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totore
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Inviato: 14 settembre 2011, 20:41 |
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Messaggi: 1832Iscritto il: 11 febbraio 2007, 4:36 |
Certo che siamo bellissimi ragà! Isy che si deprime ed ha tutta la mia comprensione e solidarietà, Vasco che crede che un jagger risentito per una faccenda di “pene” e poc’altro possa mandare tutto all’aria, qualcun altro preoccupato per la presunta cattiva saluta di Keith Richards, lavorando un bel po’ d’immaginazione dal momento che non si sa proprio nulla al riguardo, Roadrunner mobilita, e - c’è da dirlo - non del tutto fuori luogo, addirittura la crisi mondiale, e tutti gli altri a buttar giù congetture, ipotesi ed a sbizzarrirsi con la fantasia – me medesimo solo per vedere questi 4 “vecchiacchi” di nuovo sul palco per darci una dose di rock’n’roll e tante emozioni; e sai quante risate quando finalmente (speriamo!!!!) ci sarà la notizia? Ma il nostro spirito, questo non mollare, questo voglia di continuare a sperare anche se Charlie Watts ha 70 anni, be’ ragazzi miei, questo è già ROCK’N’ROLL ed io vi voglio davvero bene perché siete proprio tutti matti come me!!!
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bigpaul72
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Inviato: 14 settembre 2011, 20:44 |
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Messaggi: 4253Località: ladispoliromaitaliaeuropamondoIscritto il: 9 gennaio 2008, 22:17 |
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mailexile
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Inviato: 14 settembre 2011, 20:54 |
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Messaggi: 4076Località: SALERNOIscritto il: 5 maggio 2008, 23:29 |
...Ragazzi, ma vi rendete conto che qui parliamo di scioglimento o meno quando il soggetto è una band di quattro settantenni anno più anno meno che non suonano una nota che sia una nè in studio nè dal vivo da piu' di 4 anni?!?Keith una volta disse:"Una band che non fa concerti e non registra dischi, non è una band!" e io lo sottoscrivo in pieno, quindi, finquando non/e semmai faranno dei concerti o delle sessions per un nuovo disco di studio io li considererò sciolti come Band, perchè andare a presenziare alla prima di "Shine a light" o andare a fare i simpatici allo Jimmy Fallon Show per pubblicizzare la ristampa di Exile senza prendere una chitarra e suonare una sola nota(vi ricordo che sono musicisti non attori, scrittori o altro...)per me fortifica le mie convinzioni della parola fine dopo il Tour Europeo 2007, quindi fino a quando non ci sarà e se ci sarà ed io sono il primo a sperarlo, un ritorno con gli strumenti in mano che emettano qualche nota o dal vivo, o in studio o anche solo in Playback(Sigh!A che siamo ridotti...)io penserò sempre ai Rolling Stones 1962-2007, 45 anni di folgorante ed inimitabile carriera,punto!
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giancarla
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Inviato: 14 settembre 2011, 21:33 |
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Messaggi: 5575Località: sud MilanoIscritto il: 27 settembre 2006, 18:07 |
Sicuramente è bello essere pazza tra pazzi, in una pazzia cronica e dilagante. Aspettiamo, tanto non ci resta altro da fare. L'unica cosa è che tutte 'ste riedizioni con l'aggiunta di qualche chicca inedita non mi fanno ben pensare.
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vasco
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Inviato: 14 settembre 2011, 22:08 |
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Messaggi: 4314Località: leccoIscritto il: 18 luglio 2009, 23:29 |
@mailexile - Quoto tutto quello che hai scritto nell'ultimo intervento ! e aggiungo non si può nemmeno chiedere di più ! Mi voglio gustare queste nuove rimasterizzazioni sperando in qualche chicca e sopratutto il video concerto di Some Girls. Chi si accontenta godeeeee!!!!!
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mailexile
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Inviato: 14 settembre 2011, 23:22 |
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Messaggi: 4076Località: SALERNOIscritto il: 5 maggio 2008, 23:29 |
...Hai ragione Vasco, non si puo' davvero chiedere di più, siamo stati fortunati e lo siamo tutt'ora, ripeto:45 anni di straordinaria ed inimitabile musica!Mi resta un po' di amaro in bocca solo per il finale della favola, avrei voluto un ultimo grande giro di concerti magari in posti piu' piccoli con la musica piu' in primo piano e meno effetti speciali, un ritorno alle radici, ai concerti dei primi '60 così da chiudere simbolicamente il cerchio, e poi un ultimo album di studio fatto senza calcoli, senza pensare a catturare i favori dei sedicenni di oggi con inserti di musica(?!?) in voga oggi tra i giovanissimi, solo rock'n'roll e blues rozzo e svaccato come ai bei tempi...Tutto qua, ma va bene anche così, ci mancherebbe, ma ripeto, e sono contento che condividi il mio pensiero, fino a prova contraria, i Rolling hanno smesso di rotolare 4 anni fa...Felice di essere smentito, aspetto di essere smentito...La speranza, il sognare sono il sale della vita...
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wicked67
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Inviato: 15 settembre 2011, 13:46 |
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Messaggi: 4750Iscritto il: 29 ottobre 2007, 20:25 |
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vasco
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Inviato: 15 settembre 2011, 15:52 |
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Messaggi: 4314Località: leccoIscritto il: 18 luglio 2009, 23:29 |
Io sono ancora convinto che malgrado tutto ci stupiranno ancora, non penso un tour (troppo impegnativo) ma qualcosa.....non è detta l'ultima parola. L'importante è rendersi conto che 70 anni sono tanti e sebbene Mick sembra potercela fare ancora riguardo a Keith ci sono molti dubbi. In molti proprio qui sul forum lo hanno criticato anche duramente durante l'ultimo tour...
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zac
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Inviato: 15 settembre 2011, 16:29 |
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Messaggi: 4409Località: CelleIscritto il: 18 settembre 2006, 13:04 |
wicked67 ha scritto: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=20&ID_articolo=1512 Bell'articolo, competente soprattutto... "al debutto del 62 Keith non c'era ancora"
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Olia
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Inviato: 15 settembre 2011, 16:35 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
Ah ah ah che pirla di giornalisti !!!
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carla
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Inviato: 15 settembre 2011, 17:24 |
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Messaggi: 4670Iscritto il: 8 luglio 2006, 17:02 |
Scopro ora quell'articolo in cui Jagger dice no a Richards. Concordo con Isy nel pensare che Jagger abbia fatto una battuta, anzi due, se consideriamo anche le parole rivolte a Charlie (lui la targa non la può avere...) Figuriamoci se Jagger è così stupido da dire certe cose sul serio! Sarà un po' pirla, è vero, si veste di rosa shocking, mette su band improbabili, fa il broncio se qualcuno gli dice che ce l'ha piccolo, però stupido non è. Per il resto si vedrà...tour, non tour...non ci capisco più nulla...
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vasco
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Inviato: 15 settembre 2011, 17:50 |
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Messaggi: 4314Località: leccoIscritto il: 18 luglio 2009, 23:29 |
Sapete che quando ho letto quell'articolo (la stampa) mi sono venuti dei dubbi, ma poi...conoscendo la storia dei Rolling Stones mi sono chiesto " come cavolo fanno a scrivere certe cazzate ?" Incredibile !!
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stones forever
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Inviato: 15 settembre 2011, 19:21 |
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Messaggi: 7Località: vigoneIscritto il: 10 luglio 2006, 22:18 |
Forse sono solo rumor . A quel che si dice l'incontro a Londra della scorsa settimana è servito per fare il punto per il 2012 1) si sta lavorando al logo ( sempre lo stesso ma adattato per il 50 anniversario) 2)sono state fatte 2 proposte o un grande evento con diretta mondiale oppure un tour di poche date in spazi piu piccoli. Al momento non si è presa ancora nessuna decisione Qualcuno si chiederà la fonte di queste info,posso solo dire che un componente degli stones era in piemonte lo scorso week end
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wicked67
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Inviato: 15 settembre 2011, 19:27 |
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Messaggi: 4750Iscritto il: 29 ottobre 2007, 20:25 |
intervista a Mick Jagger su l'unità!! dice di non aver letto il libro di Keith ( e qui a pinoccchio Mick gli è cresciuto il naso  ) e non vuole toccare l'argomento di un probabile nuovo Tour dei Rolling Stones, però stranamente nega un possibile tour dei superheavy perchè ognuno ha dei propi proggetti ma chissà...... http://www.unita.it/culture/mick-jagger ... d-1.332032
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Olia
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Inviato: 15 settembre 2011, 20:39 |
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Messaggi: 3987Località: MilanoIscritto il: 23 marzo 2008, 12:49 |
Grazie Wick, lo posto per intero.
Mick Jagger "Superheavy" «E' musica fuori dalle gabbie» di Silvia Boschero
Saltella sulle sue sneakers colorate uno splendente Mick in camicia rosa. Ha «solo» cinquant’anni di carriera alle spalle e il dubbio se festeggiarli o no, ora che è indispettito col suo compare Keith per qualche frase di troppo nella cruda autobiografia "Life". Lo incontriamo a Londra per presentare il nuovo mega gruppo dove, parole testuali, si trova veramente a suo agio (sottinteso: più che con gli Stones). Un gruppo di «pesi massimi» i SuperHeavy, mescolone world di personaggi che apparentemente (o effettivamente) hanno poco a che fare assieme: lui, la giovane cantante soul inglese Joss Stone, il figlio della leggenda Damian Marley, il compositore indiano A. R. Rahaman - autore premiato per la colonna sonora di "The millionaire" - e Dave Stewart, l’ex Eurythmics che si dichiara l’ispirato demiurgo del tutto.
Signor Jagger da dove è iniziato il tutto?
«Dave aveva un sogno: mettere assieme persone dalle provenienze musicali diverse, ma volevo che mi spiegasse meglio. Mi disse che sarei stato capace di fare un disco soul, un disco reggae o quant'altro, ma che qui si trattava di mescolarsi con altri quattro cantanti e trovare un’ispirazione comune fino a creare qualcosa di nuovo. A quel punto tutto stava nel trovare le persone giuste, musicisti che fossero in grado di fondersi in un progetto senza rimanere solo dei «guest». Abbiamo trascorso dieci giorni in studio, l’idea era di trascorrere del tempo tutti assieme fino a che non fossero venute fuori altre cose. Credo che non sia mai un buon metodo ma stavolta ha funzionato. Non volevamo una jam session, ma canzoni vere e proprie, quelle con la strofa e il ritornello, hai presente? Pop (ride, "ndr")».
Questo è un gioco per lei...
«No, è serio, ma anche un divertimento. Vedi, non c’è niente da perdere: non è il progetto della vita. E non è la fine del mondo se non funziona. Non so neppure se avrà una lunga vita, dipende da come la gente lo accoglierà. Se non piacerà non mi dispererò. Ma mi sono divertito a fare cose nuove, tipo cantare in sanscrito oppure cercare di imitare Marley nel fare il “toasting” (lo stile vocale tipico di alcuni sottogeneri del reggae," ndr"). Il mio pezzo preferito è "I Don't Mind", una canzone molto dolce e molto inglese nel mood, nonostante il ritmo reggae. Lo trovo simile a "As Tears Go By"».
Con gli Stones l’approccio al lavoro è diverso?
«Beh, anche lì è una cosa corporativa... stare in una band è sempre una questione corporativa ma qui la cosa è stata vissuta in maniera più democratica. Per una volta è stato bello anche mettersi da parte e non cantare tutte le benedette strofe di una canzone! (ride). Uno scarico di responsabilità, capisci? Me ne sono accorto quando ho riascoltato le 16 o 17 tracce finali: non cantavo in tutti i pezzi, cosa molto strana per me. E al contempo sono stato partecipe di tutto il processo produttivo, anche il missaggio, che è stato un momento intenso. Ci ho passato un sacco di tempo al mixer!»
Un tempo girava la Giamaica con Peter Tosh e Marley e oggi canta col suo figlio più virtuoso. Ci racconta la genesi del suo amore per il reggae?
«Conoscevo bene Bob Marley e tutt’oggi mi rammarico della sua morte prematura, ho sempre ammirato il suo songwriting. Invece non avevo ancora incontrato Damian. Mi è piaciuto molto il suo modo di costruire le rime, strofe assolutamente inusuali, molto superiori a quelle che scrive la gente che fa il suo genere. E poi ha un ottimo senso dell’umorismo. È dagli anni Sessanta che sono dentro la musica giamaicana, all’epoca i generi che andavano per la maggiore erano il bluebeat e lo ska e a Londra c’era un club dove andavo, a Mayfair, un club giamaicano per nulla accogliente, non ricordo il nome... Lì avvenne il mio battesimo con il reggae, attraverso il ballo! Poi, nei primi anni Settanta, dopo i primi dischi ska di Bob Marley e la trasformazione del ritmo, entrai in contatto con Chris Blackwell (il fondatore della Island records, "ndr") che iniziò a girarmi un sacco di dischi giamaicani. Poi incontrai gli Wailers negli Island Studios di Londra, lavorai con Sly and Robbie e tutte le altre storie...»
Ha dichiarato che lo scopo di Superheavy è quello di andare oltre i generi conosciuti. Ci spiega?
«È bello che la gente inizi a pensare fuori dalle categorie. La musica è sempre stata catalogata in quelle che io chiamo “gabbiette per i piccioni”, non è un problema nuovo ad esser sinceri. Anche I-tunes è un affare di gabbie, se non entri in una sei fregato e se compri I-tunes sei ingabbiato. Faccio un esempio. Una volta ricevo una mail dall’organizzazione dei Grammy: se vuoi partecipare col disco devi riempire questo documento indicando entro la prossima settimana la casella con il genere dell’album. Il bello è che quelli del Grammy si aspettano che tu indichi il genere che vogliono loro altrimenti sei fuori».
Ascolta ancora la musica?
«Sì, quello che c’è in giro. Ci sono momenti in cui ascolto cose più easy e momenti in cui mi butto sulla musica classica. Poi passo all’hard rock, poi voglio sapere tutto sulle nuove uscite, e poco dopo mi rituffo sui grandi del blues rock».
Parlando di musica nuova, come si spiega il fatto che mentre lei cerca di trovare un nuovo linguaggio, c’è una giovane e virtuosa generazione (pensiamo a Jack White o ai Black Key) che invece ritorna al rock blues, agli Stones per l’appunto?
«Beh, band come i Black Keys è chiaro che guardino al passato così come noi nei Sessanta guardavamo al nostro passato come fonte di ispirazione. Si tratta di una continuità con ciò che è stato, cosa che esiste anche nel pop. I Black Keys alla fine non suonano come i Rolling Stones perché vengono da un contesto diverso. E non è un peccato che molti giovani musicisti di oggi siano interessati alla storia del rock così come io da ragazzo ero pazzo di Elvis, ma anche di Buddy Holly, di Little Richard e di tutti gli altri. Vedi... c’è un posto fantastico a Los Angeles che si chiama “School of rock”, è una vera e propria scuola di musica per bambini di 7, 8, 9 anni, ed è molto seria. Non è che vai lì e suoni Lady Gaga. Devi imparare i Led Zeppelin prima, "Stairway To Heaven" a memoria, oppure "Gimme Shelter". Capito? (ride) Non è ancora tempo di dimenticare la storia».
Perché non ha ancora scritto un’autobiografia? Dopo il grande successo di Richards sarebbe il suo turno...
«Beh, credo che sia auto-distruttivo andare a rimestare nel proprio passato. Lo ritengo pericoloso per la propria psiche, soprattutto se si è trattato di un passato difficile. Insomma, se hai avuto una vita difficile, è destabilizzante tornarci sopra. (...) Vabbè, io ho avuto una vita facile, ci potrei pensare...»
Ma quella di Keith le è piaciuta?
«Non l’ho letta! Ma... tu l’hai letta? Ti è piaciuta? Non so... credo sia una roba drammatica da rivivere».
Beh, lui non è stato molto tenero con lei. Ci sono speranze per il tour dei cinquanta anni della band?
«È un argomento che non voglio riaprire».
Ha fatto ascoltare il lavoro con i Super Heavy ai suoi compagni Stones?
«Ho fatto sentire a Ronnie e Charlie qualcosa e gli è piaciuto molto».
C’è la suggestione indiana, ad opera di Raman. Lei a differenza dei coevi Beatles, non era molto interessato all'India negli anni Sessanta...
«In realtà lo ero... ma quella secondo me era più che altro una questione di... droghe! Io non l’ho mai suonata mentre mio fratello è stato un appassionato, ha trascorso un sacco di tempo in India prendendo lezioni per la voce. Peccato non lo abbia seguito, mi avrebbe fatto gioco per questo disco. Ma ho sempre ascoltato musica indiana e vado in India un paio di volte l’anno. Ho anche suonato ad un festival in Rajastan, dove si ascolta musica classica indiana ma anche band irlandesi, un mix etnico. La musica vocale sta tra Bollywood e la musica classica, inoltre ha profondi significati religiosi. Una tradizione ben più antica della nostra, con una straordinaria abilità nel comunicare».
Se il disco avesse un grande successo andreste in tour?
«Oh no! Posso immaginare dei singoli spettacoli, dei festival. Ognuno di noi è molto indaffarato».
Dopo 50 anni di Rolling Stones questo progetto SuperHeavy lai fa sentire più giovane?
«Oh (ride) no! (ride). È un progetto divertente, ma non è la tua band, quella con cui trascorrere il resto della tua vita».
14 settembre 2011
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