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Indice  ~  Generale  ~  Brian e Anita

MessaggioInviato: 23 giugno 2009, 22:45
Avatar utenteMessaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02
estratto da DEATH BY MISADVENTURE di Andrea Valentini

Martedì 14 settembre 1965: si apre la quarta sessione del Concilio Vaticano II, con cerimonia officiata da Paolo VI. Gli Stones si trovano in Germania, a Monaco di Baviera, per due show consecutivi (nella stessa serata) allo Zirkus Krone-Bau[1], in Zirkus Krone Straße; sono impegnati in un breve tour promozionale per l’uscita di Bravo[2], un album raccolta uscito per il mercato teutonico.Anche il fotoreporter danese Bent Rej è a Monaco e la sua è una storia particolare. Era stato mandato, molti mesi prima, a seguire le date scandinave degli Stones, ma le cose erano andate così bene che, per quasi un anno, a ogni opportunità Bent si è recato a fotografare il gruppo. Ovunque si trovasse. È, dunque, a Monaco quella sera. Il concerto è appena finito e lui sta raggiungendo il backstage dello Zirkus Krone: viene avvicinato da una giovane che gli chiede se può portarla a conoscere la band.
Bent Rej: “Era molto carina e non ho esitato un istante […]. Il suo nome era Anita Pallenberg. Quando arrivò nel backstage si buttò su Brian”[3].
Anita Pallenberg ha 19 anni, è una creatura sensuale e fascinosa. Di origini metà italiane e metà tedesche, si trova a Monaco per un lavoro da modella e ha messo gli occhi su Brian, che è il suo obiettivo. Ecco come, in un’intervista rilasciata a David Dalton molti anni dopo, Anita ricorda quei momenti, facendo trapelare una certa insofferenza nei confronti dell’argomento Jones:

Quando hai incontrato Brian per la prima volta?
Brian è morto e andato. Un’altra domanda.

Forza, Anita… fu durante il secondo tour in Germania nel ‘65?
L’ho incontrato sul Monte Everest e piangeva perché aveva visto lo Yeti.

Stai cercando di intimidirmi, Anita.
No. Sto solo… tu, cazzo, sei troppo… sto faticando a ricordare.

Fosti tu a suggerire a Mick di fare il passo dell’oca sul palco[4], quella sera?
Passo dell’oca? Forse aveva solo uno strappo sulla giacca. Chiunque può fare il passo dell’oca o qualcosa di simile. Mick era fatto così. Magari si è accorto che Brian gli stava rubando la scena e, sai, ha pensato che doveva reagire. Loro due lo facevano di continuo. Mick se l’era fatta addosso quando James Brown aveva preceduto gli Stones durante le riprese del T.A.M.I. Show[5]. Aveva detto: “Come posso salire sul palco dopo una cosa simile?”. Brian aveva studiato le movenze di James Brown e quando gli Stones sono andati in scena saltava e volava per aria[6], ma Mick, coi suoi piedi piatti, la pelle pallida, le dita a salsicciotto, gli occhi roteanti e i labbroni gommosi… per piacere…

Come hai incontrato Brian?
Be’, sono stata assunta dalla CIA e mi hanno detto: “Stagli attorno e ti facciamo avere biglietti gratis per i concerti. Assicurati di tenergli il fiato sul collo e fallo impazzire”.

Ma come mai ti trovavi a un concerto degli Stones, tanto per iniziare? E come hai fatto ad arrivare a loro?
Avevo deciso di rapire Brian. Sembra ridicolo… ma hanno anche fatto un film, Privilege, sul rapimento di una pop star. La storia era ispirata alla mia e nel film si doveva parlare di Brian. Brian sembrava il più promiscuo sessualmente. Ragazzi o ragazze, non importava. Gli altri sembrava avessero tutti una tipa al loro fianco, con parrucca e ciglia finte e tutto l’armamentario. Sai cosa intendo: il sapone per la figa e cose per non restare incinta. Brian era… sapevo che potevo parlargli. Di fatto ero una sua groupie quando l’ho incontrato.

Allora lì l’hai incontrato per la prima volta?
Sì, l’ho incontrato all’Oktoberfest Circus. Sono andata nel backstage con un fotografo. Gli avevo detto che volevo incontrare gli Stones. Dissi a Brian che avevo un pezzetto di hashish e del popper. C’erano i Troggs, Spencer Davis, Stevie Winwood. Loro erano il gruppo d’apertura. Nel backstage, che era dove tenevano i cavalli, c’era un’atmosfera da birreria… ho chiesto a Brian se voleva farsi una canna e lui ha risposto: “Sì, facciamoci uno spinello. Vieni all’albergo”. Poi si è seduto e ha pianto tutta la notte. Gli piacevo molto e io avevo una cotta. Ma niente sullo stile americano “andiamo e divertiamoci”. Brian era un tipo difficile, sai. Era vulnerabile, era sconvolto per Mick e Keith. Si erano coalizzati contro di lui e mi dispiaceva moltissimo per lui.

Brian quella sera, dopo il concerto, ha una violentissima discussione con il resto della band. È per questo che Anita lo trova in quelle condizioni, lacrimevole e scosso. Il motivo del contendere è legato alla causa che Pat Andrews ha intentato contro Brian per costringerlo a prendersi cura del figlio. La cosa non piace agli altri Stones e al management, per i consueti motivi di immagine.
È in questo scenario che arriva Anita, l’angelo biondo che fa letteralmente deflagrare il cervello di Jones. Da quell’incontro, apparentemente nato sotto una cattiva stella, scaturisce una relazione. La più significativa dell’intera breve vita di Brian.
Nick Kent: “[Brian] si innamorò di una donna che era troppo dura per farsi distruggere da lui. Ecco il segreto di quella relazione. Fu una sfortuna per lui innamorarsi di uno spirito libero come lei. In un certo senso per lui fu karma, visto il modo orribile in cui trattava le donne. In Anita trovò molto di più della sua anima gemella”.
Anita è una donna molto bella, che nonostante la giovane età ha fatto molte più esperienze di Brian. Non è per nulla intimidita da una rockstar e dai comportamenti di Jones, il quale apprezza di trovarsi di fronte a una persona che gli tiene testa e - spesso - è in grado di influenzarlo e dominarlo.
Ronny Money: “Anita era grande, e anche Brian era affascinato da lei. Aveva per le mani quello che il resto dei ragazzi potevano solo sognarsi. Lei era nella cerchia bisex e lanciava mode, la gente la imitava. Così Brian concluse: ‘Bene. Questa è la situazione. Questo è ciò che la gente vuole da me…’. Perché Brian non sapeva. Io gli chiedevo: ‘Cosa vuoi, tu?’. E lui rispondeva sempre che non lo sapeva. Brian poteva essere sopraffatto da chiunque aveva ascendente. Solo le fan erano intimidite da lui”[7].
Keith Richards: “Anita è incredibilmente forte. Una personalità più forte di quella di Brian, più sicura, senza riserve”.
E infatti Jones assorbe rapidamente comportamenti, suggestioni e senso del look da lei. Nel giro di pochi mesi si vestono in maniera quasi uguale, hanno lo stesso taglio di capelli e qualcuno li scambia - addirittura - per fratello e sorella.



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[1] Si tratta di una grande costruzione risalente al 1919. Venne edificata come location permanente per performance cicrcensi (la prima in Germania). Durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale venne rasa al suolo e riedificata negli anni Cinquanta. Con la sua capacità (3000 posti a sedere), è divenuta negli anni Sessanta e Settanta sede di concerti rock (Stones, Beatles, Zappa e Who, tra i tanti), ma ospita - ancora oggi - anche altre manifestazioni d’intrattenimento.
[2] Uscito per l’etichetta Teldec/Hörzu (catalogo n. SHZT531), contiene 14 brani ed è intitolato come l’omonima rivista tedesca per teenager.
[3] Bent Rej, The Rolling Stones in the Beginning, Firefly, 2006, pag. 190
[4] Si riferisce a un avvenimento verificatosi durante il concerto di Monaco. Ecco come lo racconta Andrew Loog Oldham: “Ci sono posti come Monaco. La guerra non era finita da così tanto tempo e noi non eravamo esattamente così amici dei tedeschi. ‘Satisfaction’ era uscita e la prima cosa che ci è venuta in mente è stata fare il passo dell’oca. Lo facevamo nel backstage, dove tutti erano euforici. Subito dopo Jagger va sul palco e si mette a farlo. Suonavano in un cazzo di capannone. C’era un sacco di polizia coi cani. Il pubblico era seduto e si stava agitando; il loro leader era lì, di fronte a loro, ma i ragazzi dovevano stare composti, perché se si alzavano c’era subito un tizio pronto con un manganello. Quando sono usciti hanno distrutto un centinaio di macchine nel parcheggio. Tutti i treni diretti verso i paesi sono stati conciati per le feste. È stato peggio che se li avessero lasciati sfogare nella sala concerti.
[5] Si tratta di un film prodotto dalla American International Pictures nel 1964, che include esibizioni di artisti rock’n'roll popolari (James Brown, Rolling Stones, The Barbarians, Chuck Berry, The Supremes, Marvin Gaye, Beach Boys e diversi altri). I concerti si tennero nell’arco di due giorni al Santa Monica Civic Auditorium nell’ottobre 1964 e il pubblico era formato da studenti delle scuole locali, invitati con distribuzione di biglietti gratuiti. Keith Richards ha dichiarato, in un’intervista, di essere convinto che esibirsi dopo James Brown in quell’occasione sia stato un errore madornale per la loro carriera, all’epoca.
[6] Come spesso accade, i reduci non hanno una memoria impeccabile. E quando sono disponibili testimonianze registrate la discrepanza tra la percezione e la realtà oggettiva viene messa a nudo. Brian Jones non è - nel video del T.A.M.I. Show - meno imbarazzato di Jagger. Sta quasi fermo al suo posto, si muove in un raggio di 30 centimetri e non vola certo per aria (se si esclude un timido saltino sul finale del primo brano).
[7] Mandy Aftel, Morte di un Rolling Stone - vita e morte di Brian Jones, op. cit., pag. 129
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MessaggioInviato: 23 giugno 2009, 23:09
Messaggi: 4076Località: SALERNOIscritto il: 5 maggio 2008, 23:29
...Piu' che Marianne,Anita e' stata la "Rolling Stone" al femminile:disinibita,forte,sicura di se,con una buona dose di sadismo,strafottente,lasciva,scandalosa e irriverente...Ha dato il colpo finale a Brian fungendo da legge del contrappasso e ha formato con Keef la coppia piu' fottutamente Rock'N'Roll del Pianeta,tre battute per finire che dicono molto,una e' di Keef:"Anita,stupida cagna...Ti amo,ma non posso vivere con te...",l'altra e' di Mick:"Anita Pallenberg?Aiuto!!" l'altra di uno dell'entourage del gruppo:"Con l'apparizione della Pallenberg nelle loro vite,gli Stones smisero di essere un gruppo di amici per diventare piu' tristemente un Marchio di Fabbrica..."...E fortuna che Keef c'ha il fisico!!!


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MessaggioInviato: 23 giugno 2009, 23:37
Avatar utenteMessaggi: 2486Iscritto il: 23 giugno 2006, 1:46
Ottimo Carla, un bel riassunto.
E' proprio così come dice Massimiliano.
Tutto vero, peccato che Anita non si ricorda più assolutamente niente di quei periodi, escluso quando Brian la riempiva di botte(è una delle cause per cui scappò con Keith )
Sici


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MessaggioInviato: 24 giugno 2009, 2:29
Avatar utenteMessaggi: 3209Iscritto il: 12 gennaio 2006, 1:44
Grazie Carla
bello il tuo post che rende bene l'idea di come stessero le cose fra gli Stones in quegli anni, ma non solo, leggendo questo scritto mi sembra di averli sotto gli occhi quei 2. Ho sempre avuto una predilezione x Brian Jones, x il suo carisma ma anche x la sua fortissima debolezza.....anche questi 2 estremi ne fanno una persona speciale possa piacere o no.


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MessaggioInviato: 24 giugno 2009, 9:09
Avatar utenteMessaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02
Anita corrisponde esattamente ad un profilo ben preciso di tipologia femminile :LA STRONZA.
Continuo a provare un sottile e perverso piacere all'idea di Brian che gliele suona.
Se sia più rock'n'roll lei o Marianne è tutto da vedere.


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MessaggioInviato: 24 giugno 2009, 16:06
Avatar utenteMessaggi: 5575Località: sud MilanoIscritto il: 27 settembre 2006, 18:07
Anita non mi è mai stata particolarmente simpatica (pur considerando che mia figlia si chiama Anita!). E' stata un po' l'angelo nero distruttivo. Non è stata una nota positiva per Brian e per Keith. E' pur vero che in quel periodo tutti gli artisti vivevano una vita borderline e per me, persona normale, è sempre stato difficile poter accettare e condividere il loro modo di vivere. Certo è che ognuno ha un po'messo del suo nel distruggersi a vicenda. Qualche anno fa assistetti a Milano alla proiezione del lungometraggio (una palla micidiale) Going Home. Anita presenziava la serata ed alle interviste rispondeva continuamente (su ogni argomento, non solo su Brian): non so - non ricordo. Questa s'è persa nell'oblio un bel po' di anni che potevano essere indimenticabili.
Brian doveva essere una "lacrima facile". Forse aveva solo bisogno di vera amicizia dagli altri del gruppo e di vero affetto da una ragazza. Ma forse lui stesso non voleva tutto ciò.
Mi sarebbe piaciuto molto conoscerlo. Forse le avrei prese anch'io o forse gli avrei insegnato come è bello essere AMATI.


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MessaggioInviato: 24 giugno 2009, 22:39
Avatar utenteMessaggi: 684Iscritto il: 22 marzo 2007, 16:52
veramente un bel post complimenti.
Personalmente il film Stoned,sulla vita di brian non mi è piaciuto molto ma come viene raccontato il rapporto tra lui ed Anita l'ho trovato molto realistico.
E credo che se lei non fosse scappata con Keef dal marocco ma avesse resistito al fianco di Brian forse andesso Ron non sarebbe uno stones perchè Brian sarebbe ancora vivo.
E' una cosa che non potremo mai appurare,certo è che la sua morte è stata una grande perdita per l'intera scena musicale,più di Jimi Hendrix o Jim Morrison


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MessaggioInviato: 24 giugno 2009, 23:58
Avatar utenteMessaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02
un'altra intervista alla Pallenberg

La regina dei Rolling Stones
di Massimiliano Leva

Nella leggenda è entrata nel '65, prima come la storica fidanzata di Brian Jones, poi come la compagna di Keith Richards dal 1967 al 1983. Da allora Anita Pallenberg, alter ego femminile dei Rolling Stones e icona dell'epoca psichedelica insieme a Jagger, Richards e Jones, resta uno dei pochi testimoni in grado di poter svelare aneddoti sull'affascinante vita delle pietre rotolanti che, se ieri era fatta di sesso, droga e rock'n'roll, oggi resta incagliata in bottigliette di Evian e in uno status ingiallito da star. Certo, Jagger e compagnia sono sempre capaci di ribaltare ogni pronostico. E di sopravvivere ai loro stessi vizi. Non fosse così gli Stones non sarebbero la più grande rock band esistente, l'unica ancora in piedi su un palco in grado di riportare a un tempo passato. All'era mitica dei fiori e della rivoluzione. Ecco cosa ne pensa Anita Pallenberg, con la quale abbiamo passato una serata tra ricordi ed eterne curiosità.

LA BAND


Quando conobbe i Rolling Stones?
Li incontrai nel 1964, in Germania. All'epoca ero ancora una modella, avevo letto di loro i1n una rivista e quando un fotografo di moda mi chiese di accompagnarlo a un loro concerto accettai incuriosita. Li raggiungemmo nei camerini e mi presentai a tutta la band. Fui subito colpita da Brian Jones, il più gentile, quello con più fascino. Sembrava un dandy e fu l'unico a rivolgersi a me in tedesco, visto che ancora non parlavo bene l'inglese. Fu un colpo di fulmine. Poco tempo dopo e vivevo già a Londra con lui.

Che ritratto farebbe di loro a quell'epoca?
Charlie Watts e Bill Wyman non erano ancora degli Stones. Nel senso che conducevano una vita ben diversa dagli altri tre. Brian era un uomo affascinante ma anche estremamente fragile, volubile. Mick Jagger era indubbiamente il più sicuro di tutti. Ha sempre saputo cosa fare e come ottenerlo. Keith è Keith: lo definirei un pirata. Se fosse per lui, ancora oggi appenderebbe la bandiera con il teschio fuori dalla porta di casa. Di certo, non gli è mai interessato essere nominato baronetto.

Si drogavano molto Jagger, Richards e Jones?
Come tutti a quell'epoca. Però erano dei professionisti, quindi si facevano solo quando non dovevano registrare. Noi comunque non ci preoccupavamo molto. Tanto per dire, quando arrestarono per droga tre quarti della band nel '67, un mese dopo partimmo in gruppo per il Marocco.

In una parola, qual è il segreto degli Stones?
Passione. La loro è sempre stata una vera passione per la musica e per il blues. Oggi sembrano persino ridicoli con quelle rughe, nonni di famiglia, a dimenarsi su un palco. Ma per me sono stati anche meglio dei Beatles.

AMICI E RIVALI


Quali erano i rapporti tra Beatles e Rolling Stones?
Erano ovviamente amici, a dispetto di quello che ha sempre detto la stampa. Ognuno con diverse simpatie o legami più stretti. Brian, per esempio, era particolarmente amico di George Harrison e John Lennon. Ma c'era comunque stima reciproca tra loro.

Chi frequentavano maggiormente gli Stones?
Abbiamo conosciuto così tanta gente che forse ci vorrebbero settimane per ricordarmi di tutti. La nostra era una vita in continuo movimento. Poteva capitare di andare a Roma e fermarsi giorni a casa di amici come Mario Schifano o Marco Ferreri. Oppure di girare un filmino in Super 8 nel pieno di una sbronza a New York con Andy Warhol. Soprattutto negli anni Sessanta si respirava un'aria in cui niente pareva un limite. Vivevamo sempre ogni cosa come se fosse l'ultima.

Come sono stai i suoi rapporti con le altre donne, Marianne Faithfull in particolare?
Tra di noi c'era solidarietà e spesso ci sentivamo abbandonate a noi stesse in quel turbinio di eccessi. In ogni caso non frequentavo molto Marianne. E ancora meno c'è stato tra me e Bianca Jagger. Poi, da quando io e Keith ci siamo lasciati, l'amicizia con la Faithfull si è rafforzata

BRIAN JONES

E' vero che Brian venne estromesso dalla band da Jagger e Richards?
Brian era il primo ad amare il blues. Così quando gli Stones dirottarono la loro musica verso il pop psichedelico con Their Satanic Majesties Request, in un certo senso lui si sentì tradito. Era comunque un artista estremamente vulnerabile, con poca fiducia in sè stesso. A volte gli capitava di scrivere anche canzoni molto belle che magari il giorno distruggeva in preda a raptus. E dire che Keith e Mick erano quasi degli studentelli in confronto a Brian.

Nel senso che Jones era meglio di loro?
Brian era un musicista con un talento incredibile, nei primi anni sicuramente meglio di Mick e Keith. Gli Stones degli esordi furono davvero il gruppo di Brian Jones. Ma poi non ebbe sufficiente carattere per reggere il confronto con il successo e cominciò a perdere via via il contatto con la realtà.

Si dice anche però che Jones si ammalò definitivamente dopo che lei lo lasciò per Richards.
In realtà Brian fece tutto da solo. Stava davvero peggiorando in quel periodo. Era stato arrestato e diventava sempre più paranoico. Nel '67, stavamo per partire per Marrakech, quando Brian cominciò a fare storie. Keith mi disse: "Io non lo sopporto più, se vuoi vieni con me". E io accettai, anche se in fondo ero ancora innamorata di Brian.

Quando seppe della sua morte?
Ci chiamò alle tre di notte il suo autista. Fu una botta. Brian si drogava molto da solo ormai. Fosse sopravvissuto avrebbe fatto grandi cose.

LA VITA CON GLI STONES


Come gestivate lei e Keith i rapporti con i figli?

Cercavamo di fare del nostro meglio, ma per questo i nostri figli erano continuamente sballottati a destra e a sinistra. Ci siamo comunque sempre sforzati di essere genitori premurosi.

Seguiva il gruppo in tournée?

No, noi eravamo le mogli e loro i Rolling Stones. In quindici anni di vita con Keith, sommando i momenti in comune, con lui penso di averne trascorsi cinque.

Era questo il prezzo per essere una donna degli Stones?
Il vero prezzo da pagare erano i fan. Mi rincorrevano ovunque per aggredirmi, una volta chiamai persino la polizia altrimenti mi avrebbero fatto a pezzi.

Ha mai assistito in diretta alla nascita di qualche canzone?
Sì, Mick e Keith scrissero Honky Tonk Women in poche ore, davanti a me, a Positano. Poi anni dopo ci portarono con loro in Giamaica, per la regsitrazione di Goat's Head Soup.

Lei era però con Keith in Francia quando gli Stones registrarono Exile on Main Street.
In Francia fu davvero un momento terribile. Gli Stones registravano nella cantina della villa dove io e Keith vivevamo. Era un continuo via vai di persone. Per questo, avevamo fatto costruire anche un passaggio segreto per scappare nel caso la polizia fosse arrivata all'improvviso per cercare la droga.

Oggi rivede spesso Keith?
Ci vediamo a volte per il Natale.

Rifarebbe tutto da capo?
Sì. Ma solo con lo steso spirito degli anni Sessanta.

(11 luglio 2006)


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MessaggioInviato: 25 giugno 2009, 0:08
Avatar utenteMessaggi: 4253Località: ladispoliromaitaliaeuropamondoIscritto il: 9 gennaio 2008, 22:17
grazie per lo splendido lavoro :wink:
honky tonk woman scritta a Positano?


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MessaggioInviato: 25 giugno 2009, 0:14
Avatar utenteMessaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02
la stronzaggine comunque fa invecchiare male..... :wink:

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MessaggioInviato: 25 giugno 2009, 0:16
Avatar utenteMessaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02
bigpaul72 ha scritto:
grazie per lo splendido lavoro :wink:


ho fatto solo copia-incolla...niente di che... :wink:


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MessaggioInviato: 25 giugno 2009, 0:17
Avatar utenteMessaggi: 4253Località: ladispoliromaitaliaeuropamondoIscritto il: 9 gennaio 2008, 22:17
che cattiva che sei,vorrei vedere tra una sberla di brian ed una siringa con keith


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MessaggioInviato: 25 giugno 2009, 0:42
Messaggi: 4076Località: SALERNOIscritto il: 5 maggio 2008, 23:29
...A me risulta che HTW sia stata scritta durante un viaggio nella pampa Argentina nel Dicembre '68 tra vaccari e paesaggi bucolici, a Positano sapevo che erano state partorite:"Midnight Rambler","Monkey Man" e "Live with me",mi sa che la zucca di Anitona perde colpi alla Grande...Comunque se cosi' fosse,cioe' se HTW fosse stata scritta davvero a Positano mi sentirei davvero mooolto orgoglioso che i Rolling abbiano partorito un simile capolavoro a 40 Kilometri da casa mia,senno' mi accontentero' di MR,Monkey man e Live with me...Hai detto niente!!


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MessaggioInviato: 25 giugno 2009, 13:48
Avatar utenteMessaggi: 2825Località: SienaIscritto il: 25 agosto 2007, 15:22
Carla sono pienamente d'accordo con te!!!! :lol:


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MessaggioInviato: 25 giugno 2009, 15:49
Avatar utenteMessaggi: 4409Località: CelleIscritto il: 18 settembre 2006, 13:04
carla ha scritto:
un'altra intervista alla Pallenberg

La regina dei Rolling Stones
di Massimiliano Leva

Nella leggenda è entrata nel '65, prima come la storica fidanzata di Brian Jones, poi come la compagna di Keith Richards dal 1967 al 1983.


'83 :?:


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