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Indice  ~  Generale  ~  "Blue & Lonesome" il nuovo album 2016

MessaggioInviato: 3 dicembre 2016, 22:22
Avatar utenteMessaggi: 4294Località: leccoIscritto il: 18 luglio 2009, 23:29
@leeds71 ...è vero che Keith è presente, ma in modo molto ridimensionato, ma questo è il Keith di oggi dobbiamo farcene una ragione, lui sembra che se la sia fatta. Questo a quanto sembra è stato un album registrato in presa diretta, su Crosseyed Heart a potuto prendere i suoi tempi.
Sarà che io amo anche la chitarra di Wood e questa finalmente è molto presente nell'album e qui Ronnie ha suonato alla grande come raramente abbiamo ascoltato con gli Stones, quindi adoro questo album. Poi Mick canta come non si sentiva più da tempo e la sua armonica è qualcosa di eccezionale.
Fatico però molto a credere che un fans che adora EOMS e BB e ancora LIB e sicuramente le meraviglie dei 60 possa non apprezzare questo album, ovviamente poi ci sarà chi come me lo adora e chi lo apprezza senza grande entusiasmo, ma è grande blues !


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MessaggioInviato: 3 dicembre 2016, 22:24
Messaggi: 272Iscritto il: 9 marzo 2015, 18:29
... e il titolo di quello nuovo crede che sia Lonesome And Blue.

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MessaggioInviato: 3 dicembre 2016, 22:26
Messaggi: 272Iscritto il: 9 marzo 2015, 18:29
Pardon, avrei dovuto quotare Luka.

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MessaggioInviato: 4 dicembre 2016, 2:14
Messaggi: 1577Iscritto il: 10 novembre 2012, 20:01
Luka ha scritto:
Ho scoperto dal Sig. Casartelli che i Rolling Stones nel 2005 hanno pubblicato un disco col titolo A Bigger Band.. a me risultava un titolo simile ma diverso...


Luna, scusa, ti riferisci al mitico Cico che ha scritto questa autentica perla?!
"...se l’album non fosse intestato a Mick Jagger e soci ma con eguale contenuto, giurateci che non leggereste gli stessi auto compiaciuti peàna scritti qui e là"

...oppure, colui che ha parlato di un certo 'manierismo' nel modo di cantare di Mick?!!

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MessaggioInviato: 4 dicembre 2016, 2:24
Messaggi: 1577Iscritto il: 10 novembre 2012, 20:01
...naturalmente intendevo scrivere Luka, pardon!

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MessaggioInviato: 4 dicembre 2016, 10:54
Avatar utenteMessaggi: 2114Località: ItalyIscritto il: 20 dicembre 2010, 22:27
The Rolling Stones – Blue & Lonesome (Polydor)

Dicono che non sarà l’ultimo album dei Rolling Stones e un po’ è un peccato. Non che io nutra sfiducia nella loro capacità di dare un degno successore a “A Bigger Bang”, che già di suo come congedo dagli studi (di congedarsi dagli stadi non ci hanno proprio pensato negli undici anni trascorsi da allora) non sarebbe stato malaccio. Il punto non è quello e chi vivrà ascolterà. Il punto è che una raccolta di cover (primo loro disco, in oltre mezzo secolo, a non contenere nemmeno una canzone autografa) di blues sarebbe stata un modo perfetto per chiudere un cerchio iniziato provando a suonarlo, il blues. Non gli riusciva benissimo e per fortuna, visto che era quell’inettitudine innocente e smargiassa a generare ciò che sono stati. Oggi sì che sono bluesmen provetti e qui ci sono le prove. Dodici.

Dicono che “Blue & Lonesome” sia nato per caso. Erano in sala d’incisione a provare a buttar giù un po’ di tracce per l’album che sarà il successore “vero” di quello dianzi nominato e per scaldarsi cominciavano a pasticciare con qualche pezzo che suonavano quando, monelli imberbi, si esibivano poco distante da quelli che sono oggi i British Grove Studios, di proprietà di tal Mark Knopfler. Ci prendevano gusto e Jagger faceva un salto a casa a scovare nella sua collezione di dischi qualcosa di meno sentito, che i ragazzi potessero trovare fresco e divertirsi a suonare. Dicono che tutto quanto sia stato registrato in tre giorni appena, che per gli standard odierni è nulla ma quando gli Stones cominciarono lo registravi in sei ore un LP. Praticamente dal vivo in studio, senza quasi sovraincisioni, wham bam & thank you ma’am. Dicono. E che sia andata davvero così a noi non dovrebbe importar sega. Ciò che conta è che “Blue & Lonesome” suoni proprio come un disco che chi lo ha messo insieme si è divertito assai a incidere. E che sia un divertimento che si trasmette a chi lo ascolta.

Non aspettatevi gli Stones sgangherati (fantasticamente, eh?) degli esordi. Forse giusto una scintillante Just Like I Treat You (da Willie Dixon) potrebbe plausibilmente confondersi nel primo repertorio. Ma nemmeno quelli che affrontavano le dodici battute con una rilassatezza – come dire? – chimica della prima metà del decennio seguente. Pur essendo capaci di piccole grandi raffinatezze, questi picchiano come dannati. Le chitarre sono aguzze e sferzanti, la batteria punta parimenti la giugulare e tutto quanto – anche il piano, anche e di più la voce – è come avvolto da un alone di distorsione. Benché Clapton vi figuri come ospite (in due brani), questa riedizione di British Blues più che Slowhand fa venire in mente i Black Keys: ascoltare una cazzutissima Ride ’Em On Down per credere. Dirla “moderna” sarebbe magari troppo, “attuale” è abbastanza.

Ci credereste? Molto più che di Keith Richards, “Blue & Lonesome” è l’album di Mick Jagger. Che riesce nel contempo nel miracolo di non mostrar rughe nella sua voce di settantatreenne e di farci intendere che ora sì che l’ha capito cosa significhi cantare il blues. Non solo: in una collezione in cui un terzo della scaletta proviene dal repertorio di Little Walter, suona l’armonica con un piglio e un gusto da urlo. Così in un’esplosiva Just Your Fool, nella vorticosa I Gotta Go, in un’accorata Hate To See You Go. Laddove vocalmente è al top in particolare in una title track possente e insieme pigra. I due apici assoluti del lavoro: un malevolissimo Hoo Doo Blues (Lightning Slim); una Little Rain (Jimmy Reed) sospesa e strascicata.

Diranno che “Blue & Lonesome” in fondo nulla aggiunge alla leggenda dei Rolling Stones. Lasciateli dire.


https://venerato-maestro-oppure.com/201 ... e-polydor/

Recensione di quel simpaticone (come una scheggia in un occhio) di Eddy Cilia.
La citazione-paragone con i Black Keys è terribile.
Per il resto secondo me è una recensione ok, che dice anche cose giuste o meglio condivisibili.


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MessaggioInviato: 4 dicembre 2016, 11:12
Messaggi: 1577Iscritto il: 10 novembre 2012, 20:01
Molto meglio Eddy di Cico! Del resto devono condire un po' il tutto, altrimenti basterebbe dire che è un grande album, con un Mick in forma smagliante! Su Iorr la contraerea della 'negatività' (rimasta spiazzata!) ha potuto sparare poche cartucce sull'album, quindi, ha spostato l'obiettivo sul video di 'Rime 'em on down'!! Video, peraltro, mooolto furbo ed azzeccato, con un ottimo riscontro in termini di visualizzazioni.

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MessaggioInviato: 4 dicembre 2016, 11:27
Messaggi: 3297Iscritto il: 29 giugno 2007, 9:18
Vediamo come va in classifica Usa e inglese dovrebbe fare il botto
Rosso57

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MessaggioInviato: 4 dicembre 2016, 11:44
Messaggi: 1577Iscritto il: 10 novembre 2012, 20:01
rosso57 ha scritto:
Vediamo come va in classifica Usa e inglese dovrebbe fare il botto
Rosso57

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Incrociamo le dita per il nr. 1...anche se l'esperto in materia su Iorr ha detto che per gli USA la vede dura. Vediamo...

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MessaggioInviato: 4 dicembre 2016, 13:52
Avatar utenteMessaggi: 2114Località: ItalyIscritto il: 20 dicembre 2010, 22:27
Vorrei iniziare quella che nelle mie intenzioni vuole essere una breve recensione al nostro Blue and Lonesome con una citazione di Jimi Hendrix: ''Il Blues è facile da suonare, ma difficile da sentire''.
Gli Stones fin dagli inizi sono stati, tralasciando il discorso sul purismo, la band più brava non tanto ad importare il blues in Inghilterra quanto ad entrare nello spirito stesso del blues. Evidentemente quei cinque ragazzi seppur ancora ventenni erano totalmente immersi in quel bel sentire, qualcuno troppo. Ogni riferimento a Brian Jones è puramente voluto.Perché alla fine di bel sentire si tratta pur essendo Blue and Lonesome un disco riuscito a metà.
La (non) finalità era quella di partorire l'album nella maniera più genuina possibile, nel nome della spontaneità e dell'immediatezza. E se da una parte le recenti pubblicazioni della band di Jagger e soci soffrono di una produzione eccessiva (soprattutto in riferimento al mixaggio) e di un mai riuscito tentativo di riassumere in 14 brani tutta la storia musicale degli Stones, paradossalmente BAL soffre di una trascuratezza nella visione d'insieme. Trascuratezza probabilmente voluta e che non riguarda il suono, forse la cosa più bella e riuscita dell'album.Ascoltando BAL, praticamente, si entra nella stessa stanza degli Stones, con i loro fantasmi, le loro vecchie chitarre, con la batteria sempre impeccabile di Charlie Watts, si è in poche parole faccia a faccia con il Diavolo.
Ad ogni modo partorire un album di cover blues non è stata mai cosa facile, il rischio di cadere nel ridicolo o nella sterile riproduzione scolastica dei brani è dietro l'angolo. Per uno come me che segue gli Stones da sempre ed è amante del genere, non era e non è certo un reato aspettarsi un qualcosa di più filologico da questo LP. Una celebrazione del blues in toto, un tributo ai loro maestri ed alle due loro guide Stu e Jones, un ripercorrere a ritroso tutti i maledetti incroci del blues, una colonna sonora per il prossimo film di Scorsese dedicato al blues.
Cosa c'è qui? Tanto mestiere, alcune volte un ben esposto esercizio di stile alternato a grandi momenti in cui l'esigenza comunicativa straripa come un fiume in piena (Little Rain e All of Your love) e rilascia sul terreno paludoso del blues tutte quelle influenze che in altri brani non emergono. Dov'è la lezione di Captain Beefhart, il destrutturatore del blues, una delle figure più influenti del (non) blues? Personaggio stravagante (ed è un eufemismo) verso cui gli Stones hanno un debito enorme quasi quanto quello che hanno nei confronti di Little Walter e Muddy Waters. Dov'è il guizzo di Keith Richards (l'altro assente insieme a Brian Jones ed un sempre fastidioso Mick Taylor)? L'assolo monocorda, il brivido nell'imprecisione, l'assolo sgangherato, il dettare un tempo barcollante e sempre sul filo del rasoio. Quella che risulta essere l'assenza (non sempre negativa) del pirata, sottolineata anche da una bella recensione di Rolling Stone America e da non confondere con il rispetto del verbo o con il gusto verso l'essenzialità, mette però in risalto anche un brillante Ronnie Wood, in passato sempre dietro le quinte. Bellissimo e sentito il suo solo in Everybody Knows About My Good Thing, più di quello di Eric Clapton alle prese con la slide guitar. Un blues lento, la velocità giusta, perfetta ed ideale per un ex compagno quale Mick Taylor e sopratutto un blues cantato da un qui divino Mick Jagger.
Questo mi sembra un album con un inizio un po' debole, avrebbe funzionato di più una Hate To See You Go seguita da una intensa Hoo doo Blues che sembra esser uscita da un qualsiasi lavoro di Ry Cooder. Un album in cui manca una 'Back of my hands' molto più spontanea e sentita di altri brani qui inseriti e ancora un album con delle scelte un po' ripetitive. Poco pianoforte, niente sax, solito e prevedibile solo d'armonica, effetto retrò applicato alla voce di Mick su praticamente ogni brano. Scelte che non sono sbagliate, ma che meglio avrebbero reso su dei singoli brani più che su un intero album, brani blues che sarebbero stati perfetti in un doppio album in prevalenza di inediti.
In definitiva questo non è affatto un brutto disco, neppure una freccia che non ha centrato il bersaglio. E' semplicemente un album necessario alla storia moderna degli Stones, che a quanto pare, non hanno nessuna voglia di fermarsi. Tuttavia non siamo neppure davanti ad un album così indispensabile.
Fatevi un regalo, ascoltatelo così, con questi brani ed in questo ordine.

1. Hate to see you go
2. Hoo doo Blues
3. The Storm
4. When You're gone
5. Back of my hands
6. Everybody knows my good thing
7. Ride'em on down
8. Commit A Crime
9. Keep up blues
10. I'm gonna drive
11. I can't quit you baby
12. All your love
13. Little Rain
14. Watching the river flow


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MessaggioInviato: 4 dicembre 2016, 14:44
Messaggi: 4076Località: SALERNOIscritto il: 5 maggio 2008, 23:29
...Anche se a me il disco piace non posso che essere d'accordo sulla tua disamina, ho capito perfettamente quello che vuoi dire e nella sostanza sono d'accordo con te...
Io la metto così...Se preso come "mero" disco Blues c'è da che fargli le "pulci" perchè mancano delle prerogative e delle peculiarità che fanno di un disco Blues un "capolavoro", ma se preso come un disco degli Stones e basta, nell'anno di grazia 2016 dopo 11 e passa anni di buio il risultato a me personalmente mi fa (quasi) saltare dalla sedia...

Seguirà nei prossimi giorni una mia recensione completa per essere davvero obiettivo e non di parte come sarei sicuramente ora sull'onda emotiva...Però una cosa posso dirla senza tema di smentita alcuna...I ragazzi hanno fatto tutto quanto è nelle loro possibilità in questo preciso momento...E a me, da vecchio innamorato...Può bastare!


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MessaggioInviato: 4 dicembre 2016, 14:48
Messaggi: 4076Località: SALERNOIscritto il: 5 maggio 2008, 23:29
Probabilmente è mancato un produttore "competente" in merito che avrebbe messo la ciliegina sulla torta con la scelta dell'ordine della scaletta e la scelta di un determinato brano al posto di un altro, ma ci sarebbe voluto uno con "le palle" uno alla Glyn Johns o alla Chris Kimsey per fare un esempio calzante e non era sicuramente cosa facile...


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MessaggioInviato: 4 dicembre 2016, 14:53
Messaggi: 1577Iscritto il: 10 novembre 2012, 20:01
Bella recensione Leeds. Sai che non sono d'accordo sull'assenza di Keith!! Quanto alla scelta dei pezzi, io non sono un grande cultore del blues, però, forse, mi sarei spinto a ricercare pezzi ancora più oscuri e poco conosciuti. Wield mi ha fatto scoprire la 'scabrosa' Shave 'em dry' di Lucille Bogan...ecco, questo è un pezzo che doveva essere preso in considerazione...anche perché ha dato lo spunto al verso finale di Start me up!
Ma essendo un progetto non pianificato, nato quasi per caso, con un Keith che aveva timore che la fiamma potesse spegnersi...è stato tutto molto concentrato e veloce.
Per me va benissimo così, ma capisco anche chi, amante del blues, si aspettava una scaletta un po' diversa.

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MessaggioInviato: 4 dicembre 2016, 15:05
Messaggi: 1577Iscritto il: 10 novembre 2012, 20:01
Io invece sto già pensando al dopo...ed al rischio a cui andranno incontro dopo questo successo inaspettato. E mi riferisco al rischio dei pezzi originali dopo questa sbornia di ’vecchia scuola'!! Ci lavorino con mooolta calma e, fossi in Mick, rivedrei certe eventuali sue inclinazioni ad eclettismo e modernismo dei nuovi pezzi. Attenti ragazzi, non sottovalutate il successo di B&L, sono ancora tanti (anche se non sembra) gli amanti della vecchia buona musica! Avete già dimostrato in passato di essere eclettici e di saper stare al passo con i tempi...adesso dovete seguire l'onda di questo album!
Speriamo che mi ascoltino ..ma ne dubito!!

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MessaggioInviato: 4 dicembre 2016, 15:32
Messaggi: 272Iscritto il: 9 marzo 2015, 18:29
"(...) Blue and Lonesome è l'album di Mick Jagger. Che riesce nel contempo nel miracolo di non mostrare rughe nella sua voce di settantatreenne e di farci intendere che ora sì che l'ha capito cosa significhi cantare il blues"

Oddio, adesso mi è chiaro perché alcuni sostenevano che B&L fosse necessario. Era indispensabile per far comprendere a persone come Eddy Cilia che Mick Jagger sa cantare il blues...

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