Messaggi: 4314Località: leccoIscritto il: 18 luglio 2009, 23:29
Metti un serata con Bo Diddley e Ronnie Wood e ottieni grande divertimento e buona musica ! Questo è uno dei miei concerti preferiti, anche se io li vidi al festival blues di Pistoia e vi assicuro che fu una serata fantastica. Ma questo concerto è veramente bello ! Bo un bluesman che non ti permette ti annoiarti ai suoi concerti, è stato lui a farmi appassionare al blues e che ritmo ragazzi ! Dio lo benedica per tutto quello che ci ha dato ! https://www.youtube.com/watch?v=ZxqumaiTycc&t=1728s
Messaggi: 1011Località: PistoiaIscritto il: 27 marzo 2014, 21:02
totore ha scritto:
Bello. Da dove salta fuori? Che progetto è?
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Risale a qualche anno fa, quando Ronnie fece uscire "How Can It Be - A Rock 'n Roll diary", il diario del chitarrista nei primi anni della sua carriera. La canzone, da quel che mi ricordo, è qualcosa che Ron aveva scritto in giovinezza, ma che non aveva mai visto la luce.
Messaggi: 4314Località: leccoIscritto il: 18 luglio 2009, 23:29
Ma quante chitarre ha quest'uomo ! Qualcuno sa che chitarra è quella che suona slide ? Se non ricordo male è la stessa che ha suonato su Love in Vain nella verione Stripped Tokyo, ma potrei sbagliarmi, perché qui ha un suono elettrico su LIV ha un suono acustico, ciò non toglie che potrebbe essere la stessa chitarra.
Pensare che avevo adocchiato da tempo quella data, non avendo mai visto Paul dal vivo... Tempo ce ne sarebbe pure stato in questo momento, ma caspita una trasferta alla O2 per un concerto di una super star del genere (stones inclusi eh) è diventata roba per chi ha una RAL (retribuzione lorda all'anno) di almeno 60 mila pezzi...
Com'era la storia della controcultura, della rivoluzione e del rock'n'roll?
Messaggi: 1011Località: PistoiaIscritto il: 27 marzo 2014, 21:02
totore ha scritto:
Pensare che avevo adocchiato da tempo quella data, non avendo mai visto Paul dal vivo... Tempo ce ne sarebbe pure stato in questo momento, ma caspita una trasferta alla O2 per un concerto di una super star del genere (stones inclusi eh) è diventata roba per chi ha una RAL (retribuzione lorda all'anno) di almeno 60 mila pezzi...
Com'era la storia della controcultura, della rivoluzione e del rock'n'roll?
Lasciamo starà va... :-)
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Credo che si siano scordati, o almeno sembra si siano scordati, da dove vengono...
Messaggi: 4314Località: leccoIscritto il: 18 luglio 2009, 23:29
Finalmente ho avuto il tempo per leggermi il libro di Ronnie, anche se non lo ancora finito, quando lo comprai lo lessi a tratti e velocemente, ad esempio avevo tralasciato tutta la prima parte, che invece è forse la più interessante. La descrizione che Ronnie fa degli anni sessanta è davvero interessante e il libro si legge veramente molto bene, mi sono piaciuti tutti quegli aneddoti di quegli anni.... non sapevo che Ronnie conosceva già Mick e Keith nei 60, bello l'aneddoto che racconta la prima volta che incontra Keith ! Pensavo che la pittura fosse una sua passione nata in tarda età, invece fu la sua prima arte, già da piccolo dipingeva e vinse anche un concorso alla tv L'entusiasmo in cui lui racconta le sue prime composizioni e lo sviluppo della sua tecnica chitarristica è interessante, sembra che ha suonato un sacco di strumenti, batteria, sassofono, basso, bajo, armonica ecc. dimostra che effettivamente era forse il più adatto a sostituire Brian, peccato che gli Stones non lo abbiano sfruttato, forse se fosse entrato nella band prima sarebbe stato diverso....ma non avremmo avuto i capolavori con i Faces, per cui alla fine va bene così. Ronnie ha uno spirito di adattamento incredibile, può suonare qualsiasi tipo di musica e lo fa sempre con grande passione e dedizione. Belli anche i racconti di lui e Rod S., quegli anni sembra fossero anni incredibili, un sacco di musicisti che oggi tutti conosciamo, facevano parte di quella "cerchia" londinese.
Messaggi: 1011Località: PistoiaIscritto il: 27 marzo 2014, 21:02
vasco ha scritto:
Finalmente ho avuto il tempo per leggermi il libro di Ronnie, anche se non lo ancora finito, quando lo comprai lo lessi a tratti e velocemente, ad esempio avevo tralasciato tutta la prima parte, che invece è forse la più interessante. La descrizione che Ronnie fa degli anni sessanta è davvero interessante e il libro si legge veramente molto bene, mi sono piaciuti tutti quegli aneddoti di quegli anni.... non sapevo che Ronnie conosceva già Mick e Keith nei 60, bello l'aneddoto che racconta la prima volta che incontra Keith ! Pensavo che la pittura fosse una sua passione nata in tarda età, invece fu la sua prima arte, già da piccolo dipingeva e vinse anche un concorso alla tv L'entusiasmo in cui lui racconta le sue prime composizioni e lo sviluppo della sua tecnica chitarristica è interessante, sembra che ha suonato un sacco di strumenti, batteria, sassofono, basso, bajo, armonica ecc. dimostra che effettivamente era forse il più adatto a sostituire Brian, peccato che gli Stones non lo abbiano sfruttato, forse se fosse entrato nella band prima sarebbe stato diverso....ma non avremmo avuto i capolavori con i Faces, per cui alla fine va bene così. Ronnie ha uno spirito di adattamento incredibile, può suonare qualsiasi tipo di musica e lo fa sempre con grande passione e dedizione. Belli anche i racconti di lui e Rod S., quegli anni sembra fossero anni incredibili, un sacco di musicisti che oggi tutti conosciamo, facevano parte di quella "cerchia" londinese.
Quoto al 100%. Libro molto interessante: ricordo di averlo letto alcuni anni fa ormai, dovrei sfogliarlo di nuovo. L'ho trovato molto più scorrevole e "vero" rispetto a Life di Keith Richards.
E' off-topic, ma ho letto anche Every Night's a Saturday Night di Bobby Keys. E' in lingua inglese, ma lo consiglio.