Data di Pubblicazione : 7 Novembre 1983 sia in Uk che in Usa
Inizio Registrazione : 7 Novembre - 17 Dicembre 1982 - Pathe-Marconi Studios Parigi
Fine Registrazione : Maggio 1983 - The Hit Factory - New York City
Produttore : The Glimmer Twins & Chris Kimsey
Etichetta : ROLLING STONES RECORDS CUN 1654361 (UK)/CUN 90120 (US)
THE ROLLING STONES
MICK JAGGER – lead and backing vocals, electric guitar, harmonica
KEITH RICHARDS – electric guitar, backing vocals, lead vocals on "Wanna Hold You", bass guitar on "Pretty Beat Up"
RONNIE WOOD – electric and slide guitar, backing vocals, bass guitar on "Tie You Up" and "Wanna Hold You"
CHARLIE WATTS – drums
BILL WYMAN– bass guitar, percussion, piano on "Pretty Beat Up"
MUSICISTI CHE HANNO PARTECIPATO ALLE SESSIONS
Chuck Leavell – keyboards, organ, piano
Ian Stewart – piano on "She Was Hot" and "Pretty Beat Up", percussion
David Sanborn – saxophone
CHOPS – horns
Sly Dunbar – percussion
Robbie Shakespeare – bass guitar
Moustapha Cisse – percussion
Brahms Coundoul – percussion
Martin Ditcham – percussion
Jim Barber – electric guitar on "Too Much Blood"
TRACKING LIST
Undercover of the Night (Jagger/Richards)
She Was Hot (Jagger/Richards)
Tie You Up (The Pain of Love) (Jagger/Richards)
Wanna Hold You (Jagger/Richards)
Feel On Baby (Jagger/Richards)
Too Much Blood (Jagger/Richards)
Pretty Beat Up (Jagger/Richards/Ronnie Wood)
Too Tough (Jagger/Richards)
All the Way Down (Jagger/Richards
It Must Be Hell (Jagger/Richards)
L'album arriva fino al N°3 delle charts in patria e al N°4 negli USA anche se
risulterà alla fine uno dei meno venduti della storia della Band coi suoi 3,5
milioni di copie nel mondo di cui poco meno della metà nei soli States.L'album
e' stato spesso bersaglio della critica più "integralista" che lo ha sempre
considerato troppo "commerciale", troppo pronto a strizzare l'occhio alle mode
del momento e troppo incline a suoni "artificiali" fatti di synth ed
elettronica varia molto in voga in pieni eighties tralasciando la strada
maestra del Rock e del Blues che fino a quel momento era stato il loro
indelebile marchio di fabbrica.Fortunatamente, l'album e' stato giustamente
rivalutato col tempo, acquistando spessore e dignità e diventando a ragion
veduta l'ultimo album dove la Band ha coraggiosamente sperimentato strade
diverse, con una ricerca di stili e contaminazioni lodevole per cinque signori
a cavallo della quarantina (Bill ne aveva 47 all'uscita dell'album...),
denotando una sensibilità musicale notevole e una voglia di ricerca sonora da
far invidia a decine di loro colleghi ventenni.Il disco presentava un foglietto
di iscrizione al "Rolling Stones official fans club Beggars Banquet" e fu
registrato tra il Novembre '82 e l'Agosto '83 tra i Compass Point di Nassau e i
Famigerati Pathè Marconi di Parigi, avvalendosi di vari collaboratori esterni
tra cui spiccano i nomi di Sly & Robbie, colossi del dub, David Sanborn
virtuoso del sax, l'impagabile Stu e per la prima volta su disco, il
tastierista Chuck Leavell già assoldato per il Tour Europeo dell'82.Insomma al
tirar delle somme, "Undercover" ha fatto come il vino buono, col passare degli
anni(si sa, il tempo ha sempre ragione...)e' diventato migliore, non un
capolavoro per carità, ma e' l'istantanea dell'anno di grazia 1983 in cui un
gruppo di star del Rock sono ancora una macchina da rock e mi si passi il gioco
di parole, e ben pochi loro contemporanei potevano permettersi un simile
sacrilegio alle leggi della fisica e della natura stessa che tutto consuma e
distrugge.La freschezza dei brani, anche quelli meno riusciti da dei punti ai
loro lavori degli anni a venire, e' l'ultimo album prima della "Terza Guerra
Mondiale", l'ultimo in cui i "Glimmer Twins" sono stati davvero gli
"Sweethearts together" cantati ruffianamente un decennio dopo, sistemati in
studio in modo tale da potersi vedere tutti reciprocamente, senza stanze
separate,senza computer, ma solo animate discussioni a proposito della tonalità
migliore nella quale suonare un certo brano...Avevano ancora ambizione,
l'orgoglio, quello l'hanno sempre avuto da vendere, e mischiando i due
ingredienti e aggiungendo un pizzico di sfrontatezza ecco "Undercover", non un
capolavoro, ma un disco con la spina dorsale, un disco di carattere, un disco
da riscoprire.Fa una certa impressione l'assenza di Bobby Keys dal progetto, Bobby era stato
infatti allontanato dopo i bagordi dell'ultimo Tour Americano di due anni prima
per il suo comportamento definito "disordinato" che aveva a quanto pare creato
non pochi problemi alla Band.
Comunque che conveniate o meno, "Undercover" rappresentò l'ultimo capitolo di
un periodo importante per la Band, iniziato in modo glorioso nel '78 col
ritorno all'essenza del Rock con "some girls" e anche se effettivamente sembra
esserci poco qui che possa competere con la furia primordiale di quell'album,
"Undercover" riesce perlomeno a mantenere un sound "bollente", un tregistro
grezzo e allo stesso tempo vigoroso, fresco e "urgente".Quando due anni dopo,
gli Stones si riunirono a Parigi e New York per le registrazioni di "Dirty
work", di tutto ciò non ci sarebbe stata piu' traccia...Andato, sparito per
sempre."Undercover", l'ultimo disco di un periodo che non tornerà piu'
indietro...
UNDERCOVER OF THE NIGHT
Brano dal ritmo funky in staccato, con un aggressivo effetto eco, un pesante
beat scandisce sinistramente il cantato di Mick che parla di squadre della
morte e di dittatori, di giovani scomparsi nelle prigioni Sudamericane e uomini
rapiti dai "Contras" col beneplacito degli Stati Uniti d'America.Mai gli Stones
si erano spinti così oltre con temi politici, e il tutto fu sottolineato ancor
più dal video del brano poi bandito da MTV in cui appare Keith con la maschera
della morte e Mick con dei baffetti Latini in mezzo a sparatorie a go-go anche
all'interno d una chiesa.Ottimo il lavoro di Chris Kimsey che datte un suono
particolarissimo a chitarra e batteria.
SHE WAS HOT
Si torna a casa!Gli Stones lascivi ai limiti della volgarità, sesso e
Rock'n'roll con Stu a menare le danze col suo fantastico piano Boogie-woogie.Il
tutto sancito dall'esilarante video anch'esso bandito da MTV con la ballerina
rossa Anita Norris che faceva fondere manici di chitarre, esplodere
attrezzature e la patta dei calzoni di Keith, riduceva in cenere Mick(!!) e
spruzzava fiammate dal didietro.Grande pezzo rock'n'roll e grande Stu, con
tutta la Band che torna a quello che sa fare meglio...di tutti!
TIE YOU UP (THE PAIN OF LOVE)
Altro pezzo con pesanti allusioni sessuali (all'epoca dell'uscita del disco
ricordo che discorrendo con un mio amico Inglese, questi leggendo i testi
rimase sbalordito e stupefatto di quanto avessero osato in termini di
"cattiveria", estremizzazioni varie, violenza e sesso gli Stones...), stavolta
e' di scena il masochismo, così, sul cantato volutamente lascivo di Mick, che
esegue anche il falsetto, fanno da contraltare la chitarra di Keith
accompagnata dall'ottimo organo di Chuck Leavell e dal metronomico drumming di
Charlie, Ronnie e' al basso.
WANNA HOLD YOU
Canto d'amore di Keith per una donna(Patty?!?) con tutta la band che lo
supporta procedendo a ritmo frenetico.Il cantato sgangherato di Keith che
diventerà col tempo un vero e proprio marchio di fabbrica, e' caldo, sincero e
appassionato e risulta credibilissimo.Piccola curiosità:In una take del pezzo
durante le sessions dell'album, Mick si cimenta addirittura alla batteria!
FEEL ON BABY
Nessuna Rock Band degli anni '60 riuscì a fare proprio il linguaggio del
reggae meglio dei Rolling Stones, i quali oltre a registrare diversi pezzi in
quello stile durante tutti i '70, "vissero" in prima persona la terra di Jah
sia andandoci a registrare, sia scoprendo giovani talenti come Peter Tosh,sia
andandoci in vacanza spesso e volentieri e addirittura vivendoci di tanto in
tanto come accadeva a Keith ed Anita nella casa acquistata nei pressi di Ocho
Rios.Quindi risulta abbastanza normale che due colossi del reggae-dub quali Sly
& Robbie coi loro ritmi ipnotici e tribali, uniti alla voce sensuale e
ammaliante di Mick dessero vita a un connubio che generava scintille:detto-
fatto..."Feel on Baby", con Keith che contribuisce intonando lamentose armonie
vocali in sottofondo col cantato dolente di Mick e in coda al brano un
affascinante ensemble di percussionisti Senegalesi che colorano il brano di una
World music affascinante e speziata...Chapeau!
TOO MUCH BLOOD
Diciotto minuti, tanto durava una delle prime registrazioni del pezzo che e'
uno dei piu' particolari e controversi dell'intero catalogo Stones.Il pezzo e'
una escursione(riuscita) nel funky urbano, con testo scritto da un Mick
parecchio brillo che la sera della prima take, iniziò a raccontare una storia
"rappando".Era un fatto realmente accaduto:Issei Sagawa, uno studente di
lettere Giapponese della Sorbona, nell'81 uccise la sua ragazza e ne mangiò le
carni un po' crude e un po' cotte in padella per poi arrendersi alla polizia.Lo
scoprì un tassista una notte, mentre seppelliva le ossa della malcapitata nel
"Bois de Boulogne" , che manco a farlo apposta, si trovava nelle vicinanze dei
Pathè Marconi e davanti al quale la Band passava ogni giorno per andare a
mangiare al bar ristorante di uno dei piu' scalcinati quartieri di tutta Parigi.
Alla fine,il brano debitamente tagliato, viene riempito dalla chitarra di
Ronnie, dal sax di Dvid Sanborn e dalla batteria di Sly Dunbar.Jim Barber
appare alla chitarra, una Les Paul Jr. gentilmente prestatagli da Keith da cui
fa uscire un suono metallico e dal sapore irresistibilmente funky.Grande
sezione fiati:la Sugarhill con Chops alle percussioni.Memorabile la versione
dance e dub di una ventina di minutiManco a farlo apposta il video del brano fu
censurato da MTV.
PREATTY BEAT UP
Pezzo dal dinamico riff funky e da un trascinante groove su cui si inserisce
il rap di Mick e il delizioso solo di sax contralto dal sapore tipicamente
rhythm'n'blues da parte di David Sanborn.Il pezzo e' co-scritto con Ronnie e
inizialmente si intitolava "Dogshit".Ottimo il piano "Yamaha" di Bill che cede
il suo strumento a Keith.
TOO TOUGH
Altro pezzaccio vecchia maniera venuto alla luce nel lontano '75 col titolo
provvisorio di "Cellophane trousers" con Mick che in tono irritato avvisa
un'amante di non attaccar briga con lui.Gran lavoro di Keith che inventa un
altro dei suoi riff, e Ronnie si produce in una frenetica esplosione di note su
di esso.
ALL THE WAY DOWN
Grande Mick che ci offre una dinamica performance vocale, nel suo frenetico
rap getta uno sguardo sulla gioventù e sull'amore, sul passare del tempo coi
suoi avvenimenti belli e brutti che siano.La band lo supporta da par suo con
una prestazione vibrante nei territori a loro piu' cari, altro gran pezzo.
IT MUST BE HELL
Pezzo marcatamente chitarristico con Keith e Ronnie ad inseguirsi e a fondersi
nel loro gioco preferito e Mick che canta disilluso dei difetti della società e
della politica, gettando uno sguardo alla grama vita delle classi meno abbienti
con pessimismo e amarezza, una buona chiusura non cè che dire!
A CURA DI MAILEXILE