene da quel punto di vista il “fattore sorpresa” fosse stato azzerato, il brivido di sentire l’intro di un pezzo degli Who rimane in ogni caso qualcosa di incontrollabile. Specialmente se la prima della serie è I Can See For Miles, che Frank introduce imitando le celebri mosse di Pete Townshend, che ormai non rimpiango più. E’ una canzone che conosco a memoria, ma mi sembra di sentirla per la prima volta, trascinato dal suo ritornello gioioso, saltando a ritmo insieme a Penny come se fossimo nel 1967. Ora anche il volume è al punto giusto, ovvero quasi assordante, praticamente in alcuni momenti sentiamo quasi solo la chitarra di Frank, che ha alzato un tantino il volume del suo amplificatore. Segue The Kids Are Alright, il nostro brano, di Penny, di Rox, di Janie J. e mio, con Frank che viene a suonare tutti gli assoli davanti a noi, ci regala i plettri e Loren che ci sorride, indicandoci e salutandoci dalla sua postazione. Sfido chiunque a trovare qualcuno più “alright” di noi!
Boato assordante fin dalle primissime note, che poi si quieta nel più religioso dei silenzi per Behind Blue Eyes. La poesia delle parole intonate da Roger Daltrey, insieme al surreale climax musicale raggiunto, colpisce come un uragano anche me e Penny, che si copre gli occhi con le mani. Vorrei fare qualcosa di bello, ma non so bene cosa, appena il suo viso riemerge, senza dire nulla incrocio le mie dita con le sue e le tengo la mano. Arriva il momento di gloria di Simon Townshend, a cui Roger lascia palco e luci della ribalta per eseguire la sua The Way It Is, molto apprezzata dal pubblico. Ritorna Roger, ritornano gli Who, con Pictures Of Lily, altro grandissimo classico, preludio a Days Of Light, dalla produzione solista di Daltrey, così come Without Your Love, che eseguirà con l’ukulele come penultimo brano in scaletta. Prima però Roger & Co. calano il poker: Who Are You, My Generation, Young Man Blues e Baba O’Riley. Non serve “investigare” per intuire che il primo della serie è con ogni probabilità il pezzo più conosciuto dal pubblico presente, quindi accolto con grande giubilo e partecipazione. Quello che invece mi sarei aspettato come il brano da “scatenate l’inferno”, ovvero My Generation, viene eseguito in acustico e mi lascia inizialmente interdetto. Dopo aver familiarizzato con questa versione inattesa inizio a cantarla in maniera convinta, è pur sempre My Generation degli Who, mica “Ai se eu, te prego”...! E’ la volta di Young Man Blues, cover di Mose Allison, che però ormai fa parte già da decine e decine di anni del repertorio degli Who. Quando parte l’intro di Baba O’Riley è un altro urlo unanime della folla di fan di vecchio e nuovo corso. Penny, io, Janie J e Rox urliamo il nome di Loren alle tastiere, è il suo momento. Ormai sono entrato in un vortice di benessere totale, rivivo insieme tutte le emozioni di questi giorni, sono accompagnate e scandite dalla musica che più amo, manca solo una cosa... sento Penny accanto a me che cerca di beccare l’attacco della chitarra contando fino a tre ma inizialmente sbaglia. Lei è lì insieme alla musica, è tutto perfetto, non ragiono nemmeno nell’ottica di “provarci”, quello che sento è un impulso che fatico a trattenere, mi serve solo una piccola spinta, un segno qualsiasi. Le chiedo di rifarlo: “Conta nuovamente fino a tre...” e Penny: “Uno, due, tre...” così avvicino le mie labbra alle sue. Lei si tira indietro. Non so che pensare, quindi non penso a niente, però pochi secondi dopo è lei ad avvicinarsi e a baciarmi. Per un secondo. Sulle labbra. Come il più elettrizzante dei fulmini a ciel sereno. Sorrido anche io. Non c’è tempo di pensare a nulla, l’atmosfera è pregna di musica e concitazione quando tutti quanti intoniamo in coro “don’t cry, don’t raise your eye, it’s only teenage wasteland...” e così via fino “...and I’m wasted!” momento in cui Roger porta alla bocca la sua armonica per il favoloso tappeto finale della canzone. La chiusura dello spettacolo avviene con Naked Eye, una vera chicca, tratta dall’album di b-side e rarità Odds & Sods. La nostra notte però non si conclude certo qui...
Quando l’ultima nota finisce di ronzarmi nelle orecchie riesco finalmente a convincermi che tutto questo è successo realmente, così mi avvio insieme alle ragazze all’estremità sinistra del palco per passare dall’altra parte della barricata. Ci sono tante altre persone con il pass come il nostro, almeno venticinque o trenta. Ci facciamo strada ed arriviamo in un punto dove ci controllano ulteriormente, pochi metri ci separano da backstage e camerini, sembra che non ci siano problemi, invece ci sbagliamo. Il backstage dell’Auditorium Conciliazione consiste in un corridoio non troppo lungo, contornato da tante stanze, i camerini, la sala catering, ecc... come farà ad entrarci tutta questa gente?! E’ quello che si chiede l’organizzatore del concerto, che rivolge la medesima domanda al tour manager della band, che pronuncia la sua sentenza: devono uscire tutti, anche se hanno il pass! Non so perché ma avevo fiutato questo pericolo, così faccio in modo di stare più vicino possibile all’entrata del backstage, con ragazze al seguito, mentre retrocediamo più lentamente possibile il manager della band mi chiede da chi siamo stati invitati, rispondo: “Loren and... Hey Frank!!! Great show! How are you?!” Frank provvidenzialmente passa di lì proprio in quel momento, ci saluta, ci abbraccia e fa cenno al tour manager che noi dobbiamo essere ammessi ad entrare perché siamo con lui. Quindi tutti fuori tranne noi... Non riusciamo a trattenere i sorrisi di soddisfazione ed appagamento... Penny poi ci mette il carico commentando “Sembrava la scena di Titanic quando sbarrano le porte della terza classe...” mettendo una ciliegina di gustosissima malignità sulla torta. Quello che succede di lì in avanti è difficile da raccontare con naturalezza e disinvoltura, come quella di Frank quando mi chiama per presentarmi un anziano signore accanto a lui dicendo: “Hey Nick, he’s Led Zeppelin’s manager Bill Curbishley...” Cosa?!? Oh Cristo... Eh... sì... Il piacere è sicuramente mio...! Penny da grandissima fan degli Zeppelin si intrattiene con lui a parlare, io invece mi imbatto in un altro personaggio: Simon Townshend! Frank mi aveva offerto una birra, che avevo in mano e stavo bevendo, ma questo a Simon non interessa, lui vuole che beva il vino! Ci facciamo un paio di bicchieri e iniziamo a chiacchierare, Janie J. è visibilmente rapita ed affascinata dal buon Simon che ha da ridere e scherzare con tutti. Molti dei musicisti si intrattengono con un altro ospite speciale, è Omar Hakim, definito da Simon come il miglior batterista del mondo, uno che nella sua carriera, tra le varie cose, ha inciso le parti di batteria nell’album Brothers In Arms dei Dire Straits e suonato in tour con artisti del prestigio di Sting, David Bowie, Miles Davis, Brian Ferry, Madonna e tanti altri. L’atmosfera è distesa, siamo amici di tutti, il tour manager di Roger, che non ci scruta più con aria circospetta, anzi passandomi davanti mi chiede ridacchiando se fosse un segno di rossetto quello che avevo sulle labbra, balbetto qualcosa e lui mi da una pacca sulla spalla. Continuiamo a bere insieme a Simon e a divertirci, c’è anche Frank, che al momento della chiamata per prendere il minibus (che dovremmo ribattezzare Magic Bus per rimanere in tema, quello che avevamo inseguito mercoledì da cui è partito tutto) comunica al tour manager che sarebbe tornato per conto suo, insieme a noi. Così ci intratteniamo un altro po’ nei camerini, per poi prenderci una bottiglia di Morellino di Scansano come souvenir e avviarci verso l’hotel. E Roger? Personalmente non ci interessa più di tanto, per lui saremmo solo una goccia nell’oceano di fan adulatori che incontra ogni giorno, noi invece siamo troppo contenti ed onorati di aver conosciuto una persona eccezionale come Frank. Nell’hotel si parla del più e del meno ormai, come vecchi amici, bevendo il vino, mentre Frank ci strabilia con giochi di prestigio con le carte... ebbene sì... è anche una specie di mago!
Quando le palpebre di tutti iniziano ad appesantirsi capiamo che è il momento dei saluti. Ci fumiamo l’ultima sigaretta, ci facciamo l’ultima foto, ci sono tante “ultime” cose ed a tal proposito pongo una domanda a Frank, della quale temo già di conoscere la triste risposta. Gli chiedo se qualora, come mi aveva anticipato mercoledì notte, il tour di Quadrophenia nel 2013 dovesse effettivamente partire con Pete Townshend, questo precluderà la sua partecipazione. Invece, per la gioia di tutti, Frank ci dice non solo che alcune partiture saranno strutturate per la coabitazione sul palco di tre chitarristi (quindi lui, Pete e Simon), ma anche che gode di una grandissima stima da parte di Pete, il quale vuole che Frank faccia assolutamente parte del progetto. Questo significa che quello ipotizzato come un triste addio si trasforma in un felice arrivederci, ancora una volta tra palco, hotel, camerini e vino rosso. Qualora poi volessimo andarlo a trovare a Los Angeles si offre anche di ricambiare il favore di “ciceronaggio” in giro per la città. Da parte nostra non possiamo che rispondergli che qualora gli tornasse un’irrefrenabile voglia di pasta all’amatriciana sa dove trovarci!
(FINE...?)
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lars
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Inviato: 3 aprile 2012, 17:59 |
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Messaggi: 1250Località: milanIscritto il: 26 luglio 2006, 11:09 |
Bellissimo Racconto.....ma poi con Penny?
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Oscar
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Inviato: 3 aprile 2012, 18:13 |
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Messaggi: 4042Località: Turate (CO)Iscritto il: 15 giugno 2006, 18:11 |
lars ha scritto: Bellissimo Racconto.....ma poi con Penny? ciao Lars !!!!! l'avrà fatta sparire il "mago" Frank
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